Talvolta il libero arbitrio è solo una pia illusione... secondo Ferdinando Renzetti


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...stamane mi sono svegliato col pensiero dei tappezzieri abbarbicati dietro la loro vetrina di cartoni tappezzata, la storia degli ultimi mi affascina in maniera esagerata anche se e' un termometro. Il fallimento della società e delle politiche che la tengono in piedi. Mi fa rabbia quando si parla di continuo di "libero arbitrio". Sono d'accordo che ognuno di noi può formarsi un destino e non dare la responsabilità agli altri e ci sono anche eccezioni e limiti. Per paradosso, a volte, una scelta può essere presa in un momento difficile e di poca lucidità e ti cambia la vita, come una virgola cambia una frase e un libro intero. I tappezzieri andrebbero non aiutati con la carità bensì valorizzati come lavoratori con dignità. Anche se difficile parlare di libero arbitrio sopratutto quando si nasce in posti o quartieri degradati come lo zen di Palermo o a Scampia a Napoli...

Mi sembra che nella nostra società ormai il libero arbitrio ci possa applicare solo al… supermercato, quando facciamo la spesa dove possiamo scegliere tra i vari prodotti vegan equi e solidali tipici regionali bio gluten free, tutti differenziati e riconoscibili in colori diversi. mi sembra che la società si nutra più di complessità che di libero arbitrio. Ho visto una vignetta dove pure il povero cristo era in difficoltà davanti alla complessità dei disagi dei suoi discepoli durante il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, si è sentito chiedere se il pane era gluten free, se al pesce era stato fatto il test del mercurio e alcuni di loro erano vegani... 

In quanto ai due tappezzieri apprezzo il senso di libertà per questo non sono mai entrato a parlare con loro, avrei timore di turbare la loro tranquillità con il mio interesse, come dicevo preferiscono stare li perché sono in città al pian terreno e vedono continuamente la vita passare davanti alla loro vetrina, più che davanti al loro televisore e possono frequentare comodamente i locali caldi nelle vicinanze dove trascorrono socialmente i loro pomeriggi. alla fin fine vivere scomodamente per vivere socialmente invece di andare in una casa popolare della periferia urbana a vivere comodi e al caldo anche se poi che isolati socialmente. la loro mi sembra  una apertura indiscriminata al mondo, alla realtà quotidiana in cui riescono a sentirsi immersi in questo modo, senza appartenenza e senza identità come piace a te assoluta libertà o libertà assoluta.

Sono sempre preso a limitare il mio ego più che quello degli altri anche se mi sento poco saggio ieri sera per esempio mi sono scolato quasi una bottiglia intera di spumante brut, ieri sera ho rivisto brutti sporchi e cattivi del grande Ettore scola regista che apprezzo molto secondo me sempre sottovalutato perché tecnicamente poco preciso come gli altri registi della sua generazione d altra parte se fosse stato lindo e pinto come avrebbe fatto il film a essere brutto sporco e cattivo...

stamane mi sono svegliato e sentivo la voce di un barbone che sta sempre sotto casa e canta e recita filastrocche di continuo bevendo birra seduto su una panchina, sporchissimo, penso si faccia la pipi addosso e non so dove alloggia, va a mangiare alla Caritas e ogni tanto lo ripuliscono gli tagliano barba e capelli e lo lavano pure, d'altra parte se non lo facessero non gli si potrebbe stare vicino neanche alla mensa dei poveri, pure lui deambula con due bastoni, mi piacerebbe registrare le sue filastrocche senza senso, anche se a che pro e a volte le ascolto di sottecchi senza farmene accorgere…

Esco di casa chiudo la porta prendo l'ascensore scendo al pianerottolo e nell’androne del palazzo illuminato dalla grande porta di vetro, subito lo vedo, sotto le cassette postali, nel cestino della carta,  un foglio di giornale piegato in quattro, subito lo prendo e lo apro: grafica accattivante niente foto tutto in bianco e nero caratteri fitti, in verità sono due i fogli giornale, inizio a sfogliarli velocemente leggendo random qua e la in cerca dell'articolo che mi interessa, sono sicuro che c'è, d'altra parte se mi stavano aspettando, un motivo ci sarà pure, infatti eccolo qua, e inizio a leggerlo mentre cammino sul marciapiede, mi chiedo pure se piacerà a Caterina.

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Nella rivista on-line Future Scienze, un articolo del 24 maggio riporta le ultime ipotesi avanzate dai ricercatori concernente l’origine dell’acqua sulla Terra:

L’ACQUA SULLA TERRA VIENE DA THEIA, IL PROTOPIANETA CHE HA DATO LA NASCITA ALLA LUNA?

Da dove viene la maggior parte dell’acqua terrestre? Probabilmente da dei planetisimali perché troppo secchi. Una equipe di ricercatori pensa di avere trovato il responsabile, o piuttosto l’astro senza il quale la Terra non sarebbe stata abitabile. Theia. E sorpresa, questo protopianeta che avrebbe dato nascita allaLuna nonveniva dal sistema solare interno. Theia era una Titanide, figlia di Urano (il cielo) e di Gia ( la Terra) , nella mitologia greca Dalla sua unione con suo fratello Iperione nacque Selene, la Luna (e anche Elios ed Eos). Theia era un nome ben portato per il protopianeta - stimato di una misura simile a quella di Marte - di cui lo scontro con la Terra, circa 4, 4 miliardi di anni fa, avrebbe dato nascita al nostro satellite naturale, come lo concepisce il racconto della teoria dominante sulla sua origine.

Per l’equipe di ricercatori dell’università di Munster che ha indagato sulle origini dell’acqua terrestre, questo corpo senza dubbio non proveniva dalla cintura principale di asteroidi, come questo è stato spesso supposto, da molto più lontano, al di là dell’orbita di Nettuno. Ricca di acqua, sarebbe dunque lei che avrebbe abbeverato il nostro Pianeta, allora secco, durante questa gigantesca collisione. Se questo è stato il caso, si può dire allora che fù un gran regalo alla Terra primitiva, divenuta così un terreno fertile in cui prospera la vita.
E se questo si trova così, questo impattante era un parente di Ceres, un nano pianeta vicino a noi che alloggia nella cintura di asteroidi da miliardi di anni e che alcuni suppongono avere migrato dai confini del Sistema Solare…

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DELL’ACQUA CHE PROVIENE DAI CONFINI DEL SISTEMA SOLARE

Tutta l’acqua terrestre non proverrebbe da Theia, solo una gran parte, suggeriscono gli autori dello studio che è appena apparso in Nature Astronomy. Per riferirlo si sono interessati al molibdeno (Mo) La cui composizione “ isotopia” ha permesso loro di rintracciare la sua origine. “Gli isotopi del molibdeno sono come una impronta genetica di materiali provenienti dal Sistema Solare esterno ed interno”, illustra l’autore principale Gerrit Budde, dell’Istituto di Planetologia dell’Università di Munster. Proviene da meteoriti carboniche, le quali sono conosciute per essere piene di acqua - come quelle che avrebbero innaffiato la Terra - o di metoditi non carboniche, più secche perché provenienti dalla cintura di asteroidi. all’interno della linea dei ghiacci?

I ricercatori hanno scoperto che sulla Terra, la conformazione isotopia del molibdeno non è chiaramente tipica dekl Sistema Solare interno. Essa è tra le due, ciò che significa che una parte emanerebbe dai confini del Sistema Solare. E poiché questo elemento è attirato dal ferro, pensano che una grande quantità di molibdeno sia nel nocciolo terrestre. “Il molibdeno che è accessibile oggi nel mantello terrestre proviene dagli ultimi stadi della formazione della Terra, allorquando il molibdeno delle fasi anteriori è interamente nel nocciolo”, precisa Chistoph Burkhardt che ha collaborato a queste ricerche.

Essi presumono che vi sia stato un bombardamento di condriti carbonici dopo le prime tappe della formazione della Terra. E questo coinciderebbe con l’incontro della Terra primitiva e di Theia, che avrebbe come conseguenza un protopianeta del Sistema Solare esterno sloggiato dalla migrazione dei pianeti giganti.
Ancora una volta, se questa ipotesi fosse quella giusta, ciò vuol dire che dobbiamo molto alla Luna (ancora oggi d’altronde) e al suo genitore. Senza Theia, Gaia non avrebbe mai potuto essere abitabile.

Tutto questo ragionamento contiene molte ipotesi, e assomiglia più a un film di fantascienza che a uno scenario plausibile… Cosa non fanno, come sforzi, i nostri cari sapienti, per spiegarci una creazione senza Creatore! Con delle spiegazioni così inverosimili, occorre certamente molta più “fede” per credere in loro e nel loro dire, che per credere in Dio…Possiamo rallegrarci di fare parte di questi figli di cui il Signore Gesù ha parlato dicendo: “ Ti lodo, Padre, Signore del cielo e della Terra, perché tu hai nascosto queste cose ai sapienti ed agli intelligenti, e perché li hai rivelati ai bambini (Matt. 11:25) continua… il titolo dell articolo è: ti adoriamo, o nostro creatore.

in un altro articolo IL VERO ATTACCAMENTO ALL’ETERNO: quando amiamo veramente qualcuno, questo qualcuno ci può chiedere delle cose perfino molto difficili e siamo contenti di esaudire i suoi desideri e di dimostrargli che lo amiamo e che gli siamo affezionati. Sono queste le impressioni che avrebbero voluto animare il nostro cervello per stabilire una circolazione tra lui e il nostro cuore per far funzionare il circuito del fluido vitale, che si chiama “amore”. L’articolo è tratto dal GIORNALE PER TUTTI pubblicazione settimanale assieme a IL MONITORE DEL REGNO DELLA GIUSTIZIA periodico mensile Filantropico e Umanitario per l’elevazione morale e sociale entrambi dell Associazione Filantropica Chiesa del Regno di Dio gli Amici dell Uomo.

Ferdinando Renzetti - ferdinandorenzetti@libero.it

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Sant'Antonio Abate ed il riequilibrio  del rapporto uomo natura animali...



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La festa di Sant'Antonio Abate ricorre il 17 gennaio di ogni anno e segna l’inizio del Carnevale.   Nell'iconografia cattolica il santo viene raffigurato a fianco di animali scodinzolanti ed è stato preso come esempio di protezione degli animali stessi.  Vorrei però chiarire l’imbroglio attraverso il quale questo abate, che viveva nel deserto, è stato nominato “protettore degli animali”. Spesso nei santini si vede il monaco che ha un maiale al fianco che non è però un suo amico per la vita ma solo un simbolo per ricordare la cura da lui scoperta per il “fuoco di Sant’Antonio” una malattia della cute che veniva appunta curata usando un intruglio di grasso di maiale. In ogni caso ciò  presupponeva che il maiale venisse accoppato per ricavarne il miracoloso grasso.  Un po’ come nella pubblicità del pollo Arena dove si vede un galletto tutto contento che fa chicchirichì per poi finire direttamente al forno. Insomma è sempre il diavolo che fa le pentole… ma riuscirà a fare anche i coperchi?

Con l'intento di riequilibrare il messaggio animalista ed ecologista vorremmo sperimentare l’armonia fra noi ed il resto del mondo vivendola nei suoi aspetti più immediati, riconoscendoci l’un l’altro parte di un tutto inscindibile, senza discriminazione di razza o specie.

Perciò in occasione della ricorrenza di Sant'Antonio pensiamo con amore agli animali, in particolare i pochi selvatici   che  vivono ancora liberi, ma fra mille difficoltà per il freddo  e nell'insicurezza della sopravvivenza, sia per la mancanza di cibo sia per le predazioni dei nemici naturali, sia per l'opera decimatrice dell'uomo. Aiuteremo questi animali durante  una passeggiata pomeridiana sulle sponde del fiume Panaro, disseminando qui è lì un po' di pan secco e di semi, dirigendo verso di loro, verso il loro cuore e la loro anima, pensieri di fratellanza per aiutarli a sopportare il loro triste destino.

L'appuntamento per la passeggiata ecologista ed animalista, quest'anno è a Spilamberto, alle 14.30,  di sabato 18 gennaio 2020, con partenza  da via Manni 9.  Per info. 333.6023090

Paolo D'Arpini e Caterina Regazzi


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“L’aspetto umano non implica intelligenza umana e, viceversa, l’intelligenza umana non implica necessariamente che si debba avere un corpo umano. Ai sapienti importa solo l’intelligenza, poco essi si curano dell’apparenza, mentre al contrario gli uomini del volgo badano solo all’aspetto esteriore e non si danno pensiero dell’intelligenza”.  (Lìeh Tze)