I cinque elementi e le forme pensiero


Ognuno dei 5 elementi tradizionalmente riconosciuti (sia in Cina che in India) rappresenta uno dei 5 sensi e noi sappiamo che i cinque sensi sono diversi canali e modi comunicativi fra la mente interna e quella esterna. Ma esistono anche cinque elementi più "spirituali" o psichici che superano la comunicazione fisica dello stato di veglia, questi 5 elementi definiti in sanscrito Tanmatra - 5 potenzialità sensoriali o elementi sottili - precedono i cinque Indrya, o sensi, ad essi subordinati. 

Vediamo così che è possibile che le emozioni, i pensieri astratti, le sensazioni inconsce, possono essere trasmesse e percepite negli strati profondi della mente in forma di pulsazioni psichiche o telepatiche. Ma sulla base degli elementi di nascita che noi manifestiamo in forma congenita (sono diversi per ognuno) possiamo diversamente percepire e trasmettere queste pulsazioni psichiche o telepatiche. 

A volte confondiamo tali pulsazioni con i messaggi psicosomatici e comportamentali e riteniamo perciò che la telepatia vera e propria non esista, trattandosi di una semplice capacità interpretativa della mente che osserva i movimenti, le parvenze, i piccoli particolari ed i vezzi facciali e degli occhi delle persone che noi stiamo ascoltando o osservando...

No, la trasmissione telepatica è possibile anche ad occhi chiusi o in silenzio, lontano dal "trasmettitore" o "ricevente" ed anche a posteriori od in anticipo rispetto agli eventi correlati... in tal caso si chiama preveggenza o divinazione. Ma questa qualità della mente non può essere volutamente utilizzata, come una tecnica di ascolto, al contrario funziona proprio in assenza di modificazioni mentali e supposizioni. Per questo si dice nello yoga che solo con la mente "vuota" è possibile collegarsi con il tutto che ci circonda, l'Aura mentale della specie umana (inconscio collettivo) e la Mente universale.

Durante i vari incontri per parlare della spontanea capacità "percettiva e divinatoria" (mi riferisco alle "letture" sull'I Ching e sistema elementale indiano) ho affermato che i diversi aspetti psichici da noi incarnati e le energie degli elementi che ci contraddistinguono formano una specie di “griglia” attraverso la quale noi riusciamo a percepire il mondo esterno e le situazioni sulla base della sintonia (od opposizione) incontrata. 

Ove questa “griglia”, il nostro modo percettivo, non aderisce con le situazioni e le emozionalità diverse che ci giungono dagli altri automaticamente sentiamo una forma di repulsione. La nostra empatia ed antipatia ed il genere dei rapporti che possono essere instaurati con le persone con le quali veniamo in contatto dipende solo dalla configurazione del filtro interiore delle predisposizioni innate. Ma, allo stesso tempo, la comprensione che ogni aspetto della psiche o dei colori delle energie (elementi) dipende dal movimento nel caleidoscopio della mente di un "qualcosa" di indifferenziato che è alla radice della mente stessa, è importantissimo per riconoscere la comune matrice. I diversi aspetti nascono in seguito alla separazione primordiale, Yin e Yang, e dai movimenti consequenziali delle propensioni e dal raggruppamento in cantoni di accettazione e repulsione (sulla base dello specifico aspetto da noi incarnato in cui ci riconosciamo).

Le opposizioni sono però aspetti complementari della stessa energia archetipale, per cui le incomprensioni e comprensioni sono solo un “modus operandi” della mente ed un modo di riconoscere le affinità o le differenze, il fine della coscienza evoluta è comunque quello di riportare tutto all’unità.

Su questo stesso argomento, riporto le riflessioni della cara amica Antonella Pedicelli, docente di filosofia e  referente della Rete Bioregionale Italiana per l'educazione ecologica, la quale afferma: "Sperimentare la vita in un corpo materiale, rappresenta, per un essere umano, una continua possibilità di “apprendimento” e di evoluzione. La scelta delle esperienze, ovviamente, non è casuale: ci muoviamo ed agiamo spinti da “forze e pulsioni” che, nella loro complessa varietà di nomi e appellativi, non fanno altro che determinare il “movimento” nella nostra quotidianità. Il movimento rappresenta, sul piano dell’esistenza pura, l’incipit di ogni creazione, il “bisogno” fondamentale del principio ideatore stesso. 

Colui che è, in quanto tale, manifesta il suo essere nel movimento e nel conseguente continuo “fluire”, che, a sua volta, genera cambiamenti non immediatamente percepibili dal nostro umano sentire. Nei rapporti di vaio genere che tendiamo a “creare” in questo spazio-tempo scelto per l’esistenza nella quale trova dimora lo spirito che ci anima, spesso siamo soliti usare termini nei quali appare evidente il sentimento del “contrasto”, o per meglio dire, della “in-comprensione”. Io penso in un modo, lui o lei la pensano in tutt’altra maniera. 

Questo è un fenomeno semplice, molto semplice e complesso insieme. Viaggiamo su “frequenze vibrazionali” che non sempre si trovano in sintonia, una specie di “carrello” che, per alcuni è dotato di freni, per altri no! La direzione del carrello è la stessa, ma non la velocità e neanche l’energia impressa nelle ruote. 

La nostra singola percezione ci permette di intuire questo “meccanismo”, ma i “termini razionali” impressi nella nostra mente, creano la situazione del disagio, del pericolo e quindi assumono posizione di “difesa”, a volte con l’attacco,diretto verso chi la “pensa diversamente da noi”! In verità, invece, è solo una condizione come tante, uno “status” che sta “percorrendo la sua strada” al di fuori di ogni giudizio e di ogni “etichetta”. Riconoscere la “diversità” è un passaggio importante nella crescita personale, sul piano dell’apertura universale e della fiducia verso noi stessi; accogliere la nostra “percezione” è un atto d’umiltà che rende speciale la visione della Vita"

Ed ora alcuni semplici consigli sul come "vuotare" la mente in modo da poterla rendere permeabile e pulita, uno specchio terso che riflette senza ombre la realtà. Questa operazione non è comunque funzionale alla capacità di percezione telepatica o divinatoria, essendo più una conseguenza che uno scopo del lavoro di pulizia interna.
Innanzi tutto cominciamo ad osservare come la mente tende a creare dei problemi “fittizi”. 

Questo è uno degli aspetti che le impedisce di funzionare in modo spontaneo, libera da preconcetti. Alla base delle preoccupazioni mondane –ovviamente- c’è sempre il senso di responsabilità per le nostre azioni dovuto all’identificazione con il corpo-mente. 

Il processo dell’individualizzazione è una propensione innata della mente. La mente è la capacità riflettente della coscienza che assume su di sé il compito dell’oggettivazione (dualismo) e quindi della creazione del cosiddetto mondo delle forme. L’esteriorità è la sua tendenza.

Eppure non è una condizione definitiva o irreparabile, anche le sensazioni più negative possono essere trascese. 

Le preoccupazioni mondane che ci assalgono sono frutto del meccanismo mentale che proietta l’attenzione sui fattori esteriori, desideri e paure, ed è per questa ragione che nella meditazione si consiglia di fissare l’attenzione sulla consapevolezza, sul soggetto, ignorando le apparizioni mentali, che son solo “impedimenti” (distrazioni) che sorgono per inveterata abitudine all’esternalizzazione, non tenerne conto significa restare quieti mantenendo l’osservatore in se stesso.

Paolo D'Arpini


Antica Cina e ordinamento dei cinque elementi....



Gli antichi cinesi hanno scoperto una legge che sta dietro le
connessioni e l’ordine invisibile delle cose: la teoria dei cinque
elementi – metallo, legno, acqua, fuoco e terra – che costituiscono
tutte le cose al mondo.

In superficie le cose nel mondo possono apparire complesse e
disordinate, senza nessuna relazione tra di loro. I cinesi però hanno
sempre creduto che tutto sia in connessione e determinato da un ordine
e da delle leggi.

Forse molti non sanno che questa teoria va di gran lunga oltre a
questo. Infatti, con la teoria dei cinque elementi, gli antichi cinesi
spiegavano ciascuna relazione tra Cielo, Terra e persone. Per esempio,
i cinque elementi corrispondono alle direzioni, alle stagioni, agli
organi sensoriali e agli organi interni dell’essere umano, alle
emozioni, ai colori e ai gusti.

L’essenza della teoria è che tutto esiste nella mutua generazione e
mutua inibizione. Da questo si possono comprendere le ragioni dietro
cose come la crescita e la morte o il ciclo delle stagioni. Anche
l’essere umano è parte integrante della natura e non avrebbe senso,
per l’uomo, non tenere conto della natura circostante, giacché tutto
il Creato segue un certo ordine. Nell’antica Cina si diceva che l’uomo
non può tirarsi fuori dall’unità di cielo-terra-persone o dalle leggi
naturali del mutuo sviluppo e restrizione.

Con il rispetto verso queste leggi, gli antichi cinesi progettavano le
proprie costruzioni, soprattutto quelle di grandi dimensioni come il
palazzo imperiale, secondo la teoria dei cinque elementi.

L’elemento del legno corrisponde alla direzione di est, la stagione
della primavera e il colore verde. È associato con la crescita e il
risveglio, quindi rappresenta la crescita moderata o il sorgere del
sole a est. Il colore verde rappresenta la vitalità e la crescita,
quindi i palazzi nella parte est nella Città Proibita, quando fu
costruita nella dinastia Ming, utilizzavano tegole di colore verde.
Inoltre, essendo collegata alla primavera, il colore verde era
appropriato per i vigorosi adoloscenti in crescita. Questi risiedevano
nel Palazzo dell’Est con le tegole di color verde.

Il fuoco corrisponde alla direzione del sud, la stagione estiva e il
colore rosso. Viene associato a un elevato bagliore e alla prosperità,
simile al sole in cielo a mezzogiorno. Il colore rosso è legato alla
prosperità e connota giustizia e rettitudine. Quindi i muri e le
colonne dei palazzi erano tinteggiati di rosso.

Il metallo è l’elemento che corrisponde alla direzione dell’ovest, la
stagione autunnale e il colore bianco. È correlato con la freddezza,
il termine e la scadenza, simile al sole che tramonta a ovest.

L’elemento dell’acqua è associato con la direzione del nord, alla
stagione dell’inverno e al colore nero. Rappresentata lo scorrere
verso il basso, il clima freddo e gelido e le lunghe notti al nord.
Infatti, la Porta Tianyimen del Giardino Imperiale, si trova a nord
dell’asse centrale della Città Proibita. I suoi muri sono tinteggiati
di nero per essere in armonia con la sua posizione geografica e
l’elemento dell’acqua.

Un altro significato viene interpretato dalla Biblioteca Imperiale di
Wenyuan Ge, che preserva numerose collezioni di libri di grande valore
e che ha il tetto di colore nero. Il motivo è che il nero corrisponde
all’acqua che a sua volta è associata all’inverno, stagione in cui c’è
la conservazione e il deposito.

L’elemento della terra ha un collegamento con la direzione centrale,
la mezza stagione estiva e il colore giallo. Viene associata con la
fertilità e il moderato grado di maturità. Il centro simboleggia il
potere supremo che sorveglia tutte le direzioni, perciò il giallo era
il colore riservato esclusivamente agli imperatori. Infatti i tetti
dei palazzi dell’imperatore erano formati da tegole gialle e
all’interno dei palazzi il giallo o l’oro erano sempre i colori
predominanti.

Nell’antica Cina, gli unici colori usati nel palazzo reale erano il
verde, il giallo e il rosso che corrispondono rispettivamente alla
crescita, alla prosperità e alla fertilità. Le tegole di color giallo
vennero rimpiazzate da quelle verdi durante il periodo Jiajing
(1522-1566 d.C.) durante la dinastia Ming. Questo perché vollero
mostrare come lo stato onorevole del regno imperiale si estendesse in
tutte le direzioni, significando potere e prestigio.

Fonte: http://epochtimes.it/

Metamorfosi nei valori di genere (3) e famiglie allargate



... ho trovato un po’ di tempo per riprendere l’argomento originato da Paolo D’Arpini dal titolo “Metamorfosi nei valori di Genere” dal Best Seller RICICLAGGIO DELLA MEMORIA (http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/search?q=Metamorfosi+nei+Valori+di+Genere e non del tutto da me chiarito nel il mio precedente intervento sulla base delle mie conoscenze, per tentare di generare una impronta più discutibile sotto profilo filosofico, Scientifico e del pensiero comune, che sicuramente incuriosisce gran parte dell’umanità nella ricerca della verità per migliorarci.

Una verità apparentemente imposta sul Diniego al Cambiamento dai Poteri dominanti sviluppati nel corso dei tempi, con l’abilità di dare slancio a soluzioni divenute tradizionali di cui il Potere Politico, gli intrugli della Medicina affaristica e la confusione generata dall’interesse economico di alcune Religioni, beneficiano tutt’ora in netto contrasto con la realtà.

Non stiamo parlando di un qualsiasi corpo morto, ma della complicata macchina umana, provvista di anima e coscienza, con sensazioni, emozioni, sogni, incubi, che controllano i nostri pensieri, le nostre gioie, le nostre paure, le quali nell’insieme determinano i comportamenti nella Comunità universale, interferendo gioco forza anche sulla salute.

In  materia non esistono trattati  specifici che indirizzano l’uomo alla ricerca di metodi di comportamento più consoni ad affrontare una qualità della vita in modo più corretto, ad eccezione delle indicazioni Socratiche e Platoniche, o altre forme di saggezza nate in Asia e soffocate dall’Occidente, dove le tante Religioni nate in seguito come i vegetali da mercato, si sono imposte in aree ben in vista nella ripartizione del Globo secondo i propri interessi, programmando un mondo formulato sul Potere, dove alcuni lavorano per mantenere una moltitudine di nulla facenti specializzati nella vendita di parole e di inganni. Ci si accoppia in matrimonio per condividere gioie e dolori, arrivano i figli, l’amore iniziale si raffredda in seguito alle tante vicissitudini contrastanti della vita, la catena imposta dal legame della continuità spesso si trasforma in sofferenza della coppia, dove nella maggioranza dei casi è condizionata da immaturità di comprensione, nervosismo da stanchezza, la perdita del dialogo, della pace e del contatto del corpo a corpo, che è la medicina essenziale dell’amore nel condividere le emozioni per una maggiore comprensione.

L’amore che ognuno di noi necessita e trasmette, non deve essere inteso esclusivamente come una normale dimostrazione di rispetto o di affetto, ma nella stretta di mano, nel bacio e abbraccio o nel rapporto sessuale, inconsapevolmente trasmettiamo sensazioni ormonali attraverso la pelle e più a lungo permane il tempo di contatto, maggiore sarà lo scambio ormonale con emozioni che operano come la migliore medicina di scambio, sia per il bambino il quale fra le braccia dei propri cari si sente più a suo agio, come pure l’adulto di entrambi i generi i quali con un sorriso, una stretta di mano o un abbraccio si sentono più aggraziati, più corrisposti.

Molto di più, dove alcuni credenti estremisti, definiti l’ignoranza del sapere, spinti oltre l’eccesso nella Fede, riescono a vedere la luce nel buio, dove in alcuni casi individui affetti da qualche male ritenuto incurabile dalla Medicina, affrontano lunghi viaggi per recarsi in luoghi di richiamo fantasiosamente miracolosi, ed una volta arrivati, sorretti da quella forza interna di convinzione palpitante che sprigiona rivoluzionarie emozioni, improvvisamente guariscono gridando al miracolo.

Nel tentativo di esprimermi meglio sui valori curativi dell’abbraccio con un esempio fuori tema, paragonando l’essere con due aspetti di fondamentale importanza, uno esterno relativo all’apparenza fisica esteriore, ossia la persona nel suo insieme, mentre l’altro invisibile relativo alla realtà fisica interiore che richiama la struttura organica e chimica le quali non si vedono, ma nell’insieme determinano i nostri comportamenti e il nostro stato di salute, formato e condizionato dagli ormoni che si differenziano fra persona e persona per qualità e quantità.

Per rendere più chiara la spiegazione, immaginiamo di avere tanti bicchieri esternamente tutti uguali paragonabili virtualmente all’aspetto fisico esteriore dell’uomo, due gambe, due braccia, un busto, una testa, ecc., contenenti del liquido composito dal contenuto quasi simile, ma a livelli differenziati i quali rappresentano il nostro stato interno di salute, per qualità e quantità: globuli, ormoni, sistema nervoso, difese, intelligenza, ecc.

Dove e quando nasce l’uomo, c’è  chi sostiene che proveniamo dai pesci, altri dai batteri o dai Primati evoluti ed altri ancora da Adamo ed Eva, ma come si differenziarono la formazione dei generi, uomo, donna, incluso i diversi, ecc., concerne un fenomeno naturale o sopranaturale che non comprenderemo mai e riguarda esclusivamente la perfetta programmazione della natura nel determinare il numero di maschi e femmine di vari livelli con parità fisica e intellettuale nello sviluppo dei propri compiti, per la continuità della vita delle varie specie.

Non è stato definitivamente appurato dalla scienza, ma l’essere non vive esclusivamente  di aria e dl cibo, ma é fondamentale anche il contatto esterno fra corpo e corpo il quale gioca la sua importanza nel trasmettere attraverso un sorriso, il saluto, il bacio e l’abbraccio, anche le  sensazioni che arricchiscono il sistema ormonale ed emozionale attraverso i sensi o molto di più, attraverso il contatto con la pelle.

In sostanza, il contatto del corpo è di vitale importanza per bilanciare ed equilibrare il  contenuto del liquido nel bicchiere umano anche attraverso emozioni esterne, molto meglio attraverso il contatto, sollecitando e alimentando gli ormoni del piacere e della gioia come cura per migliorare il pensiero attraverso le famiglie allargate.

Ad eccezione di quei pochi guerrafondai, l’umanità tende alla consapevolezza di una unica stirpe in diretta dipendenza di Madre Natura, guidando l’essere  a fondersi in famiglie più numerose o allargate, dove teoricamente il concetto è già largamente diffuso in diverse parti del mondo civilmente progredito, al di fuori del raggio di convincimenti Religiosi imposti dal Cattolicesimo, mentre nella Religione Islamica o Musulmana, rappresentano un punto saldo con vantaggi superiori al nostro modo di vivere, dove le donne una o più mogli convivono in perfetta armonia aiutandosi a vicenda nella cura della casa e della prole, creando una atmosfera famigliare di maggiore soddisfazione nell’esistenza dell’essere.

Lo scopo delle famiglie allargate non consiste nell’aggiungere carne fresca in famiglia a scopo sessuale, come qualcuno tenta di distorcere, ma nel condividere i propri affetti e le risorse economiche con un maggior numero di cittadini nel formare la fratellanza comunitaria per un domani migliore.

Anthony Ceresa

Energia come materia e coscienza

Il rispetto dell’intelligenza naturale per il prosieguo della vita sul nostro pianeta. Mi rivolgo fondamentalmente all’intelligenza umana prodotta dalla stessa genetica che ha dato e dà vita alla biodiversità sul nostro Pianeta: un unico linguaggio che comunica ininterrottamente, senza limiti di tempo e di spazio, un linguaggio energetico che non commette errori, dove ogni informazione, informando, trasforma e crea sempre e comunque evoluzione dei sistemi fisici e biologici.
Una spiegazione, in questo contesto, è necessaria per comprendere che tutte le informazioni sono di fatto energia, dove energia, materia e informazione sono sempre e comunque energia. L’atomo, la molecola, la cellula, le proteine, le vitamine, gli ormoni, i ferormoni scambiano continuamente energia comunicando tra loro in base all’utilizzazione di forze elettromagnetiche, per cui esiste un principio di equivalenza tra energia, materia e informazione che definiamo E=M=I; e questo è il postulato che ha dato vita alla Neuropsicofisiologia, che adotta il principio fisico di causa – effetto.
Per converso, vediamo che l’evoluzione culturale dell’umanità ha prodotto un linguaggio astratto convenzionale, simbolico, matematico, con il quale tenta di identificare e classificare la Logica della Natura, l’ambiente e le nostre stesse esperienze e questa è la logica razionale con cui sviluppiamo i vari modelli culturali, scientifici, politici, economici, religiosi.
Ma in che rapporto sta questa razionalità con quella che viene definita Intelligenza Genetica (obiettiva ed oggettiva) che è la Logica con cui la Natura ha prodotto sia la biodiversità che le memorie genetiche (Filogenesi ed Ontogenesi)?
Dai nostri Studi Neuropsicofisiologici sulle Funzioni Superiori del Cervello Umano abbiamo potuto accertare, sulla base degli stessi studi di Roger Sperry, che ha avuto il Nobel per la medicina nel 1981, che esistono due forme di intelligenza all’interno del cervello umano, in perenne conflitto tra di loro, l’intelligenza dell’emisfero destro, regolato da una percezione fisica obiettiva ed oggettiva della realtà, e quella dell’emisfero sinistro che accumula nozioni, regole e modelli, simboli, codici linguistici astratti con i quali razionalizza le esperienze producendo una pseudo-evoluzione delle conoscenze, spesso in conflitto e in contrasto con l’obiettività e l’oggettività dell’Intelligenza Naturale Genetica prodotta dall’emisfero destro.
A questo punto, possiamo definire la razionalità sviluppata dall’emisfero sinistro un’intelligenza artificiale e astratta che minaccia costantemente, con le sue azioni e informazioni, i perfetti equilibri della Logica della Natura e dell’intero ecosistema.
Le manipolazioni chimico-fisiche e genetiche, prodotte dall’intelligenza artificiale, determinano continue tempeste e confusione negli scambi informazionali evolutivi della Natura, creando un continuo stress energetico nel tentativo, da parte della Natura stessa, di recuperare i propri equilibri energetici regolati dalla Filogenesi a dall’Ontogenesi che, da migliaia di anni, operano costantemente per realizzare evolutivamente i loro specifici Progetti Genetici.
A dimostrazione di ciò, possiamo porre la stessa domanda sia all’intelligenza genetica dell’emisfero destro che all’intelligenza artificiale prodotta dall’emisfero sinistro: “Perché distinguiamo un prodotto “biologico” dal non biologico? Non è un paradosso?”
Qual è la risposta? Che abbiamo alterato talmente tanto la Natura avvelenandola, inquinandola, costringendola a fornirci i suoi prodotti adulterati che sono causa di gravi patologie organiche e di infinite forme di allergie e intolleranze alimentari, rendendoci la qualità della vita un vero e proprio schifo; e che, allo stesso tempo, si continuano a pubblicizzare vari cibi “raffinati” e bevande che sono dei veri “specchietti per le allodole”, su cui le persone, attratte da tali esche, si lanciano, ed anche se poi subiscono cefalee e malattie varie, tutto è risolvibile, apparentemente, con tante belle pillole create ad hoc per eliminare gli effetti collaterali di ciò che si nasconde dietro tanta “pseudo-bontà” e “bellezza”. E, nel frattempo, aumentano i malati di cancro, le malattie cardiovascolari, degenerative, auto-immuni e chi più ne ha più ne metta.
Vari studiosi, e soprattutto l’Ecologia Clinica, hanno classificato le reazioni avverse agli alimenti in allergie alimentari, pseudo-allergie, ipersensibilità, reazioni tossiche, intolleranze alimentari, le quali hanno creato serie difficoltà al sistema immunitario nell’identificare il self dal non-self; e per semplificare citiamo alcuni sintomi associati alle intolleranze alimentari: cefalee ricorrenti, scarsa concentrazione, equilibrio alterato, depressione, iperattività, umore variabile, astenia ricorrente, torpore mentale.E ciò riguarda solo il sistema nervoso centrale.
A livello genito-urinario abbiamo irritazioni vaginali, cistiti ricorrenti, enuresi; a livello respiratorio, congestioni nasali, riniti, sinusiti, catarro, asma,
bronchiti ricorrenti, otiti; per quanto riguarda la pelle, eczemi, eruzioni, orticarie, pallore facciale, psoriasi, acne; a livello dei muscoli scheletrici, abbiamo dolenzie articolari ricorrenti, artriti giovanili, crampi muscolari e mialgie; a livello gastrointestinale, nausea, aerofagia, meteorismo, diarrea, gastralgia, sindrome del colon irritabile e morbo di Chron; a livello generale, linfo-adenopatia tonsillare, obesità, anoressia, fatica cronica, attacchi di panico.
Tutti questi sintomi sono stati verificati dall’Ecologia Clinica in presenza di sostanze alimentari la cui eliminazione corrispondeva alla guarigione, in base al famoso principio di causa – effetto.
Se per un attimo ci soffermiamo a pensare a quanti tipi di veleni o di farmaci (considerando gli effetti collaterali di ogni singola sostanza chimica cosiddetta farmacologia) sono stati prodotti per tali sintomi, possiamo scoprire quale tragedia l’umanità, ignara, sta in questo momento vivendo: una reazione a catena di sintomi e fenomeni che porta verso l’autodistruzione.
Proviamo a dare una risposta alla domanda perché distinguiamo un prodotto “biologico” dal non biologico.
Il prodotto cosi detto non biologico, carico di veleni, di sostanze tossiche, eccetera, apparentemente è simile al biologico, ma all’interno dell’organismo porta il suo carico adulterato ed ecco perché gradualmente si acquisisce intolleranza al pomodoro, al grano, al lievito, al latte, alle uova, allo zucchero, addebitando la responsabilità alla Natura mentre, per certo, sappiamo che la responsabilità è solo e soltanto dell’uomo che usa pesticidi, insetticidi, erbicidi, fertilizzanti artificiali, eccetera.
L’intelligenza genetica dell’uomo non avrà difficoltà ad acquisire chiarezza di quanto affermato, mentre quella artificiale è pronta ad inventarsi diecimila giustificativi per negare la responsabilità dell’uomo stesso o della “scienza” che usa, con l’unico scopo di incrementare il profitto, l’esaltazione individuale e fantasie pseudo-scientifiche che, sul piano logico-formale, sono delle belle favole per chi ha fatto dell’intelligenza artificiale il proprio stile di vita.
Basta con le “belle favole tecnico-scientifiche”, con una “scienza” che utilizza la validazione statistica sulla quale è possibile addomesticare i risultati a proprio uso e consumo. Riappropriamoci di una scienza che ubbidisce al principio di causa – effetto, dove le statistiche non possono nulla, poiché i fatti dimostrano molto più di qualsiasi bel discorso.
Ecco perché si parla tanto, oggi, del ritorno al biologico, ovvero del ritorno al Dinamismo della Natura, della Sua Intelligenza e della biodiversità prodotta da Tale Intelligenza, dove non esiste pianta o insetto o microbo che non svolga il proprio lavoro per armonizzare e far evolvere l’intero sistema ecologico.
E‘ possibile recuperare la biodiversità con la sua Filogenesi?
E’ reversibile il processo o è troppo tardi?
Quanti insetti o piante vengono uccisi da erbicidi, insetticidi, disseccanti, si sta correndo ai ripari cercando di proteggere le api, ormai distrutte da tali veleni, poiché senza di loro l’impollinazione diventa assai difficile, per non parlare di tanti e tanti altri organismi biologici che collaborano per il successo di ogni elemento che costituisce la biodiversità.
Fermiamoci, finché siamo in tempo, e dedichiamo tutti i nostri sforzi, tutta la nostra scienza e tecnologia, nonché le risorse economiche per il recupero della biodiversità che prevede solo ed esclusivamente prodotti biologici, ovvero prodotti secondo le Leggi di Natura, che non sono leggi astratte ma che riconoscono il sacrosanto diritto alla vita, al benessere, all’armonia di ogni singolo organismo del mondo vegetale, animale e umano.
E, in questo contesto, acquista un grande valore l’affermazione del Convegno “Cibus in primis” poiché, come abbiamo potuto constatare, la qualità dei cibi favorisce la salute, il benessere e la qualità della vita.
Decondizionare i cervelli, facendo sì che la Logica Genetica e l’Intelligenza dell’emisfero destro possano integrare e trasformare obiettivamente ed oggettivamente la logica dell’emisfero sinistro, è la Via Maestra percorribile per rendere giustizia ai grandi sforzi compiuti dalla Natura e consentire una speranza etica di vita alle nuove generazioni, visto che è la Logica della Natura che produce saggezza e, allo stesso tempo, è solo la saggezza che rispetta le Leggi di Natura.
Il diritto alla vita è un diritto inalienabile, sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. E’ compito degli Stati tutelarlo e garantirlo in ogni sua forma e sostanza.
Forma e sostanza si integrano in quel Valore che è la Dignità della Memoria Genetica di ogni organismo esistente sul nostro Pianeta.
Il riconoscimento e il rispetto di Tale Valore è un imperativo per qualsiasi forma di intelligenza; negarlo non è più possibile senza incorrere in tutte le sanzioni previste dal Diritto Naturale.
Michele Trimarchi
Scienziato. Fondatore della Neuropsicofisiologia. Psicologo e formatore. Presidente ISN.

Khazari ashkenazi, convertiti all'ebraismo (per convenienza), ma radicati nella "tradizione di famiglia"


Khazari,  convertiti all'ebraismo (ashkenazi)

Dopo la distruzione della capitale Itil e di Sarkel compiuta dai
Vichinghi-Variaghi di Svyatoslav, Rus' di Novgorod e Kiev, nel 965 e,
nel 1016, l’invasione dell’esercito congiunto russo-bizantino, la
dissoluzione definitiva del regno di Khazaria(1), prima ad opera dei
Pecheneghi (discendenti degli Unni), poi dei Cumani, infine dei
Mongoli, comportò anche una commistione dei Khazari e delle altre
tribù turaniche(2) da loro egemonizzate coi Pecheneghi, coi Cumani e
coi Mongoli stessi. E un insediamento stabile in Ucraina, in Lituania,
in Ungheria e, soprattutto, in Polonia e nella Russia occidentale.


Eredi in tutti i sensi di questa congerie etnica di predatori
seminomadi furono molti (e i più importanti) fra gli artefici del
putch dell'ottobre 1917, che in effetti costituì anche, sotto il
plumbeo manto ideologico del "marxismo-leninismo", una restaurazione
sui generis del giogo tartaro. Impossessatisi della macchina statale,
i bolscevichi attuarono tutto il contrario di ciò che l’ultimo Marx
aveva auspicato in teoria e (non solo) il movimento dei contadini
anarchici makhnovisti cercò di realizzare in pratica - la
rivitalizzazione superiore delle potenzialità comuniste dell’obščina e
una via rivoluzionaria che consentisse all’immensa Russia di non dover
passare obbligatoriamente sotto le forche caudine dell'accumulazione
primitiva(3). Fu messa in moto la più mastodontica e implacabile
macchina senza volto di capitalismo (industrialismo) di Stato e, al
contempo, si procedette al soggiogamento, alla repressione e allo
sterminio del "contadiname" riottoso, alla sua proletarizzazione
forzata, allo sradicamento, col ferro e col fuoco, da ogni presupposto
tradizionale (cristianesimo ortodosso, spirito comunitario slavo e,
insieme, pratica dell’autonomia e dell’indipendenza e rispetto della
natura, della madre terra)(4). L’esito di questo tremendo processo
totalitario statalista-"sviluppista", diretto in prima persona e,
ancor più, dietro le quinte dai pronipoti Ashkenazim dei Khazari
giudaizzati(5), confermò in pieno le più fosche previsioni, la vera
profezia, di Mikhail Bakunin(6).

Alla voce "Khazaria" della "libera" e "autogestita" enciclopedia
online wikipedia (capillarmente controllata e moderata per tutto ciò
che concerne il politically correct) si può leggere: "Tra l'VIII
secolo ed il IX secolo, consistenti nuclei di Ebrei semiti, dopo aver
attraversato il Caucaso entrarono in contatto con i Khazari. I sovrani
di quest'ultimo popolo imposero, per motivi di stabilizzazione
politica, la conversione del Khanato alla religione ebraica. Questo
fatto è stato alla base dell'elaborazione di diverse teorie, la più
nota delle quali vuole gli Ebrei Askenaziti discendere direttamente
dai Khazari (il romanziere ebreo Arthur Koestler sostenne in modo
particolare questa tesi). Recenti studi genetici sembrano però
dimostrare che elementi genetici originari del Medio Oriente dominano
la linea maschile degli Askenazi (il cosiddetto cromosoma Y Aaron), ma
la linea femminile potrebbe avere una storia diversa. Da ciò alcuni
hanno dedotto che uomini del Medio Oriente abbiano sposato donne
locali, il che significa che gli Askenazi non sono imparentati con i
Khazari o che questi rappresentano solo una parte degli antenati degli
attuali Askenaziti."(7) L’articolo cui si rimanda(8), in realtà non
dimostra quanto pretenderebbe tale frettolosa conclusione. Il mtDNA
degli ashkenaziti è estraneo all’originario bacino semitico
mediorientale, ed è la discendenza matrilineare che ha più
importanza(9), in primis per gli ebrei(10), nella determinazione della
loro identità etnica. Inoltre, le ricerche genetiche di Eran Elhaik
(dicembre 2012)(11) confermano la validità non dell'"ipotesi renana",
bensì di quella "cazara". La stessa difesa da Shlomo Sand nel suo The
Invention of the Jewish People (2008)(12) e prima di lui da Koestler e
da altri(13).

Gli Ebrei, per la stragrande maggioranza di etnia ashkenazita, hanno
invaso, occupato e pulito etnicamente la Palestina, rifiutando poi
sempre qualunque prospettiva di convivenza pacifica ed equa con i
residui abitanti locali. E i despoti con zuccotto compiono sui
prigionieri palestinesi sevizie e torture immonde in piena libertà
esattamente come fecero in Russia i loro avi della Cheka(14) su una
schiera innumerevole di disgraziatissimi Slavi(15). E' una tradizione
di famiglia che continua indisturbata da più di novant’anni.

Joe Fallisi



NOTE

(1) Il Gran Khanato di Khazaria o Khanato di Khazaria o Impero di
Khazaria (618-1016), l’impero degli "Ebrei rossi" (appellativo
medievale dovuto forse alla leggera pigmentazione mongola di molti
Khazari), giunse, al suo apogeo, a confinare a sud-ovest con quello
Bizantino, a nord-ovest con il Rus' di Kiev, a nord con le terre
abitate dai Bulgari del Volga e a sud-est con l'Azerbaijan.

(2) Cfr. http://www.treccani.it/vocabolario/turanico/,
http://www.treccani.it/vocabolario/turanide/. "Turchi. Termine
correntemente usato nell'Europa occidentale a indicare il complesso,
etnicamente oggi piuttosto multiforme, delle popolazioni parlanti
lingue del gruppo turco degli idiomi altaici, stanziate dalla Siberia
orientale ai Balcani. Le popolazioni turche originarie sono forse da
accostarsi ai mongoli. Con questi esse ebbero probabilmente, un tempo,
sedi comuni nell'Asia nordorientale, allontanandosene però, già
differenziati, verso occidente, dove vennero successivamente a
contatto con popolazioni iraniche (nell'Asia centrale e in Iran),
caucasiche e indoeuropee (in Asia Minore, in Russia, nei Balcani), che
turchizzarono in gran parte linguisticamente. Arduo è quindi
ricostruire la composizione etnica (il tipo più puro dovrebbe essere
rappresentato da baskiri, kazachi, kirghizi) di molte popolazioni
turche; un criterio etnicolinguistico è quello di applicazione più
plausibile in materia. Il termine europeo «T.» deriva dall'arabo turk,
plurale atrâk  (bizantino tourkoi; cinese t'u-küe, riferito a una
stessa popolazione turca già in fonti del sec. VI), che arabi e
persiani, venuti nei secc. VII -X a contatto con popolazioni così
chiamanti se stesse (türk è parola turca che vale "forza", e la si
trova nel sec. VIII, come sinonimo di una confederazione, nelle
iscrizioni della valle dell'Orkhon in Mongolia), generalizzarono
applicandolo a tutte le popolazioni di lingua affine, e trasmettendolo
in questa sua ultima accezione all'Europa. T. per eccellenza divennero
però per quest'ultima solo gli ottomani, unica popolazione turca con
cui gli europei siano stati a lungo a contatto diretto. (...) Circa le
sedi originarie dei popoli turchi grande incertezza regna tuttora fra
gli studiosi. L'opinione più plausibile pone codeste sedi in un
settore compreso fra l'Altaj, i monti Tien Shan e il lago Bajkal. La
questione della sede originaria è d'altronde connessa con quella dei
rapporti dei T. primitivi con gli ugrofinnici e con le altre
popolazioni uraloaltaiche, cui i T. sembrano vincolati da numerose
affinità linguistiche, relative sia alla struttura del linguaggio, sia
al lessico. La prima popolazione storica sulla quale vi sia qualche
testimonianza precisa, e che possiamo chiamare turca nonostante sia
sempre aperto il problema della sua maggiore o minore differenziazione
dagli altri popoli altaici, è quella chiamata degli hsiung-nu, contro
cui i cinesi costruirono nel 246 a. C. la Grande Muraglia. Il regno
hsiung-nu restò unito fino al 40 a. C. alle frontiere settentrionali
della Cina, poi si spezzò in due tronconi, occidentale e orientale.
Con gli hsiung-nu occidentali sono forse imparentati gli unni. E
probabile che dopo la sconfitta del 469 per opera dell'impero romano
d'Oriente i resti di questa popolazione mescolatisi con gli ogur del
mar Nero, abbiano dato origine ai bulghar, parte dei quali si insediò
nel sec. VII nell'attuale Bulgaria, in seguito slavizzandosi. Un altro
gruppo, quello degli utigur, avrebbe invece dato origine al regno dei
bulghar del Volga, islamizzato nel sec. IX, e assorbito poi (sec.
XIII) nella mongola Orda d'Oro. Certo è che la storia dell'Alto
Medioevo europeo è piena di ricordi delle invasioni da Oriente di
queste popolazioni nomadi costituite da predoni mobilissimi, molte
delle quali sembrano appartenere a gruppi etnici di tipo turco, che,
non appena si stabilizzarono, sparirono senza lasciar traccia,
assorbiti dai popoli più civili con i quali vennero a contatto. E il
caso, nel sec. IV, degli avari del Caucaso, che si stabilirono fra il
Danubio e il Tibisco, assediarono nel 626 Costantinopoli, poi si
fusero con gli altri popoli danubiani; dei khazar, popolazione
d'incerta origine stabilitasi sul mar Nero fra i secc. IV e IX,
composta da cristiani e da musulmani, e con religione ufficiale
ebraica nel sec. IX, sconfitta e dispersa nel sec. XI dal principe
russo Mstyslav e da Oghuz Qipcaq (ma la Crimea fu detta a lungo
Hazaria anche dopo la loro scomparsa); dei cumani del sec. XI,
protagonisti di tanta parte delle leggende medievali russe (in cui
appaiono come polovcy), anch'essi spariti pressoché interamente; dei
peceneg, che apparvero nel sec. IX a N delle terre dei khazar, e
sparirono dopo essere stati sconfitti dai bizantini nel 1122.
Difficile è inoltre distinguere le popolazioni turche e mongole tra
loro e da tutte le altre che nel sec. IV risultano abitare, insieme
con gli hsiung-nu orientali, la Cina del N (hsienpei, t'o-pa, ye-ta,
juan-juan). Turco è però, questa volta senza dubbio, il popolo, o
meglio la federazione di tribù guerriere riunite sotto un capo che
porta il nome mongolo di qaghan (confederazione da cui si staccarono
le altre popolazioni, protagoniste in seguito della storia turca) dei
tu-küeh, dominante l'Asia centrale e orientale nel sec. VI. Questo
regno di nomadi sciamanisti e totemisti (veneravano il lupo), fondato
nel 552 su base patriarcale dal re Bumin, si divise nella seconda metà
del secolo in due regni diversi, orientale (dall'Altaj fin quasi al
mar della Cina) e occidentale (dall'Altaj all'Amu Dar'ja), e
quest'ultimo ebbe, con il sovrano Istami, rapporti con Bisanzio. E'
infatti di quest'epoca l'apparizione del termine Tourkoi, e di quello
Tourkia, riferito alla regione geografica oggi detta Turkestan. (...)"
(Grande Dizionario Enciclopedico UTET, vol. XX, UTET, Torino 1995, pp.
422-423. Cfr. http://en.wikipedia.org/wiki/Altaic_peoples,
http://en.wikipedia.org/wiki/Central_Asia,
http://en.wikipedia.org/wiki/Eurasian_nomads,
http://en.wikipedia.org/wiki/Khazars,
http://en.wikipedia.org/wiki/Mongolia,
http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_Mongolia,
http://en.wikipedia.org/wiki/Mongol_Empire,
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_medieval_Mongolian_tribes_and_clans,
http://en.wikipedia.org/wiki/Mongols,
http://en.wikipedia.org/wiki/Golden_Horde,
http://en.wikipedia.org/wiki/Khanate,
http://en.wikipedia.org/wiki/Crimean_Khanate,
http://en.wikipedia.org/wiki/Göktürks,
http://en.wikipedia.org/wiki/Oghuz_Turks,
http://en.wikipedia.org/wiki/Turkic_people,
http://en.wikipedia.org/wiki/Turkish_people,
http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_the_Turkish_people,
http://en.wikipedia.org/wiki/Altaic_languages,
http://en.wikipedia.org/wiki/Mongolic_languages,
http://en.wikipedia.org/wiki/Mongolian_language,
http://en.wikipedia.org/wiki/Tungusic_languages,
http://en.wikipedia.org/wiki/Kalmyk_language,
http://en.wikipedia.org/wiki/Buryat_language,
http://en.wikipedia.org/wiki/Nikudari,
http://en.wikipedia.org/wiki/Turkic_languages,
http://en.wikipedia.org/wiki/Mogholi_language,
http://en.wikipedia.org/wiki/Turkish_language,
http://en.wikipedia.org/wiki/Category:Indo-European,
http://en.wikipedia.org/wiki/Proto-Indo-European_language,
http://en.wikipedia.org/wiki/Indo-European_sound_laws,
http://en.wikipedia.org/wiki/Indo-European_languages,
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Indo-European_roots,
http://en.wikipedia.org/wiki/Indo-European_people,
http://en.wikipedia.org/wiki/Proto-Indo-Europeans). L'opinione più
diffusa in ambito scientifico è che l'origine dei Turchi sia connessa
con quella dei popoli altaici e uraloaltaici. Le mescolanze (anche ma
non solo) con gli indoeuropei, che semmai vennero turchizzati
piuttosto che il contrario, furono successive. D'altronde, quando le
orde di Gengis Khan giunsero molti secoli dopo alle terre dei Khazari,
già sconfitti e sbaragliati, questi ultimi pensarono bene di
collaborare con loro come con fratelli di sangue. Era la soluzione più
naturale, assolutamente al di là del fatto che i mongoli fossero
sciamanico-animisti e i predoni stanziati in Ucraina seguaci del nero
Talmud.

(3) Cfr. https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/39217,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/39220,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/39221,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/47183.

(4) L’odio e il disprezzo nei confronti del mondo contadino,
considerato come forza "reazionaria", come intralcio e catena sulla
via dell’industrial-capitalismo di Stato verso le "magnifiche sorti e
progressive" e il "sol dell’avvenire" (oggi visibile a tutti nella sua
realtà spettrale), è tipico, anche se certo non esclusivo, delle varie
sette talmudiche marxiste (cfr.
http://holywar.org/jewishtr/07poland.htm,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/61382,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/76879,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/76880,
http://www.mailstar.net/marx-vs-the-peasant.html e, più in generale,
http://www.mailstar.net/zioncom.html). Un esaustivo compendio di
questo spirito-sguardo lo si può leggere nella squallida serie di
articoli di "Rotta comunista" sull’argomento (cfr.
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/100427).
Val la pena ricordare che già nel Talmud l’agricoltura è definita "la
più bassa delle occupazioni" (Yebamoth 63a) e che per centinaia di
anni il lavoro principale, "d'elezione", degli Ebrei ashkenaziti nei
territori dell'immenso Regno di Polonia-Lituania fu quello di arendarz
(esattori), sfruttatori immediati e insaziabili dei lavoratori della
terra (cfr. https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/68087,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/76374,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/78647,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/98232,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/100442,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/100444,
e, ancora, il 7°, fondamentale capitolo di When the victims rule:
http://holywar.org/jewishtr/07poland.htm).

(5) Emblematica, a questo proposito, la figura repellente di Lazzaro
Kaganovich, stretto collaboratore e ispiratore di Stalin innanzi tutto
nelle imprese di pulizia etnica e genocidio dei contadini (non solo
dell’Ucraina). Sopravvissuto indenne a qualunque "purga" e al
dittatore stesso, ne causò, con ogni probabilità, la morte insieme con
altri congiurati (cfr. http://www.mailstar.net/kaganovich.html,
http://www.mailstar.net/death-of-stalin.html,
http://www.mailstar.net/radzinsk.html,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/103350).
I "fattori di razza e nazione" sono operanti come forze materialissime
- v. sull'argomento l'apposito saggio di Amadeo Bordiga:
http://www.quinterna.org/archivio/1952_1970/fattori_razzanazione1.htm,
http://www.quinterna.org/archivio/1952_1970/fattori_razzanazione2.htm,
http://www.quinterna.org/archivio/1952_1970/fattori_razzanazione3.htm
(lo stesso Engels così affermava in una lettera a W. Borgius scritta
nel 1894, un anno prima di morire: "Per noi, le condizioni economiche
determinano tutti i fenomeni storici, ma la razza stessa è un dato
economico."). Interessante la seguente annotazione di Marx ripresa da
Bordiga: "Marx si interessa alla dottrina di Duchinsky (un professore
russo di Kiev, domiciliato a Parigi). Questi sostiene che 'i grandi
Russi, i veri Moscoviti, cioè gli abitanti dell'antico granducato di
Mosca, sono in gran parte mongoli o finlandesi, come d'altronde sono
mongoli gli abitanti delle parti orientali e sud-orientali della
Russia europea. Vedo in ogni caso che la questione ha grandemente
turbato il gabinetto di Pietroburgo (poiché sarebbe la fine del
panslavismo). Tutti i sapienti russi sono stati invitati a redigere
delle risposte o delle confutazioni; ma queste sono di una estrema
debolezza. La purezza del dialetto grande russo e la sua parentela con
lo slavo della Chiesa sembrano, in questo dibattito, testimoniare più
in favore della concezione polacca che della concezione moscovita
[...]. E' stato provato inoltre dalla geologia e dalla idrografia che
all'Est del Dnieper si stabilisce una grande differenza 'asiatica' per
rapporto ai paesi che restano all'Ovest del fiume, mentre l'Ural, come
Marchison ha di già sostenuto, non costituisce affatto una
separazione. Il risultato, quale Duchinsky lo, stabilisce, è che i
Moscoviti hanno usurpato il nome di Russia. Essi non sono Slavi, non
appartengono insomma alla razza indogermanica, e sono degli intrusi
che bisogna respingere al di là del Dnieper. Il panslavismo, nel senso
russo, è dunque un'invenzione del governo di Pietroburgo. Mi auguro
che Duchinsky abbia ragione e che in ogni caso la sua opinione si
generalizzi presso gli Slavi. D'altra parte, egli afferma che molti
dei popoli della Turchia, fin qui considerati come Slavi, quali i
Bulgari, per esempio, non lo sono'. Noi non sappiamo se questo brano
sia stato adoperato nella polemica borghese recente contro la
rivoluzione russa nella comune accezione che il popolo russo è
asiatico e non europeo, e che per questo subisce la dittatura! Certo
la tesi, assolutamente inoffensiva per il marxismo vero, è scottante
per i Russi di oggi che, sulle orme di Stalin, fanno leva su una
tradizione razziale, nazionale, e linguistica più che sul legame di
classe del proletariato di tutti i paesi. Nel senso marxista il fatto
che i grandi Russi siano da classificare come mongoli e non come
ariani (vecchia frase che Marx ricorda spesso: gratta il Russo e
troverai il Tartaro) ha (...) fondamentale importanza
(...)"(http://www.quinterna.org/archivio/1952_1970/fattori_razzanazione3.htm).

(6) Cfr. https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/61307.

(7) Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Khazaria. Sul termine "semita"
v. https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/100519.

(8) Cfr. http://www.humanitas-international.org/perezites/news/jewish-dna-nytimes.htm.

(9) Com’è ovvio, delle due figure genitoriali la più certa è, in ogni
caso, quella materna.

(10) Nella genuina ottica razzista-sionista male minore risulta
l’unione di una femmina ebrea con un maschio goy, male maggiore il
contrario, perché in questo secondo caso è l’eventuale discendenza
stessa (non del cognome, ma del SANGUE) che viene spezzata. Val la
pena ricordare che qui in Italia qualunque Giudeo/a cittadino/a
italiano/a può ricevere, a semplice richiesta, anche la cittadinanza
israeliana (nonché andar a fare il servizio militare in Israele - e
persino combattere per l’entità sionista), sol che porti le prove
della propria ebraicità per via matrilineare. Effettivamente oggi
Israele è l’unico Stato razziale del mondo.

(11) Cfr. http://gbe.oxfordjournals.org/content/5/1/61.full. A onor
del vero bisogna aggiungere che uno studio scientifico successivo di
Marta D. Costa e Joana B. Pereira (ottobre 2013, cfr.
http://www.nature.com/ncomms/2013/131008/ncomms3543/full/ncomms3543.html#affil-auth,
http://www.theoccidentalobserver.net/2013/10/jewish-population-genetics-and-intelligence-revisted/)
ha di nuovo messo radicalmente in discussione l'ascendenza caucasica
degli ebrei ashkenaziti, che per l'81% risulterebbero d'origine
europea, confermando tuttavia, riguardo al DNA mitocondriale (“In
sexual reproduction, mitochondria are normally inherited exclusively
from the mother (…). The fact that mitochondrial DNA is maternally
inherited enables genealogical researchers to trace maternal lineage
far back in time. (...) The concept of the Mitochondrial Eve is based
on the same type of analysis, attempting to discover the origin of
humanity by tracking the lineage back in time. As mtDNA is not highly
conserved and has a rapid mutation rate, it is useful for studying the
evolutionary relationships - phylogeny - of organisms. Biologists can
determine and then compare mtDNA sequences among different species and
use the comparisons to build an evolutionary tree for the species
examined.”, http://en.wikipedia.org/wiki/Mitochondrial_DNA), la
scarsità dell'apporto genetico del Vicino Oriente (8.3%). Per quanto
concerne le ultime ipotesi e acquisizioni scientifiche sull'origine
etnica degli ashkenaziti e le discussioni relative v.  anche
http://www.khazaria.com/genetics/abstracts.html
,
http://www.khazaria.com/genetics/abstracts-jews.html
http://www.khazaria.com/genetics/abstracts-cohen-levite.html,
http://www.khazaria.com/genetics/abstracts-diseases.html
,
http://www.khazaria.com/genetics/abstracts-nonjews.html
,
http://www.khazaria.com/khazar-diaspora.html
,
http://www.khazaria.com/westernjews.html
,
http://www.khazaria.com/mountainjews.html
,
http://www.humanitas-international.org/perezites/news/jewish-dna-nytimes.htm
,
http://www.khazaria.com/genetics/family-tree-dna.html,

http://www.duerinck.com/migrate.html,
http://judaism.about.com/,
http://www.khazaria.com/khazar-quotes.html,
http://www.khazaria.com/khazar-biblio/sec6.html,
http://www.khazaria.com/khazar-biblio/sec7.html,

http://www.khazaria.com/khazar-biblio/sec12.html,
http://www.khazaria.com/khazar-biblio/sec13.html,
http://www.khazaria.com/khazar-biblio/sec14.html,
http://www.khazaria.com/khazar-quotes.html,
http://www.jewish-heritage.org/spp5.htm,
http://www.rockethub.com/projects/7471-the-khazar-dna-project,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/100604,
http://www.bloomberg.com/news/2013-10-08/founding-mothers-of-ashkenazi-jews-may-be-converts-study-finds.html,
http://www.theoccidentalobserver.net/2012/07/who-are-the-jews/,
http://forward.com/articles/155742/jews-are-a-race-genes-reveal/,
http://davidduke.com/the-genetics-of-judaism-a-review-of-harry-ostrers-book/,
http://gbe.oxfordjournals.org/content/5/1/61.full.pdf+html,
http://gbe.oxfordjournals.org/content/5/1/61/suppl/DC1,
http://gbe.oxfordjournals.org/content/5/1/75.full.pdf+html,
http://www.nature.com/ncomms/2013/131008/ncomms3543/pdf/ncomms3543.pdf,
http://digitalcommons.wayne.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1040&context=humbiol_preprints,
http://davidduke.com/khazar-theory-koestler-admitted-wrote-book-jewish-interests/,
http://davidduke.com/rethinking-khazar-theory/,
http://davidduke.com/ashkenazims-khazar-origins-attractive-misleading-theory/,
http://davidduke.com/jews-race-nicholas-wade-jewish-supremacism-attempts-guard-gates-science/,
http://davidduke.com/hear-dr-david-duke-nicholas-wade-race/,
http://davidduke.com/britains-labour-party-leader-proves-jewishness-religion/,
http://www.haaretz.com/jewish-world/jewish-world-features/1.601287,
https://sites.google.com/site/levitedna/origins-of-r1a1a-ashkenazi-levites/2014-klyosov-article-on-jewish-dna-genealogy/comments-on-2014-klyosov-article-on-jewish-dna-genealogy-p-2-of-2.

(12) Cfr. https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/71855,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/96173,
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/topics/98739.

(13) Cfr. Herman Rosenthal, "Chazars", articolo tratto dalla Jewish
Encyclopedia, 1901-1906,
http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=402&letter=C; Hugo
Freiherr von Kutschera, Die Chasaren, Holzhausen, 1910; il II cap. di
John Beaty, Iron curtain over America, 1951,
http://www.iamthewitness.com/books/John.Beaty/Iron.Curtain.Over.America.htm;
Benjamin H. Freedman, Facts are facts, 1954,
http://www.iahushua.com/JQ/factsR1.html,
http://www.iahushua.com/JQ/factsR2.html,
http://www.iahushua.com/JQ/factsR3.html,
http://www.iahushua.com/JQ/factsR4.html; Arthur Koestler, The
Thirteenth Tribe, Random House, 1976,
http://www.christusrex.org/www2/koestler/, trad. it.: La tredicesima
tribù, UTET, 2003; Alfred Posselt, Geschichte des chazarisch-jüdischen
Staates, Wien 1982 - la tesi di dottorato di Posselt, lontano parente
di Koestler, è forse il più considerevole fra tutti i libri su questo
tema, insieme con l’opera di Kutschera; Erwin Soratroi, Attilas Enkel
auf Davids Thron. Chasaren-Ostjuden-Israeliten, Grabert-Verlag,
Tübingen 1992, http://www.vho.org/D/Attila/; Paul Wexler, The
Ashkenazic 'Jews': A Slavo-Turkic People in Search of a Jewish
Identity, Slavica Publishers, 1993; Kevin Alan Brook, The Jews of
Khazaria, Rowman & Littlefield Publishers, 2009 - 2° ed.

(14) Solo qualche nome: Moisei Solomonovich Uritsky - Boretsky -,
anche conosciuto con l’epiteto-epitome de "il terrore ebreo contro il
popolo russo", Jankel Yurovsky, V. Volodarsky - Moisei Markovich
Goldshtein o Goldstein -, Olga Bronstein, I. S. Unschhlicht, Grigory
Zinoviev - Ovsei-Gershon Aronovich Radomyslsky -, il "farmacista"
Genrikh Yagoda - Enon Gershevich Ieguda, in onore del quale il Premio
Nobel per la letteratura Romain Rolland scrisse un inno -, Yakov
Agranov, Meer Trilesser, Mikhail Kedrov - Zederbaum -, Artemic
Bagratovich Khalatov, Moisei Boguslavsky, Yakov Veinshtok, Zakhlar
Volovich, Mark Gai, Matvei Gerzon, Moisei Gorb, Ilya Grach, Yakov
Deich, Grigory Rapoport, Abram Ratner, Abram Slutsky, David
Sokolinsky, Solomon Stoibelman, Semyon Firin, Vladimir Tsesarsky,
Leonid Chertok, Isak Shapiro, Grigory Yakubovsky Jakov Bljumkin, Aron
Soltz, A. A. Slutsky, Boris Berman, Shpiegelglas, Moisei Gorb, Lev
Elbert, Arkady Gertsovsky, Veniamin Gulst, Ilya Ilyushin-Edleman,
Matvei Potashnik, Solomon Milshtein, Lev Novobratsky, Leonid Reichman,
Naum Eitigen, Boris Rodos, Lev Shvartsman, Isaia Babich, Iosif Babich,
Iosif Lorkish, Mark Spekter, Karl Danker, Aleksandr Orlov, Martyn
Latsis, K. V. Pauler, M. I. Gay, Isaac Babel, Béla Kun - Aaron Kohn,
variante di Cohen -, Rozalia Zemlyachka - Zalkind -, Leiba Lazarevich
Feldbin, Itzik Solomonovich Feffer, Alexander Contract, Zakhar Ilyich
Volovich...). Nel gotha sbirresco non ho incluso il successore di
Moisei Uritsky alla direzione della Cheka, l’assassino fanatico Felix
Dzherzhinsky, essendo quest’ultimo polacco non ashkenazita - ma
sposato, come d’ordinanza, a un’ebrea ashkenazita (la maggior parte
dei dirigenti bolscevichi non-ashkenaziti ebbero come moglie un’ebrea
ashkenazita, sorta di legge non scritta, ma ferrea) -, né quelli del
sanpietroburghese Nikolai Ivanovich Yezhov, detto “il nano avvelenato”
o “il nano sanguinario” (sposato anch’egli a un’ashkenazita), e del
georgiano Cthulhu-Beria ("il nostro Himmler", secondo l’affettuoso
appellativo di Stalin), ashkenazita solo per un quarto (da parte però
di madre) - in compenso lo erano i suoi più vicini e fedeli
assistenti. La Chrezvychainaia Komissiia, Commissione Russa
Straordinaria per la Lotta Contro la Controrivoluzione e il
Sabotaggio, poi divenuta GPU-OGPU-GUGB (NKVD), NKGB, MGB, KI, MVD,
KGB, fu creata per volere di Lenin nello stesso anno del colpo di
Stato, solo due mesi dopo. Nel 1918, con macabra ironia involontaria -
che è sempre la più efficace -, i benefattori pensarono bene di
mutarne il nome in Commissione Russa Straordinaria per la Lotta Contro
la Controrivoluzione, la Speculazione e l'abuso di potere. In effetti
occorreva da subito combattere e annichilire i controrivoluzionari. Il
problema è che i bolscevichi avrebbero dovuto far fuori se stessi. E
non era esattamente il loro scopo, almeno per il momento. Quanto ai
Gulag (Glavnoe upravlenje lagerei, Direzione centrale dei lager, i cui
ideatori-supervisori furono anch’essi, compattamente, ashkenaziti:
Matvei D. Berman, l’"ebreo turco" Naftaly Frenkel, Mikhail Kaganovich,
Lev Ilic Inzhir, Semyon Firin, Yakov Rappoport, Lazar Kogan, Sergei
Zhuk), "il sistema dei campi di concentramento puntitivi appartiene
alla storia sovietica sin dagli esordi, dai tempi di Lenin (già nel
‘20, presso le isole Solovki, situate nel Mar Bianco, a circa duecento
chilometri dal circolo polare artico, era stato creato un ‘lager di
lavori forzati per i prigionieri della guerra civile’, dove vennero
imprigionati tutti coloro che si opponevano al nuovo regime, non solo
zaristi quindi, ma anche anarchici, socialisti rivoluzionari,
menscevichi), ma il maggior sviluppo avviene negli anni del
consolidamento del potere di Stalin, e durante il suo lungo 'regno',
che va dagli anni trenta fino alla metà degli anni cinquanta."
(http://cronologia.leonardo.it/mondo26d.htm)

(15) Cfr https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/libertari/conversations/messages/104508.


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http://www.circolovegetarianocalcata.it/2013/12/25/storia-di-come-e-nato-il-sionismo-ovvero-se-gli-ebrei-non-sono-ebrei-ma-khazari-convertiti/