Il Dharma che non viene deciso ed il "perfezionamento" personale


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Come riconoscere la  propria  missione personale?  Il discorso è da un lato lungo e complesso,  dall'altro invece molto semplice. Non ci si può interrogare sul proprio Dharma, occorre viverlo momento per momento sentendolo dentro di noi, come un'ispirazione. Quindi non ci si può realmente basare sulle indicazioni di libri sacri, sulle divinazioni e  sugli archetipi e sugli elementi  incarnati. Dobbiamo fiutare il vento  e fidarci delle sensazioni e conoscenze ed esperienze personali. Insomma la propria missione  è  assoluto divertimento, senza aspettative di sorta. 

Infatti quando descrivo il "percorso" spirituale laico  o l'indirizzo da seguire in armonia con l'ecologia profonda o con gli aspetti zodiacali incarnati, non do una risposta precisa e definitiva,  utile a "scoprire" la "forma" della persona, poiché quella "persona" in verità incarna tutti gli aspetti possibili ed immaginabili della psiche umana in diverse fasi evolutive.  Di solito per questa mia vaghezza  gli ascoltatori rimangono alquanto meravigliati, e si chiedono "...ma di cosa ha parlato? A chi si riferisce?".  

In fondo  come si può dar forma al nostro "io"?  L'io in se stesso è aldilà della forma, in quanto consapevolezza indifferenziata, ma dal punto di vista della mente dovremmo occuparci anche dei modi espressivi attraverso i quali l'io si manifesta. Paradossalmente occorre prestare attenzione all'io come fosse un ente reale  da perfezionare. 

Come un intagliatore cesella lentamente un pezzo di legno fino ad ottenerne una scultura, così noi perfezioniamo continuamente l'opera mentre viviamo. Quando una parte dell'opera è compiuta si prova un senso di appagamento ma subito dopo si continua a lavorare su un altro aspetto della nostra persona. Secondo la teoria evoluzionista procediamo attraverso una spirale ascendente ed infinita nel contesto di un processo universale.

Nel I Ching è chiamata "costanza nella mutazione". La missione personale quindi si compie durante l'intera esistenza...

"Non c'è segreto che non sia a noi accessibile - diceva il poeta Christian Morgestein - solo che la nostra capacità di penetrarlo ha una graduazione: dalla pietra al profeta".

Nell'osservarsi e nel vivere senza intenzionalità  giungiamo ad un certo punto alla consapevolezza che non c'è nulla da perfezionare o da cambiare, non perché le cose non continuino a perfezionarsi od a cambiarsi, ma semplicemente perché esse così fanno senza il nostro intervento, anzi... il nostro apparente intervento è solo un modo del loro evolversi.  

Paolo D'Arpini 

Analisi archetipale - Psico-spiritualità - Empatia e compassione



Nell’analisi psicologica dei soggetti trattati, secondo me, occorre
tener presente che la comprensione degli stati psichici esaminati
nell’individuo “osservato” necessitano di una buona dose di
commistione ed empatia, ovvero lo psicologo deve essere anche un po’
“intrigante e speculativo”.

Intrigante deriva da intrigo (macchinazione, trama, intesa, etc.)
questa parola esprime un sacco di doppi sensi, a volte viene usata
nell’accezione positiva, in quanto una cosa intrigante è interessante,
varia, divertente, attraente… oppure nel senso negativo il che
significa confusa, cunning, con risvolti celati, etc.

Il termine "speculazione" esprime un altro aspetto tipico
dell’analisi, oltre quello dello specchiarsi… anche indagine, ricerca,
riflessione, pretesto…

L’empatia e la compassione sono necessari per la comprensione dei
giochi della mente, la compartecipazione ed il riconoscimento di
condividere tutti gli aspetti esaminati, questo è il solo modo
-secondo me- per poter trovare soluzioni agli squilibri ed alle
disfunzioni della psiche.

Perciò lo psicoterapeuta dovrebbe svolgere anche una funzione
sacerdotale, sciamanica… e questo non è un atteggiamento eretico… anzi
proprio questo atteggiamento consente di apportare elementi di
guarigione… All’inverso dove c’è assunzione di sanità nell’osservatore
e riconoscimento di insanità nell’osservato, subentra una sorta di
strumentalizzazione della “malattia” e di uso medico-terapeutico
falsato…

Tutti gli essere umani sono uguali, nessuno ha il diritto di
considerarsi un essere umano superiore ad un altro. Chi riveste un
ruolo istituzionale è sempre una persona, alla pari di ogni altra.

Quel che è in noi è anche nell'altro, altrimenti non potremmo
riconoscerlo. Anche chi giudica può essere giudicato e chi riveste
ruoli di rappresentanza di una intera categoria dovrebbe rispettare
per primo i principi di cui si fa garante. Possiamo essere pedanti
psichiatri tecnicisti e passivi e continuare a lamentarci che la
conoscenza della mente è un aspetto della fisiologia oppure essere
elementi attivi, costruttori di un sistema olistico, consapevoli che
corpo, mente e spirito sono un tutt'uno inseparabile!

Queste riflessioni sono una integrazione al discorso sul come superare
le "tendenze innate" senza cadere vittime di nuove "tendenze
correttive".... (nel qual caso il karma si ripete, sia pur
modificato).

Paolo D'Arpini




Osho: "Ogni giorno è un nuovo giorno"



Ogni giorno è un nuovo giorno...

I dubbi ci sono sempre. Devi procedere nonostante la loro presenza. Se
aspetti che i dubbi si dissolvano per fare un passo, non lo farai mai,
perché i dubbi non se ne andranno. Anzi, succede proprio il contrario:
i dubbi se ne vanno quando fai un passo. E i dubbi sono umani, devono
esserci. Come potrebbe essere facile avere fiducia? Ma ci si fa
coraggio e si procede. È così che tutta la vita deve muoversi. Quando
ti innamori, sei totalmente innamorato? Non hai alcun dubbio?
Ciononostante ti fai avanti, perché se aspetti che ogni dubbio
sparisca dovrai aspettare in eterno, e l’amore diventerebbe
impossibile. E tutto è una specie di amore... Quindi fai il salto, a
dispetto di... 1

Nel momento in cui il dubbio muore nasce la poesia. Il dubbio crea la
filosofia, la fiducia crea la poesia. E la poesia è il mio messaggio.
La filosofia va messa da parte, è spazzatura e appesantisce solo la
testa. Non dà ali al cuore e per conoscere la realtà e per viverla c’è
bisogno di ali. Bisogna essere capaci di volare oltre la forza di
gravità della Terra: questa è poesia.

Poesia significa qualcosa su cui l’attrazione gravitazionale non ha
effetto. Poesia significa qualcosa di miracoloso. Poesia significa
qualcosa che nella realtà non dovrebbe succedere eppure accade...
L’incredibile!

La poesia non è l’approccio logico alla realtà. E hai sofferto
abbastanza a causa della logica. È ora di liberarti di questa vecchia
malattia. Quando è troppo è troppo. Ti ha fatto male a sufficienza, ed
è arrivato il momento di guarire e tornare integro.

Per poesia non intendo la poesia in senso letterale, perché se una
persona vive amorevolmente tutta la sua vita diventa poesia. Tutto ciò
che fa è poesia, non può fare altrimenti. Se siede in silenzio c’è
poesia nel suo silenzio. Se cammina in giardino è la poesia che
cammina in giardino, tra gli alberi. Se parla, è poesia ciò che dice,
se ascolta, è poesia ciò che ascolta.

La poesia è un orientamento totalmente differente rispetto alla
logica, l’opposto della mente razionale: è la mente intuitiva, il
femminile dentro di te. La mente logica fa un passo dopo l’altro per
arrivare a una conclusione. È molto cauta, prudente, quindi i suoi
risultati sono sempre banali. Non riesce a fare balzi quantici,
procede in modo graduale. Striscia, cammina raso terra, non ottiene
grandi risultati. È così cauta da rimanere confinata al mondo della
sicurezza. Non rischia mai. E la vita è rischio. E più rischi, più
vivi e più sei vivo. Meno rischi, meno sei vivo. E una persona che non
corre mai rischi non ha affatto vissuto o ha vissuto invano.

Quando ti trovi sulla soglia, stai per entrare in qualcosa di nuovo di
cui non sei sicuro... Che cos’è? Non c’è modo di saperlo prima di
averlo assaggiato. Questo è il significato di rischio: entrare
nell’ignoto. Lasciare ciò che conosci per qualcosa di sconosciuto.

Anche questo richiede coraggio, devi osare, perché il noto è comodo,
confortevole. Sai cosa fare.

Nell’ignoto sei un dilettante, un incapace, potresti renderti
ridicolo, potresti commettere molti errori, far ridere la gente...

Tutte queste sono implicazioni del rischio... Ma solo attraverso il
rischio nasce la poesia. La poesia è il fiore del rischio. Fiorisce
solo attraverso il rischio.

Rischiare significa sacrificare qualcosa del passato per qualcosa di
ignoto, per il quale non può essere data alcuna garanzia.

Ma fa sempre bene attraversare i dubbi, perché a forza di
attraversarli – lo stesso circolo vizioso che si ripete e che non
porta da nessuna parte – una persona intelligente salta fuori.

Questa è la definizione di intelligenza: vedere il circolo vizioso
della propria vita.

La persona non intelligente va avanti anno dopo anno, vita dopo vita,
nello stesso circolo vizioso, pensando, aspettando, come se qualcosa
dovesse succedere, e continua a ripetere la stessa routine... Come un
disco rotto...

L’intelligenza consiste nel comprendere che hai vissuto così,
ascoltando la mente, seguendo la mente. E dove sei arrivato? Cosa è
successo? Vederlo, come un fulmine – che niente è accaduto, che hai
dato abbastanza credito alla mente – ora provi l’opposto, l’ignoto.

Il sannyas è questa intelligenza: dare una chance all’ignoto, al
sentiero che non hai mai percorso. Tutto ciò che è vecchio cadrà,
tutto ciò che hai raccolto ti sarà portato via e tutto ciò che sei
stato sarà dato alle fiamme. E solo allora, per la prima volta, vedrai
il tuo volto originario, chi sei veramente... 2

Ogni giorno un nuovo giorno

Atisha dice: All’inizio e alla fine ci sono due cose da fare.

Per inizio intende il mattino e per fine intende la sera. Atisha dice:
al mattino ricorda una cosa, che ti sono offerti un nuovo giorno e una
nuova opportunità. Sii grato. L’esistenza è veramente generosa. Hai
sprecato così tanti giorni e ora ti offre un nuovo giorno. L’esistenza
ripone in te grandi speranze! Hai sempre e solo sprecato, senza fare
nulla. Hai sciupato così tante valide opportunità, e tempo ed energia,
tuttavia l’esistenza spera ancora. Ti offre un altro giorno.

Atisha dice: al mattino ricorda che è un nuovo giorno, un nuovo
inizio. Nella profondità del tuo cuore prendi questa decisione: “Oggi
non sciuperò questa nuova opportunità. Quando è troppo, è troppo! Oggi
sarò consapevole, oggi sarò vigile, attento. Oggi dedicherò tutta
l’energia possibile a un’unica causa, la causa della meditazione. Sarò
meditativo in ogni mio gesto. Tutte le mie attività – le mie solite
attività quotidiane – avranno una qualità diversa: immetterò in loro
la qualità della consapevolezza”.

Dai il benvenuto al nuovo giorno, sii grato, felice perché l’esistenza
ha ancora fiducia in te. C’è ancora una possibilità, la tua
trasformazione può ancora accadere. Inizia il nuovo giorno con ferma
decisione.

E alla sera, di nuovo, sii grato per questo giorno che ti è stato
offerto e per tutto ciò che è accaduto – il bello e il brutto, la
felicità e l’infelicità – perché sono tutti insegnanti.

Tutto è un’opportunità. Preso nel modo giusto, ogni momento è un
gradino. Il fallimento ti aiuta a diventare più vigile, esattamente
come il successo. Anzi, a volte, il fallimento ti aiuta a diventare
consapevole più di quanto possa farlo il successo. Il successo può
aiutarti a ricadere nel sonno. La gente, quando è felice, dimentica.
Nella felicità nessuno ricorda dio. Nell’infelicità improvvisamente il
ricordo torna ad affiorare.

Fortunato è l’uomo che riesce a ricordare dio anche quando è felice,
fortunato è l’uomo che riesce a ricordare dio quando tutto scorre
perfettamente. Quando il mare è in tempesta, tutti ricordano dio. Non
c’è niente di speciale, è solo per paura.

Quindi, alla sera, ringrazia di nuovo, ringrazia l’intera esistenza.
Sii grato per tutto ciò che ti è accaduto durante il giorno.

E ancora due cose: ricorda i momenti di inconsapevolezza e di mancanza
di compassione che hai avuto durante il giorno. Ricordali soltanto.
Atisha non dice: “Pentiti”, dice: “Ricordali semplicemente”. E
lasciami sottolineare una cosa: quando leggi nel Vangelo che Gesù
ripeteva di continuo: “Pentiti!”, sei di fronte a un errore di
traduzione dall’aramaico. Nella traduzione ha assunto un significato
totalmente diverso, un significato diametralmente opposto. È diventato
“pentimento” nel senso di sentirsi in colpa. Ma in aramaico “pentirsi”
significa semplicemente “ritornare”, “rivedere”, nient’altro. Tira le
somme, il giorno è passato, guardati indietro. Osserva semplicemente
la tua giornata, prendi nota dei momenti in cui non sei stato
consapevole. Ti sarà utile domani, rinforzerà la tua consapevolezza. E
prendi nota dei momenti in cui ti è mancata la compassione, questo ti
aiuterà domani a essere più compassionevole. E prendi nota anche dei
momenti in cui sei riuscito ad avere consapevolezza e compassione.
Senza esserne fiero: nessun senso di colpa e nessun senso di orgoglio.
È semplicemente un tirare le somme del giorno che è trascorso, prima
di andare a dormire. Uno sguardo all’indietro senza valutazioni di
sorta, senza condannarti come peccatore e senza sentirti fiero perché:
“Oggi sono stato veramente consapevole e pieno di compassione. E ho
compiuto un’infinità di buone azioni!”. Niente di tutto questo:
guardati semplicemente indietro, osserva ciò che è accaduto dal
mattino alla sera. Anche questo è un metodo per diventare più
consapevole.

Atisha dice: Sii paziente, qualsiasi dei due accada.

Ricorda, sia che tu riesca a essere consapevole, sia che tu fallisca,
sii paziente. Sii paziente perché l’impazienza non ti aiuterà. Osserva
semplicemente con pazienza e aspetta con grande fiducia: se ti accade
anche solo un bagliore di consapevolezza, è possibile che la
consapevolezza aumenti ancora. Domani, sul tuo albero spunterà una
foglia nuova e sboccerà un altro fiore. Ricorda anche che questo tuo
corpo non è l’unico. Ne hai già avuti molti e in futuro ne avrai
ancora molti. Quindi, non avere fretta. Sii paziente, perché la fretta
può solo disturbare la tua crescita. La fretta non aiuta, è
d’intralcio. 3






Testi di Osho tratti da:

1. Hammer on the Rock #8

2. God’s Got a Thing About you #12

3. Il Libro del risveglio, Edizioni del Cigno

Politica e spiritualità - Osmosi mutualistica e fusione nell'amore incondizionato


 

Semplicemente chi è su un percorso spirituale,  ignora tutto ciò che non gli appartiene più e che non apparterrà mai, in nessun modo al nuovo mondo. Questo è il risultato di profondi studi sia interiori che rivolti al sociale. Più saremo, in numero,  ad ignorare senza giudizio e soprattutto in un atteggiamento positivo e non violento, e più il sistema attuale semplicemente svanirà nel nulla.

Voglio ricordare un esempio: cosa accadrebbe se tutti i militari del mondo bruciassero le loro armi, strappassero dalle loro divise gradi, mostrine e medaglie, si unissero alla gente e collaborassero  a costruire invece che distruggere?
Lo so che è un’utopia, ma io che sono un folle, aspetto quel giorno come se stesse davvero per arrivare, perché la mia lotta non è mossa da nessuna rabbia tanto meno violenza.
È solo un’idea che può dare il via al cambiamento e se l’azione che inevitabilmente la segue fosse poggiata sulla vibrazione energetica del “non fare”, creerebbe una rivoluzione non violenta. È inconcepibile? Rispolveriamo Gandhi, studiamo la filosofia tibetana.
Nel movimento ideologico del “non fare”, la parola potere verrà presto scorporata dalle accezioni: governo, controllo, politica, forza militare….
La parola potere rivestirà solo altri concetti come ad esempio il potere della mente, il potere dell’amore ecc.
Concetti come potere economico e potere politico, non esisteranno più perché non esisterà più un’economia dissociata dalla collettività che ne minaccia costantemente il sostentamento, tra l’altro, in una struttura consumistica che di fatto poi, paradossalmente, minaccia la struttura stessa sulla quale poggia. 

Perché quando le persone capiranno che non hanno più bisogno di un’economia che costantemente minaccia il crollo di se stessa,  capiranno che non devono più preoccuparsi se non avranno i soldi da spendere nei centri commerciali perché la terra ci nutrirà lo stesso come ha sempre fatto, indipendentemente dalla presenza o meno di un’economia.
Non esisterà più una politica (e nemmeno la parola stessa) come struttura di accentramento di potere contrapposta alla massa, nella quale una minoranza usa il potere che ne deriva per fini personali. La nuova umanità organizzerà un centro di gestione affidato ai maestri più saggi che opereranno in un’unica dimensione con il popolo senza creare distanze tra il centro di gestione e la collettività.
La gestione ma soprattutto la sua concettualizzazione, passerà attraverso una trasformazione della coscienza collettiva in modo significativo e in un modo mai registrato prima d’ora nella storia dell’umanità. Tale innalzamento, ripeto, sarà accompagnato da un risveglio spirituale, prima individuale che avrà la forza di “contagiare” altri fino ad arrivare al collettivo. In sostanza sarà necessario comprendere (nel senso di abbracciare e di accogliere) e fare propria l’unica legge che sostiene l’universo: l’Amore incondizionato.
Questo passaggio, che definisco una sorta di catarsi, trascende l’esigenza di provare a cambiare il mondo dall’interno dello schema politico attuale, perché lo schema politico attuale è basato su principi (anche i migliori) che sono obsoleti. La struttura stessa è obsoleta, rigida, perversa nella sua infinita burocrazia, nella sua dualità. Questo aspetto è importantissimo: la dualità. 

Negli studi esoterici vi è una forte tendenza a trascendere la dualità. La nuova era sarà caratterizzata dall’assenza della dualità. È un concetto difficile da comprendere e credo che si scoprirà nel suo più profondo significato proprio nella sua sperimentazione, momento nel quale si confronterà con il suo opposto, appunto la dualità. Tra l’altro credo che non esista un termine che sia il suo vero e proprio contrario, esiste però un concetto che si contrappone al concetto di dualità: UNO o il TUTTO.

La politica è l’esempio di dualità più dannoso alla società

Nella politica la dualità si manifesta tra destra e sinistra, in tutto il mondo. È per questo che non risuona con persone che sono in un percorso spirituale e spesso senza che se ne accorgano in modo cosciente.

Mi rendo conto che da un punto di vista pratico o pragmatico, la massa si chieda: sì vabbé ma allora quando e come cambierà tutto? Uno yogi tibetano risponderebbe: sta già cambiando, sta avvenendo dentro le persone, l’unico luogo (o sarebbe giusto dire dimensione) dove si può davvero cambiare. Aspettarsi di vedere un cambiamento fisico fa parte di quello che dovremmo lasciare andare, ovvero la dualità. Il cambiamento avviene dentro, prima a livello individuale e poi collettivo.
Per il nostro maestro tibetano non ha alcuna importanza in che modo si manifesterà tale cambiamento. Il nostro maestro sa che la realtà è solo una proiezione dell’impronta energetica delle coscienze e lui suggerisce di concentrarsi su di esse anzi che manipolare la realtà. 

Lui insegna ad ESSERE il cambiamento, non a FARE il cambiamento

È ovvio che per comprendere tali concetti bisognerebbe studiare in questa scuola e non pretendere di commentare senza conoscere la filosofia che trasmette tali concetti.
Chi è su un percorso spirituale sa che quella è rimasta l’unica strada possibile. 

Anzi la è sempre stata ma non ne eravamo consapevoli. Oggi, grazie all’energia che sta arrivando sulla Terra dal centro della galassia (suggerisco di informarsi circa questo argomento anche da un punto di vista scientifico e  nei suoi più profondi significati), moltissime persone sono stimolate a cercare verità oltre i dogmi scientifici che ci fanno vorticare sempre nella solita giostra. Queste persone intuiscono un movimento alternativo al solito vorticare che si potrebbe rappresentare con una spirale centrifuga e quindi che cresce.
La ricerca, se non è ingabbiata da dogmi scientifici, esonda, scopre l’interazione tra varie discipline e ancora di più: l’interazione tra la fisica e metafisica, tra la scienza e  l’occulto, tra il normale e il paranormale, arrivando alla conclusione che ciò che è occulto o paranormale, nel significato del termine, non esiste, era semplicemente sconosciuto. 

Una dimensione sconosciuta si può definire occulta ma non paranormale. Questo termine andrebbe abolito perché parte dal presupposto che tutto ciò che  conosciamo è tutto ciò che esiste e non diamo spazio ad altro. Lo trovo oltremodo arrogante e stupido. Oppure è un modo di imporre un pensiero da chi ha motivo di celare scomode verità.
Ma tornando al rapporto fra spiritualità e politica, è chiaro che la nuova umanità si rapporta con essa semplicemente ignorandola, almeno come tendenza. La politica ha una vibrazione energetica molto bassa che è impossibile da sostenere da chi sta iniziando a vibrare su frequenze più alte. Queste  persone fanno l’unica cosa che è possibile fare in questo momento: stanno cambiando dentro (percorso spirituale) e nutrono la fiducia che presto si manifesterà la realtà che stanno creando nel punto al loro interno dove faticosamente uniscono la mente con il cuore.

So benissimo che questi concetti sono difficili da comprendere da chi non conosce nulla di questi argomenti. Spero che queste righe stimolino l’interesse di fare proprio una ricerca, come si faceva a scuola: cosa sta dicendo questo? Di che cosa parla? Dice cose che mi sembrano strane. E se avesse ragione. Probabilmente dovrei informarmi.

Certo è che, se non si ascoltano queste parole e i loro significati, che non sono di chi sta scrivendo ma sono filosofie che peraltro sono in via di essere dimostrate anche dalla scienza, diventa difficile un confronto. Le persone che sono su un percorso spirituale parleranno sempre di più attraverso quello che stanno sperimentando e saranno sempre più irremovibili circa la certezza che quella sarà l’unica strada da percorrere.
Questo viene preso per rigidità da parte di chi non è sul quel percorso ma diventa difficile provare a convincere una gabbianella, che ha appena imparato a volare, che può solo permettersi di camminare. Del resto è difficile anche per la gabbianella provare a spiegare alla persona che la vorrebbe vedere solo camminare che potrebbe volare a sua volta. Anche perché la gabbianella ha altro da fare che perdersi in inutili discussioni: lei dal suo volo ancora incerto, mentre se lo gode, ogni tanto urla a chi rimane sotto: ma che vuoi da me, vieni anche tu quassù, che fai là sotto!!!!
Chi è che non si sforza di riempire questa distanza? La gabbianella che ha faticato tanto per poter capire che può volare e che poi ha osato, o coloro che non hanno ancora l’apertura mentale o il coraggio di credere che si può davvero volare?
Chi è avanti nell’evoluzione? Chi non la percepisce? Chi non ha il coraggio di osare? Chi è ancora ancorato a vecchi schemi?  O chi inizia a sbattere le ali?
E ancora: chi è lontano da studi esoterici, non sa, ignora, ovviamente, gli insegnamenti che ne derivano. Ma non solo li ignora, non li accetta, non ascolta, si tappa le orecchie perché non ne vuole sentir parlare. Li considera inutili per il cambiamento, spinge invece ad azioni o formulazione di teorie pratiche come se un percorso spirituale fosse un accozzaglia di stronzate, se inserite dentro un necessario cambiamento fisico del mondo.
È proprio qui il punto nel quale si crea la distanza. Un percorso spirituale non è una religione. Chi si spaventa davanti alle religioni, e a giusta ragione, non sa che la spiritualità è ricca di insegnamenti che vanno contro anche alle religioni stesse.
Chi è lontano dalla spiritualità non sa che esiste una dimensione diversa da quella che tutti quanti vedono, non sa che esistono e sono esistite persone in grado di comunicare con questa dimensione. Se lo sa non ci crede e considera ciarlatani tutti questi individui che stanno facendo un lavoro enorme per l’umanità. Il sistema solare, la Terra (Gaia) e tutte le forme viventi, stanno lasciando la terza dimensione per passare nella quarta. Per chi è lontano dalla spiritualità, queste cose sono solo leggenda, invece dovrebbero iniziare a considerarle cronaca. Tutti i testi sacri esistenti sul pianeta parlano di questo.
C’è un’incredibile similitudine tra testi distanti tra loro nel tempo e nello spazio, ma siccome sono stati strumentalizzati dalle religioni, gli atei li considerano leggende, letteratura fantasy e ne prendono le distanze senza sapere che ciò da cui dovrebbero prendere le distanze sono solo le religioni e non il punto di partenza dalla quale tutte sono nate. Le distanze dalle religioni, le prendono anche coloro che sono sul percorso spirituale ma non come se fossero solo spazzatura, formulano accuse precise su come hanno strumentalizzato un sapere che non apparteneva loro per ingannare le masse.

Accogliere dentro di noi la nostra natura spirituale è indispensabile all’esistenza e per decidere il modo in cui si vivrà.
La spiritualità è la veste che ricopre l’AMORE di cui è fatto l’UNIVERSO. Questa energia sta venendo verso di noi, non siamo noi che andiamo verso di lei, la stiamo semplicemente accogliendo. Anche perché è ciò di cui siamo fatti. L’ultimo capitolo dell’evoluzione è entrare in contatto con questa energia, riscoprirla e riconoscere che con essa, siamo la stessa cosa.
Lo ripeterò all’infinito: al punto storico, evolutivo, culturale in cui ci troviamo, il cambiamento passerà inevitabilmente attraverso un’ innalzamento delle coscienze che avverrà solo e soltanto attraverso un percorso spirituale. In millenni di tentativi da parte di minoranze più evolute, di proporre e attuare un RADICALE cambiamento, pur ammettendo una tendenza a migliorare, non ha mai ottenuto il risultato cercato e sperato. 

Questa è storia, dati alla mano. Diventa difficile continuare a discutere su questo punto con chi non crede, con chi non ha fede, e con chi vuole continuare ad andare avanti con vecchi schemi. Se si vuole, tuttavia si può continuare, ma per quanto mi riguarda ho finito gli argomenti e se proprio devo proporre continuamente una risposta, copierò e incollerò quelle che ho già detto e scritto.
C’è tutta una cultura intorno, anche scientifica, che viene ancora ostinatamente e stupidamente respinta dagli atei, dai razionali materialistici e da chi crede che la materia sia la realtà.

Mi permetto di dire “stupidamente” perché queste persone partono dal presupposto che sono tutte stronzate o nel migliore dei casi inutili, quando sotto al loro naso sta diventando una realtà ampiamente dimostrata anche dalla scienza alla quale loro tengono tanto. Non tengono neanche in considerazione la possibilità che esista una dimensione più elevata che ci sta attirando da un punto di vista cosmico. 

In pratica, una parte di umanità, ha la chiave per la svolta e l’altra parte non solo non ci crede ma nega l’evidenza. Non sanno che sono loro quelli che stanno ritardando il salto perché influenzano la coscienza collettiva. Certo, a livelli diversi: un ateo, che comunque è mosso da sani principi, non è sullo stesso piano di un corrotto o uno spregiudicato.
Ma gli atei devono sapere che i “cattivi”, ad alti livelli, sono al corrente di ciò che sta avvenendo a livello energetico e stanno tentando le loro ultime mosse per continuare a tenere l’umanità sotto schiavitù. Tu ateo, sei tale perché sei succube di una cultura che ti è stata imposta che ha avuto la forza di installarsi dentro di te usando le tue paure e le tue convinzioni. Tu ateo, non sai che sei manovrato intellettualmente e psicologicamente da coloro che vuoi ancora votare. Certo, per chi non crede a nulla, è solo l’ennesimo film di fantascienza, ma chi ci crede, perché sa che le cose stanno così, perché ne ha le prove, non tenta di imporre il suo pensiero agli altri perché segue uno dei primi insegnamenti: il libero arbitrio.

Ognuno evolverà con i suoi tempi ma questo non ci vieta di affermare che il cambiamento definitivo per l’umanità passerà solo ed esclusivamente attraverso un innalzamento delle coscienze da un punto di vista spirituale.

 Davide Ragozzini

Il mondo nasce con la nascita dell' “io sono”

Tutto ciò che esiste nel mondo sorge dall’incontro fra le tenebre e la luce, fra la terra ed il cielo, fra il femminile ed il maschile. Questa è una teoria espressa non soltanto in India od in Cina ma presente in ogni filosofia e religione e persino nella scienza empirica. Ma in Cina ed in India maggiormente il discorso binario delle forze creatrici è stato analizzato in profondità e portato alle sue estreme conclusioni. Tutti sanno –ad esempio- cosa sono lo Yin (femminile) e lo Yang (maschile) e molti conoscono il binomio Shakti (fenomeno) e Shiva (noumeno).
Nella penombra dell’aurora si dice che il mondo sia stato creato da Brahma. La descrizione di questa creazione è molto semplice. La mitologia cosmologica mistica descrive la nascita di tutti gli esseri attraverso l’opera creativa di Brahma. Il creatore dovendo svolgere il suo compito formulò in se stesso il principio femminile “Sandhia” che significa Aurora, assumendo egli il principio maschile. Una volta che questa sua “figlia” apparve davanti ai suoi occhi egli ne fu così affascinato che s’invaghì della sua stessa creazione. Sandhia cercò di sfuggire alla bramosia di Brahma ed assunse di volta in volta una forma diversa, sempre al femminile, mentre Brahma la rincorse nella forma maschile della stessa specie. E così tutti gli esseri senzienti furono alfine prodotti. Questa allegoria simbolica del “rincorrersi” è ripetuta anche nella teoria del Big Bang, in cui l’unità indistinta primordiale (Tao per i cinesi) si trasforma in grande esplosione creatrice (il desiderio del moltiplicarsi), resa possibile dall’espansione del tempo nello spazio, potremmo egualmente chiamarli luce e tenebra….
Ma voglio scendere nei particolari minuti, sulle intuizioni presenti in ognuno di noi, prendendo l’esempio della mia stessa vita. I ricordi più lontani che ho di me stesso risalgono al limbo del grembo materno ed al momento della nascita. Allora percepivo chiaramente il destino della forma che avrei assunto, con tutte le difficoltà conseguenti al necessario riequilibrio di un precedente karma. La volontà di uscire fuori dall’utero era molto debole, vedendo le umiliazioni, le paure, le fatiche, le trasformazioni che mi aspettavano… eppure ad un certo momento sentii che non potevo tirarmi indietro, che questa nascita era necessaria per la mia evoluzione, che vi sarebbero stati anche momenti santi e gloriosi, che questa mia vita avrebbe aiutato il compimento anche di altre esistenze. E così venni alla luce, tirato fuori da un forcipe…. Che la levatrice infine usò, vista la mia reticenza a nascere….
E poi i momenti cruciali legati all’insoddisfazione per la forma assunta. A circa 6 od 8 mesi, ricordo che mia madre descriveva ad una amica in visita il colore dei miei occhi “prima era azzurri ora stanno diventando verdi –forse castani..”. Ed infatti i miei occhi sono castani, con striature verdognole (”cacarella” dice mia figlia Caterina), l’azzurro tanto desiderato è rimasto solo un alone nella pupilla.
Ed il desiderio carnale, la paura e la gelosia edipica? A circa un anno e mezzo ricordo che una sera ero nel mio lettino, nella stanza dei miei genitori, che evidentemente volevano copulare, ma io non mi addormentavo e mi dissero “dormi se no dalla finestra viene il gatto mammone”. Neanche sapevo cosa fosse una tale bestia ma immediatamente percepii una figura nera che mi osservava dalla finestra e implorai mia madre di farmi andare nel suo letto. Ma non fui accettato e fui zittito con frasi tipo “ma no… ma no.. il gatto mammone non c’è.. resta nel tuo lettino..”. Eppure per me c’era anche perché sentivo rumori strani… Poi a circa due anni e mezzo, quando era nata da poco la mia sorellina Maria, assistevo alla sua poppata al seno e mi venne il desiderio di bere anch’io di quel latte ma presi la cosa alla larga “Mamma, mamma… come fa il latte ad uscire dalla sisa?” E mia madre scherzando sollevò la sisa la spremette nella mia direzione facendone uscire uno schizzo di latte che mi colpì in faccia.
Lascio da parte altri ricordi di questo genere e racconto solo quello che fu per me illuminante e mi diede la visione della realtà indivisa. Un giorno, avevo circa quattro anni, osservavo nel raggio di sole che entrava dalla finestra una moltitudine di piccoli esseri che si muovevano, un pulviscolo di particelle misteriose, e chiesi a mio padre “papà.. cosa sono tutte queste cose che si vedono nel raggio di luce?” e lui mi rispose (dopo aver osservato a sua volta) che si trattava di minuscole forme di vita. Immediatamente percepii la verità che la vita è una realtà indivisa, la stessa cosa che oggi affermano gli scienziati, che non c’è separazione e che veramente tutto è una manifestazione del gioco delle particelle quantiche primordiali. Ed lo dissi esclamando “ma allora non c’è divisione fra noi… siamo tutti la stessa cosa!”. Ovviamente mio padre, vittima della visione dissociata negò dicendo che ognuno ed ogni cosa era separata, e qui dovetti iniziare a fare i conti con l’accettazione della mia verità intuitiva rispetto a quella descritta dagli altri….
Ma insomma qual è il meccanismo concettuale dietro alla creazione del mondo?
A questa domanda Nisargadatta Maharaj rispose in modo lucido e chiaro: la creazione del mondo, come apparizione nella coscienza, ha un decuplo aspetto:
- Purusha (maschile o mente) e Prakriti (femminile o natura), il materiale psichico e fisico.
- L’essenza dei cinque elementi fondamentali (visti come stati energetici): etere, aria, fuoco, acqua e terra, in continua e mutua frizione.
- I tre attributi (o qualità): satva (armonia), rajas (attività), tamas (inerzia)
Un individuo può pensare di essere lui stesso ad agire in realtà il suo nome e forma non sono altro che l’espressione combinata dell’incontro fra questi fattori.
In verità ognuno di noi è null’altro che “coscienza” ovvero la capacità di osservazione e di vivificazione che rende possibile il gioco degli elementi e dei vari aspetti psichici. La forma incarnata è un po’ come la particolare immagine che si forma al caleidoscopio, od alla slot machine, alla quale noi osservandola diamo un valore e significato sulla base di certe convenzioni. Le forme differiscono così tanto in qualità e quantità, dati i possibili mescolamenti dei 10 aspetti coinvolti, che alla fine appaiono individui come Hitler o Gandhi….
Facendo un’analisi all’inverso, tornando cioè indietro nella formazione degli aspetti, notiamo che le tre qualità non sono altro che il movimento del “maschile” (rajas) e del “femminile” (tamas) nel gradiente formato dallo spazio-tempo ed osservato nella “coscienza” (satva). Mentre gli elementi son solo le posizioni assunte dalle qualità nel gradiente, cioè: satva = etere; satva e rajas = aria; rajas = fuoco; rajas e tamas = acqua; tamas = terra.
Ma apprendere il meccanismo concettuale “esteriore” serve a poco se manca la capacità di riconoscimento e radicamento della propria identità primordiale, la pura consapevolezza, alla luce della quale tutto avviene.
Il pensiero “io sono” vibra nell’esistenza e tutto appare!

Paolo D’Arpini