"C'era una volta" ... vendesi!

 


Tutto sussiste sia in quanto reale che in quanto suggestione. Entrambe, per esserci, sono soggetti alla nostra narrazione, la quale non solo è tanto reale quanto suggestione, ma è, a sua volta, tanto generatrice di realtà quanto di suggestioni. Entrambe sono autoreferenziali ed entrambe sono concepite come definitivamente reali. Nel mondo duale il dilemma di ciò che è vero e di ciò che non lo è ontologico, come la sofferenza, da esso generata. Quindi, astenersi scientisti perditempo. Ovvero a tutti coloro che all’ombra del vessillo della scienza ritengono che la loro verità superi le altre; a coloro per i quali la sola fuga verso la Verità è misconoscere il transitorio carattere e mutevole divenire degli ambiti in cui mutando, sussiste.




Narrazione del cosmo

Il flusso cosmico dell’energia scorre in noi. Quando non è interrotto siamo il benessere. Se deviato, ingarbugliato da cattivi sentimenti ed egoiche pretese, genera malessere. Significa essere isolati dalla verità del cosmo, dall’armonia.

L’ingarbuglio è apparentemente provocato anche da altri. Ma l’indulgenza non aiuta. Se il groviglio è complesso, ci vuole solo l’opportuna dedizione per scioglierlo.

Se isolati dal flusso universale possiamo immaginarci dentro un bozzolo, nel quale la nostra energia come nell’ossessione gira su se stessa e genera endemici mondi di pena. Chiusa in circoli viziosi o spinta da ardite pretese, ridonda e tende a collassare. I cattivi sentimenti ne sono nutriti. Il dominio su noi stessi è perduto. Avvertiamo malesseri. Se di lunga o forte durata, generiamo malattie.

Diffondiamo l’aura i cui toni cromatici esprimono la nostra natura, il nostro livello evolutivo e la nostra condizione intima del momento. Gli animali pare li vedano. I cani ci abbaiano, i gatti ci curano.

Nel sonno, libero dall’invadenza dell’io, quindi dai suoi sentimenti e relativi nodi, rigeneriamo noi stessi a causa del flusso energetico cosmico che torna libero a scorrere in noi. Rigenerare è parola opportuna, bambini e cuccioli lo sanno. Nei lunghi sonni, creano se stessi. Ma anche gli adulti, che si ripuliscono dai vincoli delle incertezze.

Ma ci sono tutti i livelli di grado. Nel sonno disturbato la presenza dell’io seguita a deviare l’energia cosmica e succhiare la nostra. Ci si sveglia con fatica e ci si sente stanchi, inetti a riconoscere la gratitudine per la vita.

Come nel labirinto della mente, intenti a inseguire i richiami dei pensieri e dei suoi opposti, siamo costretti a percorrere le narrazioni di tutte le direzioni. Fuori da esso, i dilemmi e i drammi del vivere si mostrano per quello che sono, sentieri senza uscita, le cui verità fittizie sono sirene di Ulisse alle quali possiamo ora resistere. Ne vediamo le illusioni, i veli di maya che ci nascondevano a noi stessi.




Narrazione del dolore

Prendere coscienza di essere gli artefici del nostro destino a causa dei sentimenti coi quali ci indentifichiamo, a causa delle reazioni alle nostre emozioni, permette di avviare un processo di emancipazione nei confronti della logica dell’io. Una specie di maschera che non sappiamo d’indossare. Segno di un battesimo culturale del quale non ci avvediamo. Permette di liberare quei nodi d’interruzione della partecipazione al cosmo. Permette la guarigione, se la malattia è presa in tempo, se il fisico non ha passato il punto di non ritorno. Ma anche, per alcuni, di rigenerare parti del corpo fisico  denti per esempio – normalmente considerate senza possibilità di replica.

Il cammino verso la consapevolezza del ruolo con il quale ci identifichiamo è un processo autopoietico. Non servono libroni, professorini e professoroni, esperti e specialisti: è già tutto in noi, come il crescere di un bimbo è già tutto in lui.

Affinché il dolore, di cui vantavamo il diritto di affermarlo sopra ogni altra cosa, cessi di essere una occulta richiesta d’aiuto, un’espressione d’indulgenza e vittimismo, affinché, come il sasso nella corrente che crea la marmitta, arresti la sua ridondanza erosiva di bellezza, è necessario trasmutarlo. Non più soltanto prendendocene la responsabilità. È necessario divenire portatori, non più del nostro dolore ma del dolore del mondo.

Non solo portatori, ma anche perpetuatori, almeno finché il ciclo delle rinascite del quale siamo parte non interrompa il suo/nostro egocentrico motore. È un fermate le macchine che richiede di essere capitani di noi stessi, che richiede l’emancipazione dal nostro io. Quando non c’è più qualche perché proprio a me?, scompare ogni vittimismo, così come la pretesa d’essere accuditi.

Assumendoci il dolore del mondo ripetiamo il percorso – con tutto il rispetto per i ricercatori ben più anziani – di Cristo, emblema dell’evoluzione disponibile ad ogni uomo. Detta di amore, di armonia, di partecipazione al cosmo.

È un’assunzione di responsabilità, che per compiersi richiede la morte personale, richiede il ridimensionamento dell’io a fittizia impalcatura di forze opposte alla creatività. Un percorso necessario per la purificatrice dai peccati, di ciò che sta sotto il dominio del male. Solo mondati dai vizi capitali possiamo vivere l’Uno, la sua energia. Escludendo la scienza, che prende un occhio e ci dice in cosa consiste, nulla esiste da isolato, senza la relazione e la contiguità che lo conforma in un certo modo. Ciò che è o viene separato dal tutto è a suo modo cancro e cancerogeno. Non è evidente la relazione tra la nostra epoca e il crescente popolo di terminali del grande male? Non è evidente che stiamo remando nella direzione meno umana e più malefica?

Il corpo richiede 72 ore per modificare il proprio stato di salute, tanto per perderla, quanto per ristabilirla. Ci vogliono 72 ore, cioè tre giorni per permettere al digiuno di compiere la sua opera di disintossicazione, affinché, anche attraverso questa pratica, il flusso cosmico d’energia incontri meno ostacoli in noi e ci permetta di sentire la via a noi opportuna, tanto nella vita, quanto nella circostanza. Per alcuni è cosa nota ed emblematica, per altri no. L’avevo accennato: astenersi scientisti perditempo.

Con la dovuta motivazione è togliere, più che ad acquisire, saperi, che si può giocare al gioco della maschera che non sapevamo di avere. Ma ora senza paura, creativamente consapevolmente. Si può arrivare alla libertà di noi stessi. Non una vita senza dolore, né colma di piacere. Ma dentro un’armonica vibrazione che permetterà di vivere al meglio, anche nel dolore. Che permetterà di evolvere ancora verso la forza e l’equilibrio. Che permetterà al qui ed ora di sostituire il passato e il futuro in un numero crescente di occasioni. Quella condizione oltre il dominio del dualismo e del pensiero, oltre le resistenze dell’io, tanto all’origine delle sofferenze, quanto del tempo, delle dottrine, delle dipendenze, delle pretese, dei desideri, degli opposti, dell’avere in cui si svolgono tutte le narrazioni in vendita.

Lorenzo Merlo



A scuola di vipassana con Osho



La vipassana è una delle tecniche di meditazione più importanti. È immensamente bella e tuttavia molto semplice: persino un bambino è capace di farla!

Il metodo consiste nel guardare il tuo respiro. Quando hai tempo, quando non hai niente da fare, siediti in silenzio, a guardare il respiro che entra. Seguilo, va molto in profondità! Poi c’è un intervallo, per un attimo non c’è movimento, il respiro si ferma. Guarda quella pausa. È molto importante, perché è la porta del tuo essere. Poi il respiro inizia a uscire. Guardalo di nuovo. Si estingue completamente, poi di nuovo c’è un intervallo, per un attimo il respiro si ferma. Anche quella è una porta.

Una è la porta nella realtà interiore, l’altra è la porta nella realtà esteriore. Se passi dalla porta interna, da te entri in dio. Se passi dalla porta esterna da dio entri in te. Sono due facce della stessa medaglia.

Ma ricorda, il respiro non deve essere modificato, deve essere naturale come sempre. Non devi fare alcuno sforzo per renderlo più lungo, o più profondo. Non deve esserci alcun cambiamento: lascialo così com'è. L'unica cosa che devi introdurre è un testimone, un osservatore.

Falla prima da seduto e poi piano piano riuscirai a farla camminando; e poi alla fine riuscirai a farla mentre fai altre cose: cucinare, fare il bagno, pulire il pavimento. Solo una cosa devi ricordare: non farla mai di notte, solo tra l’alba e il tramonto.

Se la fai di notte non riuscirai a dormire, perché genera un certo stato di veglia. Quindi solo tra l’alba e il tramonto... E se ti accorgi che il tuo sonno è disturbato, riduci il periodo, falla per due ore dopo l’alba, o per due ore prima del tramonto, solo in quelle ore. Devi sperimentare, perché è diverso da persona a persona. Alcune persone riescono a farla anche di notte, ma è molto raro...

Osho  


Fonte:  https://www.oshoba.it/prod/1728/OSHO-TIMES-n.273.html

MARIA CURIE E LA SCOPERTA DELLA RADIOATTIVITA’ E IL MODELLO ATOMICO DI RUTHERFORD



La scoperta dei raggi catodici (formati – in realtà - da un flusso di particelle cariche di elettricità “negativa”, gli “elettroni”, provenienti dal “catodo” di un tubo sotto vuoto) aprì la strada ad altre importanti scoperte. Il fisico tedesco Konrad Röntgen (1841-1923) scoprì intorno al 1895 che i raggi catodici, investendo uno schermo metallico, detto “anti-catodo”, riuscivano a provocare l’emissione da parte di questo di una radiazione particolarmente penetrante (capace, ad esempio, di traversare i tessuti molli di un corpo vivente) che fu definita col nome di “Raggi X” (1)(2).

Un altro fisico tedesco, Max Von Lahue (1879-1959), dimostrò nel 1912 che questi raggi, passando attraverso un cristallo, davano luogo al fenomeno della “diffrazione” che è tipico delle onde luminose. I raggi “X” erano quindi delle onde della stessa natura delle onde radio, dei raggi infrarossi, delle onde luminose, e dei raggi ultravioletti, che – come supposto da Maxwell, e dimostrato da Hertz (vedi N. 81) – avevano una natura elettromagnetica. La differenza tra le varie onde (o “radiazioni”) è che la “frequenza” delle radiazioni (cioè il numero di vibrazioni nell’unità di tempo misurato in “Hertz”) va crescendo dalle onde radio ai raggi “X” rendendole sempre più energetiche e penetranti. Viceversa diminuisce progressivamente la “lunghezza d’onda” che è inversamente proporzionale alla frequenza. Qualche anno dopo furono scoperti dei raggi ancora più energetici e penetranti, i ”raggi gamma” provenienti dal “decadimento radioattivo” degli atomi, come vedremo subito dopo. I raggi “X” sono stati utilizzati, com’è noto, in medicina per evidenziare lo stato delle ossa, e recentemente, in macchine più perfezionate, per effettuare la Tomografia Assiale Computerizzata (TAC), che evidenzia anche altri organi interni. Röntgen fu Premio Nobel per la fisica nel 1901.

Sotto la spinta delle scoperte di Röntgen, ed anche su invito del grande matematico e fisico Poincarè a verificare quali radiazioni potessero essere emesse da varie sostanze sottoposte a raggi catodici, un altro fisico francese, Henri Becquerel (1852-1908) scoprì nel 1896 che i sali di Uranio (il più pesante degli elementi naturali: i suoi due tipi di atomi – o “isotopi” -  pesano rispettivamente 235 e 238 volte più dell’atomo di Idrogeno) emettono naturalmente radiazioni e particelle anche senza essere irraggiati. Nel 1898 una ricercatrice di origine polacca trasferitasi a Parigi, Maria Sklodowska (1867-1934), sposata con il fisico francese Pierre Curie, poi morto prematuramente nel 1906, dimostrò, insieme al marito, grazie ad un intenso lavoro di ricerca sperimentale effettuato con pochissimi mezzi ed in condizioni molto disagiate, che anche il Torio (Th) dava luogo allo stesso fenomeno(1)(2).

Pierre Curie si era già distinto, da parte sua, per aver scoperto insieme al fratello Jacques l’effetto piezoelettrico, cioè la creazione di una corrente elettrica dovuta ad un aumento di pressione su alcuni materiali, effetto usato anche nella tecnologia  Sonar per trasformare ultrasuoni in segnali elettrici. Il Sonar, strumento atto alle rilevazioni sottomarine, fu inventato dallo stesso Curie e poi perfezionato da Rutherford ed altri.

I coniugi Curie scoprirono poi altri elementi che manifestavano le stesse proprietà, come il Polonio (così battezzato da Marie in onore della sua patria originaria), e soprattutto il Radio (Ra), una sostanza particolarmente attiva. Ne1899 fu scoperto dal chimico Andrè-Louis Debierne anche l’Attinio. A tutto il complesso dei fenomeni connessi con questi elementi fu poi dato il nome di “Radioattività”. Tutti gli elementi più attivi provenivano da un unico minerale: la “Plechblenda” da cui venivano estratti gli elementi radioattivi con vari metodi chimici. Come fu scoperto da Rutherford, di cui parleremo subito dopo, i fasci di particelle emessi sono di due tipi: particelle “alfa” 4 volte più pesanti dell’atomo di Idrogeno e doppiamente cariche di elettricità positiva, corrispondenti ad atomi di Elio (He) che hanno perso due elettroni diventando degli “ioni” doppiamente carichi di elettricità positiva; e particelle “beta”, che sono costituite da semplici elettroni con carica negativa. Viene emessa anche la radiazione elettromagnetica “gamma”, scoperta nel 1900 dal francese Paul Villard (1860-1934), molto pericolosa perché danneggia i tessuti organici (si deve a questa radiazione, ed ai residui radioattivi lasciati dall’esplosione, l’alto numero di morti verificatisi in Giappone anche molti anni dopo che le bombe atomiche erano esplose a Hiroshima e Nagasaki e i danni anche alle generazioni successive). L’emissione di parti dell’atomo porta ad un suo “decadimento radioattivo” per cui un atomo più pesante come l’Uranio 238 si trasforma in un atomo più leggero come quello del Piombo (Pb) 206, realizzando il vecchio sogno degli alchimisti di trasmutare gli elementi. Il frazionamento (o “fissione”) dell’atomo può essere prodotto anche artificialmente, ad esempio bombardando atomi di Uranio 235 con neutroni “lenti” (particelle presenti nei nuclei atomici). Ne parleremo nei prossimi numeri dedicati alle ricerche di Otto HahnLise Meitner ed Enrico Fermi, ed alla costruzione dei reattori nucleari e della bomba atomica.

Becquerel, Pierre e Marie Curie ottennero il premio Nobel per la fisica nel 1903. Marie Curie, dopo la morte del marito nel 1906, ottenne un secondo Premio Nobel per la chimica nel 1911 per i successi ottenuti isolando il Polonio ed il Radio. Ciò avvenne nonostante lo scandalo montato nei suoi confronti dalla stampa conservatrice, antifemminista e xenofoba per la relazione da lei avuta con il valente fisico Paul Langevin (1872-1946), già allievo del marito, e scopritore degli effetti diamagnetici e paramagnetici indotti in alcune sostanze dai campi magnetici (effetti legati alle correnti atomiche dovute agli elettroni ed allo “spin”, grandezza caratteristica degli elettroni inizialmente interpretata come rotazione degli elettroni su sé stessi).

Nonostante questo scandalo, e nonostante la sua salute fosse compromessa dalla sua frequentazione con sostanze radioattive (che poi la porterà alla morte), l’instancabile Marie Curie organizzò, insieme alla figlia Irene, appena diciassettenne, delle squadre volanti attrezzate con emettitori di raggi X per individuare lesioni alle ossa e presenza di schegge nei corpi dei soldati feriti nei fronti della Prima Guerra Mondiale. La figlia Irene (1897-1956), insieme al marito Pierre Joliot, riceveranno poi a loro volta il Premio Nobel per la chimica nel 1935 per aver scoperto la radioattività artificiale (cioè indotta artificialmente bombardando l’Alluminio con protoni, ottenendo Radio). La radioattività divenne subito molto popolare per la terapia del cancro, prima con il Radio, e poi con un elemento radioattivo artificiale, il Cobalto-60.

Gran parte del lavoro di ricerca sulle particelle “alfa” e “beta” era stato però condotto all’inizio del ‘900 da uno dei più grandi fisici sperimentali della storia, il neo-zelandese Ernest Rutherford (1871-1937), trasferitosi nel 1895 in Inghilterra all’Istituto Cavendish di Cambridge, poi nel 1898 all’Università di Montreal in Canada, poi a Manchester nel 1907, ed infine nuovamente al Cavendish, di cui divenne direttore(3). Rutherford studiava i flussi di particelle facendoli passare attraverso fogli di allumino. Usando la stessa tecnica, ma facendo passare un flusso di particelle “alfa” attraverso una lamina d’oro, due suoi allievi, il tedesco Hans Geiger (1882-1945, inventore – insieme a Rutherford - del famoso contatore Geiger per la rilevazione delle particelle subatomiche, ed Ernest Marsden (1889-1970), osservarono che solo una minima parte delle particelle (una su 8000) rimbalzavano o venivano deviate.

Rutherford si rese quindi conto che la maggior parte dell’atomo doveva essere vuoto e faceva passare le particelle. L’atomo era dotato di un piccolo nucleo pesante e compatto: solo alcune particelle “alfa” impattavano sul nucleo, mentre tutte le altre passavano indisturbate. Lo stesso Rutherford capì in seguito che il nucleo era formato da due tipi di particelle, ognuna pesante quanto un atomo di Idrogeno: il “protone”, carico di elettricità positiva (ed effettivamente ottenuto da Rutherford e Marsden nel 1918 bombardando l’Azoto con particelle “alfa”), ed il “neutrone”, elettricamente neutro. Rutherford concepì quindi intorno al 1911 un modello atomico (in realtà già ipotizzato dal fisico giapponese Nagaoka nel tentativo di spiegare l’effetto Zeeman di cui riferimmo al numero precedente) diverso da quello di J.J. Thomson (N. 96). I minuscoli elettroni, carichi negativamente e pesanti ciascuno circa 1800 volte meno di un protone, giravano a grande distanza dal piccolo nucleo isolato molto più pesante, carico positivamente (paragonabile ad “un moschino in una grande cattedrale” si disse). Si è poi visto che il diametro del nucleo è circa 10.000 volte più piccolo di quello dell’involucro esterno dell’atomo formato da elettroni.

Nel 1932 un altro allievo di Rutherford, James Chadwick, (1891-1974) riuscirà ad individuare il neutrone (peraltro già ipotizzato da Rutherford nel 1920) vincendo il premio Nobel per la fisica nel 1935. Rutherford, invece, si era dovuto accontentare solo di un Nobel per la chimica nel 1911 per aver determinato nel 1902, insieme al chimico Frederick Soddy (1877-1956), la legge del decadimento radioattivo degli atomi radioattivi e per aver individuato le tre principali catene di decadimento radioattivo (a partire dall’Uranio, dal Torio, e dall’Attinio).

Questa legge (in cui Rutherford introdusse anche un parametro caratteristico, il tempo di dimezzamento radioattivo) è alla base delle tecniche di valutazione dell’età di rocce e reperti ed ha reso possibile il calcolo esatto dell’età della Terra.  Il modello atomico di Rutherford aveva – però -  il difetto di non spiegare perché gli elettroni non cadessero sul nucleo, in quanto, secondo le equazioni di Maxwell (N. 81), avrebbero dovuto perdere progressivamente energia dato che creavano un campo magnetico irradiando energia. Questa contraddizione sarà risolta nel 1913 da un altro suo allievo e collaboratore, il grande fisico danese Niels Bohr, che proporrà – come vedremo – un modello simile, ma basato sui principi della Fisica Quantistica.

Vincenzo Brandi




  • Geymonat, “Storia del Pensiero filosofico e scientifico”, Garzanti 1970 e seg.
  • RBA, “Le Grandi Idee della Scienza – Marie Curie”
  • RBA, “Le Grandi Idee della Scienza – Rutherford”

Mascherine, tasse e presto "l'ariometro"

Ante scriptum - Riciclando e riaggiustando questa vecchia memoria mi sono accorto che -a volte- gli  scrittori in erba (come me)  dimostrano doti di preveggenza.  A questo punto la previsione  della tassa "sull'ultimo respiro", menzionata in calce,  è azzeccata... 

Foto di Gustavo Piccinini – Calcata, recita in piazza

Ricordo tantissimi anni fa (a metà degli anni ’70), quando abitavo ancora a Calcata ed  ero un giovane attore di belle speranze, una delle prime commedie recitate in piazza dal sapore premonitore.  Il titolo l’ho dimenticato ma il tema era quello della burocrazia e delle tasse che strozzano ogni iniziativa e sottopongono l’uomo ad elemosinare il suo pane.
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La storia raccontava di un villico che voleva farsi un pollaio per sé e la famiglia, in un ipotetico medioevo (futuribile),  così egli  si recava dal ciambellano esattore per la necessaria autorizzazione ma la domanda veniva respinta per mancanza dei bolli. Ed il villico: “ma no, ma no i polli ci sono e anca le galline…”. Al che visto che il pollaio era già stato posto in atto il buon ciambellano comminava l’inevitabile multa “per non aver ottemperato alle norme tassatorie del reame”
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Quelli erano anni in cui il comunismo ancora resisteva  in Russia ed in tutti i paesi dell’est Europa ma la propaganda democristiana  spiegava al volgo che  “che i comunisti non sono democratici,  fanno votare solo per liste prescritte, e inoltre non consentono la proprietà privata, un povero cristo non può possedere nemmeno la casa in cui abita…”. Per non parlare poi delle storie trucide di bambini cucinati a fuoco lento… Poi il comunismo cadde. Finalmente tutti liberi e padroni della propria esistenza? Macché, macché… dopo qualche anno di sesso droga e rock and roll ecco che la democrazia occidentale mostra la sua vera faccia.
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Le  tassazioni aumentano, la burocrazia strozza ogni attività, le  elezioni libere con le preferenze sono abolite, si vota solo per i partiti con liste bloccate (anzi non si vota  più manco alle province) e diminuisce il numero dei parlamentari … Un manipolo di nominati agli ordini dei caporioni.  Mentre già da tre o quattro legislature è stato  eliminato il proporzionale, con la scusa della “governabilità” e si concede il premio di maggioranza consentendo ad una minoranza, anch’essa prestabilita, di governare senza opposizione alcuna. Per non parlare poi della proprietà. Questa parola resta solo nel vocabolario ma di fatto  è abolita (almeno per i singoli, continua ad esistere solo per le banche e le multinazionali).  I risparmi custoditi in banca possono essere sequestrati in qualsiasi momento senza avviso alcuno,  tutti i servizi sono a pagamento, le pensioni per i lavoratori scompaiono o si affievoliscono, il lavoro è “liberalizzato” (ovvero reso precario e sottopagato), se hai casa, auto e persino una motoretta devi pagare una imposta ad hoc, per non parlare delle tasse mortuarie e cimiteriali… ecc.
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E qui siamo giunti  al 2021,  siamo arrivati alle vera svolta, con la scusa della pandemia e  perdurante  “crisi economica” il "Governissimo" del tutti dentro,  per assicurare le esigenze di controllo di una popolazione ormai spompata  ha bisogno di una ulteriore e definitiva torchiatura,  necessaria  a soddisfare gli interessi alieni di cui è mallevadore, ad esempio  per comprare nuove armi inutili e costose, per le tangenti  a favore della NATO, per pagare i debiti contratti con la BCE e  non ultimo per attribuire agli scherani prebende e  vitalizi da favola. Da qui l’idea di aprire le porte ad una nuova categoria di burocrati:  gli inventori/estensori di nuove tasse.
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Ed i risultati già si vedono. E’ stato scoperto un nuovo filone lasciato sinora vuoto.  Considerando che tutti i beni tassabili: acqua, cibo, carburanti,  etc. sono già abbondantemente gravati da imposte dirette ed indirette,  l’unico  bene tassabile “libero” restava l’aria.  Da qui i provvedimenti  definitivi  per ottemperare a questa carenza strutturale. Intanto hanno già trovato un escamotage: l'obbligo di mascherina...
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Ma non è tutto, allo studio dei tecnici del   Governissimo un “ariometro” per calcolare il costo di ogni respiro da imporre ai cittadini italiani. Ovviamente sono già pronte misure coercitive di pagamento e per i morosi  è prevista l’ammenda finale eufemisticamente chiamata “ultimo respiro”. Gli evasori sono quindi avvisati!
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Paolo D’Arpini - Vecchio articolo rivisitato il 5 maggio 2021