Il vero amore porta sempre tristezza. È inevitabile, perché l’amore crea uno spazio che apre delle nuove porte verso l’essere. L’amore crea una situazione crepuscolare.
Nel momento dell’amore riesci a vedere ciò che è irreale e ciò è reale. Nel momento dell’amore riesci a vedere ciò che è privo di significato e ciò che ha significato; e allo stesso tempo ti accorgi di essere radicata in ciò che è privo di significato; da qui nasce la tristezza. Nel momento dell’amore diventi consapevole del tuo potenziale più alto, diventi consapevole del picco più lontano, ma tu non sei lì; da qui nasce la tristezza.
Hai una visione, ma è solo una visione e tra un attimo sparirà. È come se dio ti avesse parlato in sogno e poi quando ti svegli ti sfugge. Sai che è successo qualcosa, ma non è diventato una realtà. Era solo una brezza passeggera.
Se l’amore non crea tristezza, sappi bene che non è amore. L’amore è destinato a creare tristezza: più grande è l’amore, maggiore è la tristezza che lo segue.
L’amore apre la porta a dio.
Due cuori si avvicinano… Sono molto, molto vicini, ma proprio in quella vicinanza riescono a vedere la separazione: questa è la tristezza. Quando sei distante non puoi vederlo così chiaramente: sai di essere separata. Ma quando desideri essere “uno” insieme all’altro, quando lo desideri con tutta te stessa, con grande passione, e ti avvicini sempre di più e poi arriva il momento in cui sei molto, molto vicina, ma non riesci ad andare oltre, sei bloccata e all’improvviso diventi triste. La meta è così vicina e tuttavia è irraggiungibile.
A volte dopo l’amore, sprofondi in una notte profonda e frustrante. Chi non conosce l’amore non conosce la vera infelicità, non conosce la vera angoscia. Vive una vita piatta. Non conosce le vette, quindi non è consapevole delle valli. Non ha mai raggiunto l’apice, quindi pensa, qualunque cosa stia facendo, che la vita sia tutta lì. Nell’amore, per un attimo, diventi ciò che dovresti essere. Ma è solo un attimo.
Se vuoi che diventi una realtà eterna per te, l’amore in se stesso non è sufficiente, è necessaria la preghiera. L’amore ti rende consapevole di questo bisogno e, se non inizi a entrare in preghiera, l’amore genererà sempre più tristezza.
Non puoi diventare “uno” nell’amore. Puoi solo avere l’illusione di diventarlo. E questo è il grande desiderio: essere uno, essere uno con il tutto, entrare in intimità con la realtà, scomparire completamente. Perché se sei, c’è infelicità; se sei, c’è angoscia; se sei, c’è ansia. È l’ego a creare il problema. Quando ti sciogli e scompari, quando diventi uno, non resta nessuno. Sei solo un’onda in questo oceano eterno di esistenza. Non hai un centro tutto tuo: il centro del tutto è diventato il tuo centro. Quindi l’ansia scompare, quindi l’angoscia scompare, quindi il potenziale è diventato realtà. Questo è ciò che chiamiamo illuminazione, questo è ciò che chiamiamo nirvana o realizzazione di dio.
L’amore va nella stessa direzione, ma può solo promettere, non può mantenere. Non può “consegnare la merce”: da qui nasce la tristezza. Senti di essere molto vicina al punto in cui potresti scomparire e tuttavia non scompari. Di nuovo inizi ad allontanarti dall’amato. Poi ti avvicini di nuovo e di nuovo ricadi nella tua solitudine. Ma non diventi mai “uno”. E se non lo diventi, l’estasi non è possibile...
Osho
Tratto da: Osho, Until you die #7