“Vita Senza Tempo” di Caterina Regazzi e Paolo D’Arpini – Recensione



"Amore è il fatto che tu sei per me il coltello con cui frugo dentro me stesso."  (David Grossman)


Che tu sia per me il coltello!


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Un amore “settembrino”, quasi “senza tempo”, quello narrato da Paolo D’Arpini e da Caterina Regazzi nel loro bel libro “Vita senza tempo”, raccolta epistolare della selezione di un nutritissimo carteggio virtuale che inizia il 24 aprile 2009 e si conclude il 7 luglio 2010.
Il libro si dispiega in maniera graduale, partendo dall’iniziale fase amichevole della conoscenza reciproca di Paolo e Caterina, nutrendosi di un corposo segmento intermedio di approfondimento e approdando, infine, a una relazione stabile sentimentale. Un ruscello che convoglia le proprie acque in modo equilibrato prima di diventare fiume e sfociare in una conclusione ideale, quella di apertura verso il mare e verso la vita stessa, rivista da Caterina e Paolo in un’ottica di condivisione e comprensione l’una per i punti di forza e i punti di debolezza dell’altro e viceversa, come in un amore maturo e realmente fruibile dovrebbe sempre essere. Un sentimento forte e corposo ma non scevro da dubbi, piccole incertezze, sussulti dovuti alla frenesia del vivere quotidiano sperimentati da Caterina, veterinaria, accolta in un abbraccio ideale dalla disponibilità “appassionata/spassionata” di Paolo, spirito libero e pensionato, spesso ago della bilancia della quotidianità di entrambi.
Il dialogo procede secondo ritmi variabili, trattando moltissimi temi attuali e contemporanei: relazioni umane e loro spendibilità nel reale e nel web (quest’ultimo visto come modalità privilegiata e catalizzante di comunicazione, seguita tuttavia da un’indispensabile conoscenza “de visu” ); accettazione amorevole e consapevole di se stessi come premessa indispensabile per l’instaurazione di rapporti affettivo-sentimentali-relazionali positivi e durevoli di amicizia e amore; scelte esistenziali sentite con particolare riferimento alla salvaguardia dell’ambiente, alla tutela del benessere degli animali anche in rapporto a stili alimentari vegetariani o vegani. Accomunate sempre e comunque dal profondo rispetto di tutto ciò che ci circonda.
L’idea di vivere spensieratamente ma non superficialmente per arrivare gradualmente ma in modo maggiormente sentito e con naturalezza a determinate scelte di vita, senza forzare la mano a un processo che,
una volta innescato, porta inevitabilmente alle giuste conclusioni.
L’attribuzione, infine, di un peso rilevante al momento presente, da gustare intensamente scevro da ombre passate (o forse, meglio, non appesantito ma arricchito dalla positività di ciò che è stato) e di moderata propedeuticità verso un futuro ancora tutto da costruire con i piedi ben piantati per terra in un hic et nunc concreto e costruttivo.
Lucia Guida
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Le citazioni
Ben amalgamate nella narrazione, le riflessioni di Caterina e Paolo abbondano senza, tuttavia, il minimo sentore di pretenziosità. Una sorta di corollario, fruibilissimo per tutti, di vita vissuta, agita. 


Paolo D’Arpini:
“ Viviamo in una società che non tiene conto del valore della vita di altre specie ed è per questo che una dieta vegetariana sarebbe indicata sia per motivi etici, che tuttavia sono meno importanti, che ecologici.”
“Le sensazioni più negative sono solo oscuramenti che sorgono nella mente, tanto vale non tenerne conto e procedere risolutamente nel bene… “
“Occorre accettare la propria solitudine e volersi bene come siamo, senza aspettative né desideri, allora nel silenzio l’amore fiorisce e non è più compensazione ma una semplice espressione di sé”
“Quando sono in viaggio mi muovo come se fossi in sogno, non so mai quello che succede realmente e quali sono le cose da fare, anche se un sottofondo di conoscenza o di ricordo dei percorsi e dei modi mi resta nella memoria”
“Le cose accadono perché ce le cerchiamo ma anche a volte contro la nostra volontà. Io, sinceramente, non credo che il nostro destino sia segnato ma che “attiriamo” o “respingiamo” le persone, gli eventi, le atmosfere a seconda di quello che siamo e che sentiamo e quindi di come noi ci poniamo”
“Non è meglio immergersi nel tutto e accettare, vivendo e basta? Dove per accettare voglio dire anche lottare, se necessario”
“La santità è una cosa diversa dalla saggezza”
“Ognuno di noi ha bisogno di essere addomesticato per poter risultare consono in un rapporto ma questo non significa perdere le proprie caratteristiche, anzi significa capire come accettarle e farle accettare con dolcezza”
“Ama e non preoccuparti … ama e basta”
“Ricordiamo sempre che possiamo solo compiere ciò che è a noi possibile, non ciò che riteniamo dovrebbe essere”
“L’amore è un gran livellatore dell’io”
“ (…) provo per te un infinito amore e cerco una fusione con te, uno stato dell’anima in cui non abbia più “bisogno” di chiederti alcuna spiegazione. Sciogliermi in te, restando me”
“Sii te stessa senza remore e non avrai mai da pentirti”.
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Caterina Regazzi:
“E’ più difficile fare di ogni scelta che ha risvolti commerciali una scelta consapevole sui risvolti ecologici, etici, sociali che comporta (…) Tutti dovremmo guardare un po’ di più alle implicazioni che i nostri comportamenti sottendono … senza che il nostro ego ne abbia a gonfiarsi troppo.”
“Ero felice anche prima, Paolo, finalmente dopo tanti anni passati a subire la vita, ora ho imparato ad amarla incondizionatamente come si ama un figlio e forse proprio per questo ho incontrato te”
“L’amore non si può pretendere, ma non solo l’amore tra uomo e donna, tutti i tipi di amore (…) ti amo come sei senza chiedermi neanche più di tanto come sei”
“(…) siamo tutti un po’ “sciroccati” e tutti, chi più, chi meno, ci attacchiamo a delle immagini, a delle esperienze fuori da noi, per poter dare “un valore aggiunto” alla nostra vita”
“Se rinasco vorrei rinascere gabbiano, tanto lo so che dovrei retrocedere nella scala evolutiva ma almeno forse, per una vita di gabbiano mi sentirei più libera”
“Meravigliosi i momenti in cui non capisco dove finisci tu e dove comincio io”
“La ricerca della felicità è un istinto naturale (…) Per me la felicità si raggiunge essendo in armonia con il creato, provando amore per se stessi e per gli altri”
“ (…) sognando, ad occhi chiusi o aperti, a volte si scoprono energie e scenari che ci fanno vedere al di là delle semplici consuetudini e ci mettono in contatto con il nostro Sé”.

"Verso la realizzazione del Sé" di Yogananda Paramahansa


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Noi siamo anime, siamo Spirito individualizzato; questo è il motivo per cui dobbiamo ritornare a Dio. Dobbiamo considerarci anime e non creature mortali.Quando guardo la fotografia dei miei genitori, non riesco a credere che il mio corpo sia nato da loro, perché so che sono stati creati anch’essi da Dio. Il Vasaio ha creato l’argilla con la quale ha modellato la mia forma e quella di mio padre e di mia madre. Come potrei dire allora che sono stati i miei genitori a crearmi? Il mio Padre Celeste è l’unico artefice della mia nascita. Allo stesso modo, Sankara ha detto: “Non ho nascita, né morte, né casta. Non ho padre né madre. Sono Lui, sono Lui; lo Spirito beato, sono Lui”. Ora i miei genitori terreni sono morti, ma rimangono nella mia coscienza e nella memoria della mia anima che fa parte di Dio, come io stesso ne faccio parte. Quindi,perché devo limitare quel ricordo chiamandoli padre e madre?

La devozione che si prova per i genitori è simile alla devozione che si prova per Dio, perché il vostro vero Genitore li ha incaricati di prendersi cura di voi. Ma il vostro primo gesto di lealtà deve essere rivolto a Dio,il vostro vero Genitore presente nel padre e nella madre terreni. Dio è vostro padre, Dio è vostra madre, Dio è il vostro amore supremo. La presenza di Dio rende meravigliosi i rapporti familiari e tutti gli altri rapporti umani che, senza di Lui, sono soltanto l’ interazione delle leggi del karma e della natura in questa vita. Quei rapporti non significherebbero nulla se Dio non avesse infuso i suoi pensieri e il suo amore nel vostro cuore.


Rimarreste stupiti se sapeste quanto è stupenda la vostra anima, quanto avete deturpato la sua manifestazione nell’ego e quanto avete turbato quella coscienza divina con le azioni errate. La maggioranza degli esseri umani pensa che la vita sia molto affascinante, ma con il passare del tempo se ne stanca, e quando muore ritorna inconsapevolmente nell’anima. Lo stato della mia coscienza è esattamente opposto. Io vivo nell’anima ora, ma trovo comunque il modo di svolgere la mia opera nel mondo. 


Tuttavia non lascio che l’attaccamento a una qualsiasi cosa si manifesti in me perché vedo le ingiustizie e la precarietà della vita. Vedo la crudeltà: il pesce grande che mangia quello piccolo, un animale che si ciba della carne di un altro, la vita che combatte la vita, gli orrori della povertà e della malattia. 

Allora dico: “Signore, questo è il tuo spettacolo. Così sia. Ma non mi interessa farne parte, se non per obbedire alla tua volontà. Compirò la tua opera il più presto possibile e mi allontanerò in fretta dal tuo spettacolo; ma voglio anche aiutare il mio prossimo ad allontanarsi da questo ingannevole dramma, fatto di commedie e di incubi”.


Non prendete la vita troppo seriamente. Finirà prima che ve ne accorgiate. Quando eravamo bambini ci sembrava bellissima. Erano così tante le cose da desiderare, così tante le cose di cui godere senza grandi responsabilità. Ma ora comprendete in che cosa consiste. Tutti quei sogni sono svaniti, e allo stesso modo finirà questo episodio della vita. Ma fino a quando durerà, fate in modo che i vostri pensieri siano rivolti soltanto a Dio. Se Lo cercate seriamente, come potrà resistere al vostro amore? Parlategli sempre, in segreto; ed Egli non potrà più rimanere lontano da voi.

“Rivolgete a mia Madre l’ invocazione della vostra anima, ed Ella non potrà più rimanere nascosta”. Chiudete gli occhi, pensate a Dio, e invocate la Madre divina dal profondo dell’ anima. Potete farlo sempre, in ogni momento, in ogni luogo. Qualsiasi cosa stiate facendo, potete conversare mentalmente con Dio: “ Mio Signore, io ti sto cercando. Non voglio nient’ altro che Te. Desidero tanto stare sempre con Te. Tu mi hai fatto a Tua immagine; Tu sei la mia dimora. Non puoi tenermi lontano da te. Forse ho commesso molti errori, tentato dalle illusioni del tuo spettacolo cosmico. Ma poiché Tu sei mia madre, mio padre, mio amico, so che mi perdonerai e mi riprenderai con Te. Voglio tornare a casa. Voglio venire da Te”.


Paramhansa Yogananda



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Tratto da "Verso la realizzazione del Sé"
Ed. Astrolabio

Kali Yuga e la chiave della spiritualità indoeuropea, secondo Maurizio Carella


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Come si è avuta innanzitutto l’epoca del Kali Yuga? Secondo la Tradizione vi fu all’inizio un’ Età dell’Oro in cui l’Essere ed il divenire coincidevano – l’Immutabile ed il Mutabile coincidevano – poi si è avuto il distacco tra Essere e divenire, e allora ecco che arrivò la corruzione dell’Essere, dapprima l’Essere dell’Età dell’Oro diventò d’Argento, poi ci fu il Bronzo, e poi il Ferro, che è l’epoca di Morte e di distruzione che stiamo vivendo - l’Età del Ferro - che viene chiamata anche Kali Yuga.

Come si è avuta questo distacco tra Essere e divenire – che ha portato poi al Kali Yuga – questo distacco si è avuta a causa della hybris dell’uomo e della donna – cioè della tracotanza – ma non facciamo i cristiani ed i moralisti attenzione, questa hybris non deve essere soppressa da una morale del gregge – come vorrebbe fare il cristianesimo – ma semplicemente governata Alcuni sostengono che la spiritualità indoeuropea sia la PRIORITA’ dell’elemento maschile e virile su quello femminile – Apollo che governa Dioniso – altri invece credono che la spiritualità indoeuropea sia la COINCIDENZA tra maschile e femminile, ora la tesi della PRIORITA’ del maschile sul femminile è la tesi che si afferma nella Tradizione dell’Europa, ovvero il gove Molto probabilmente è vero che il governo di Apollo su Dioniso – cioè il governo del maschile sul femminile – è parte della hybris e della tracotanza dell’uomo - e che quindi in origine non esisteva nei popoli indoeuropei - ma è anche vero che il “fuoco della tracotanza” NON E’ ANTIEUROPEO QUANDO VIENE “INQUADRATO”, occorrerebbe anzi dire che la Razza dell’uomo indoeuropeo si accede e divampa in tutta se stessa quando il lato oscuro della hybris si inquadra nella luminosità di Apollo, l’uomo indoeuropeo DIVENTA PIENAMENTE “INDOEUROPEO” QUANDO INQUADRA LA SUA HYBRIS NELLA POTENZA DI APOLLO, SENZA SOPPRIMERLA, infatti se questo “fuoco della tracotanza” viene poi “lavato da Marte” diventa Marziale, guerriero, gerarchico e si inquadra nella Tradizione indoeuropea, questo perché il vero uomo indoeuropeo non è colui che vuole sopprimere la hybris a differenza del cristiano ma è colui che la vuole GOVERNARE 

Nella mia vita ho attraversato tante fasi – campate in aria - prima di cercare davvero il sentiero indoeuropeo – FASI CHE OVVIAMENTE HO RINNEGATO, COME AD ESEMPIO QUELLA CATTOLICA - e alla fine la potenza dell’Europa mi ha folgorato davvero, anche per la sua capacità di inquadrare il Caos e la hybris dell’uomo nella potenza del Cosmo e dell’Ordine – Ad esempio domino dell’uomo sulla donna è certamente una hybris, il voler “rendere secondaria la donna” rispetto all’uomo è, certamente una hybris, ma questo dominio “Indoeuropeo” del maschile sul femminile non nasce da un senso maschilista, machista, sessista nei confronti della donna, l’uomo indoeuropeo si comporta in questo modo perché vuole “CONQUISTARE” LA COMPLICITA’ DELLA DONNA, poiché la donna – diventando poi “secondaria” – è in una posizione privilegiata, infatti la donna -diventando “secondaria” - sarà anche la figura che possiederà I SEGRETO DELLA VIRILITA’ DELL’UOMO VERSO CUI E’ COMPLICE, e quindi della sua eventuale IMMORTALITA’, inoltre non dimentichiamoci che l’atto della “complicità” della donna verso l’uomo è un’azione della donna che è anche ATTIVA – E NON SOLO PASSIVA – la co0mplicità della donna è la potenza con cui la donna diventa complice, ovviamente questa “dimensione attiva” della donna deve essere governata da Apollo, cioè dal lato maschile L’uomo indoeuropeo è diventato grandioso nel momento in cui ha impugnato la sua tracotanza, ed è riuscito a governarla e ad inquadrarla – il Caos della tracotanza non va soppresso ma governato – quindi è solo grazie a questo atto inconscio di tracotanza – che poi diventa consapevole, dopo che la visione del mondo si dispiega sempre di più – a questo punto l’idea indoeuropea è il rapporto di governo tra Caos e Cosmo, una volta realizzato l’incendio della hybris è necessario inquadrare, dunque la divinità della hybris non sta nella hybvris, MA è NEL COSMO STESSO, PERCHE’ è CAPACE DI FAR SPLENDERE LE FORZE SEGRETE DEL CAOS, riuscendo ad “INQUADRARE” NEL COSMO 

C’è però la spiritualità semitica, che afferma l’esatto contrario, infatti dal momento che la hybris stimola l’animo profondo dell’uomo, la spiritualità asiatico-semitica afferma allora <>, quindi il fatto di essere invitato da due lesbiche nel loro letto realizza quindi la complicità dell’uomo, ed è questo che affascina l’uomo È necessario però distinguere la cultura maschile dell’uomo indoeuropeo, dalla cultura maschilista che vediamo – ad esempio – nell’Islam L’uomo islamico – maschilista- vuole rendere secondaria la donna perché vuole rendere la donna INNOCUA e SERVIZIEVOLE nei confronti di suo marito, vuole quindi ASSERVIRLA E NON CONQUISTARLA - non vuole una complice - vuole una donna che faccia da moglie e madre L’uomo indoeuropeo invece è per una cultura MASCHILE che però NON E’ AFFATTO MASCHILISTA, infatti – come abbiamo già detto – l’uomo indoeuropeo vuole rendere la donna secondaria rispetto all’uomo perché vuole che la donna DIVENTI ARMATA DEL SEGRETO DELLA VIRILITA’ DELL’UOMO – “dietro ad ogni grande uomo c’è dietro una grande donna”, come dice il famoso proverbio – di qui la Necessità - che è di matrice Divina - del governo di Apollo su Dioniso, cioè del governo del maschile sul femminile Non per niente, la vera donna indoeuropea non è la donna che vediamo nel cristianesimo – La Vergine Maria che ci invita a diventare mansueti e asserviti, come dei “Servi di Dio”– ma è la donna del guerriero, la donna che prende l’arma per porgerla nelle mani del suo stesso uomo dicendo <>, questa è la vera donna indoeuropea – che vediamo anche nella cultura Greca e Romana - questa è la DONNA COMPLICE Inoltre si prendano ad esempio i gemiti di piacere della donna durante l’orgasmo femminile, ora questi gemiti - e questo capita soprattutto agli uomini più “inesperti” nel campo dell’Eros – fanno letteralmente “impazzire l’uomo”, perché nel suo desiderio vi è da una parte l’aspirazione di governare il Femminile con il maschile, dall’altra di comprendere IL SEGRETO DELLA PROPRIA VIRILTA’ - che è però NELLE MANI DELLA DONNA!- ora non importa se questi gemiti di piacere emessi dalla donna siano veri o falsi, infatti se una donna si prende persino la briga di fare dei gemiti di piacere vuol dire che accetta la complicità, e come tale fa impazzire l’uomo nell’Enigma del Mistero Della Femminilità, che è però parte integrante dell’Enigma presente nella VIRILITA’ DELL’UOMO Perché le donne – fra di loro – litigano molto più degli uomini? Perché fra di loro si realizza la potenza inconscia dell’amore lesbico e saffico, questo perché nelle donne si realizza molte volte l’amore lesbico, e quindi si producono i movimenti intensivi e spirituali dell’amore piuttosto che dell’amicizia, di qui la “gelosia fra donna”, che appartiene all’elemento lesbico della donna Ovviamente il fascino virile per la donna lesbica non riguarda assolutamente la versione della lesbica/maschiaccio, perché la lesbica/ maschiaccio è troppo simile all’uomo per stimolare la potenza virile ed intensiva della virilità maschile , infatti la lesbica maschiaccio RIFIUTA COMPELATEMNTE LA COMPLICITA’ DELL’UOMO, ED E’ PER QUESTO CHE ALL’UOMO NON INTERESSA.

 Il femminismo è anti-europeo quanto lo è maschilismo, il femminismo è infatti per la donna che RIFIUTA la complicità nei confronti dell’uomo e quindi RIFIUTA di diventare secondaria – proponendo quindi l’uguaglianza tra uomo e donna - mentre il maschilismo è anti-europeo perché, il maschilista vuole rendere secondaria la donna per poterla DISARMARE DELLA SUA PROPRIA COMPLICITA’, il maschilista infatti NON ACCETTA che la donna abbia - GRAZIE ALLA SUA COMPLICITA’ FEMMINILE – IL SEGRETO DELLA VIRILITA’ DELL’UOMO Dopotutto, prima ancora degli orgasmi e dei gemiti di piacere ci sono altri segnali di complicità: sguardi, movenze, tono di voce, il modo di avvicinarsi e di allontanarsi, ecc, tutto questo fa parte della complicità del Femminile e del suo Enigma - in cui è nascosta la virilità dell’uomo - le frasi allusive, i tempi di attesa che ci sono fra un silenzio e l’altro, fra una parola e l’altra, il modo di sfuggire agli sguardi per poterli poi osservare in maniera più “felina” ed imprevedibile la cultura greco-romana è piena di segnali divini di questa seduzione tra uomo e donna – basti pensare ad Ovidio e Catullo e la grande poesia elegiaca - c’è tutto un gioco di seduzione e di erotismo che racconta dello scontro divino tra maschile e femminile, quello scontro divino con cui si uccide la morte e si genera nuova vita 

Maurizio Carella -  mauriziorubicone104@virgilio.it

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