Inevitabile una breve nota biografica su
Wilhelm Reich (1897-1957), austriaco di nascita, appena laureato in medicina a
Vienna nel ’22 si occupa di psicanalisi e diventa assistente
nella Clinica Psicoanalitica di S. Freud, che
inizialmente tiene Reich in alta considerazione, ma nel tempo, le divergenti
vedute in campo psicanalitico tra i due in merito alla sessualità dopo la
pubblicazione di: ”La funzione dell’orgasmo”(1927), le denunce di Reich a
riguardo degli abusi sui minori emersi durante le sedute, gli procurano
l’allontanamento dal gruppo viennese. Nel 1933 si stabilisce in Germania ma è
costretto a scappare per sue le idee (non solo politiche), trova asilo a mala
pena in Norvegia, ma nel 1939, dopo la pubblicazione degli esperimenti
sull’origine della vita1, una campagna di diffamazione (vi era
abbonato!) lo costringe a “riparare” in America.
Qui a New York fonda l’Orgone Institute e pubblica
sul Journal of Orgonomy ( O. I. Press) e sulla propria rivista Core le sue
teorie ed esperimenti, (questi documenti sono il suo vero lascito scientifico oltre
che biografico) tra cui quelli circa l’energia orgonica, così chiamata poiché
manifesta durante l’orgasmo, l’energia vitale eterica cosmica che tutto pervade
e che permette il pulsare nella vita; costruisce l’accumulatore orgonico, che accumulando
‘inspiegabilmente(!)’ calore imbarazzerà Einstein, poi lesto a defilarsi; intuisce
come la stabilità dei flussi orgonici possa guarire finanche il cancro e
inventa la camera orgonica per le applicazioni cliniche; costruisce il famoso
cloud-buster, per mezzo del quale generando i flussi orgonici e sfruttando la
polarità dell’acqua, farà piovere nel deserto dell’Arizona, e non solo, procurandosi
guai con la giustizia federale, fino all’arresto; singolari (o meglio
inquietanti) i resoconti dei sorvoli di UFO in seguito alle operazioni di
bonifica dell’atmosfera tramite il cloud-buster; Reich non
arresterà la sua azione d’indagine spingendosi negli ambiti del sociale e del
politico, libero pensatore per eccellenza, prolifico saggista, egli è la
persona a cui gli “stessi”, i nazisti in Germania, l’Fbi nella democratica(?)
America, distrussero le opere con il pari intento di nascondere (a noi) le sue
conoscenze. Quest’uomo si è occupato di tanti ambiti scientifici ed è andato svelare
tante verità quante sono le persecuzioni che ha subito; screditato e diffamato
anche negli USA, infine condannato muore avvelenato in un carcere federale. Se (vi)
siete incuriositi, potete trovare molto su Reich in: http://www.orgonomia.org/
Reich formula la teoria dell’orgasmo, inteso
come maggiore manifestazione umana della forza universale che infusa negli organismi
viventi permette il pulsare della vita, studiando le correnti che si generano
su corpo ed in specie sui genitali, qualsiasi impedimento (sesso e morale) al
libero scorrere di questo flusso energetico genera una costrizione che porta alla
lunga verso la malattia psichica/fisica. L’indagine, in campo psicanalitico,
oltre alle dinamiche comportamentali, si focalizza proprio sulla funzione
vegetativa nel paziente, sull’azione pulsante di quest’energia che genera
appunto il fenomeno somatico della tensione/distensione ricercandone un
raffronto sull’azione delle “correnti vegetative” nei protozoi.
Dagli esperimenti con le correnti sui
protozoi, già negli anni viennesi, si genera la scoperta ‘involontaria’ dei
bioni, nascono così le prime osservazioni sulla biogenesi: la generazione
spontanea. Ma le ricerche sulla trasformazione di materia inanimata/inorganica
in organismi batterici, continuano poi ad Oslo. Nell’osservazione negli
organismi unicellulari, Reich individua come causa dell’azione di
carica/tensione e distensione, la forza cosmica eterica che chiama orgone poiché riconosce identica a quella
corporea. In particolare è durante lo studio di un tipo particolare di bioni, ottenuti
dalla sabbia oceanica, che Reich scopre la radiazione orgonica (gennaio del
1939) ed inizia a studiarne le caratteristiche, sia a livello puramente fisico
che biologico.
Seguiamo le osservazioni al microscopio: in
una soluzione non sterile viene posto a macerare del fieno, dopo due giorni,
ove il margine fogliare si disgrega si formano delle vescicole che, o si
distaccano dalla foglia o formano dei gruppi, dopo poche ore, un margine
(membrana!) racchiude i gruppi, questa formazione mostra una lieve motilità e
una forte affinità con l’ameba. Un’altra osservazione mostra la stessa
disgregazione fogliare che approda a saccule sferiche e ovoidali contenenti
vescicole che distaccatesi energicamente dal margine fogliare si spostano aprendo
a scatti un orifizio nella membrana. Reich si chiede: “Questa struttura è un
animale o è ancora un pezzo di vegetale? Si tratta di una forma in transizione!”
Rimettiamo l’occhio sul microscopio, dopo due giorni infatti, le stesse
“creature” nuotavano liberamente nel liquido, simili a parameci, diffusissimi
protozoi (infusori di Leeuwenhoek!!!), alcune inglobano contraendosi vescicole
singole attraverso la “bocca,” che dopo pochi secondi si richiude. Reich che è
parimenti curioso di spiegare la causa elettrica(?) delle contrazioni, riscontra
obbiettivamente che questo tipo di
protozoi nasce dalla trasformazione di un vegetale dopo aver attraversato una
serie di fasi di sviluppo, ma di che
protozoo si tratti, non importa a fronte della formazione certa e univoca
delle amebe, sostituendo nella macerazione (al posto del fieno) il muschio.
Ossia: “L’osservazione diretta ha provato
che le amebe si formano (anche) da fibre muscose gonfiate per macerazione.”Repetita iuvant! E’ dunque confermata la
scoperta, già del 1936, dei bioni, forme di transizione tra la materia non vivente e
quella vivente, che Reich definisce come: "l'unità funzionale elementare di tutta la materia vivente."
Perfezionata l’osservazione con una
cinepresa ad alta velocità, per cogliere i ‘fuggevoli passaggi vitali,’ non
resta che cambiare la ricetta, ossia gli “ingredienti”messi a macerare. Un
preparato a base di terra mostra alveoli motili e altre particelle in movimento,
l’aggiunta di cloruro di potassio amplifica i fenomeni, l’immissione di
gelatina porta alla formazione di gruppi di vescicole, pseudo amebe. Nel dubbio
che queste siano presenti per contaminazione, si procede alla bollitura dei
preparati, ma i preparati bolliti presentano forme di vita più ricche e vivaci
dei preparati non bolliti! Strano ma anche ripetendo l’esperimento non sarà più
possibile dubitare del fatto che i preparati bolliti contengano forme di vita
più attive; questo dato contraddice
tutte le leggi sulla sterilizzazione!
Visto quanto detto e considerando l’azione
della cottura sui cibi, Reich pone un appunto per una ricerca futura e scrive:
“Se ogni sostanza, sottoposta a processi di gonfiamento e di disgregazione, si
trasforma in vescicole motili, è logico supporre che le sostanze nutrienti che
ingeriamo bollite, durante la digestione vengono sottoposte ad un processo
ancora sconosciuto che è strettamente connesso ai bioni.” A tal proposito
esiste uno studio2 condotto su elementi ex vivo di Kieichi Morishita che riguarda la formazione di globuli
bianchi, globuli rossi e cellule cancerose. [Ah benedetti crudisti!]
Ma torniamo a guardare nel microscopio, forme
viventi intermedie si formano dalla materia, e diventano protozoi, e se sterilizzi
il tutto, diventano più vitali, manca solo che si riproducano per divisione
cellulare…; alla terra, al potassio (cloruro di) e lecitina, Reich aggiunge il
bianco d’uovo e “dopo pochi minuti … si formano cellule rotonde provviste di
nuclei scuri soggette ad una divisione frequente e rapida. [Come se le sostanze
chimiche presenti negli ingredienti, materia e coltura, contengano informazioni
potenziali che si traducono in un incremento di funzionalità dei neo protozoi,
n.d.r.].
Se bianco d’uovo, lecitina, cloruro di potassio
(KCl), e colesterina danno vita a
delle cellule che si contraggono/espandono si dividono, resta il problema del
metabolismo, della colturabilità (poi verificato possibile) e della natura
batteriologica da individuare. Intanto emerge esserci un principio che si autogoverna che crea la vita da materia senza vita. Dal gennaio del ‘37 il prof. Roger du Teil del
Centro Universitario Mediterraneo di Nizza collabora a verificare gli
esperimenti secondo i protocolli che Reich fornisce. Reich nel proseguo degli
esperimenti, utilizza polvere di carbone portata a circa 1500°C miscelata a brodo di
carne e KCl, in questo caso il carbone gonfia
non marcisce, dopo la consueta
sterilizzazione della miscela si assiste, tempo due tre giorni, al prosperare
di forme di vita molto vigorose, si tratta di spore: dunque anche le spore devono avere origine dalla materia come risultato
di un processo di gonfiamento; più in generale si è verificato che: tutta la materia non organizzata possiede la
capacità di produrre vita, a seconda della sua composizione e dell’ambiente (la
base di coltura) in cui si trova. Bene
abbiamo incontrato batteri, virus e funghi unicellulari, è abbastanza!
Va fatta una precisazione, qualora venisse
da pensare che i preparati si possano essere accidentalmente contaminati
secondariamente, “dispiace” per Pasteur e Tyndall (sostenitori della teoria
germinale) ma anche loro “sanno adesso” che si tratta di generazione spontanea,
senza ma e senza forse, un dato su tutti, i preparati mostrano di contenere tanta
più vita per quanti estremi e numerosi sono i cicli di riscaldamento e
raffreddamento degli stessi. Non è forse il caso della tubercolosi per la quale
già da tempo si è ammessa la natura endogena del bacillo di Koch! Ossia il temibile
bacillo non si trasmette (contatto, mucose, via aerea, se non all’interno dei tubercolosari!) ma si crea dentro i polmoni quando fuori
non vi sono condizioni salubri per il vivente!
Certo la trasmissione dei germi avviene per
via aerea, ematica, sessuale, oro-fecale, e trasmessi i germi trovate le
condizioni, si riproducono, ma qui si
non siamo davanti ad una replicazione ma ad una creazione. A quanti (o)errori porta l’umana scienza l’equiparazione dei fenomeni in vitro a
quelli ex vivo!
Intanto una nota storica: appena Wilhelm Reich pubblica i suoi
studi nel 1939, si ritrova il mondo “accademico” contro, diffamazione a mezzo
stampa, addio laboratorio ad Oslo, e via dalla Norvegia, meglio anche perché le
truppe del III reich erano ormai giunte; persino l’incolpevole prof. Roger du
Teil viene licenziato dal Centro Universitario Mediterraneo di Nizza; perché
tanto accanimento, se una teoria è sbagliata qual è il problema, sarà che ad
occuparsi di creazione ci s’attira l’ira del diavolo!
A sostegno delle conclusioni dell’autore, va
ricordato il famoso Esperimento XX che
egli effettuò nel 1945. Acqua sterilizzata ed altamente carica di energia
orgonica (eterica) venne congelata e sterilizzata ed il procedimento ripetuto
più volte. Dopo alcune settimane fu possibile osservare la presenza di
materiale biologico sotto forma di fiocchi plasmatici, Reich postulò che dal
processo di addensamento energetico emergessero le strutture biologiche
osservate al microscopio frutto della biogenesi primaria.
Per quelli aggrappati alla razionalità
positivista, che riescono a rigare gli specchi con i polpastrelli pur di
rimanere aggrappati a formulazioni fisico razionali dalle quali non osano
scostarsi, impiegati della scienza col posto fisso (una speranza, oltre la
certa Infinita Compassione, resta nel dubbio e nella ricerca), le risposte le
dà Reich: “la vita può essersi originata come generazione spontanea,..., in un
punto [qualsiasi] dell’universo. La teoria di sostanze venute dall’universo
sulla terra … è improbabile, [la panspermia!?! resta più facile far viaggiare
informazioni che materia vivente! (n.d.r)].
L’osservazione diretta dei processi
vitali,…,ci porta a supporre che la vita si sia sviluppata dalla materia
inorganica in condizioni estremamente semplici e naturali. (..) La vita può
generarsi in ogni tempo ed ogni luogo, purché esistano le condizioni e le
sostanze necessarie. (..) Inoltre ci deve essere un principio che determini la
scelta delle qualità e quantità necessarie … il principio dell’autoregolazione
nella creazione della vita. Dunque, nuova vita si genera di continuo in
qualsiasi luogo. Dobbiamo distinguere tra le forme di vita che si sviluppano da
organismi in decomposizione e le forme che sviluppano dalla decomposizione
della materia inorganica. … esiste un ciclo tra la materia inorganica e la
materia vivente …. L’organismo pluricellulare, quando muore, si disgrega in
organismi unicellulari e in materia organica. Da entrambe queste fonti si
riforma l’organismo unicellulare”.
Gli
studi di Reich sui bioni, proseguiranno in ricerche che approdano ad un altro
saggio fondamentale, “La
Biopatia del Cancro”, chi ha buon curiosità, che vada a
curiosare! Ma la domanda fondamentale che si pone è: come nasce la vita?
Seguita da altre domande: la materia da dove ha preso le informazioni che
contiene in memoria e che, in certe condizioni, dispiega organizzandosi in
composizioni materiche intelligente?
I bioni erano stati già individuati in
precedenza da vari
scienziati e descritti come la più piccola unità di vita e presentati come un
ponte fra il sistema non vivente e quello vivente chiamati microzimi o
“minuscoli fermenti” nel 1870 da Antoine Béchamp, protiti, simbionti, o
endobionti nel 1925 da Günther Enderlein, somatidi nel 1940
da Gaston Naessens3.
Proprio il francese Naessens, grazie ad un
microscopio di sua invenzione, rintraccia e filma nel sangue umano VIVO, una ultra microscopica sub
cellula vivente auto riproducente che ha chiamato “Somatide” (corpo piccolo e
sottile) che ha caratteristiche polimorfiche4.
Scrive Reich: “È stato dimostrato che i Bioni
sono presenti praticamente dappertutto, nell’aria, nell’oceano, nel sangue,
nell’urina, e sono in grado di svilupparsi dalla integrazione di sostanze molto
cariche che presentano un intenso colore blu.” [il colore dell’etere, ossia del
cielo, dell’aura, del settimo chakra = l’aureola dei santi, …. n.d.r.].
RICAPITOLANDO: i bioni sono la più piccola
particella di materia vivente, sono presenti in tutte le sostanze organiche
perché ne sono la matrice; possono evolversi in qualsiasi forma vivente
unicellulare, precursori dei geni, ossia del DNA, sono autosufficienti, non possono essere distrutti con nessun mezzo
fisico o chimico; trasformati in batteri concorrono alla decomposizione degli
organismi pluricellulari nelle sue componenti di base: ossigeno,
idrogeno, carbonio ed una volta compiuta l’opera, ritornano ad essere elementi
primari, per sempre per milioni di anni, essi si generano condensano l’energia
cosmica (orgone) che giunge, con tutte le sue informazioni dall’infinito cosmo,
alla materia, alla vita, ecco! Da oggi
li chiamerò i semini di Brahma.
Quest’articolo
è un omaggio alla memoria di Wilhelm Reich, uomo e ricercatore straordinario, che ha
pagato con la vita e l’oblio l’aver speso l’esistenza per regalare al “piccolo
uomo” ciò che quest’ultimo, spaventato dalla libertà del proprio spirito, non
mostra di meritare.
Giuseppe Moscatello - pep65@tiscali.it
Nota Bibliografia:
1.
- Wilhelm
Reich, Esperimenti Bionici sull’Origine della Vita, 1979 - Sugarco Edizioni.
2. – Kieichi
Morishita, Hidden-Truth-of-Cancer
1976 Ed. G. Ohsawa Macrobiotic
Foundation, si trova su: https://www.scribd.com/doc/15045616/Hidden-Truth-of-Cancer-Revised-Kieichi-Morishita-M-D;
per una traduzione italiano a cura di Luca Chiesi, chiedere a ‘pep65@tiscali.it’
oppure a ‘luca.chiesi@gmail.com’.
3. - Un interessante
articolo sui bioni del dott Nader Butto:
http://www.arnoldehret.it/old/downloads/La-natura-dei-Bioni-Dr-Nader-Butto.pdf
4. - un accenno all’opera
di Gaston Naessens in:
http://www.mednat.org/cure_natur/somatidi.htm