La vita è un abisso...

 


La vita è un abisso. Non c’è inizio né fine, quindi non può esserci alcun fondamento.

Rinuncia non è altro che riconoscere il fatto che siamo nell’abisso, che non esiste un suolo. E non stiamo cercando alcun suolo. Siamo pronti a goderci questa bellezza abissale.

No, non sto dicendo che ti darò qualche fondamento. Alle persone che ce l’hanno, lo tolgo! Le conduco in quel vuoto. All’inizio è molto spaventoso, naturalmente. Ci si sente molto spaventati, perché si è troppo abituati a vivere a terra. Ma un po’ alla volta senti una certa libertà nascere in te. Quando non c’è terreno, all’improvviso vedi che le tue ali si stanno aprendo. Poi inizi a volare.

E quando non c’è terreno, dopo un po’ senti che la tua libertà è illimitata. Allora l’insicurezza in se stessa diventa la tua sicurezza. Allora non c’è morte, perché la morte accade solo perché ti aggrappi al suolo. Il terreno è illusorio. Un giorno o l’altro ti sarà portato via. E allora la morte esiste.

Quando accetti che non c’è un terreno, immediatamente la morte scompare, perché nulla può esserti portato via. Non hai niente...


Osho -  From: The Passion for the Impossible




“Uscire di casa è già un lungo passo per riscoprire la Terra...”



"Guarda la neve che imbianca tutto
il Soratte e gli alberi che gemono
al suo peso, i fiumi rappresi
nella morsa del gelo.
Sciogli questo freddo, Tagliarco,
e aggiungi legna al focolare;
poi versa vino vecchio da un’anfora sabina.
Lascia il resto agli dei…"
(Orazio)

“Uscire di casa è già un lungo passo per riscoprire la Terra...” (*)  - Rileggendo questo invito dell'amico Fulvio Di Dio a riscoprire la Terra mi sono ricordato di un evento importante della nostra riscoperta della Terra. Nel 1991 presentammo all’Azzurro Scipioni di Silvano Agosti il primo documentario “professionale” sul Circolo Vegetariano VV.TT. di Calcata girato dal regista Gianfranco Rapuano in collaborazione con la giornalista Marinella Correggia. Ho conservato finché sono rimasto a Calcata, cioè sino al 2010, una copia della cassetta originale, che purtroppo si era parecchio deteriorata col tempo avendola conservata in una grotta all'umido. Alla mia partenza l'ho lasciata “in eredità” alla cara amica Alessandra Forti, che con me, assieme a Giuseppe Roveri, Rita Guerrieri e Gemma Uyttendaele, partecipò alla fondazione del Circolo. Dopo quel documentario ne seguirono altri, alcuni di registi famosi ed altri di amici e cineasti amatoriali. 


Ma quel primo film fu un vero messaggio della terra, di questa terra della Valle del Treja, in esso si vive la semplice convivialità ed amicizia del Circolo, si acoltano i canti degli uccelli, lo scoppiettio del fuoco, il fruscio del vento, il brusio del fiume e le note magiche di vari strumenti primordiali suonati da Walter (corni, tamburi di legno, canne di cicuta, dijiritù, rombo, etc.) accompagnate dall’OM e dagli armonici vocali di Pino e Alessandra e dai mantra del sottoscritto. Sono rimasto affezionato a quel film ed alla sua prima proiezione ricordo che ci scappò pure qualche lacrimuccia. Ma come al solito ogni volta che sono “uscito di casa” mi sono lasciato tutto dietro le spalle...

Paolo D'Arpini



(*)   https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2023/01/riscoprire-la-terra-bioregionalismo.html


Praticare l'ecologia profonda... anche al cesso

“In nessuna circostanza il saggio deve turbare le menti delle persone ignoranti attaccate alle azioni. Al contrario, impegnandosi continuamente in attività, l’Essere Illuminato deve creare nell’ignorante il desiderio per le buone azioni”. (Bagavadhgita)

Praticare l'ecologia profonda

Ricordo una divertente storiella zen in cui si narra di un contadino che chiamò un prete per svolgere una cerimonia di benedizioni alla sua famiglia. Il monaco stava per iniziare il rito quando l’uomo gli chiese se ne avrebbe avuto beneficio anche la sua consorte che era deceduta qualche tempo prima. “Certamente – assicurò il prete - tutti gli esseri senzienti vivi o morti ne trarranno beneficio” – “Tutti... proprio tutti?” Indagò ancora il contadino, e il monaco: “Tutti gli esseri condividono la natura di Buddha e quindi tutti saranno beneficiati e ricordati nella funzione”. E il contadino: "Ma... veramente  vorrei che almeno fosse escluso il mio vicino che mi sta molto antipatico…”

Ecco fatto, noi compiamo opere di bene ma riteniamo che debbano essere rivolte solo verso chi ci sta a cuore o perlomeno non ci è antipatico…” È possibile questa separazione nel contesto dei viventi? Ovviamente no…

L'ecologia profonda ci insegna a non separare il vivente dal vivente, ci fa capire che tutti viviamo in un contesto di cui siamo parte integrante e che non esiste un "ambiente neutro" separato da noi, del quale poter disporre come fosse una cloaca. Anche la cloaca fa parte dell'ambiente e in esso confluisce e influisce. A proposito, sapete qual è il luogo che maggiormente crea inquinamento nella casa? E’ lo stesso luogo di cui nessuno può fare a meno ma che causa il maggior consumo di acqua pulita e rilascia il maggior numero di tossine e sostanze venefiche nell’habitat: il gabinetto… È lì che si consuma la maggiore quantità di acqua ed energia, tra bagni, lavatrici, water closet, etc…

Continuando sul discorso dell'ecologia profonda occorre dire che questa parola non denota una "ideologia prefissata" con sue regole specifiche di comportamento. La pratica ecologica è basata sulla capacità di intendere la posizione in cui ci si trova, partendo dalla nostra condizione interiore, nell'ambiente e nel contesto sociale, fluendo quindi nel processo vitale, in approfondimento della consapevolezza della comune appartenenza. Non si agisce per convincere gli altri ma perché la nostra azione rappresenta una valenza personale e collettiva e ne rivela il significato attraverso l'esemplificazione. Se credi veramente in un progetto, non devi lottare per imporlo, ma dimostrare attraverso il tuo comportamento la sua bontà, le anime in sintonia saranno spontaneamente coinvolte, potrete procedere insieme verso la sua realizzazione evitando soluzioni che dividono o contrappongono, come la vittoria o la sconfitta.

E in verità, dov'è vittoria o sconfitta se non nella mente separativa? Giustamente affermava Ramana Maharshi: “Come possiamo cercare di essere quel Sé che già siamo? Possiamo solo esserlo rinunciando all'identificazione con un io separato”.

Paolo Dìarpini