Karma e cure invasive - Ogni malattia è parte di un processo karmico espiativo ed evolutivo


Morte a Calcata


Dal punto di vista “karmico”, della legge spirituale di causa-effetto, ogni malattia è la causa funzionale per soddisfare le esigenze di pagamento di alcuni “debiti” contratti dall’anima. In verità la sola cosa certa una volta che l’anima ha assunto un corpo è che verrà il momento in cui questo corpo sarà abbandonato, si chiama processo di nascita-morte.

Le esperienze che vengono vissute nel lasso di tempo in cui l’anima permane nella forma fisica sono tutte stabilite nel libro del destino ed hanno una funzione educativa per ricondurre l’anima alla sua vera sorgente che è lo Spirito, ovvero la Consapevolezza Assoluta.

Nel gioco della vita, come avviene nei vari fotogrammi di un film, viene racchiuso uno ipotetico percorso che non è altro che un riflesso immaginario nello specchio mentale. Infatti la mente viene paragonata ad uno specchio che riflette le immagini proiettate dalla coscienza facendole apparire “esterne” alla coscienza stessa che le osserva. Questo processo viene anche definito “scissione della coscienza nella triade osservatore, osservato, osservazione”.

Ma lasciamo da parte queste descrizioni metafisiche e torniamo alla analisi di come il karma si manifesta. Dicevamo che una volta nati giocoforza occorre morire. Il modo in cui sopraggiunge questa morte è dettato dal destino scelto dall’anima per soddisfare le esigenze della sua posizione evolutiva. Un tempo si poteva morire di lebbra, con una lenta e lunga agonia in cui si sperimentavano vari stadi di depressione e di umiliazione. Oppure si poteva morire colpiti da un dardo in battaglia, con un infortunio, per esaustione, inedia o disfunzione fisica di ogni 
genere. 



Ma anche oggi si può morire in vari modi: per incidente stradale, per avvelenamento ambientale, per abbandono in un ospizio, etc. Insomma i modi di morire soddisfano diverse necessità karmiche.

Che siano quasi scomparse alcune malattie epidemiche, come la peste, il colera, etc. non ha però impedito al destino di trovare nuove forme espiative per soddisfare queste esigenze. Oggi la malattia per antonomasia è il cancro che assume vari aspetti e forme, sia nel genere che nei modi di affrontarlo.
Esaminando la cosa dal punto di vista naturalistico ogni malattia è solo una degenerazione organica che mostra alcuni aspetti dello squilibrio che il corpo-mente sta attraversando. E nel sistema adottato per combattere tale squilibrio, ovvero il “modo” in cui tale degenerazione viene affrontata, segue un’indicazione karmica dell’anima coinvolta. Ad esempio ci si può ammalare di cancro, non saperlo e quando la morte sopraggiunge definirne la causa “vecchiaia” o “indebolimento”, etc. oppure si può scoprire la malattia e affrontare il calvario di cure invasive, torturanti e lente, come la chemioterapia, imbottitura di farmaci chimici, etc. (che corrisponde a determinate esigenze espiative dell’anima), oppure si può curare la malattia attraverso azioni di riequilibrio energetico, con sistemi naturali, come i metodi semplici elementali basati sul movimento e riaggiustamento delle energie psichiche e fisiche coinvolte nel processo indicato come “malattia”, il sistema più semplice essendo la corretta dieta alimentare. Ma questi sono piccoli esempi nella enorme gamma di possibilità implicate nel decorso karmico verso l’esaustione fisica, cause funzionali di un dato pagamento karmico.
In questo momento in cui lo squilibrio interno-esterno è molto accentuato nella nostra società, in seguito alla cecità che porta l’uomo a considerarsi astratto dalla natura e conseguentemente che lo spinge all’arroganza di voler autogestire, indipendentemente dall’insieme del contesto vitale, la sua esistenza sul pianeta, dà come risultato la retribuzione karmica di lunghe e penose malattie e stati generali di malessere. 
L’alienazione dalla vita porta all’alienazione da se stessi, da qui l’insorgere di malattie degenerative come appunto il cancro e conseguenti “cure” che in realtà sono solo peggioramenti della condizione psicofisica, ovvero che comportano un ulteriore degrado mentale e fisico. Ma si dice che l’uomo apprende attraverso un processo di tentativi ed errori per cui si suppone che l’intelligenza alla fine prevalga….

Paolo D’Arpini


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Commento di Noemi Longo: "Le cure invasive nei casi di malattie degenerative non sono a mio avviso tanto dettate da quello che Paolo dice essere un'esigenza espiativa evolutiva karmica, almeno non meramente individuale. Piuttosto di un karma che interessa l'intera società umana, visto che le cause maggiori sono dovute alle scelte politiche, industriali e di sviluppo compiute dai rispettivi governi. La necessità espiativa-evolutiva di scontare un karma individuale potrebbe supporsi e verificarsi in una società in cui vi sia la reale possibilità di scegliere come vivere, cosa respirare, cosa mangiare e come curarsi e non come unica alternativa al lasciarsi morire. Quel che oggi viene proposto ai malati di cancro, come di altre malattie degenerative è quel che alle case farmaceutiche porta sperimentazione e guadagno. Anche se credo, in un certo qual modo che molti dei metodi naturali e alternativi non avrebbero comunque i benefici desiderati perché non essendo invasivi necessitano a mio avviso, di un minimo di conoscenza spirituale, affinché possano avere effetti curativi e regressivi. Giustamente dunque forse ci propinano cure "passive" che non curano le cause del malessere ma solo i sintomi, che distruggono il corpo ma che forse sono le uniche che siamo in grado di com/prendere, l'ingiustizia di fondo, ripeto, credo rimanga l'impossibilità di avere realmente scelta."



Mia rispostina: "..il karma collettivo non è disgiunto dal
karma individuale, spesso c'è bisogno di un karma collettivo per poter attuare diversi karma individuali en masse. Il valore dato al libero arbitrio è "arbitrario" cioè una semplice supposizione consolatoria..."


Sopravvivenza garantita... togliendoci il paraocchi


Paolo D'Arpini a Pescara

Tutto molto divertente, se si considera che la crisi mondiale é nient’altro che un gioco di risiko o monopoli, basato sui pezzetti di carta, anche se le conseguenze possono essere disastrose per parecchi. A volte ci si identifica con il denaro sino al punto di credere che avere denaro o non averlo é ragione sufficiente per vivere o morire….

Per fortuna l’esistenza è fatta di cose semplici e tutto sommato accessibili a tutti i viventi: cibo, aria, acqua, soddisfazione dei bisogni fisiologici, riparo, socializzazione, procreazione…  Ma in questo momento storico la virtualizzazione ha raggiunto livelli altissimi di astrazione dal vissuto quotidiano e dalle reali necessità. La vita é diventata quasi un grande  ”game” alla Nirvana. Quando arriverà la Grande Crisi? 

La dura realtà fatta di cose concrete spazzerà le nebbie dell’immaginario e del sogno ad occhi aperti.

Politica, finanza, potere, ricchezza… tutta immondizia più sporca di quella che si accumula nelle strade di Napoli, di Calcutta, del Cairo, di Buenos Aires,  di New York…. e persino del paesello sui monti.
Vengo al dunque, in questo momento si parla molto dell’imminente crollo  economico mondiale e di come poter risolvere i problemi della produzione energetica, funzionale al mantenimento della struttura tecnologica in cui la nostra civiltà sguazza e sprofonda. 

Sabbie mobili. Viviamo con la paura di sprofondare e siamo già con l’acqua alla gola, quindi tutto ciò che facciamo peggiora soltanto la situazione. Ed allora lasciamo che le cose vadano come debbono andare… proviamo a “galleggiare nella mota” se ci riesce…

Però mi voglio divertire a riepilogare, attraverso alcuni brevi stralci, gli elementi parossistici che contraddistinguono la situazione attuale: 

“L’etica pubblica è il più grande problema dell’Italia e dovrebbe comprendere anche la laicità, i diritti civili e le libertà individuali. Purtroppo non è così, perché la corruzione parte dall’alto, dai governanti alla chiesa cattolica che sperano di uscire impunemente dalle tante malefatte grazie a leggi confuse abilmente costruite o incoraggiate da loro. Ho letto gli articoli che auspicano l’uscita dell’Italia dall’EURO. Una uscita (a causa dell’ingentissimo debito pubblico) che porterebbe il paese indietro di 65 anni. Il rimedio invece sta proprio nell’etica pubblica che dovrebbe recuperare le tasse non pagate insieme ad uno stretto controllo dello IOR che dagli anni ‘50 è stato organizzato per accumulare ingenti capitali in nero riciclando denari mafiosi e della politica sporca non solo italiana ma  internazionale..” (Peter Boom)

“Si continua a spingere il dibattito verso la crisi energetica mentre il vero problema è la crisi del petrolio visto non solo come carburante ma soprattutto come materia prima per la produzione di presidi chimici e beni di consumo.Una visione più ampia suggerisce un cambiamento di rotta: la realizzazione di tutti i composti e i derivati del petrolio con le materie prime vegetali ed animali, scelta che rappresenta il piano strategico per un mondo senza rifiuti…” (Benito Castorina)

“Per mantenere questo livello di parassitismo in Italia la pressione fiscale ha ormai quasi raggiunto il 70%, la più alta in assoluto al mondo, così come siamo ai vertici mondiali della corruzione e dell’inefficienza della giustizia, e poi si pretenderebbe di attrarre investitori dall’estero e di disporre di credibilità nella collocazione dei titoli di stato, che sono carta straccia… (Claudio Martinotti)

“In un quadro come l’attuale le cose vanno molto a rilento. La nostra abilità dovrebbe consistere nel seguire con attenzione e col microscopio elettronico le mosse e le contromosse di tutti gli attori del quadro. Con le posizioni drastiche non si arriva a nulla. Vedi come si sono mossi i nostri “amici” ora che diventa sempre più impellente arrivare al dunque per il controllo energetico!” (Giorgio Vitali)

“Il contesto “Italia” mi offre questo…giustamente compare allora il parametro della “scelta”: se qui non va, si cambia….. Ma anche questo “è giusto”? E aggiungo: il termine “Giusto” merita ancora di far parte del vocabolario della lingua italiana? Sicuramente no!! E’ un termine che finirà nel dimenticatoio, in una cantina piena di ragnatele, dove forse potremo collocare tutta quella meravigliosa “storia” che ci rende gli abitanti di una “nazione” costruita, un tempo, su basi solide e “sacre” e ora “vittima” della “risatina” sarcastica di chi ha giocato con l’amicizia e la fiducia di “gente comune”, che sta serrando i pugni in una smorfia di dolore e rabbia!” (Antonella Pedicelli)

Insomma.. La nostra civiltà é agli sgoccioli e possiamo aspettarci solo il crollo ignominioso e generale. Un tracollo annunciato e temuto e auspicato…  ed infatti da più parti si preconizza la fine del sistema  come evento liberatorio.

Non voglio far la parte del catastrofista ma vi consiglio di cominciare attivamente a trovare soluzioni alternative, basate sulla  personale conoscenza ed esperienza “pratica” di ognuno  per affrontare i rischi a venire. E buon divertimento nella “sopravvivenza”.

Paolo D’Arpini

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Di questo e simili temi se ne parlerà durante l'Incontro Collettivo Ecologista che si tiene a Vignola il 22 e 23 giugno 2013 


Discussione aperta e serena sulla “dolce morte”… e sulla ipocrisia medica, religiosa e legislativa….



Tutto il discorso si può dire  che inizia con Socrate e con la sua decisione di sottomettersi volontariamente all’intossicazione, ovvero di non fuggire alla condanna inflittagli dagli ateniesi per avvelenamento con la cicuta.  
Ai suoi tempi alcuni dei discepoli stretti gli consigliarono di non accettare la sentenza e di salvare la pelle scappando da Atene ma il filosofo imperterrito suggerì: “Prima o poi la morte arriva comunque, ora se io fuggissi per amore della vita negherei il valore della democrazia e del verdetto popolare liberamente espresso, inoltre non conoscendo ciò che mi attende nel  “post mortem”  la curiosità innata del ricercatore che è in me  mi spinge a non scantonare da questa esperienza,  che  viene spontaneamente. Se dopo la morte non vi è più nulla  potrò godermi un meritato riposo se invece vi è ancora coscienza ed esistenza allora potrò    finalmente corrispondere con spiriti nobili ed elevati ed avere una interessante condivisione sul significa dell’Essere. In entrambi i casi perché preoccuparsi?” Con queste parole serene Socrate bevette l’infuso mortale e se ne  morì descrivendo dettagliatamente le sue esperienze  fisiche e psichiche in ogni momento del processo di dipartita.
 Dal punto di vista etico, l’eutanasia  volontaria  ha una sua  dignità morale, non solo nella cultura occidentale ma anche in oriente, ove è accettato il “suicidio” onorevole, vedi il caso  dell’auto sbudellamento (harakiri) in Giappone, o l’ascesa sulla pira degli asceti ancor vivi in India (ed a questo proposito ricordo la storia del guru prelevato da Alessandro Magno  nella piana gangetica e che si  immolò sul fuoco ardente poco prima della morte di Alessandro stesso).  Anche in Cina e nella cultura indioamericana la “morte sacrificale” viene accettata come un fatto normale, addirittura nella storia mesoamericana si narra che la creazione del mondo avvenne proprio in seguito al “sacrificio” di due importanti Dei (uno brutto ed uno bello) che si gettarono nel fuoco primordiale e da ciò fecero nascere la vita sulla terra.
 Allo stesso tempo, sempre da epoche immemorabili, viene posto l’accento sulla gravità del suicidio come atto di regressione karmica, ad esempio nella tradizione cristiana ai suicidi è comminato un girone infernale pessimo e persino in India ed in Tibet ai suicidi vengono riservate numerose reincarnazioni espiative (come ciechi o malati gravi).  Ma in questo caso si parla di atti di suicidio in cui si vuole fuggire dal proprio dovere karmico, non si ha il coraggio cioè  di affrontare le prove che la vita ci manda e quindi queste prove devono essere riportate davanti all’anima. Insomma c’è sempre il dubbio che  la morte auto indotta sia una specie di fuga o noncuranza  verso la vita, come nel caso di morte causata da eccessi e vizi,  in tal senso persino la persecuzione terapeutica -che tiene in vita il malato a “tutti i costi”-  potrebbe esser vista come una forma karmica espiativa.
Mentre, dal punto di vista del giuramento di Ippocrate,  la cosiddetta “donazione” degli organi non è altro che un omicidio legalizzato, infatti molti anestesisti si rifiutano di certificare la “morte cerebrale” di infortunati (soprattutto giovani) ai quali vengono poi espiantati degli organi sani, poiché  tali asportazioni possono avvenire solo su “un organismo  vivo”  -il cuore della vittima  ancora batte-  mentre l’esame delle onde pensiero segnalanti l’attività cerebrale  indica  una linea piatta. Il che non significa però che tale “morte cerebrale” sia reale decesso, infatti la stessa condizione si manifesta ad esempio in uno stato di assorbimento profondo, come il samadhi dello yogi, ma già sappiamo che dal samadhi si può tranquillamente uscire e riprendere le funzioni vitali… Dal che se ne deduce che “materialmente” la donazione degli organi avviene “uccidendo” il donatore. 
Queste ipocrisie e falsità mediche sono poi  “pareggiate” dal punto di vista moralistico nel mantenimento in vita di un corpo malato irrimediabilmente che viene mantenuto artificialmente “vivo” come tanti casi eclatanti descritti dalla cronaca. 
Lasciando  da parte la “morale” resta comunque aperto il discorso della legalità e del diritto umano,  in Italia come nel resto de mondo  il legislatore decide (in teoria) su base  razionale e quindi la normativa  è ancora aperta sia pur confusa.
Paolo D'Arpini

La truffa della moneta debito in parole semplici e chiare



La truffa della moneta debito non si limita al solo  signoraggio , magari fosse solo così, ma alla interazione di diverse situazioni messe in atto sistematicamente da coloro che vogliono dominare il mondo con la moneta tra cui:


  1. L'emissione a debito da parte di terzi (banchieri privati)
  2. L'applicazione dell'interesse 
  3. L'applicazione forzata della legge di rarità sulla moneta 
  4. L'applicazioni dei cicli monetari con espansione e rarefazione della liquidità forzati
  5. La tassazione spietata per il recupero degli interessi e la depressione forzata del popolo
  6. La voluta equivaleza truffaldina tra valore monetario e valore creditizio
  7. Il principio della riserva o leva frazionaria sui prestiti
  8. La comunicazione, indottrinamento, crisi psicologica, attraverso i media, telegiornali,ecc (propaganda)
  9. Il plagio e il condizionamento delle masse su false idee (inflazione, povertà, ecc)
  10. Deviare sempre la responsabilità sui politici (complici e/o ignoranti )
  11. Equilibri geopolitici, energetici, sociali delle vari nazioni.
  12. Invasioni e "liberazioni" di nazione sovrane che non obbediscono al potere mondiale
  13. Trattati di guerra/pace fatti in una sola direzione e per un solo interesse quello della finanza mondiale
  14. Funzionamento di: FED, BCE, FMI, BM, WTO,
  15. Le influenze delle società di rating (private)
  16. La fusione tra banche commerciali e banche finanziarie speculative (glass steagall act)
  17. La piovra dei derivati ed il loro funzionamento
  18. Le borse (energia, petrolio, alimenti, denaro, ecc)
  19. Il Forex
  20. ecc
Se non si analizzano almeno questi fattori, ma ve ne sono molti altri, non si riesce a comprendere la vera  truffa monetaria, limitandosi solo al "signoraggio" di tipo storico o al significato spicciolo della parola. Infatti la  incapacità di comprendere tale truffa deriva dal non riuscire ad avere una  conoscenza di insieme ma solo settoriale dell'economia. La truffa non è solo in ambito economico, ma prende molti ambiti tra cui quello giuridico, storico, sociale, politico, culturale, umano. Poiché nessuno ha interesse a scoperchiare questo tipo di situazione per una serie di interessi concatenati, si parla solo di segmenti e di frazioni di problema, per deviare l'attenzione di quei pochi che arrivano a capire che comunque qualcosa non torna.

Giuseppe Turrisi

Intuizioni panteiste e previsioni catastrofiste del martire Giordano Bruno


Dipinto di Franco Farina

L'ultima importante rivelazione del mondo scientifico, dopo la recente scoperta di due pianeti extrasolari con le caratteristiche del nostro, ha in parte ammesso la possibilità che la vita come la conosciamo noi possa pervadere l'universo. Questa affermazione ha riaperto l'interesse su un personaggio che secoli fa aveva previsto tutto. Stiamo parlando di Giordano Bruno, un'altra eccellente vittima della cosiddetta Santa Inquisizione.

Lo scrittore e filosofo Paolo D'Arpini, attento studioso di Giordano Bruno, ci fa conoscere  altre predizioni di questo enigmatico personaggio; predizioni che ci inquietano profondamente, ma che si collocano nella leggenda o storia  di Nibiru, il pianeta "dell'attraversamento" come lo definirono migliaia di anni fa gli astronomi sumeri. Ma diamo la parola allo scrittore Paolo.   

Giordano bruno non fu solo un pensatore  ma anche un indovino, di seguito alcune profezie e alcuni aspetti del pensiero bruniano: “L’uomo viaggerà nel cosmo e dal cosmo apprenderà il giorno della sua fine [...] proprio quando l’uomo si crederà padrone del cosmo molte ricche città faranno la fine di Sodoma e Gomorra [...] un Sole Nero inghiottirà nello spazio il sole, la luna, e tutti pianeti che ruotano intorno al sole”   (bibliografia: “De l’infinito Universo et mondi di Giordano Bruno”)
Significative sono le ultime due righe che, oltre ad attestare come Bruno avesse abbracciato la visione copernicana del mondo, confermano l’apparizione di un secondo Sole Nero perché non luminoso, così come non è luminoso un pianeta al confronto di una stella. 

Ed ora un'altra previsione:   «Il Sole Nero» inghiottirà tutti i pianeti a causa del suo forte campo gravitazionale, dovuto ad una massa così consistente che influenzerà pesantemente persino il campo gravitazionale solare. L’umanità apprenderà dall’osservazione del cielo «il giorno della sua fine», nel momento in cui «viaggerà nel cosmo». Solo nel novecento l’uomo ha iniziato a compiere viaggi nello spazio, è quindi certo che Bruno prevede che gli avvenimenti di cui parla si verificheranno in una data non precisata a partire dal XXI secolo e non prima.

Alcuni cenni storici su Giordano Bruno:  Giordano Bruno, filosofo astronomo e scrittore, nato a Nola nel 1548, nonostante l’inquisizione ecclesiastica infliggesse il carcere e le torture, si rifiutò sempre di rinnegare le sue idee e fu arso vivo a Roma in Campo dei Fiori il 17 febbraio 1600.

Il suo torto fu di aver aderito alla visione copernicana, contrapponendo ad un universo chiuso e finito, infiniti universi. Il 1584 è l’anno in cui scrive “De l’infinito universo et mondi”, nel quale tratta il problema dell’essere dal punto di vista cosmologico: “l’essere è lo spazio infinito con i mondi innumerevoli” e dal punto di vista metafisico: “l’essere è l’infinito stesso”.

Notizia Accademia Kronos