Cos'è il Nirvana...?

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Il Nirvana, di cui parla Buddha, è lo stadio finale della meditazione. Buddha così lo definisce “…un luogo ove non è acqua né terra, né luce né aria, né infinità spaziale né infinità razionale, in cui non c’è nessuna cosa di alcun genere e nemmeno il superamento simultaneo di rappresentazione e non rappresentazione… non è né un quaggiù né un lassù né un sito intermedio…” Potremmo dire, dunque, è un “non-luogo”.

Ma un “non-luogo” è una pura astrazione della mente, a cui non corrisponde nessuna realtà oggettiva.

Se, infatti, vi corrispondesse qualche realtà, sarebbe un luogo come gli altri e, quindi, non potrebbe avere le caratteristiche che il Buddha attribuisce al Nirvana: quelle di un “non-luogo”.
Ma il “non-luogo”, dunque, altro non è che un’astrazione concettuale, non-esistente nella realtà, una pura invenzione della mente.

La quale, quindi, non sfugge (né potrebbe sfuggire) a se stessa.

Come, invece, Buddha auspica che avvenga nello stato del Nirvana, cioè nello stadio supremo della meditazione.
Anche a questo stadio, dunque, la mente c’è.

Se non ci fosse (la mente), anche nello stato del Nirvana, Buddha non potrebbe nemmeno descriverlo e parlarcene. Per quanto in negativo, cioè per sottrazione di attributi concreti e materiali.
Il Nirvana, allora, è da intendersi piuttosto come uno stato dell’anima. Dell’anima pacificata, che ha superato (più che la mente e i concetti, che dalla mente sono inseparabili) il turbinio delle passioni e l’inquietudine che da queste derivano.

L’anima che non ha affatto “lasciato andare il desiderio” (come pure Buddha invita a fare nella seconda delle sue nobili verità), ma non se ne lascia neppure condurre o, peggio, trascinare.

E’ lo stato dell’anima che accoglie i desideri (e non potrebbe fare altrimenti, senza perseguire - se lo facesse - una pulsione di morte), ma li guida sapiente, con discernimento, come l’auriga esperta i suoi cavalli, anche i più selvaggi e riottosi.

Giovanni Lamagna

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Chi teme lo Zen?


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.... "La Via che lo porta a se stesso -avventurosa quanto pericolosa- si è rivelata difficile. Più vuole essere un "Io" più l'uomo giorno per giorno disimpara a rispettare tutto ciò che esiste semplicemente perché esiste, 

Si sente al centro dell'universo, ruota intorno a se stesso, la tematica della sua esistenza consiste di gioie e dolori personali, valore, potenza, onore.

Ha la presunzione di aver organizzato tutto, di aver tutto subordinato a se stesso, di dominare sempre più il campo d'azione dell'imprevedibile, del caotico. E questo lo chiama progresso, civiltà!

Quando sente freddo al cuore attribuisce il fenomeno a "cattivo umore" che la ragione può controllare. E nemmeno questo fa nascere in lui il sospetto che sta vivendo una vita sbagliata.

Affascinato da se stesso, vuol essere un Io autosufficiente. E vivere spavaldamente, avidamente dal proprio centro, essere centro egli stesso, lo chiama carattere, personalità.

Un centro che ieri era, oggi è, domani sarà ora qua ora là, e infine pretende di morire una morte propria, personalissima. 

Di fronte a questo limite e all'apice delle sue possibilità il suo atteggiamento si tramuta in vera e propria malvagità, il suo coraggio di vivere diventa alterigia, arroganza. 

Anche se lo volessero queste persone non riuscirebbero a capire sino a che punto sia distorta la loro concezione della vita. Questa è la ragione per cui il buddhismo Zen rinuncia a svegliarle, non predica modelli da seguire, non crede nella forza edificatrice della parola. Sono discorsi che sfiorano l'orecchio ma non penetrano nel cuore..."

Heugen Herrigel - La Via dello Zen

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"Il respiro di Dio" la nuova-antica teoria scientifica che supera il Big-Bang


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Per noi tutti sembrerebbe assodato che l'universo sia nato più o meno 14 miliardi di anni fa da un atomo "primevo" dopo un' imponente esplosione. Prima di quest'evento, secondo la teoria del big bang, non esisteva nulla neppure il tempo. Ora questa teoria è stata rivista e, in parte ridisegnata. 

Il Big Bang, per molti astrofisici, non fu l'evento primo, unico e irripetibile, ma solo uno dei tanti eventi che caratterizzano la vita degli universi (multiversi), compreso il nostro. Si è cominciato a pensare ad un origine diversa, postulando l’ipotesi che il nostro universo sia nato da altri universi, in particolare da un universo già presente ma in fase di implosione su se stesso, da cui, raggiunti miliardi di gradi di temperatura, sia potuta scoccare la "scintilla" capace di farlo nuovamente espandere. La teoria dell'inflazione, cioè della espansione uniforme dell'universo dopo un inizio non è stata comunque confutata dalle ultime ricerche, infatti grazie al telescopio orbitante Hubble si è visto che l'espansione è ancora in pieno svolgimento, al contrario di quanto si pensasse qualche decennio fa che la fuga delle galassie verso l'esterno dell'universo si fosse fermata. 

E' come se prendessimo un palloncino di gomma e iniziassimo a soffiare al suo interno, esso tenderà a gonfiarsi e ad estendersi in maniera uniforme, ma se continuassimo a soffiare esso scoppierà. Per molti scienziati questa è la visione attuale del nostro universo, molti di questi però teorizzano che non ci sarà una fine come il nostro palloncino, ma quando il calore latente iniziale che ha dato vita a questo universo si sarà del tutto esaurito (Big Freeze), esso inizierà a contrarsi (Big Grunch) fino a diventare una specie di infinitamente grande buco nero. Dopo di che la materia concentrata in esso eserciterà un calore di miliardi e miliardi di gradi tale da farla esplodere dando vita ad un nuovo Big Bang. E così via all'infinito. 

Questa teoria è stata battezzata dagli scienziati: "Il respiro di Dio". "Il respiro di Dio"? Dove l'ho sentito dire? …alla fine ho trovato dove e quando è stato detto e ciò mi ha fatto tornare quando avevo soggiornato, molti anni fa, ad Auroville in India, regione del Tamil Nadu, a sud di Madras. Auroville è un centro internazionale di studio e riflessione sul senso della vita in questa Terra e dove gente proveniente da tutto il mondo cerca le risposte… 

Noi occidentali eravamo soliti incontrarci il tardo pomeriggio ad Auroville, nella città di Sri Aurobindo e della Mere, all'anfiteatro del Matri Mandir (foto) con i maestri spirituali. In una delle quali occasioni si parlò dell'origine di tutte le cose, universo compreso. Il maestro Nata ( ingegnere fiorentino in India da decenni), citando antichi testi Veda (Upaniṣad; Mahabharata; Ramayana), tradusse per noi, direttamente dal sanscrito, una parte che ci avrebbe dato alcune risposte. In uno di questi testi c’era scritto che il tutto è sempre esistito e che l'universo si espande e si restringe perché non è altro che il respiro di Brahma. Parlando del nostro pianeta, secondo questi testi antichi, c’è stato comunque un inizio. 

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Nella Manu Smriti o Leggi di Manu, si afferma che Brahma, l’eterno, creò dall'universo già esistente il nostro mondo attraverso l'uovo cosmico. L'uovo cosmico per alcuni potrebbe essere la nube incandescente da cui nacque il nostro sistema solare e con esso la nostra Terra. Quindi migliaia di anni fa si sapeva che l'universo una volta si espande, poi si restringe e poi ancora si espande all'infinito, proprio come i nostri polmoni che si espandono e si restringono al ritmo del respiro. Giorni prima, sempre il maestro Nata, da un altro antico testo, ci aveva resi edotti sul fatto che i saggi Veda avevano, migliaia di anni fa, diviso il giorno in 24 ore, le ore in minuti, i minuti in secondi e i secondi in ulteriori frazioni. 

Queste ed altre meraviglie, da poco scoperte dalla scienza, sono riportate nei testi sacri Veda, antecedenti alla stessa Bibbia, si parla infatti che i primi testi furono scritti nel 4.500 a.C., ma oralmente erano trasmessi già da molto tempo prima. Anche la cosiddetta massa oscura, che la scienza ha scoperto da pochi decenni e che rappresenta il 92% del peso dell'universo, in cui nessun strumento è ancora riuscito a "fotografare", ma che esiste, i Veda già la conoscevano. Pensate: tutto quello che noi vediamo con gli occhi e con strumenti elettronici sofisticati è solo il 7,9% del tutto. Per l'induismo e il Buddismo invece la massa o forza oscura è sempre stata una realtà scontata, oggi conosciuta come Prana, ossia l'energia vitale invisibile che pervade ogni cosa dalle stelle ai corpi umani. 

Allora se i nostri saggi avi sapevano già tutto, perché la scienza attuale con un po’ di misurata umiltà non comincia a studiare seriamente questi testi? Si potrebbero ricevere delle “dritte” importanti per continuare sulla strada della verità, ossia del perché esistiamo e qual è il nostro scopo nel contesto degli 13 universi, in particolare nel nostro. Ci vorrà del tempo, forse qualche decennio, ma visto come la scienza sta camminando velocemente finalmente queste cose, qui appena accennate, potrebbero finalmente essere conosciute da tutti… e finalmente CONOSCERE la VERITA!  

Filippo Mariani - A.K. Informa N. 48

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