Krishna arriva danzando, cantando e ridendo.
Le religioni del passato sono state tutte negazioniste della vita e masochiste e hanno esaltato il dolore e la sofferenza come fossero grandi virtù. A parte la visione di Krishna della religione, ogni religione del passato ha presentato un volto triste e addolorato.
Una religione ridente, una religione che accetti la vita nella sua totalità, deve ancora nascere. Ed è un bene che le vecchie religioni siano morte, e che, insieme a loro, sia morto anche il vecchio dio, il dio dei nostri vecchi concetti.
Si dice che Gesù non ridesse mai. Forse furono proprio il suo sguardo triste e l’immagine del suo corpo sulla croce a diventare il punto focale di attrazione per le persone, la maggior parte delle quali erano a loro volta infelici e miserabili. In un senso più profondo, persino Mahavira e Buddha sono contro la vita. Sono a favore di un’altra vita in un altro mondo; sostengono una sorta di liberazione da questa vita. Ogni religione ha diviso la vita in due parti e mentre accetta una parte nega l’altra! Krishna accetta la vita nella sua interezza. Ecco perché l’India lo considera un’incarnazione perfetta di dio, mentre tutte le altre incarnazioni sono sempre state considerate imperfette e incomplete. Persino Rama è descritto come un’incarnazione incompleta di dio, ma Krishna ne rappresenta la totalità.
E c’è una ragione per affermarlo. La ragione è che Krishna ha accettato e assorbito tutto ciò che la vita è.
Albert Schweitzer, nella sua critica alla religione indiana, ha fatto un’osservazione molto significativa. Ha detto che la religione dell’India è negativa nei confronti della vita. Questa osservazione è corretta in larga misura, ma solo se si esclude Krishna. Ma è completamente errata nel contesto di Krishna. Se Schweitzer avesse cercato di capire Krishna non avrebbe mai detto quello che ha detto.
Krishna accetta il corpo nella sua totalità. E lo accetta non in una dimensione prescelta, ma in tutte le sue dimensioni.
Oltre a Krishna, c’è Zarathustra. Di lui si dice che sia nato ridendo. Ogni bambino fa il suo ingresso in questo mondo piangendo. Solo un bambino, in tutta la storia, ha riso al momento della nascita e quel bambino era Zarathustra.
E questo è un indicatore, un indice del fatto che un’umanità felice e ridente deve ancora nascere. E solo un’umanità gioiosa e ridente può accettare Krishna.
Le vecchie religioni insegnavano che la via verso dio era la repressione. All’uomo era chiesto di reprimere tutto: il sesso, la rabbia, l’avidità, gli attaccamenti; e solo così avrebbe trovato la sua anima, avrebbe raggiunto dio. Questa guerra dell’uomo contro se stesso è durata abbastanza a lungo. E nella storia millenaria di questa guerra, possiamo dire che solo una manciata di persone abbia a malapena trovato dio; e i loro nomi si possono contare sulle dita di una mano. Quindi, in un certo senso, abbiamo perso questa guerra, perché nel corso dei secoli, miliardi di persone sono morte senza trovare la propria anima, senza incontrare dio.
Senza dubbio ci deve essere qualche difetto, qualche errore di fondo nelle basi di queste religioni.
È come se un giardiniere avesse piantato cinquantamila alberi e di questi solo uno fosse fiorito e tuttavia noi accettassimo i suoi appunti sul giardinaggio con il pretesto che almeno un albero è fiorito. Ma non prendiamo in considerazione che questo singolo albero potrebbe essere semplicemente un’eccezione che conferma la regola, che potrebbe essere fiorito non GRAZIE al giardiniere, ma NONOSTANTE il giardiniere. Il resto dei cinquantamila alberi, quelli che sono rimasti deboli e privi di fiori, sono una prova sufficiente del fatto che il giardiniere non conosce il suo mestiere.
Se un Buddha, un Mahavira o un Cristo raggiungono dio nonostante queste religioni frammentarie e piene di conflitti, non è una testimonianza del successo di queste religioni in quanto tali. Il successo della religione, o diciamo il successo del giardiniere, dovrebbe essere proclamato solo dopo che tutti i cinquantamila alberi del suo giardino, ad eccezione di uno o due, hanno raggiunto la fioritura. A quel punto il demerito può essere attribuito all’unico albero che non è fiorito. E si può dire che quell’albero è rimasto stentato e sterile nonostante il merito del giardiniere.
Con Freud è sorto nell’uomo un nuovo tipo di consapevolezza: che la repressione è sbagliata, che la repressione non porta con sé altro che autocommiserazione e angoscia. Se un uomo combatte contro se stesso può solo…
Osho
Tratto da: Meetings With Remarkable People #11