Essere come si è...



Caro Paolo, in questi giorni mi sono imbattuta in una serie di discussioni religiose che mi stanno facendo uscire di testa.
Tra i miei amici  c'è un certo Fra' Gianni di Piacenza, che ha un seguito di integralisti cattolici che mi sbandierano incredibili sequele di regole, dogmi, precetti e quant'altro che non riesco più a tollerare.  Sono talmente cattolici da non accettare questo Papa, il che è tutto dire....
Sono disorientata.
I due o tre preti che frequento per vari motivi (il giornale su cui scrivo, la parrocchia e un'amicizia in comune) sono totalmente differenti da questa massa di esaltati e questa loro amicizia mi tiene ancora ancorata a questa fede che fatico a riconoscere per quella di Cristo.
So bene come la pensi e non aspetto una tua risposta a questi miei dubbi, perché immagino quello che mi consiglieresti. Non sono ancora pronta per il salto quantico, questo l'ho capito, ma sto scremando per arrivare a quell'unica Verità che ancora sento che ha valore: il Vangelo e gli insegnamenti di Gesù, che era proprio lui il primo ad accettare tutti.
Ho anche trovato il tuo profilo, non l'avevo ancora letto, forse non mi era ancora capitato a video, seguivo le sensazioni e l'intuito.
Devo dire che potrei definirti l'Jodorowsky nostrano... hai fatto di tutto e di più e in un periodo in cui immagino cosa ti sia sentito dire dietro...
Nel '68 mi chiudevano in casa e non potevo portare le gonne quattro dita sopra il ginocchio, ridicolo...
Tu saresti stato proprio un partito da evitare.... ma ora ti stai riprendendo le tue rivincite e sei diventato un faro luminoso per noi che siamo ancora impastati in queste vecchie credenze. Grazie se sarai riuscito a leggere fin qui e grazie per la tua pazienza con me.
Ti ritengo, ormai, uno dei miei Maestri, perciò sopportami un pochettino...

Franca





Mia rispostina: 


"Cara Franca, l'importante è la trasparenza e la sincerità... 
Non è importante  che il nostro pensiero prevalga. Anche perché il pensiero non è "nostro" come solitamente si intende, pur che noi ce ne facciamo portatori.


La differenza -diceva un grande saggio- fra l'ignorante e l'uomo di conoscenza non sta in qualsivoglia diversità esteriore di comportamento. Il comportamento, le parole, le relazioni, le azioni sono il risultato di una "forza" che ci guida e ci sostiene e si esprime attraverso di noi.  Se noi ne siamo consapevoli oppure no non modifica l'espressione in se stessa. Quindi qual'è la "differenza" fra l'ignorante e l'uomo di conoscenza?

Lasciamo che le energie giochino con le energie e godiamoci il panorama, perché sentirsi "coinvolti" non migliora l'osservazione.

Un affettuoso abbraccio, Paolo"

Coscienza ed energia nello spazio e nel tempo



Secondo  le religioni e filosofie orientali, ed anche secondo la moderna scienza, è il movimento, l’azione o mutazione, che crea il mondo. L’energia sprigionata attraverso il cambiamento sopraggiunto nel “quid” originario statico si è propagata in uno svolgimento, apparentemente infinito, che utilizza i canali conduttori dello spazio e del tempo.


Nella teoria della creazione graduale dell’universo si immagina un “inizio” chiamato Big Bang (il grande botto) in cui la concentrazione energetica statica giunge ad una fase critica di incontenibilità e ne consegue un collasso che è poi l’inizio dello spazio tempo e coincide con la proiezione manifestativa in cui l’energia assume forma gradualmente. La gradualità e continuità della creazione viene misurata attraverso un “aspetto” che sempre accompagna, potremmo anche dire registra, il processo creativo. Questo aspetto è immanente e trascendente ed è la coscienza, la quale è parte integrante, una sorta di sapore o qualità intrinseca, dello svolgimento energetico in corso.

Coscienza ed energia sono insomma la stessa cosa, come il tempo e lo spazio che appaiono e coesistono complementariamente. Senza la durata nel tempo e l’espansione nello spazio nulla potrebbe manifestarsi e senza la coscienza e l’energia nessuna manifestazione avrebbe significato od esistenza. Per questa ragione è impossibile scindere la manifestazione dalla consapevolezza che la sancisce.

Ogni elemento, essendo la trasformazione nell’infinita possibilità dei movimenti energetici nello spazio tempo, conserva una specifica memoria (od intelligenza) che è necessaria alla coesione della sua sostanza, o stato di mutazione energetica (se vogliamo usare una terminologia metafisica). Questo procedimento di psicosomatizzazione dell’esistente viene impresso contemporaneamente in una sorta di “negativo” che corrisponde alla formula rispetto al procedimento sperimentale.

Ma non è solo descrizione è anche substrato, è forza costituente che permette al tutto manifesto di mantenere una forma ed un nome, insomma gli fa continuare una specifica identità energetica.

Da qui anche il concetto di “psicostoria”, che non è altro che la memoria progettuale costituente i fenomeni, la quale resta impressa nei risultati stessi della fenomenologia attiva: i processi vitali. Perciò la storia non è quella scritta sui libri, quella dei libri è solo una documentazione ingannevole, parziale e soggettiva che descrive gli aspetti vissuti da alcuni testimoni, od ascoltatori dei testimoni. La storia come noi la conosciamo è una traballante pseudo-verità raccontata e corroborata (a fini speculativi) dai suoi redattori. Quella che chiamiamo storia è al meglio la descrizione di un immaginifico realistico condiviso (più o meno) da molti (comunque un numero limitato di persone).

Ma la verità non può essere parziale, come non può essere sminuzzata l’integrità della nostra esistenza corporea. Nel senso che non possiamo dire “questo organo o questa appendice non mi appartiene od è inutile, i capelli le unghie ed i peli non sono importanti perché crescono e vengono eliminati senza eccessivo danno…” o simili facezie. Infatti anche se usiamo quasi sempre la destra per il nostro agire abbiamo bisogno anche della sinistra, se diventiamo calvi lo consideriamo un difetto, se le unghie si spezzano anche le dita ne soffrono, etc. Insomma la verità storica dovrebbe corrispondere ad un’interezza e questa interezza viene data solo da quella memoria sottile che resta impressa nelle forme in continua mutazione fenomenica.

Questo “ricordo” a livello vitale viene definito DNA ed a livello psichico io lo chiamo “psicostoria”, ovvero la capacità di lettura attraverso la memorizzazione automatica, la registrazione contabile, presente nell’insieme dei processi vitali coinvolti negli eventi. E siccome non esiste separazione alcuna in qualsivoglia processo vitale, che si manifesti con il nostro diretto coinvolgimento oppure con uno indiretto, e qui faccio ancora l’esempio del corpo umano in cui se vengono ad esempio persi i denti questo fatto coinvolge anche tutti gli altri organi ed appendici, dalla testa ai piedi. Senza denti si deteriora l’alimentazione, l’individuo perde la capacità aggressivo-difensiva, etc. etc. insomma ogni elemento vitale viene influenzato. Ciò logicamente succede anche per gli eventi sulla faccia del pianeta: una bomba atomica in Siberia influisce sulle condizioni ambientali dell’Antartide….

Infine se vogliamo conoscere la storia, quella vera, è necessario intromettersi nel magazzino della funzione mnemonica vitale, che è presente comunque in chiave olistica ed olografica in ognuno di noi.

In India questo magazzino si chiama Akasha, Jung lo chiamò Inconscio collettivo, gli esoteristi lo chiamano Aura della Terra.

Come fare ad attingere a questo archivio misterioso e sempre presente?

La risposta sta nella domanda stessa… Come fa l’acqua a conoscere l’acqua? Come fa il fuoco a conoscere il fuoco? Come fai a conoscere te stesso?

Essendolo…! Unicamente essendolo… Non come un osservatore che guarda bensì come sostanza costituente dell’andamento energetico in corso. Spogliandosi quindi della separazione che ci impedisce di percepire l’insieme di cui siamo parte integrante. Infatti coloro che sono dotati di preveggenza o medianità possono percepire questa “memoria” totale del grande magma dell’esistenza solo sciogliendosi in quella “memoria”. Ovvero rinunziando alla piccola memoria separativa dell’ego che porta ad identificarci con la singola molecola del processo vitale ed a descrivere l’esistente nello stretto ambito del percettibile, limitato alla presenza circoscritta. Il che è spesso quel che avviene nella storia ufficiale o nella filosofia o religione o scienza empirica.

Paolo D’Arpini

Dal "gaudemus igitur" a "la vita è una valle di lacrime"



Durante il paganesimo vigeva un calendario lunghissimo di celebrazioni
collegate alle stagioni, molte di queste passarono al cristianesimo...

Sol Invictus.  Il culto del Sole-Sol Invictus Mithras, il quale, unito
sempre a quello dell’Imperatore, divenne per un certo tempo una sorta
di “religione di stato”. Questa celebrazione aveva ormai preso una
piega dissoluta e perso qualsiasi legame con l’antica sacralità del
Mistero, ormai feste ed orge sfrenate facevano da padrone. La
commemorazione, con le sue depravate baldorie e gozzoviglie, era
troppo radicata nel costume popolare per essere abolita dall’influenza
del Cristianesimo. La Chiesa, invece di contrapporsi fermamente al
vortice involutivo in cui il paganesimo sprofondava, cominciò a far
compromessi con esso.

Vedi ad esempio i Saturnali (gennaio) e  Lupercali (febbraio),  che
continuarono in forma di "carnevale". Nei  Saturnalia i romani
celebravano l'anniversario della costruzione del Tempio dedicato al
dio Saturno, e si riversavano nelle strade cantando ed osannando il
padre degli Dei. Durante quei festeggiamenti veniva praticato il
capovolgimento dei rapporti gerarchici e delle norme costituite della
società, sicché i plebei potevano confondersi con i nobili e viceversa
grazie ad un travestimento.  Durante i  Lupercali, Servio informa che
“februm” era un tratto di pelle lupesca, salata da usare  nelle
cerimonie februanti,  si celebrava il dio dell’impulso primaverile,
Lupercus, e i luperci erano giovani coribanteschi che animavano,
flagellandole, le donne, con fruste di pelle lupesca, i “febri”.

Pesino il  Pesce d'aprile, cangiato in  Risus Paschalis,   è una
tradizione nordica nella quale  (per tutto il medioevo) si compivano
atti impudici (in corrispondenza del periodo pasquale)  legati a più
antichi riti “bacchici” che sancivano l’inizio della primavera e del
risveglio della natura. Infatti anche il “pesce” è un antichissimo
simbolo fallico…

Ma tutto ciò avveniva all'inizio del cristianesimo, poi pian piano la
trasgressione si trasformò  in  persecuzione e violenza. ...i riti
divennero  "sadomaso"  nella tradizione cristiana
"posteriore" (con la raggiunta supremazia)... Iniziano con l'uccisione
di  centinaia di migliaia di pagani,  poi con la caccia alle streghe,
i roghi, i tribunali inquisitori, le conversioni forzate nelle
Americhe, la pedofilia, l'oppressione dei miseri, etc. etc.

Se durante il periodo pagano il cristianesimo, lo zoroastrismo, il
mitraismo, etc. poterono coesistere con  il consolidamento del
potere cristiano.. vince l'assolutismo, la "paura" e la morte (come
d'altronde avviene con l'affermazione della religione sorella:
l'islam).

Il simbolo chiaro  della celebrazione escatologia cristiana  si
manifesta  nella notte di San Lorenzo. Nella mitologia cristiana
questa data è legata al martirio del santo. La leggenda narra che le
stelle cadenti siano le lacrime del martire versate durante il
supplizio (dicono che morì abbrustolito su una graticola), che vagano
in eterno nei cieli, e scendono sulla terra, soltanto nel giorno in
cui Lorenzo morì.  I cristiani si inventarono la figura di San Lorenzo
traendola dalla Divinità etrusca Acca Larentia, un tempo: Madre Terra,
poi  Sacra Prostituta (che si prostra ), protettrice di plebei e della
fertilità dei campi, era assimilata a Fauno e Lupesco. Da Larentia a
Lorenzo il passo è brevissimo. E le famose "lacrime" in realtà erano
le gocce di sperma di Dioniso che fecondava la terra.

 Potremmo continuare a lungo nella descrizione delle appropriazioni e
deturpazioni della sacralità pagana perpetrate dai cristiani, ed in
effetti quasi tutti i santi cristiani hanno un 'origine pagana,  ma
lasciamo perdere...

Il fatto è che  per avere un dominio totale sulla gente è stato
semplicemente sovrapposto e sostituito l'avvenimento pagano con quello
cattogiudaico... persino i paramenti, gli arredi e le modalità di una
normale messa sono identici a quelli di un qualunque rito di primo
livello pagano...  E come si può  credere  ancora che gli evangeli
siano qualcosa di più che manuali del giovine chierico scritti ad usum
delphini?  Balle... programmate a tavolino.... da San Paolo in giù...
Anche ammesso che i Vangeli, nascano da una cronaca di fatti, tale
cronaca è stata rimaneggiata, mal tradotta, stravolta dalla chiesa per
un uso finalizzato a quanto serviva ai preti per dominare...

Noi esseri umani siamo in una catena evolutiva e non dovremmo
giustificare alcun errore del passato, se non per comprendere che è
passato e che va trasceso e superato. Se però una religione si ammanta
del ruolo di "unica e vera"  mentre  continua con gli errori del
passato allora la censura dovrebbe essere  più severa... Ovviamente
ciò vale per tutte le religioni così dette "monoteiste" (giudaismo,
cristianesimo ed islam). Per altre religioni, persino più antiche ed
"aliene" alla nostra cultura certi problemi non si pongono, vedi la
profonda etica  del buddismo e del jainismo e del taoismo, che vantano
un'antichità di migliaia di anni ed avrebbero molto da insegnare a
giudei,  cristiani e musulmani in quanto a "tolleranza"...  e
sacralità.


Paolo D'Arpini




Appello alla Chiesa cattolica per la pace e la nonviolenza verso tutti gli esseri senzienti



La Chiesa cattolica  per essere credibile nel suo messaggio di pace dovrebbe dare il buon esempio alle altre due religioni consorelle (ebraismo e islam) rinunciando a praticare per prima la violenza all'interno della sua struttura. E  il primo passo, quello basilare,  è  di non offendere e torturare e violentare le anime gentili degli animali.   

E’ tempo che la Chiesa cattolica dimostri la validità del suo messaggio di amore universale e  interpreti le nuove esigenze dello spirito umano, che valorizzi e sostenga la ricchezza morale delle nuove generazioni che chiedono rispetto per tutti gli esseri senzienti.

E’ tempo che la Chiesa condanni la violenza sugli animali, che si dissoci da ogni crudeltà commessa nei loro confronti da parte dell’uomo.

E’ tempo che la Chiesa favorisca e sostenga la cultura vegetariana nel suo interno, e che trovino accoglienza e sostegno i molti cattolici vegetariani, per evitare evasioni verso religioni più sensibili alle tematiche animaliste.

E’ tempo che la Chiesa torni al piano originale di Dio come comandato in Gen 1,29: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme ed ogni albero in cui è frutto saranno il vostro cibo…”e come auspicato da molti santi. E’ tempo che torni all’antica alleanza come in enunciato in Os. 2,20 : “In quel tempo farò per loro un’alleanza con le bestie della terra e gli uccelli del cielo e con i rettili del suolo”; E’ tempo che la Chiesa riconosca quanto scritto in Sap. II 23.26: “Poiché tu ami tutte le cose e nulla disprezzi di quanto hai creato”.

La planetaria sofferenza degli animali non può restare inascoltata dalla Chiesa di Cristo. Come potrebbe avverarsi il Regno di Dio profetizzato da Isaia se l’uomo non torna in pace con i suoi fratelli animali? L’amore e la compassione dell’uomo verso gli animali non può che portare maggiore grandezza spirituale all’essere umano e renderlo più giusto e sensibile anche nei confronti degli uomini.

Come il fratello più grande ha il dovere di aiutare e guidare il minore e non approfittare delle sue possibilità per sottometterlo, sfruttarlo, violentarlo, ucciderlo, l’uomo ha il dovere di custodire la natura e di proteggere le creature più deboli che Dio gli ha affidato in Gen. 2,13: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”.

Noi crediamo che il seme gettato da Gesù deve dare i suoi frutti, deve ampliarsi nei suoi contenuti etici, civili e spirituali, procedere nella sua evoluzione fino ad includere anche gli animali senzienti con i quali divide la Terra. L’estensione del sentimento di pietà verso gli animali indurrebbe a maggiore compassione l’animo umano nei confronti degli uomini. Infatti, come potrebbe l’essere umano nuocere al suo simile se fosse educato al rispetto di ogni essere vivente?

Per il bene dell’uomo e della Creazione tutta, ci auguriamo sentitamente che il nostro appello arrivi al cuore dei cardinali e del papa Francesco. 

Associazione Vegetariana Animalista
Circolo Vegetariano VV.TT. 

Anche l'Islam ha avuto i suoi santi, i suoi poeti ed i suoi ricercatori scientifici


L ‘epoca d’oro dell’Islam, con il fiorire straordinario della scienza,
dell’arte, della cultura, rappresenta una delle ere piu’ importanti per lo
sviluppo del pensiero umano. La religione islamica ha avuto il grande merito storico di avere sempre incoraggiato l’uomo a perseguire il sapere e la scienza in ogni campo dello scibile. I dotti musulmani erano spinti a raggiungere questi traguardi dai versetti del Corano e dalle parole del Profeta, che asseri’: “Cercate la conoscenza fino in Cina”. L’Islam, dunque, dette un impulso straordinario alla scienza ed alla cultura in generale e mai, in nessun momento dell’epoca islamica, alcuno scienziato fu perseguitato per le sue teorie. La prova di cio’ e’ data dallo stupefacente progresso raggiunto dai musulmani durante il medioevo, epoca in cui, mentre l’occidente brancolava nell’oscurantismo e si richiudeva in se stesso, sconvolto dalle invasioni barbariche e dalle lotte di religione, le citta’ islamiche erano veri e propri fari di civilta’, brulicanti di fervore scientifico, di studi, di ricerche e scambi culturali. L’uso della carta, che gli Arabi avevano importato dalla Cina, determino’ la diffusione dei libri in tutto il mondo islamico. La biblioteca di Cordova, nell’800 d.C. contava 500.000 volumi, i quali rappresentavano la summa dell’umano sapere.
Gli Arabi eccelsero soprattutto in astronomia, matematica, medicina ed i libri scritti dagli scienziati musulmani costituirono testi di riferimento
per le Universita’ europee fino al 1600. Ecco una breve panoramica dei piu’ importanti scienziati appartenenti all’epoca d’oro dell’Islam:
ABU RAIHAN AL-BIRUNI (973-1048)
Al-Biruni fu astronomo, fisico, matematico, geologo. Secondo Max Meyerhoff,
Al-Biruni racchiude in se’ il prototipo dello studioso dell’epoca d’oro
dell’Islam, e difatti era soprannominato “al Ustadh”, il professore. Alcuni
storici addirittura denominano l’epoca della sua attivita’ con il nome di
“Eta’ del Biruni”. Nato nell’Uzbekistan, conoscitore di diversi linguaggi,
apporto’ alla scienza il metodo dell’osservazione diretta, della
sperimentazione e dell’investigazione. Egli è considerato il padre della
scienza moderna. Al-Biruni scopri’ sette modi differenti per trovare la
direzione del nord e del sud, e le tecniche matematiche per determinare con
esattezza l’inizio delle stagioni. Scrisse dei movimenti del sole e delle
eclissi, mettendo a punto perfezionati strumenti astronomici. Molti secoli
prima rispetto al resto del mondo, Al-Biruni scrisse della rotazione della
terra attorno al proprio asse e fece calcoli accurati di latitudine e
longitudine, descrisse la Via Lattea e, come fisico, determino’ il peso
specifico di diciotto elementi. Come matematico, fu un pioniere nello studio
degli angoli e della trigonometria, lavorando soprattutto sulle corde delle
circonferenze e sviluppando un metodo per la trisezione di un angolo. Fu
altresi’ famoso per gli scambi culturali, nel campo della filosofia, che
intrattenne con l’India, dove studio’ ed imparo’ il sanscrito
MOHAMMED BIN MUSA AL-KHAWARIZMI (770-840)
Nato nell’Uzbekistan e trasferitosi da bambino a Baghdad, fu uno dei piu’ grandi matematici, avendo introdotto in questa scienza il concetto di
algoritmo, che da lui prese il nome. Al-Khawarizmi e’ universalmente
conosciuto come il fondatore dell’ Algebra, che non soltanto studio’ in
forma sistematica, ma la sviluppo’ nell’intento di dare soluzioni analitiche alle equazioni lineari e quadratiche. Il nome algebra deriva dal suo libro
Al-Jabr wa al-Muqabilah. Al-Khawarizmi sviluppo’ in dettaglio le tavole
trigonometriche contenenti le funzioni del seno e il calcolo dei due errori,
che lo porto’ ad enunciare il concetto di differenziazione. Importante anche
il contributo dato all’astronomia ed alla geografia.
YAQUB IBN ISHAQ AL-KINDI (800-873)
Conosciuto in Occidente come Alkindus, fu nominato “filosofo degli Arabi” durante il Medioevo. Una delle piu’ grandi menti dell’antichita’, Al-Kindi
fu filosofo, astronomo, fisico, matematico e geografo. Nato in Iraq, fu il
primo fisico a determinare sistematicamente il dosaggio di medicinali e
droghe. Contribui’ alla geometria sferica assistendo Al-Khawarizmi negli
studi astronomici, ed I suoi lavori posero le basi della moderna aritmetica. Secoli dopo, il suo lavoro avrebbe ispirato Ruggiero Bacone. Al-Kindi
scrisse piu’ di 240 libri, molti dei quali furono tradotti in latino da
Gerardo di Cremona.
ALI IBN RABBAN AL-TABARI (838-870)
Al-Tabari fu maestro del celebre medico Al-Razi (Rhazes). Egli stesso
divenne famosissimo per l’ opera di medicina da lui scritta “Firdous
al-Hikmat”, e fu, inoltre filosofo, matematico e astronomo. Ali al-Tabari
ricevette l’educazione in Scienze Mediche e calligrafia da suo padre Sahl, noto medico e commentatore di opere filosofiche. L’opera per la quale e’ ricordato rappresenta la prima enciclopedia che incorpora le diverse
branchie della scienza medica, suddivise per capitoli e finemente trattate.
ABUL QASIM AL-ZAHRAWI (ALBUCASIS) (936-1013 )
Fu senza alcun dubbio il piu’ grande chirurgo del Medioevo. Conosciuto in Occidente come Albucasis, fu l’inventore di straordinarie tecniche
chirurgiche e di strumenti e l’autore di una famosa Enciclopedia Medica.
Al-Zahrawi e’ universalmente riconosciuto come il padre della moderna
chirurgia. Nato e cresciuto a Zahra, presso Cordoba, capitale della Spagna Islamica, fu medico dell’emiro al-Hakim II, diventando famoso in tutta
Europa. Secondo molti studiosi, i suoi principi sorpassarono quelli di
Galeno, diventando punto di riferimento incontrastato in Europa per molti secoli a venire. Tre volumi della sua vasta enciclopedia trattano di
tecniche chirurgiche, incluse quelle da lui inventate, e catalogano con
diagrammi ed illustrazioni, 200 strumenti chirurgici. In particolare
Al-Zahrawi tratta della rimozione dei calcoli, della cauterizzazione, della
chirurgia dell’occhio, dell’orecchio e della gola, amputazioni, dissezioni
di animali e rimozione dei feti morti. Come inventore di strumenti
chirurgici, Al-Zahrawi e’ ricordato per l’elaborazione di mezzi per
l’indagine interna dell’orecchio e dell’uretra, nonche’ di strumenti per la
medicina dentistica. I suoi libri costituirono testi di riferimento nelle
universita’ europee per cinque secoli.
IBRAHIM IBN YAHYA AL-ZARQALI (ARZACHEL) (1028-1087)
Arabo di Spagna, fu il maggiore astronomo del suo tempo. Compilo’ le famose Tavole di Toledo, in cui corresse i dati geografici Tolemaici, in
particolare quelli relativi alla lunghezza del Mar Mediterraneo e fu il
primo a dimostrare il moto dell’Alphelion relativamente alle stelle. Egli
misuro’ il suo tasso di movimento in 12,04 secondi all’anno, che e’
considerevolmente vicino ai calcoli moderni di 11,08 secondi. Inoltre
invento’ un astrolabio piano che e’ conosciuto come Safihah. Copernico, nel suo famoso libro “Sulla rivoluzione delle orbite celesti”, esprime il suo
riconoscimento ai lavori di Albatenius (Al-Battani) e Arzachel (Al-Zarqali)
AL-BATTANI
Usando strumenti molto precisi per l’epoca, compi’ una revisione delle
costanti astronomiche elencate nell’Almagesto, correggendole e scoprendo lo spostamento dell’apogeo solare.
IBN YUNUS (974-1009)
Astronomo nato al Cairo, esegui’ numerose osservazioni del Sole, della Luna e dei pianeti. Compilo’ le tavole Hakimite, i cui dati furono utilizzati 250
anni dopo, nelle Tavole Alfonsine.
IBN KHALDUN (1332-1395)
Ibn Khaldun e’ universalmente riconosciuto come il fondatore della
sociologia e della moderna indagine storica. Nato a Tunisi da famiglia
nobile trasferitasi poi a Siviglia, nella Spagna Islamica, Ibn Khaldun
studio’scienze Islamiche in varie citta’ dell’impero musulmano, ed inoltre
studio’ letteratura, filosofia, matematica. Condusse una vita politica molto attiva e, alla conclusione di questa, si dedico’ alla stesura della sua
opera principale, Al-Muqaddima, una sorta di enciclopedia storica mondiale, che gli da’ un posto preminente tra gli storici ed I filosofi di tutti i
tempi. Il grande merito di Ibn Khaldun consiste di aver tenuto conto,
nell’elaborazione storica, di tutti i fattori sociali, psicologici,
ambientali ed economici che hanno contribuito all’avanzamento della civilta’ umana. Fu inoltre il primo storico ad identificare la ripetizione ritmica
delle ascese e delle cadute nella civilizzazione umana e studio’ la dinamica delle relazioni di gruppo. Fu il pioniere della critica storica, insistendo
sui criteri della verita’ storica, sul compito della ragione umana,
indispensabile per l’analisi storiografica, e sulla necessita’ di condurre
la ricerca storica con metodi d’indagine oggettiva e scientifica. Ibn
Khaldun viene inoltre considerato il fondatore della sociologia.
ABUL WALID IBN RUSHD (AVERROE’) (1128-1198)
Averroe’ fu un genio enciclopedico. Fu soprattutto, nel corso della sua
vita, giudice e medico, ma in Occidente e’ famoso per essere stato il piu’ grande commentatore di Aristotele, e la sua opera influenzo’ larga parte del pensiero filosofico medioevale. Figlio di un giudice islamico di Cordova, studio’ scienze religiose, medicina, matematica e filosofia. Divenuto qadi (giudice) di Siviglia, all’eta’ di 44 anni inizio’ il suo lavoro di traduzione e commento delle opere filosofiche di Aristotele, facendo conoscere in Occidente il pensiero del grande filosofo greco. Nelle sue opere, Averroe’ concilio’ perfettamente religione e filosofia, religione e medicina, religione e scienza, affermando che piu’ si conosce e si studia , piu’ ci si avvicina a comprendere la grandezza dell’unicita’ divina, la Mente assoluta. La filosofia di S. Tommaso d’Aquino deve praticamente tutto ad Averroe’.
ABU ALI IBN ABDALLAH IBN SINA (AVICENNA) (981-1037)
Ibn Sina, conosciuto in Occidente col nome di Avicenna fu il piu’ famoso
medico, filosofo, matematico ed astronomo del suo tempo. il suo principale contributo alla scienza medica fu il famoso “Canone”. Nato a Bukhara, nell’Asia centrale, dopo aver studiato logica e medicina, si diede alla professione di medico, utilizzando le sue straordinarie capacita’ che lo portarono al raggiungimento di una grande fama. La sua monumentale opera di scienza medica rimase suprema per oltre sei secoli, e, tra i contributi originali da essa apportati, vi sono gli studi sulla natura della tisi e sull’interazione tra psicologia e salute. Fu il primo a descrivere le meningiti e diede ricchi contributi all’anatomia, alla ginecologia e alla pediatria. Descrisse minuziosamente l’anatomia dell’occhio e degli organi interni. Come filosofo, sintetizzo’ mirabilmente la filosofia aristotelica, le influenze neoplatoniche e la teologia islamica, mentre come fisico contribui’ allo studio di differenti forme di energia, luce, calore. Nel campo della chimica, il suo trattato sui minerali fu una delle principali fonti per la geologia degli enciclopedisti cristiani del XIII sec.
Il ritratto di Avicenna adorna l’ingresso principale della Facolta’ di
Medicina dell’Universita’ di Parigi.
ABD AL-MALIK IBN ZUHR (AVENZOARO) (1091-1161)
ibn Zuhr fu uno dei maggiori medici, clinici e parassitologi del Medioevo.
Isuoi contemporanei lo considerarono, insieme ad Al-Razi, il piu’ grande
medico dai tempi di Galeno. Nato a Siviglia, studio’ e viaggio’ in lungo ed
in largo per l’impero islamico, dedicando la sua vita alla sola medicina,
diversamente da altri scienziati musulmani, dall’ingegno multiforme. Si
dedico’ soprattutto alla dissezione del corpo umano e le sue tecniche
operative furono superbe. Fu l’inventore della tracheotomia, e scrittore di numerosi testi che fecero sentire la loro influenza sulla scienza medica per numerosi secoli in tutto il mondo.
ABIR IBN HAIYAN (GEBER)
Universalmente riconosciuto come il padre della Chimica, svolse la sua opera nella citta’ di Kufa, in Iraq, dove mori’ nell’anno 803. Scrisse piu’ di 100
trattati monumentali, ventidue dei quali trattano di chimica ed Alchimia. In questa scienza introdusse investigazioni sperimentali, creando le basi della chimica moderna. Studio’ principalmente le quantita’ definite delle sostanze coinvolte in reazioni chimiche, per cui si puo’ dire che apri’ la strada alla legge delle proporzioni costanti. Il suo contributo di fondamentale
importanza alla chimica, include il perfezionamento di tecniche scientifiche quali cristallizazione, distillazione, calcinazione, sublimazione ed evaporazione, nonche’ la creazione di diverse apparecchiature per la
conduzione di tali studi. Il maggiore successo pratico di Jabir fu la
scoperta dei minerali e degli acidi, preparati per la prima volta con
l’ausilio di “alambicchi”, invenzione che rese il processo di distillazione
semplice e sistematico. Jabir fu un pioniere nello sviluppo di numerosi
processi chimici, cui diede nomi che sono rimasti nel vocabolario
scientifico occidentale.
NASSER AL-DIN AL-TUSI (1201-1274)
Nato in Iran, Al-Tusi fu uno dei piu’ grandi scienziati musulmani. Fu
soprattutto matematico e scrisse opere monumentali di Algebra, Aritmetica, trigonometria, logica, geometria, etica e teologia. Nel 1262 costrui’ un
osservatorio a Meragha, equipaggiato con le migliori strumentazioni
reperibili nei centri di ricerca islamici, molte delle quali create dallo
stesso Al-Tusi. Lo scienziato produsse una tavola molto accurata sui
movimenti planetari ed un catalogo stellare basati su osservazioni Fatte nel corso di dodici anni. Il suo testo fu il piu’ famoso riferimento per gli
astronomi fino al XV secolo. Il suo contributo alla trigonometria include
sei formule fondamentali per la soluzione dei triangoli ad angolo retto
sferico. Scrisse inoltre i coefficienti binomiali che in seguito furono
introdotti da Pascal.
THABIT IBN QURRAH (836-901)
Conosciuto in Occidente come Thebit, nacque in Turchia ed e’ famoso per i
suoi lavori di meccanica, astronomia, matematica pura e geometria. Thabit fu un pioniere dell’algebra geometrica e propose teorie che portarono allo
sviluppo della geometria non-Euclidea, trigonometria sferica, calcolo
integrale e numeri reali. Uso’ termini matematici per studiare diversi
aspetti delle sezioni coniche (parabola ed ellisse). I suoi algoritmi per
computare la superficie ed il volume dei solidi sono cio’ che in seguito ha avuto il nome di calcolo integrale. Studio’ l’equilibrio dei corpi e da
molti storici e’ ritenuto tra i piu’ eminenti studiosidi statica.
ABBAS IBN FIRNAS (MORTO NELL’888)
Studioso di meccanica del volo, realizzo’ nella Spagna Islamica il primo
tentativo di volo umano.
AL FARGHANI (MORTO NELL’860)
Famoso astronomo ed ingegnere civile
AL-FARABI (870-950)
Scienziato dall’ingegno multiforme: fu sociologo, logico, filosofo, si
interesso’ di Matematica e medicina.
Al-SUFI (903-986)
Conosciuto in Occidente con il nome latinizzato di Alzofi, fu uno dei piu’
insigni astronomi musulmani.
MOHAMMAD AL-BUZJANI (940-997)
Fu matematico e astronomo. Famosi i suoi studi di trigonometria e di
geometria.
AL-IDRISI (1099-1166)
Uno dei piu’ grandi geografi di tutti i tempi. Disegno’ la prima mappa del
globo ed esegui’ mappe geografiche per re Ruggiero II di Sicilia, in cui
adopero’ metodi di proiezione, per passare dalla forma sferica della terra
al planisfero, molto simili a quelli usati dal Mercatore quattro secoli
piu’ tardi.
AL-BITRUJI (ALPETRAGIUS) (MORTO NEL 1204)
Celebre astronomo
IBN BATUTA (1304-1369)
Famoso viaggiatore, copri’ 75.000 miglia, viaggiando dal Marocco alla Cina e ritorno.
Questi sono solo alcuni dei grandi ingegni che illuminarono il periodo
storico in cui la luce dell’Islam rifulgeva su gran parte del mondo. Gli
Arabi furono grandi navigatori, che utizzarono nella navigazione tecniche particolari che si servivano dell’apporto dell’astronomia e della
matematica. Si ricorda ancora il loro ingegno nelle opere agricole e
nell’irrigazione, con la costruzione di sistemi che costituirono
l’avanguardia in Europa per molti secoli dopo il loro declino. Ed ancora, la maestria Araba si rivelo’ nell’architettura e nella decorazione, che
dovevano influire grandemente sullo sviluppo dell’arte europea durante il
Medioevo. Il fervore di studi, di ricerche e di conoscenza che accompagno’ l’espansione islamica testimonia che la religione musulmana non era in antitesi con la scienza, ma ambedue proclamavano la stessa identica verita’ e, difatti, quasi sempre, i piu’ grandi scienziati islamici erano uomini profondamente religiosi. Dice il Corano: “O consesso di uomini e di jinn, se potete varcare i limiti dei cieli e della terra, fatelo, ma non lo farete senza il permesso del vostro Signore”. (55:33)

Fonte: www.arabcomint.com

Non tutti morimmo a stento... - Eutanasia ed accanimento terapeutico



Parti da un presupposto: va bene qualsiasi cosa, non voglio niente.


Non mi sento così perché è davvero morta quella parte di me che vuole e che ha bisogno di sentirsi appagata per quegli attimi che basta a farle credere di essere felice, e neanche perché ho paura di affrontare qualcosa che mi ha già mostrato la mia ancora probabile vulnerabilità e possibilità di destabilizzazione.

Oppure si, è per questi due motivi, non cambia molto.
Con che coraggio posso prendere a calci e picchiare con ferocia chi già giace in terra con gli occhi chiusi e senza fiato?


Come posso permettermi di bastonare a morte chi è ormai incapace di difendersi?


Purtroppo solo io (e a volte neanche io) so che questa autocommiserazione non è altro che una tattica sottile.


Il mondo cercherà di consolare la mia vittima, come se tutti insieme avessero giurato davanti ad Ippocrate, nel giorno in cui sono nata, di curarmi e di farmi guarire ogni volta.


Questa è la cosa peggiore che potesse capitarmi... accanimento terapeutico?


L'eutanasia, vi prego, l'eutanasia.


Non ho smesso di distruggere gli ostacoli che mi trovavo davanti perché mi ero stancata di farlo, sono stata costretta a smettere per mancanza di ostacoli, nonostante avessi ancora voglia di trovarne. 


Ma di cosa mi rimprovero? Di fare le cose giuste? Cosa diavolo ho ancora da dire a quella povera moribonda? Non posso più neanche prendermela con i suoi sentimenti, anche loro ormai esausti e stremati dalle troppe scosse ricevute, si sono adeguati alla purezza della coscienza nelle loro scelte.


Non resta altro da fare, non c'è più niente da togliere... se non cancellare la via appena percorsa ed accorgermi che era finta come tutto il resto.


Forse è ancora un coma vigile, di sicuro c'è ancora nell'aria qualche molecola che corre impazzita per cercare di sfiancare tutto questo niente così beato.


Vorrei poter dire di voler ancora correggere le abitudini stolte del mio errare nel mondo della realtà che realtà non è, ma non c'è più neanche un errore a cui aggrapparmi, occorre solo mantenere la calma e aspettare che tutto si rassegni da solo a sparire, non posso e non ho le carte adatte per fare altro. 


Posso solo aspettare che qualcuno capisca l'importanza della morte e che mi aiuti a finire il lavoro iniziato, che da sola non so ancora darmi il colpo finale, non so ancora rinunciare alla rinuncia.


Ma non troverò nessuno disposto ad ammazzarmi senza pietà, già lo so.


Non cambia niente nonostante il tempo passi inesorabile, rannicchiata sul divano e rapita dalla voglia di mettere fine a questa farsa, so che è proprio questa voglia a tenere quei tubi infilati nel naso... o forse la soddisfazione di far vivere ancora un po' qualcosa che si crede di aver dominato, sottomesso, mangiato.


Il respiro è stabile, gli occhi chiusi.  Le mani ferme e appoggiate lungo i fianchi, sembra proprio morta. Il costante bip del monitor scandisce l'aria e il tempo, il sorriso di vittoria sulla faccia di un moribondo è la sfida più grande che abbia mai ricevuto, ma se la uccidessi con la sola forza delle mie mani, poi dovrei fermarmi per pulirle dal mio stesso sangue.


Non ho più tempo per questo.

L'eutanasia, per favore... l'eutanasia.


Daria - Centro Nirvana

La Verona che ricordo... dei favolosi anni '70


...facebook a qualcosa serve. Ad esempio mi ha fatto ritrovare un vecchio amico veronese, Uberto Tommasi, con il quale avevo vissuto momenti eroici sin dai primi anni in cui mi stabilii a Verona. Di quando, per intenderci, facevo il “barbone-hippye” e andavo a dormire nelle cantine degli amici. Una notte, verso la fine degli anni '50, mentre io ed un altro paio di “sderenati” dormivamo in una di queste cantine, fu fatta un'irruzione della polizia, che evidentemente aveva ricevuto una “spiata”, e fummo prelevati coi mitra spianati e portati in questura per essere interrogati e -una volta appurata la nostra estraneità a qualsiasi minaccia contro la NATO- rilasciati in mezzo ad una strada. 

Certo dopo quella avventura non fu molto facile reperire ospitalità in cantine accoglienti e.... Ma non voglio raccontarvi tutta la storia. Anzi la salto a piè pari e passo ai primi anni '70. Quello fu un momento magico, di grande fermento culturale e sociale. Mi ero dedicato all'arte concettuale ed alla scrittura, allora produssi il mio primo libro di poesie “Ten poems and ten reflectios” edito da Richard Gabriel Rummonds (http://archives.nypl.org/mss/2645), un americano che aveva una vecchia pressa manuale e stampava libri d'arte.  Il libro lo presentai appunto alla Galleria di Uberto Tommasi, al centro storico di Verona (credo fosse in Via Oberdan). 

Dopo poco fondai la mia prima associazione culturale alternativa, si chiamava Ex ed occupava i locali di una vecchia osteria storica, in Piazzetta San Marco in Foro (dove anticamente c'era il Foro Romano) e dove si riuniva l'intellighenzia veronese, artisti, poeti, cantanti, musicisti, intellettuali, scrittori, etc. Poi decisi di partire per l'Africa ed infine raggiunsi l'India... 

Dopo quella esperienza lasciai per sempre Verona, dove però ho lasciato un pezzetto del mio cuore, ed oggi mi ha fatto molto piacere ricevere da Uberto la pagina di un suo articolo in cui ricorda i gloriosi anni '70 ed in cui si può vedere una mia immagine. Sono il giovane pensoso sdraiato per terra che indossa una vistosa camicia a scacchi, che avevo completamente dimenticato di aver posseduto, assieme ad altri ragazzi di “vita”... (Mirek, Isabella, Tepepa). Grazie ad Uberto mi sono ricordato di questo mio pezzo di passato, è importante la memoria: dal passato il futuro....

Paolo D'Arpini 

(Paolo detto Max a Verona)