La Religione Romana non è morta .. sopravvive nell'ombra



La Religio Romana non è cessata con l'avvento del Cristianesimo ma riuscendo a sopravvivere nell'ombra è giunta fino ai giorni nostri.

La grande esplosione di vita che ha riacceso questo antico sentire risale al Rinascimento, a partire dall'Accademia Romana di Pomponio Leto si tornò a una consapevolezza delle nostre radici che non si fermò neppure nei momenti più bui della nostra storia, fino a giungere al secolo scorso con il contributo di uomini come Reghini, Boni e Julius Evola.

La via Romana agli Dèi è un cammino che compie l'uomo nell'intento di riscoprire se stesso, scavare nella storia per ritrovare se stessi e le radici della nostra Civiltà.
Quello Romano è uno stile di vita, un codice di comportamento che plasma l'animo e il corpo, che porta a raggiungere una consapevolezza superiore di libertà e dominio di sé tramite il culto degli Dèi e l'applicazione delle Virtutes nella vita di tutti i giorni.
La Religio Romana è quindi una pratica quotidiana, una ritualità costante che illumina ogni nostra azione, dalle cose più piccole fino alle grandi scelte.

Essendo quella Stoica la filosofia Romana per eccellenza, essa ci impone una fermezza morale salda e inviolabile, la libertà intesa come elevazione dalla materialità e da ogni impulso istintivo e bestiale che ci piega ai vizi, ci rende dipendenti e sottomette la nostra mente; Libertà come Sommo Bene dell'individuo, l'autocontrollo, l'ordine e la disciplina che sono proprio di un animo forte che non teme nulla, che resta impassibile innanzi ai più gravosi pericoli, come uno scoglio in mezzo al mare in tempesta.

Dominio della mente, disciplina, pietas verso gli Dèi e il Mos Maiorum (il costume degli Antenati come guida immortale), l'uomo Romano è un uomo libero che vive in una comunità attiva e perscepisce attorno a lui un mondo vivo e pulsante dominato da innumerevoli forze invisibile che onora e rispetta in quanto esse fanno parte di ogni aspetto della Vita.
La via Romana dunque è un cammino verso una consapevolezza nobile e antica, l'applicazione pratica di tutti questi valori e norme nella vita di tutti i giorni che pongono come perno la Ragione contrapposta all'impulso, all'istinto, al piacere incontrollato: il cuore al servizio della mente.

Quella Romana è e resta una religione, e in quanto tale ha tra i suoi principi l'adempimento dei riti nel rispetto continuo e attivo degli Dèi, lontana da ogni misticismo essa porta l'individuo e/o la comunità a un alleanza con i Numi, la cosidetta Pax Deorum, l'equilibrio tra uomo e Dio, un patto inviolabile che garantisce il bene della Società, sia essa una Nazione, un'associazione o un nucleo familiare.
Tuttavia, anche se il romano esige una comunità, non va eslusa la pratica e la Pax Deorum in ambito individuale, poiché come religione e filosofia aiuta e guida il singolo anche nel privato... le grandi Società trovano nella fermezza dei singoli individui le loro solide fondamenta.

Ma essendo stata Roma il centro del mondo la sua Religio non si limita soltanta ai culti italici e latini, Roma divenne una Madre Universale che accolse nel suo grembo popoli e genti diverse con tutte le loro culture, essere Romani non ha quindi dei limiti geografici o etnici, Roma seppe unire sotto un unico vessillo tante razze e nazioni ed esse hanno lasciato un segno profondo nella sua Civiltà senza mai smarrire la propria identità: così ci furono celti, germani, arabi o popoli che neppure ebbero mai contatti con l'Urbe (come Mosca, la Terza Roma) che furono orgogliosi di continuare la "Missione" di Roma senza rinnegare il loro passato, tutti diversi ma uniti sotto un unica grande Idea.

Roma fondò una Civiltà immortale che trovò il consenso di genti lontane e opposte, elevandosi dai confini territoriali o religiosi, e la via Romana vuole scavare nella storia per riscoprire i valori di quei uomini che diedero vita a tutto questo.

A fronte degli innumerevoli orientalismi dilaganti nella nostra società, la Tradizione Romana può essere la risposta alle mille domande che la contemporaneità si pone, rendendo in tal modo perfettamente attuale l'antica Religio dei nostri Padri.

Religio Romana

"Il dito e la luna" di Alejandro Jodorowsky - Recensione


 

Il proverbiale genio e sregolatezza di Jodorowsky qui si applica, con una diligenza che forse non gli si conosceva, ad assolvere un’impresa che gli si direbbe a tutta prima poco consona, cioè a mettere ordine proprio là dove meno ce lo si aspetterebbe.

     A corollario di tutta una serie di storielle (originali) della tradizione zen, haiku e koan, Alejandro sfoggia il suo brillante repertorio di commenti ed interpretazioni, che ci lascia, come sempre è il caso quando si ha a che fare con un geniaccio pari suo, a bocca aperta. 


Se naturalmente il primo impatto con queste espressioni di una mentalità totalmente incomprensibile per la mente occidentale suscita semplicemente un gigantesco punto interrogativo (e persino un po’ di irritazione: ma come ragionano questi qua? A furia di bastonate ai discepoli?), dopo il chirurgico lavoro dell’ineffabile autore cileno la reazione è: “ma certo, è così chiaro, così profondo, così significativo! come ho fatto a non capirlo?”

     Fatto sta che ci doveva pensare lui a trarre un senso là dove altri (e probabilmente con questo indefinito si può indicare tranquillamente la maggior parte di noi) si sarebbero potuti strappare i capelli per settimane nel tentativo di decifrare l’apparente assurdità di questi enigmatici aneddoti; regalandoci così splendide perle di saggezza di vita rese accessibili dalla sua ispirata “traduzione”. 


Perché per mettere tutti quei puntini sulle “i” come ha fatto lui ci voleva solo la sua  penetrante spontaneità, la sua lungimirante intuizione, la sua fanciullesca verve, il suo farsi guidare da una sorta di istinto geniale che vede al di là della vista, o meglio ragiona al di là della ragione, senza mai rinunciare a lasciare la sua punturina di umoristico veleno, che in verità è il vero antidoto alla piattezza del senso comune. E a seminare anche, come sua firma, un po’ di disordine, perché, come dice lui stesso,”l’ordine perfetto esiste solo accanto al disordine”. Illuminante (tanto per rimanere nel contesto).

     “E’ geniale poter dire: io sono quello che sono……nessuna immagine di sè da dover dare! Tutti  gli esseri umani sono illuminati, tutti sono perfetti: il problema è che non lo capiscono” 

Simone Sutra

Ricordo di un maestro "elementare" di Antonella Pedicelli


Stasera ho ripensato al mio maestro di scuola elementare, venuto a mancare quest’anno durante il mio soggiorno in Puglia… Ci sarebbe tanto da scrivere, forse potrei incorniciare la sua opera in un elenco di validi “insegnamenti” elargiti ai suoi innumerevoli “allievi”, ma so che non sarebbe cosa “a lui gradita”..era così.. un tuono che esplode e poi scompare, il ruggito di un leone buono che aveva come unica famiglia.. la scuola.. noi eravamo il suo mondo e in lui trovavamo le risposte che spesso a casa nessuno sapeva offrirci. Ci ha insegnato tanto in termini che mi è difficile spiegare e soprattutto scrivere….
Questo che segue è un saluto.. a tanta “Vita” scritta nel mio cuore..
“In tutta fretta ho preparato le mie valigie e son partito….senza rimpianti, senza troppe parole,  senza destinazione finale, perché ho scelto di adattare ogni istante della mia esistenza al vivere in terra, come se fossi già in cielo e a sorridere di tutti quegli eventi che si perdono nella quotidianità, come i frutti acerbi, destinati a confondersi con le foglie umide d’autunno, che nel silenzio tutto trasformano…….”
Proprio così “è partito”, in fretta, senza dar modo a tanti dei suoi “amici” di salutarlo..si chiamava Leanzi Vincenzo e per 50 anni è stato maestro di scuola elementare a Monterotondo. Bagnati di pioggia sono tutt’ora i miei ricordi quando il suo volto si affaccia al balcone di un tempo nel quale tutto sembrava magico e lui era veramente “magico”…..quando ci insegnava a costruire gli aquiloni e a scegliere il vento giusto per farli volare; quando disegnava con una bravura incredibile gli abeti di natale con splendide decorazioni sui vetri delle finestre, quando leggeva in classe gli episodi più belli dei Promessi Sposi, con gli occhi mai troppo stanchi e con il fiato lungo di un atleta, nobile nei suoi gesti e allenato a vincere sempre….
Era magico quando regalava i gessetti colorati ai bambini delle altre classi che venivano a trovarlo per leggergli poesie e racconti premiati dai loro insegnanti con un giudizio “Ottimo”, che lui trasformava in un “miracolo creativo”, aprendo le porte del sorriso sul volto di tanti piccoli sognatori…..Poche parole, sulla punta della mia personale bacchetta magica, pochi “lustrini”, pochi vezzi… ma tanto affetto e il sole di quelle giornate insieme a lui, raccolte oggi da un cappello bianco, che si “aggira” curioso tra i banchi di scuola…senza fretta..raccogliendo ancora fiabe e poesie da offrire al Cielo della vita, in un abbraccio di luce!
Antonella Pedicelli

Come la memoria emozionale dal RNA si trasmette alla progenie



E' accertato scientificamente che alcune esperienze psicologiche ed affettive  traumatiche possono essere trasferite alle generazioni successive.

Coordinati da Isabelle Mansuy, i ricercatori del Brain Research Institute di Zurigo hanno rilevato, per ora sui topi,  che  molecole dei cosiddetti microRNA erano in grado di trasferire la memoria di situazioni traumatiche e stressanti dai genitori alla discendenza.

I microRNA  sono piccole molecole endogene di RNA a singolo filamento
capaci di alterarsi sotto stress e in grado di trasmettere l'informazione alla progenie.

In parole povere, una violenza, un evento conflittuale patito non genera solo conseguenze nell'individuo, ma riverbera lungo il suo albero genealogico.

Penso ai traumi post bellici, ad  uno stupro, ad un abbandono, ma soprattutto a quanto il karma venga sollecitato non solo nel presente, ma nel futuro generazionale.

"Siamo stati in grado di dimostrare per la prima volta - riassume Mansuy - che le esperienze traumatiche influenzano il metabolismo a lungo termine, che i cambiamenti indotti sono ereditari" e che gli effetti del trauma ereditato sul metabolismo e i comportamenti psicologici persistono fino alla terza generazione".

Questa scoperta importantissima estende il campo della psicoterapia non solo ai conflitti autobiografici attuali, ma anche ad antiche ferite genetiche derivanti da un passato ancestrale.

Se sussistono microRNA alterati dai conflitti patiti, deve esserci anche il modo di risanare geneticamente questi nuclei di dolore latenti.

L'ipnosi regressiva evocativa riportando alla luce le tematiche karmiche dell'inconscio ritengo sia in grado di scaricare  le dinamo karmiche dei microRNA.

E' solo una ipotesi, ma certamente nel mio lavoro quotidiano ne ho ogni giorno una verifica.


Angelo Bona

"Il nutrimento etico" di Emanuele Ciccarella - Recensione




Ogni vegetariano, tranne una trascurabile minoranza di persone che sono state abituate sin dalla nascita a questo tipo di dieta, ha normalmente alle sue spalle un passato di sofferta autocritica, di ricerca e di riflessione.

Per tutti noi, il primo passo è stato quello di compatire. Di patire cioè, insieme alle vittime, di soffrire sinceramente per il dolore e di percepire una decisa ripulsa verso una violenza assassina che soltanto l’impari rapporto di forze esistente fra l’uomo e gli altri animali può “giustificare”.

Certamente questo primo passo è senz’altro degno di ammirazione e di rispetto… ma bisogna onestamente riconoscere che il nostro sacrificio (volendo dimenticare i miglioramenti al bilancio ecologico-ambientale così bene descritti in questo libro) non porta ad altra conseguenza che
quella di salvare le nostre coscienze. Ben poca cosa, dunque. 


Sarebbe invece auspicabile –ed ognuno di noi continua irragionevolmente a dispetto della realtà ad alimentare questa segreta speranza- che la somma dei sacrifici e delle rinunce di ciascuno di noi fosse in grado di sviluppare un circolo virtuoso il cui punto più alto sarebbe la pacifica convivenza di tutti in un nuovo “paradiso terrestre”.

Giuseppe Zambon 
zambon@zambon.net


Il destino come scelta - Recensione


Nel campo della psicologia transpersonale Dethlefsen occupa una nicchia di prim’ordine, ed è facile capire perché sfogliando questo suo agilissimo testo, una piccola summa theologica, saremmo tentati a dire, quasi un manualetto da “giovani marmotte” nella sua essenzialità; aspetto che peraltro non va a discapito della completezza e della profondità della trattazione. 
     Evitando le astrusità e le tortuosità verbali e cerebrali di molti autori del settore, Dethlefsen ci guida con grande semplicità e con cristallina trasparenza attraverso temi di grande risonanza per la vita interiore. La lettura è pastosa e cordiale, poiché il tono discorsivo, fluido e sempre abbordabile  facilita un’assimilazione immediata e diretta di argomenti di vasta portata.
     Ma il più grande pregio dello psicologo tedesco riteniamo sia l’abilità nello smascherare e smontare le gabbie concettuali e i pregiudizi che generalmente si formano attorno a nozioni di non comune accettazione: il suo rendere limpida, lineare e “di tutti i giorni” la comprensione e la familiarizzazione con concetti quali per esempio l’esoterismo, indicante un settore generalmente ghettizzato nella terra di nessuno popolata da idee deformanti e spropositate dietro cui l’immaginario collettivo si rifugia come baluardo atto ad arginare tutto ciò che esula dalla razionalità. Il volo radente delle sue spiegazioni, ben guidato da una torre di controllo saldamente al comando della situazione in virtù di istruzioni di disarmante chiarezza, fornisce le nozioni da lui illustrate di carrelli d’atterraggio più che adeguati a prendere contatto con i terreni  a volte accidentati della mente.
     Illuminante in particolare il capitolo dedicato all’astrologia, che riconduce al suo vero senso la scienza delle stelle, un senso che in verità sfugge ai più: la responsabilità degli eventi si sposta dai pianeti, semplici vettori energetici, alle entità, o meglio ai principi primi preposti alla trasmissione degli impulsi archetipi che caratterizzano la nostra dimensione terrena; ma soprattutto alla loro interazione con l’individuo, che riacquista padronanza del suo destino nell’ambito di una progettualità assai più vasta, tramite l’alleanza con i principi che da sempre reggono le fila del gioco ma che sanno anche  piegarsi graziosamente al volere dell’individualità.
     Reincarnazione, numerologia, malattia, ritualità…tutti questi argomenti acquistano una loro affettuosa quotidianità, una volta conclusasi l’operazione di questo meccanico della psiche che li sdogana dal loro alone un po’ inquietante, e dopo averli ripuliti della loro intimidatoria connotazione ce li restituisce già pronti per essere digeriti. E utilizzati.
     “La malattia del nostro tempo è la mancanza di significato nella vita, e questa mancanza di significato ha sradicato l’uomo dal cosmo….solo quando l’uomo è pronto ad assumersi tutta la responsabilità di quel che vive e che gli accade scopre la significatività del destino: chi è disponibile ad assumersi la responsabilità del proprio destino si ritrova inserito nelle leggi di questo universo e perde le sue paure, in quanto ha ritrovato il rapporto con la sua origine prima” 

Simone Sutra