Etica e morale.... concetti utili all'ordine sociale



Ricordo parecchi anni fa un momento magico vissuto a Calcata, nelle
grotte di Jorgen, l'amico danese che se ne tornò al suo paese per
morire... Nelle grotte di Jorgen fu messa in scena una commedia
mitologica e misterica: Il Risveglio di Titania.

Nella commedia Titania è una splendida creatura fatata che se ne va in
giro per i boschi col suo fedele corteo di spiritelli. Shakespeare ha
scritto del loro litigio e della vendetta del suo legittimo sposo
Oberon, dopo che Titania non ha voluto vendergli il suo prezioso
paggio indiano, motivo delle gelosie di Oberon.

Così Oberon sorprende Titania addormentata e le spreme sugli occhi il
succo della viola del pensiero, fiore fatato capace di far innamorare
chiunque della prima cosa che vedrà. Così, al suo risveglio, Titania
si innamora di Bottom, un orribile uomo dotato di una testa d'asino.
La storia ha comunque un lieto fine, i due sposi magici si
riconciliano superando i concetti restrittivi di gelosia, invidia,
etica e morale.

Questa storia, come tutti i racconti di Shakespeare evoca diversi
significati. L'addormentarsi di Titania è come la morte ed il
risveglio è in verità il sogno che noi prendiamo per realtà. In esso
godiamo l'illusione dei sensi ed amiamo ciò che non possiamo
riconoscere. La riconciliazione è il momento del ritorno alla libertà,
il superamento delle illusioni e della schiavitù dei sentimenti
imposti.

Etica e morale, due pensieri cangianti e relativi, i cinesi antichi
avevano l'onestà di ammettere che queste due qualità fossero
solo una convenienza sociale. Nel Taoismo erano considerate due forme
ipocrite di asservimento alle consuetudini. La morale e l'etica sono
state usate da tutte le religioni monoteiste come bandierine
simboliche per giustificare il bene programmato a sistema, mentre
l'amoralità e il "difetto" di contegno sono indicati come grave
carenza sociale e religiosa. Ma ora lasciamo da parte questi aspetti
che riguardano specificatamente il comportamento ed i costumi nella
società attuale.

In fondo l'esempio di Titania è alquanto leggero e ludico, il
risveglio "vero" avviene attraverso l'amore, che purifica gli occhi e
rende chiaro l'intelletto. Ben diverso il caso in altre storie
mitologiche in cui la sofferenza volontaria od espiativa degli eroi
viene descritta in termini di emancipazione, come nella storia di
Odino o Prometeo.

Cristo e Dioniso anch'essi morirono volontariamente per la salvezza
altrui…. Insomma nella morale e nell'etica si accetta tranquillamente
che il sacrificio di sé sia un bene supremo se rivolto ad una causa
ritenuta nobile e degna… ma dal punto di vista della vita dov'è la
differenza fra un suicida per disperazione ed un esaltato religioso?

Scriveva Elemire Zolla, in Discesa all'Ade e resurrezione: "Senza
l'Essere l'ente non sussiste: infatti ne promana e ne fa parte. Ma
l'essere non si restringe a spazio e tempo. Senza lo spazio non
spaziale del luogo efficiente, suscitatore, dove si figura il punto,
non nasce la geometria del mondo in divenire. Come designare questa
fonte eterna? In latino proporrei "februare", che Semeraro fa derivare
dall'accadico "haburu", germoglio, dal dio agrario Ha-ab-bu-ru; Servio
informa che "februm" era un tratto di pelle lupesca, salata; nelle
cerimonie februanti si celebrava il dio dell'impulso primaverile,
Lupercus, e i luperci erano giovani coribanteschi che animavano,
flagellandole, le donne, con fruste di pelle lupesca, i "febri". Le
potenze generatrici " non avvennero mai, ma sono sempre:
l'intelligenza le vede tutte insieme in un istante, la parola le
percorre e le espone in successione" diceva l'osservatore platonico
alla conclusione del mondo antico"

Ben diversa questa morale non-morale dalla moralità bacchettona dei
nostri "santi padri" che predicavano e praticavano
l'autoflagellazione, la misoginia, l'allontanamento dalla natura, la
menzogna etica e religiosa, evidentemente anche maleinterpretando il
messaggio salvifico del Cristo (ove quest'ultimo fosse realmente
esistito...).


Paolo D'Arpini

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