Ebbene sì, non viaggio più, o almeno non fisicamente.
Ormai da parecchi anni ho smesso di spostarmi e mi limito a ricevere i viaggiatori. Con questo metodo posso tranquillamente dedicarmi agli affari miei ed allo stesso tempo ricevere notizie e novità dal mondo spirituale…. Tra gli ospiti più graditi che mi è capitato di accogliere vi sono Upahar Anand (al secolo Nigel Quigly) e Venu (al secolo Lidia Ceccaia), una coppia santa che soggiorna l’inverno in India e torna in Italia per l’estate (beati loro che possono permetterselo). Venu, che significa flauto, ha ricevuto il nome da Papaji di Lucknow un santo alquanto famoso (un diretto discepolo di Ramana Maharshi) che la santa coppia di amici era solita visitare, sia lei che il compagno li conobbi tanto tempo fa nel calderone dello spirito e siccome mi fido di loro li invito sempre a raccontarmi le novità e le scoperte del loro percorso.
Qualche volta ho avuto dei “dubbi” sulle loro esperienze ed in una lettera espressi alcune incertezze relative a quanto affermato in certe occasioni da Papaji. Ed ecco cosa mi rispose Upahara:
“Yes I can undestand your “doubts” about Papaji words, I have the same feeling (about everyone!). But that will always be so, as long as there is a trasmission in words, and the apperent duality of master and disciple. I may say that the presence (sannidhi) of Papa, as of Osho (who could be very doubtfull..!) is always prior to, and trascending, anytingh wich cpuld be sayd… as you know… but naturally all that is very subjective and mysterious! How poor words are! When I reflect on the eternal silence of Ramana Maharshi, the vast embrace of Amma Anasuya… forever vibrating and shining in the heart, putting forth every moment new flowers and fragrances into the uncknow, with nothing to “undestand” or “interpret”…. Remembering this, in gratitude, all the joys and pains of body and mind fade into insignificance. One continue to live according to one’s nature and destiny, wacthing the divine comedy unfold, sometimes identified with one’s role in the play … sometimes quietly smiling at all of it… sometimes overflowing with songs of love… Allelujah! Over the page I have translated a few words from a “satsang”.. so excuse any mistakes”
Quelle che seguono sono le parole tradotte in italiano che Upahara mi ha riportato da un incontro con Papaji.
“La compassione è un gioiello che adorna un essere libero, non puoi praticare questa compassione perché è la tua vera natura. Questa compassione potrebbe incarnarsi come un essere umano, come un Bodhisatva, ma non è nient’altro che il tuo Dharma che sorge quando si dissolve il senso dell’ego personale. Lascia che tutti partecipino della tua gioia, non essere avaro. Non trattenere nulla per te. Ama tutto, non importa quello che succede, ed onora tutto perché questo tutto è la tua proiezione. Non disturbare nessuno e non permettere che alcuno disturbi te. Stare in pace, questo è il tuo compito. Quanto sarebbe bello questo pianeta se tu fossi in pace con te stesso. Se vuoi dare qualcosa al mondo dai ciò che sei: pace e felicità. Per dare pace e felicità tu devi esserlo. Non parlare di “verità” semplicemente condividi l’amore e la felicità perché il dono più grande è una mente vuota, anche se non dici nulla il tuo silenzio si spargerà su tutta la terra. Seduto quietamente usa il tempo che ti rimane di stare in questo corpo per abbracciare tutti gli esseri, non è un’intenzione è una resa naturale. Tu sei solo uno strumento, dissolvendo te stesso ti prendi cura del mondo. Tu sei amore, quando c’è amore tutto il resto sparisce. Passare il tempo seguendo altri fini è solo un posporre, la cosa più facile è essere qui, in questo amore, tutto il resto è artificiale. Celebra la tua creazione, tu sei seduto nel cuore di tutti gli esseri e loro nel tuo. L’amore ama sempre, senza di esso non puoi respirare. L’amore è meditazione, il centro senza frontiere…. Non c’è alcun sentiero che conduce all’amore, non lo puoi imparare. Il cuore, in questo stesso momento, è la verità. Eccola, eccola qui, e tu lo sei!”
Quale viatico migliore potrei chiedere per il mio “incontro di viaggio” da fermo?
Paolo D’Arpini
Ormai da parecchi anni ho smesso di spostarmi e mi limito a ricevere i viaggiatori. Con questo metodo posso tranquillamente dedicarmi agli affari miei ed allo stesso tempo ricevere notizie e novità dal mondo spirituale…. Tra gli ospiti più graditi che mi è capitato di accogliere vi sono Upahar Anand (al secolo Nigel Quigly) e Venu (al secolo Lidia Ceccaia), una coppia santa che soggiorna l’inverno in India e torna in Italia per l’estate (beati loro che possono permetterselo). Venu, che significa flauto, ha ricevuto il nome da Papaji di Lucknow un santo alquanto famoso (un diretto discepolo di Ramana Maharshi) che la santa coppia di amici era solita visitare, sia lei che il compagno li conobbi tanto tempo fa nel calderone dello spirito e siccome mi fido di loro li invito sempre a raccontarmi le novità e le scoperte del loro percorso.
Qualche volta ho avuto dei “dubbi” sulle loro esperienze ed in una lettera espressi alcune incertezze relative a quanto affermato in certe occasioni da Papaji. Ed ecco cosa mi rispose Upahara:
“Yes I can undestand your “doubts” about Papaji words, I have the same feeling (about everyone!). But that will always be so, as long as there is a trasmission in words, and the apperent duality of master and disciple. I may say that the presence (sannidhi) of Papa, as of Osho (who could be very doubtfull..!) is always prior to, and trascending, anytingh wich cpuld be sayd… as you know… but naturally all that is very subjective and mysterious! How poor words are! When I reflect on the eternal silence of Ramana Maharshi, the vast embrace of Amma Anasuya… forever vibrating and shining in the heart, putting forth every moment new flowers and fragrances into the uncknow, with nothing to “undestand” or “interpret”…. Remembering this, in gratitude, all the joys and pains of body and mind fade into insignificance. One continue to live according to one’s nature and destiny, wacthing the divine comedy unfold, sometimes identified with one’s role in the play … sometimes quietly smiling at all of it… sometimes overflowing with songs of love… Allelujah! Over the page I have translated a few words from a “satsang”.. so excuse any mistakes”
Quelle che seguono sono le parole tradotte in italiano che Upahara mi ha riportato da un incontro con Papaji.
“La compassione è un gioiello che adorna un essere libero, non puoi praticare questa compassione perché è la tua vera natura. Questa compassione potrebbe incarnarsi come un essere umano, come un Bodhisatva, ma non è nient’altro che il tuo Dharma che sorge quando si dissolve il senso dell’ego personale. Lascia che tutti partecipino della tua gioia, non essere avaro. Non trattenere nulla per te. Ama tutto, non importa quello che succede, ed onora tutto perché questo tutto è la tua proiezione. Non disturbare nessuno e non permettere che alcuno disturbi te. Stare in pace, questo è il tuo compito. Quanto sarebbe bello questo pianeta se tu fossi in pace con te stesso. Se vuoi dare qualcosa al mondo dai ciò che sei: pace e felicità. Per dare pace e felicità tu devi esserlo. Non parlare di “verità” semplicemente condividi l’amore e la felicità perché il dono più grande è una mente vuota, anche se non dici nulla il tuo silenzio si spargerà su tutta la terra. Seduto quietamente usa il tempo che ti rimane di stare in questo corpo per abbracciare tutti gli esseri, non è un’intenzione è una resa naturale. Tu sei solo uno strumento, dissolvendo te stesso ti prendi cura del mondo. Tu sei amore, quando c’è amore tutto il resto sparisce. Passare il tempo seguendo altri fini è solo un posporre, la cosa più facile è essere qui, in questo amore, tutto il resto è artificiale. Celebra la tua creazione, tu sei seduto nel cuore di tutti gli esseri e loro nel tuo. L’amore ama sempre, senza di esso non puoi respirare. L’amore è meditazione, il centro senza frontiere…. Non c’è alcun sentiero che conduce all’amore, non lo puoi imparare. Il cuore, in questo stesso momento, è la verità. Eccola, eccola qui, e tu lo sei!”
Quale viatico migliore potrei chiedere per il mio “incontro di viaggio” da fermo?
Paolo D’Arpini
Nota: H. W. L. Poonja, chiamato "Papaji“, Poonjaji o "Leone di Lucknow“ (Hariwansh Lal Poonja; Gujranwala, 13 ottobre 1910 –Lucknow, 6 settembre 1997), è stato un saggio indiano della Advaita Vedānta e Bhakti.