Ante scriptum
Pensavo di aver avuto una pensata originale inventandomi l'esistenza di un ipotetico Saul/Paolo... così infatti scrivevo nel blog di Saul Arpino in apertura:
Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…
Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io "Saul Arpino". Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini…
ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino
Purtroppo qualcuno mi aveva preceduto nell'invenzione di Saul... sono stati i "padri" della chiesa.....
Paolo
di Tarso, un super apostolo inventato. Ecco le prove fornite da Emilio Salsi (su invio di Marcus Prometheus)
I Parte: sintesi
San
Paolo, come san Pietro, nei sacri testi cristiani vengono descritti dotati di
poteri divini miracolistici straordinari e, nel caso di Paolo, addirittura
superiori a Gesù. Risuscitava anch'egli i morti (At 20,9-10), guariva gli
storpi (At 14,8-10) e chiunque affetto da ogni male, pur senza essere presente
di persona, con una sorta di "tele-miracolo" in grazia di un brevetto esclusivo
rilasciato per volontà divina:
"Dio intanto operava prodigi non
comuni per opera di Paolo, al punto che si mettevano sopra i malati
fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui, le malattie
cessavano e gli spiriti maligni
fuggivano" (At 19,11-12).
Sono
personaggi di cui si narra esclusivamente nei Vangeli o negli scritti apologisti
dei Padri fondatori del Cristianesimo; cioé una dottrina creata per fare adepti
grazie all'illusione della vita eterna ed alla resurrezione del proprio corpo
dopo la morte.
La
domanda da porsi è se san Saulo Paolo sia esistito veramente, oppure, come per
gli altri Apostoli, verificare se questi personaggi non siano piuttosto
rappresentanti ideologici di una dottrina che, obbligatoriamente, doveva essere
"incarnata" in uomini prescelti e ispirati da Dio.
Un non
credente, che si accinge a leggere di questo san Saulo Paolo, senza essere
condizionato da prediche confessionali, percepisce subito che la trovata “geniale”, di san Luca, intesa a
far creare un altro Apostolo dallo stesso Gesù Cristo “post mortem”, è un contro
senso assurdo, sia storicamente, come intendiamo dimostrare, sia teologicamente,
in quanto palesemente finalizzata a revisionare una dottrina
precedente.Un
Dio, per riscattare l’umanità dal peccato, si fa uomo e come tale si sottopone
ad una passione di sangue ed estrema sofferenza. Dopo aver predicato, istruito e
scelto dodici “Apostoli” con un preciso mandato, una volta risalito in cielo, si
accorge di aver dimenticato “qualcosa d’importante”, allora scaraventa una
folgore (a imitazione di Giove) su un certo Saulo Paolo, accecandolo e, a
“Voce”, nomina un altro Apostolo con
l'incarico di “aggiornare” la dottrina degli altri suoi “colleghi” che Lui stesso aveva
appena istruiti: è una logica che può stare in piedi solo previo
millenario lavaggio del cervello.
Nominati
i dodici Apostoli ...
“Gesù li inviò dopo averli così
istruiti: «non
andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani, rivolgetevi,
piuttosto, alle pecore perdute della casa
d'Israele»” (Mt 10,5-6).Questo “comandamento”
nazionalista, conforme alla missione di Gesù limitata alla sua Patria (nulla
avrebbe potuto impedire a Cristo di predicare ovunque volesse), andava
cambiato.
Ma la modifica di una dottrina non poteva
risultare dipesa da una esigenza umana, pertanto bisognava “dimostrare” che fu
la stessa Divinità a manifestarsi attraverso un altro “Apostolo”, superiore agli
altri, strumento della Sua Rivelazione e depositario della nuova “Verità” da
divulgare fra i Gentili pagani.
Fu semplicissimo:
bastò inventare “Saulo Paolo” e fargli scrivere alcune lettere per testimoniare
sulla sua esistenza e il nuovo credo, aggiornato, del “sacrificio del Figlio di
Dio risorto per la salvezza della vita eterna degli uomini”, dimostrando, così,
che l'ultimo Apostolo, mai visto prima, era esistito veramente.
(Paolo D'Arpini)