La guerra è sempre "irreligiosa"



Dopo le nazioni, il secondo male sono le religioni, perché hanno combattuto e ucciso per motivi che non interessano a nessuno. Il cristianesimo fu la prima religione a inculcare nella mente della gente l'idea che anche la guerra può essere santa. E l'islam e gli altri culti si sono accodati, massacrandosi a vicenda in nome di Dio.
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Io affermo che la guerra in quanto tale è irreligiosa. Non possono esistere cose come una crociata, una jihad, una guerra santa! Se definite santa la guerra, cosa resta che possa essere definito profano? A chi interessa Dio, fatta eccezione per i preti?
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Io non ho mai incontrato un uomo realmente interessato a Dio. Se gli offrite cinque dollari con una mano e con l'altra Dio, si prenderà i cinque dollari e dirà: “Dio è eterno, ne riparleremo più tardi. Per il momento mi sono più utili i cinque dollari”. Ma i preti lo trovano così interessante perché Dio è il loro business, e naturalmente vogliono ampliare il loro giro d'affari.
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Le religioni hanno distrutto l'integrità dell'uomo. Lo hanno spezzato, non solo in parti, ma in parti che continuano a lottare tra di loro. In questo modo hanno reso schizofrenica l'umanità: hanno dato a ogni uomo una personalità dissociata. Ed è stato fatto in maniera molto furba e astuta: tramite la condanna del corpo e del sesso, facendo rivoltare l'individuo contro la sua stessa natura.
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Tutte le religioni sono contrarie a ciò di cui l'uomo può godere. E' loro interesse mantenere l'uomo infelice, distruggere ogni sua possibilità di trovare pace, gioia e appagamento; di trovare il paradiso qui e ora. Per l'esistenza dell'“altro mondo” la tua infelicità è indispensabile. Ad esempio, se la tua sessualità è realmente soddisfatta, non hai bisogno di Dio, perché la tua vita è appagata; viceversa, se la tua sessualità viene condannata, repressa, distrutta, se ti fa sentire in colpa, Dio può continuare a vivere in eterno.


Osho

Anubis ed il peso del karma, misurato con il bilancino della giustizia e dell'amore





La Legge della Bilancia. La legge del terribile Karma, governa tutto il creato. Ogni causa si trasforma in effetto e ogni effetto si trasforma in causa. Voi dovete innanzi tutto comprendere che cos'è la legge della Compensazione: tutto quello che si fa, si deve pagare, perché non esiste causa senza effetto, né effetto senza causa.

Quando si vive secondo il retto pensare,il retto sentire e il retto agire i risultati, o conseguenze, sono sempre felici. Sfortunatamente il retto pensiero, il retto sentire e la retta azione sono impossibili finché una seconda natura in-umana (l'ego, l’io, il se stesso)agirà dentro di noi,attraverso di noi. E' indubbio che l'Ego commette molti e
numerosi errori, il cui risultato è il dolore.

Se ci è stata data la libertà,il libero arbitrio e possiamo fare quello che vogliamo, è però altrettanto chiaro che noi dobbiamo rispondere davanti a Dio di tutte le nostre azioni.
La Legge dell'Azione e delle Conseguenze (karma) governa il corso delle nostre varie esistenze e ogni vita è il risultato di quella precedente. Comprendere integralmente le basi e il modus operandi della legge del karma è indispensabile per orientare la barca della nostra vita in modo positivo ed edificante attraverso le sue varie scale.

Il Karma è la legge della Compensazione, non della vendetta. Ci sono alcuni che confondono questa Legge Cosmica con il determinismo e il fatalismo e credono che tutto ciò che capita all'uomo sia determinato inesorabilmente da tutto quello che è successo prima.


E' vero che le azioni dell'essere umano sono determinati dall'ereditarietà, dalla paura e dall’educazione, ma è anche vero che l'uomo ha il libero arbitrio e può modificare le sue azioni, educare il suo carattere, conformare dei comportamenti superiori, combattere le debolezze e fortificare le virtù.

Il karma è una medicina che ci viene somministrata per il nostro bene. Invece, la gente, disgraziatamente, anziché inchinarsi riverente mente dinanzi all'eterno Dio vivente,protesta,bestemmia e si giustifica,  stupidamente discolpandosi e lavandosi le mani come Pilato. Con simili proteste non si può modificare il karma,al contrario sene riceverà di più duro e severo.

Quando si viene in questo mondo ci si porta dietro il proprio destino:alcuni nascono su un materasso di piume ed altri nella disgrazia. Se nella nostra passata esistenza noi abbiamo ucciso, allora verremo uccisi; se abbiamo ferito,verremo feriti; se abbiamo rubato,verremo derubati e con "il metro con cui misuriamo gli altri, noi stessi verremo misurati".

Pretendiamo la fedeltà del coniuge quando noi stessi siamo stati adulteri in questa vita o in quella precedente. Chiediamo amore quando siamo stai spietati e crudeli. Sollecitiamo comprensione quando non abbiamo mai saputo comprendere nessuno e non abbiamo mai imparato a vedere dal punta di vista degli altri. Aneliamo fortune immense quando siamo stati sempre la causa di molte sfortune. Avremmo voluto nascere in una famiglia molto bella e con molte comodità, quando nelle passate esistenze non siamo stati capaci di dare ai nostri figli una famiglia e la tranquillità di un bel focolare.

Protestiamo contro chi ci insulta quando noi stessi abbiamo sempre insultato tutti quelli che ci stavano accanto. Vogliamo che i nostri figli ci obbediscano quando noi non siamo mai stati capaci di obbedire ai nostri genitori. Ci dà terribilmente fastidio la calunnia quando noi siamo stati dei calunniatori e abbiamo riempito il mondo di dolore.

Ci dà fastidio il pettegolezzo, e però non vogliamo che nessuno mormori di noi, e senza dubbio ci siamo sempre persi in pettegolezzi e chiacchiere parlando male del prossimo e mortificando la vita degli altri. In pratica abbiamo sempre reclamato quello che non abbiamo mai dato. In tutte le vite precedenti noi siamo stati malvagi e per questo meritiamo il peggio; ma pensiamo sempre che a noi ci debba toccare il meglio.

Fortunatamente, cari amici,la Giustizia e la Misericordia sono due colonne portanti della Fraternità Universale Bianca. La giustizia senza misericordia è tirannia, e la misericordia senza giustizia è una forma di tolleranza, compiacenza con il delitto.

Il karma è negoziabile,e questa è una cosa che potrà sorprendere moltissimo i seguaci delle varie scuole ortodosse. Certamente alcuni pseudo esoteristi e pseudo occultisti sono diventati troppo pessimisti nei confronti della Legge di Azione e Conseguenza. Essi suppongono erroneamente che questa attui in modo meccanico,automatico, quasi crudele. Gli eruditi credono che non sia possibile alterare questa legge; molto sinceramente io dissento da questo modo di pensare.

Se la Legge di Azione e Conseguenza,se questa nemesi dell'esistenza non fosse negoziabile,allora dove sarebbe la misericordia divina?Francamente, non si può accettare che vi sia della crudeltà nella divinità. Il Reale,tutto ciò che è perfezione,conosciuto anche con altri nomi - quali il Tao,Aum,Inri,Sein,Allah,Brahma,Dio,o per meglio dire gli Dei,non potrebbe assolutamente essere privo di misericordia, non può essere crudele, tirannico...Per questo ripeto in modo enfatico che il karma è negoziabile.

Quando una legge inferiore è trascesa da una legge superiore, la legge superiore lava via quella inferiore. Modificando la causa si modifica l'effetto. "Il leone della legge si combatte con la bilancia" Fai buone azioni per pagare i tuoi debiti.

Se su un piatto della bilancia cosmica si mettono le nostre buone azioni e sull'altro le cattive, è evidente che il karma dipenderà dal peso nel piatto della bilancia. Se il piatto delle cattive azioni pesa di più,dobbiamo mettere più azioni buone sull'altro piatto allo scopo di far pendere la bilancia a nostro favore,per cui noi potremo ben cancellare del karma negativo facendo delle buone azioni per poter pagare i nostri debiti. Bisogna ricordare che non solo si paga con il dolore,ma anche facendo del bene. Capirete ora,miei buoni amici,quanto sia meraviglioso fare del bene.


Non c'è dubbio che il retto pensare,il retto sentire e il retto agire siano la cosa migliore in qualsiasi negoziazione. Non dobbiamo mai protestare contro il karma; l'importante è saperlo negoziare.


Disgraziatamente l'unica cosa che la gente fa,quando si trova in una situazione di
grande amarezza, è di lavarsi le mani come Pilato e dire che non ha fatto alcunché di male,che non è colpevole, e che è un'anima giusta.

Io dico a quelli che si trovano nella miseria, di rivedere la loro condotta,di giudicare se stessi,di mettersi anche per un attimo sul banco degli accusati e,dopo un esame di coscienza ed una sommaria analisi di se stessi,di cambiare la propria condotta. Se coloro che si trovano senza lavoro diventassero casti,infinitamente caritatevoli,miti e servizievoli al cento per cento,è ovvio che modificherebbero radicalmente la causa delle loro disgrazie, modificando di conseguenza anche gli effetti.

Non è possibile alterare un effetto se prima non vengono modificate radicalmente le cause che lo hanno prodotto, poiché -come abbiamo già detto- non esiste causa senza effetto,né effetto senza causa. Si deve sempre lavorare disinteressatamente con infinito amore per l'umanità;così facendo possiamo alterare le cause negative che hanno determinato gli effetti negativi.


Non c'è dubbio che la miseria abbia le sue cause nell'ubriachezza,nella disgustosa lussuria, nella violenza,nell'adulterio,nello spreco,nell'avarizia,ecc.

Vuoi guarire? Allora prenditi cura degli altri! Alcuni dei vostri parenti sono in galera? Lavorate per la libertà degli altri. Avete fame? Dividete il vostro pane con quelli che stanno peggio di voi.


Molti di coloro che soffrono si ricordano, nell'intento di risolverle, solo delle loro amarezze,però non si ricordano mai delle sofferenze altrui e nemmeno pensano lontanamente di risolvere le necessità del prossimo. Questo stato egoista della loro esistenza non serve a nulla; così facendo,l'unica vera cosa che possono ottenere realmente è quella di aggravare le loro stesse sofferenze.

Se queste persone pensassero agli altri,a servire i loro simili,a dare da mangiare a chi ha fame, da bere a chi ha sete,a vestire chi è nudo, ad insegnare a chi non sa, ecc., è chiaro che metterebbero buone azioni sul piatto della bilancia così da farla pendere a loro favore.In pratica, essi risolverebbero tutti i loro problemi. La gente è però molto egoista ed è per questo che soffre; nessuno si ricorda di Dio, né dei propri simili,se non quando è nella disperazione e questa è una cosa che tutti hanno potuto verificare da soli: così è l'umanità.

Purtroppo, miei cari amici,questo ego che ognuno ha dentro di sé, fa esattamente il contrario di ciò che stiamo dicendo; per questo motivo è urgente ed improrogabile ridurre il ‘me-stesso’ in polvere cosmica.

Pensiamo un attimo alla moltitudine di umanoidi che popola la faccia della terra. Essi, vittime dei loro stessi errori,soffrono l'indicibile. Senza l'Ego non farebbero errori e nemmeno ne subirebbero le conseguenze.L'unica cosa che si richiede per avere diritto alla vera felicità è, prima di tutto, di non avere Ego.

Certamente, quando dentro di noi  non esisteranno più gli aggregati psichici, gli elementi in-umani che ci hanno fatto diventare così terribili e malvagi, allora non c'è karma da pagare, e il risultato sarà la felicità.

E' bene sapere inoltre che quando avremo eliminato radicalmente l'ego, la possibilità di commettere sbagli è annullata e di conseguenza il karma può essere perdonato.
La Legge del Karma,la legge della bilancia cosmica, non è una legge cieca: si può anche richiedere un credito ai Maestri del karma,e questa è una cosa che molti ignorano. E’ però urgente sapere che ogni credito va pagato con delle buone azioni; e se non verrà pagato la Legge colpirà con supremo dolore.

Dobbiamo renderci coscienti del nostro karma e questo è possibile solo per mezzo di una sorta di "allerta-novità" (cioè aprendoci al nuovo).Ogni fatto della vita, ciascun avvenimento, ha la sua causa in una vita precedente, ma noi abbiamo bisogno di renderci coscienti di questo.


Ogni momento di gioia e di dolore deve essere continuato in meditazione con mente quieta e in profondo silenzio. Il risultato sarà la sperimentazione dello stesso evento accaduto in una vita precedente. Allora noi prendiamo coscienza della causa di quel fatto,sia esso gradevole o sgradevole.

Chi risveglia la Coscienza può viaggiare nei suoi corpi interni, fuori dal corpo fisico, in piena volontà cosciente e studiare il suo proprio Libro del Destino nel tempio di Anubis e dei suoi 42 giudici.


Il capo dei sacerdoti del Tribunale Cosmico del Karma è il Gran Maestro Anubis. Il Tempio di Anubis, il supremo reggente del karma,si trova nel mondo molecolare, chiamato da molti ‘mondo astrale’.In questo tribunale regna la regola dell'amore e della giustizia. In questo tempio esiste il ‘libro’ di ognuno con il proprio dare e avere, il diario su cui vengono minuziosamente  annotate le nostre proprie azioni positive e negative. Le buone azioni vengono rappresentate da strane ‘monete’ che i Maestri accumulano a beneficio degli uomini e delle donne che le hanno compiute.
In questo Tribunale ci sono anche avvocati difensori. Ma tutto si paga. Niente viene regalato. Chi ha buone azioni paga e se la cava bene nelle contrattazioni. I crediti sollecitati si pagano con lavori disinteressati e ispirati dall'amore verso coloro che soffrono.

I ‘Maestri del Karma’ sono Giudici di Coscienza che vivono nello stato di ‘jiina’(cioè, saggezza). Dovremo costantemente compiere buone azioni per poter pagare i debiti della nostra vita presente e di quelle passate. Ogni atto dell'uomo è retto da leggi superiori e inferiori. Tutte le leggi superiori sono riassunte nell'amore. Un atto di amore annulla gli atti passati ispirati da leggi inferiori.


Parlando dell'amore, il Maestro Paolo dice: "L'amore è paziente e tollerante: non invidia, non si esalta, non ingiuria,non fa i propri interessi,non si irrita,non si fa prendere dall'ingiustizia, ma si fa prendere dalla Verità. Crede a tutto,spera in tutto, sopporta tutto".

Quando i Maestri del Karma officiano come Giudici usano la maschera sacra fatta a forma di testa di sciacallo o lupo piumato; così si presentano agli iniziati nei mondi interiori. Questa è la parte crudele della Legge dell'Amore.Negoziare con i signori della Legge è possibile attraverso la meditazione: pregate, meditate e concentratevi in Anubis, il reggente più acclamato della buona legge.

Per l'indegno, tutte le porte sono chiuse meno una: quella del pentimento.
"Chiedete e vi sarà dato,bussate e vi sarà aperto".
 
Di Samael Aun Weor

Fraternità Universale Bianca
http://www.fuocosacro.com/pagine/appunti/Karmadharma.htm
Trad. di A. M. Centro Nirvana

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TIPI DI KARMA:

Karma individuale- è quello che dobbiamo pagare per le nostre azioni personali negative; sono come delle cambiali che devono essere pagate e cancellate
Karma familiare- quando all'interno di una famiglia tutte le persone hanno debiti con la legge karmica; in questo modo tutti soffrono e a loro volta fanno soffrire.
Karma collettivo- è il karma che può subire il quartiere di una città, un paese, o una nazione, come ad esempio un'epidemia o un'inondazione.
Karma mondiale-è il castigo e la sofferenza a livello mondiale.
Karma-saya- Sono i marchi astrali dovuti al coito di un uomo con diverse donne o di vari uomini con una donna.
karma-yoga- Con il saggio uso delle nostre correnti sessuali ci uniamo alla divinità (yoga=unione con Dio) e contemporaneamente cancelliamo il karmasaya.
Karma-duro-è un karma in azione. Quando questo karma si trova ad uno stadio avanzato di sviluppo,non si può più fermare, deve arrivare inevitabilmente sino alla fine,e la conclusione è sempre catastrofica.
Katanzia-è il karma superiore,il karma degli Dei; sta al di sopra dei Signori della Legge combatte con la bilancia.


- Chi ha del capitale con cui poter pagare, paga e nelle contrattazioni se la cava bene. Chi non ha da pagare, paga con il dolore. Fate buone azioni così potrete pagare i vostri debiti. (SamaelaunWeor)





Epifisi.. la ghiandola al di sopra della natura



La ghiandola pineale fu scoperta più di 2300 anni fa dai medici greci Erofilo ed Erasistrato, fondatori della grande Scuola Medica di Alessandria d’Egitto. Dopo di loro, Galeno  la considerò una struttura rientrante nelle ghiandole linfatiche e solo alla fine del 600 Cartesio le fornisce  una corretta collocazione…. Cartesio si spinse a considerare la pineale come  l’organo dove l’anima immortale  (res cogitans) si incontra con il corpo mortale (res extensa); … E’ importante sottolineare che Cartesio non sosteneva che l’anima fosse contenuta nella pineale ma che questa non fosse altro che il semplice punto di interazione…
La pineale è anche detta epifisi, il cui significato è “al di sopra della natura” e come tale polare rispetto all’ipofisi, termine che significa “sotto la natura”. Con queste definizioni gli antichi medici  dimostrarono di aver già compreso, in essenza, il significato fisiologico dell’epifisi e dell’ipofisi, rispettivamente coinvolte nella regolazione degli organismi viventi sula  base di elementi che stanno al di sopra della semplice vita biologica (pineale o epifisi)  o che ricadono all’interno della vita biologica vegetativa (Ipofisi) per attività emozionale   dell’asse ipotalamico-ipofisario-surrenale …
…Per  la medicina  orientale, le informazioni ricevute dai campi di energia sottile attraverso la ghiandola pineale sono decodificate e trasmesse lungo la colonna vertebrale come vibrazione risonante. L’informazione viaggia ad altre parti del corpo attraverso canali di energia, campi bioelettrici, fibre nervose e sistemi di circolazione. Nella medicina occidentale oggi  si sta insinuando questa ipotesi: poiché la ghiandola pineale è la prima dell’organismo a svilupparsi, necessariamente deve monitorare e regolare molti altri sistemi del corpo. Sono già state dimostrate queste ipotesi dalla  P.N.E.I. e si sono viste le relazioni di reciprocità tra il funzionamento della ghiandola pineale, la tiroide e le ghiandole surrenali….
Dei  potenziali 972 ormoni e sostanze prodotti dalla ghiandola pineale la scienza ne ha catalogati circa 500. Fra i più importanti  vi  è  la Melatonina.  … Fattori di stress  frequenti, prolungati e soprattutto notturni bloccano la fisiologica produzione di melatonina nelle ore notturne con accumulo di danni psicofisici.
Abbiamo detto che  l’epifisi o pineale  costituisce l’estremità superiore impari e mediana del sistema simpatico in quanto riceve le relative fibre …
 Con la stessa logica il corpo di Luschka o ghiandola coccigea costituisce l’estremità inferiore di tale sistema dato che qui terminano le fibre del  simpatico. Vi perviene anche il parasimpatico che da qui riparte come nervo erigens che se viene tranciato per cause chirurgiche causa impotenza…
E’ stato recentemente dimostrato che la ghiandola coccigea è un chemocettore, un sistema cioè capace di registrare i cambiamenti della composizione chimica del sangue e di informarne il sistema  nervoso centrale. E’ interessante ricordare che i  chemocettori  costituiscono le sole strutture dell’organismo a livello  delle quali sono presenti i tre massimi sistemi biologici, cioè quello ematico, quello nervoso e quello endocrino, le sole strutture in cui informazioni provenienti direttamente dal sangue circolante (in particolare il contenuto in ossigeno e in anidride carbonica) attivano il sistema nervoso. Pertanto il corpo coccigeo serve anche da struttura chemocettoriale come il glomo aortico e i glomi carotidei: l’attivazione dei  chemocettori controlla la frequenza respiratoria spontanea e questo è il motivo per cui un passo dello yoga, il Pranayama (controllo del prana mediante manipolazione cosciente del respiro) lavorando sul respiro, provoca effetti sul sistema nervoso….. E’ probabile che da interazioni esistenti fra  pineale e ghiandola coccigea, vale a dire fra le estremità superiore e inferiore del  sistema simpatico, derivi la regolazione stessa dell’intero sistema che, studiato invece bi-amputato delle sue estremità prossimale e distale  -  Pineale e Coccigea  - come attualmente avviene, darebbe di sé un’idea fisiologicamente incompleta e artificiosa “   ( da:  Life – il segreto della ghiandola pineale  -  Arcangelo Miranda)
“ Questi   sono  alcuni modi per tenere in trappola l’essere umano:
– fino a qualche anno fa, nonostante gli enormi progressi della medicina, non esistevano studi sulla ghiandola pineale, né tantomeno sulle sostanze da   essa  prodotte;
 – La ghiandola coccigea, che risulta essere un componente essenziale della vita, non è praticamente conosciuta neanche dai medici;
 – queste due ghiandole di fatto non vengono studiate nel percorso didattico della laurea in medicina e chirurgia…
 – oltre all’alimentazione scorretta un ottimo metodo per scimunire la gente sono gli psicofarmaci
 – La medicina di Hamer, che potrebbe risvegliare molte persone e migliorare l’inconscio collettivo, viene regolarmente osteggiata “     (da:  Life – il segreto della ghiandola pineale   - Arcangelo Miranda)
Nel corso dei congressi “La Scienza incontra lo Spirito” svoltisi a Milano negli anni 2006-2007-2008-2010 alcuni ricercatori – prof. Pierpaoli, Lissoni, Brivio – hanno evidenziato l’importanza del ruolo svolto da queste due ghiandole nell’evoluzione  spirituale-psicofisica umana. Il prof. Brivio ha affermato che nel corso di alcune operazioni chirurgiche la ghiandola coccigea del Luschka è stata asportata, con notevoli conseguenze, perché scambiata erroneamente per una cisti.  Il prof. Brivio ha affermato: “lo scopo di tali conoscenze è  anche quello di riportare la sessualità da  fatto puramente materiale a fatto celeste”.
Paola Botta Beltramo

La fisica quantistica è vicina al buddismo



Da quando Copernico pubblicò Sulle rivoluzioni dei corpi celesti nel 1543 per illustrare le sue teorie eliocentriche e, quindi, dare il via alla moderna ricerca scientifica, scienza e religione si sono sempre mal tollerate a vicenda. Anche se Copernico non venne perseguitato per le sue opinioni dalle autorità religiose (anzi, papa Clemente VII espresse profondo interesse per l'opera dello studioso e quest'ultimo dedicò il suo scritto a Papa Paolo III), Galileo, l’erede intellettuale di Copernico, non fu così fortunato e venne condannato dall'Inquisizione romana nel 1633, a testimonianza di quanto labile fosse la tolleranza tra le due discipline.

Questo approccio esclusivo al mondo, nel quale i fenomeni vengono presi in considerazione da un punto di scientificaoppure religioso, ha caratterizzato la ricerca sin dai tempi in cui Galileo venne condannato agli arresti domiciliari per le sue idee eretiche (ma scientificamente accurate.) Le manifestazioni contemporanee più estreme di questa mentalità sono osservabili nei conflitti tra gruppi religiosi che sostengono posizioni negazioniste riguardo ai mutamenti climatici e i paladini della libertà della ricerca scientifica battezzatisi come Nuovi Atei.

Ma cosa accadrebbe se adottassimo un approccio diverso al mondo, che non richieda di restare fermi all’interno delle proprie convinzioni esclusivamente in uno solo dei due campi, scientifico o religioso? Questa è stata la domanda posta da Tenzin Gyatso, il quattordicesimo Dalai Lama, che la scorsa settimana ha presieduto una conferenza di due giorni su fisica quantistica e filosofia Madhyamaka a Nuova Delhi. Secondo Sua Santità, conciliare le filosofie scientifiche e religiose potrebbe rivelarsi essenziale per il futuro della nostra specie.

"Spero che incontri di questo tipo possano servire a due scopi: estendere la nostra conoscenza e migliorare la nostra visione della realtà in modo da controllare meglio i nostri sentimenti contrastanti", ha dichiarato il Dalai Lama giovedì, aprendo la conferenza. "Quando ero giovane, la scienza ha favorito lo sviluppo economico e materiale in maniera fondamentale. Più avanti, nel corso del Ventesimo secolo, gli scienziati sono arrivati a comprendere che anche la pace della mente è vitale per la salute fisica e il benessere dell’uomo in generale... Combinando l'empatia con l’intelligenza, spero che riusciremo a contribuire sempre di più al benessere dell'umanità."

Il Dalai Lama non è nuovo ad occuparsi di scienza e, durante il suo mandato come capo del Tibet in esilio, ha sostenuto la complementarietà della scienza con la filosofia orientale (persino il presidente Mao elogiò il Dalai Lama per la sua "mente scientifica" subito dopo aver comunque ricordato a Sua Santità che "la religione è veleno"). Questa compenetrazione di interessi così estesa era evidente anche nella varietà del pubblico che ha assistito al suo intervento, che comprendeva circa 150 monaci tibetani noti come bhikkhus, accademici e molti studenti che hanno affollato il centro conferenze della Jawaharlal Nehru University per ascoltare il Dalai Lama discutere dell’intersezione tra fisica quantistica e filosofia buddista Madhyamaka assieme ad un gruppo di fisici e di monaci studiosi.

Come ha ricordato il Dalai Lama nel suo discorso di apertura, le affinità di interessi tra la scienza quantistica e la filosofia Madhyamaka, una delle principali scuole di pensiero buddhista, le aveva comprese circa 20 anni fa, dopo una discussione con il fisico nucleare indiano Raja Ramanna.
Secondo quanto raccontato da Sua Santità, Ramanna aveva studiato i testi di Nagarjuna ed era rimasto molto sorpreso nel constatare quanto le idee di questo filosofo Madhyamaka di duemila anni fa fossero complementari alla comprensione della fisica quantistica contemporanea raggiunta da lui.

Generalmente, le scuole filosofiche principali che fanno capo al buddismo sono considerate due: Mahayana eTheravada. Madhyamak ("quella che si trova al centro" o "la via di mezzo") appartiene alla scuola di pensiero Madhyamaka ed è stata sviluppata da Nagarjuna nel Secondo secolo. Nonostante il numero sbalorditivo di sottili differenze interpretative emerse nelle filosofie di Nagarjuna nel corso degli anni, l'idea che le unisce tutte è quella di vuoto.

Nel pensiero Madhyamaka, tutte le cose sono vuote nella misura in cui non hanno nessun tipo di essenza o esistenza. Questa vuotezza appartiene non solo alle persone e alle cose, ma anche alle categorie analitiche utilizzate per descriverle. Secondo Nagarjuna, la vuotezza è il prodotto dell'origine comune di tutte le cose: tutti i fenomeni mancano di esistenza perché la loro esistenza autentica dipende dalle condizioni che le hanno poste in essere.

Comunque, per Nagarjuna dire che niente abbia un'essenza in sé non significa sostenere che niente esiste, ma soltanto che niente possiede “una natura stabile e permanente.” Per chiarire il concetto, Nagarjuna ha posto due verità: una convenzionale e una definitiva. Così facendo ha riconosciuto la possibilità di percepire le cose simultaneamente come effettivamente esistenti nel mondo (verità convenzionale) e allo stesso tempo mancanti di una vera essenza (la verità definitiva). Mantenendo queste due posizioni solo apparentemente contraddittorie è possibile riconoscere che la 'realtà' è un fenomeno esperienziale, non una realtà oggettiva indipendente dalla nostra percezione.

Se siete confusi sul legame tra questi principi antichissimi sulla natura della realtà e l'attuale fisica dei quanti non preoccupatevi, non siete gli unici.

Uno degli esempi più calzanti dell'intersezione tra Madhyamaka e fisica quantistica è da ricercare nel principio della dualità onda-particella, che sostiene che le particelle elementari (fermioni e bosoni) possono mostrare le caratteristiche di particelle e onde allo stesso tempo, il che significa che hanno una doppia natura.

"Non sembrano esserci probabilità di descrivere pienamente il fenomeno della luce scegliendo uno dei due linguaggi [particella o onda]" dichiarava Einstein. "A volte siamo costretti a usare una teoria, a volte l'altra, altre volte dobbiamo usarle entrambe. Siamo di fronte a un altro tipo di difficoltà: abbiamo due immagini contraddittorie della realtà, che prese separatamente non riescono a spiegare il fenomeno della luce, ma insieme sì."
Così come la funzione d'onda, la matrice utilizzata dai fisici per descrivere lo stato di un sistema in un determinato momento, la dualità onda-particella ci porta a uno deiproblemi centrali della scienza dei quanti: esiste una realtà oggettiva e indipendente in grado di essere quantificata, o le misurazioni non sono altro che prospettive soggettive dipendenti dall'osservatore?

Come hanno evidenziato Einstein e altri fisici, queste due realtà acquistano senso solo se considerate inseparabili: una via di mezzo, un po' come la filosofia Madhyamaka.
Da una parte, l'atto dell'osservare collassa dall'indeterminatezza della funzione d'onda alla realtà definita: il gatto nella scatola è o vivo o morto, il raggio di luce è composto o da particelle o da onde e ciò è determinato dall'atto dell'osservazione. Sia in un caso che nell'altro, la realtà sottostante è che il gatto e la luce non hanno caratteristiche intrinseche, ma possono essere caratterizzate da una gamma di probabilità.
Un altro aspetto della meccanica quantistica di cui vale la pena parlare è il principio dell'entanglement. Affrontato sia daEinstein che da Schrödinger nel 1935, questo principio viene chiamato in causa quando coppie o gruppi di particelle vengono generati in modo tale che lo stato di ognuno di esse non può essere determinato. Piuttosto, l'osservatore deve considerare lo stato del sistema quantico come un intero. Con un sistema del genere, lo stato di ogni particella è correlato con quello delle altre; pertanto, la misurazione di una singola particella influenzerà tutte le altre a essa correlate (quella che Einstein chiamana "inquietante azione a distanza") facendo crollare lo sato precedente dell'intero sistema.

Il Dalai Lama ha insistito sulla necessità che la ricerca fisica e filosofica mirino a di superare l'ignoranza e a porre fine alla sofferenza

Prendendo in prestito il linguaggio della filosofia di Nagarjuna, potremmo dire che la fisica dei quanti si fonda su due verità: una verità convenzionale (la realità che emerge dall'osservazione) e la verità definitiva (una realtà indeterminata espressa in probabilità). Questi due principi della meccanica quantistica rispecchiano la filosofia Madhyamaka nella misura in cui il secondo professa che le cose esistono effettivamente senza nessuna essenza entrinseca e oggettiva, e che ricavano il loro essere dalle nostre interpretazioni.
Ma c'è di più, in entrambi i casi la spiegazione delle due verità è molto simile. Per la fisica quantistica, l'entanglement è un'espressione quantificabile della nozione di generazione dipendente—lo stato di una particella non può essere determinato per via della sua dipendenza da tutto il sistema, un po' come i fenomeni di Nagarjuna che non possono avere un'essenza intrinseca perché la loro esistenza è dipendente dalle condizioni che le hanno generate.

Idee di questo tipo sono state espresse nel corso della conferenza di due giorni a JNU, a Nuova Delhi. Per la maggiorparte, la connessione esplicita tra Madhyamaka e fisica quantistica è stata lasciata all'interpretazione del pubblico. I fisici sono rimasti nel loro campo, così come i monaci.
Come ogni concetto in sé, composto da idee apparentemente contraddittorie che alla fine risultano complementari, Sua Santità ha insistito sulla necessità che lo scopo della ricerca fisica e filosofica sia quello di superare l'ignoranza e porre fine alla sofferenza, due traguardi che rappresentano senza dubbio i principali obiettivi del buddismo. Sia la scienza che la religione hanno i loro campi di applicazione specifici, ma una senza l’aiuto dell’altra possono condurre a risultati poco auspicabili, per non menzionare il fatto di fornire un quadro parziale e incompleto della realtà.

"In questo momento, assistendo alle tragedie in corso nel mondo, limitarsi a piangere e a pregare di fronte ad esse non servirà a molto," ha dichiarato Sua Santità. "Anche se possiamo essere inclini a pregare Dio o Buddha per aiutarci a risolvere questi problemi, loro potrebbero benissimo risponderci che essendo stati causati dall’uomo, spetta a noi risolverli. La maggior parte dei problemi contemporanei sono nati dagli esseri umani, quindi è ovvio che dobbiamo essere noi a trovarne le soluzioni. C’è grande bisogno di adottare un approccio laico per diffondere dappertutto i valori umani universali. La percezione che la natura umana di base è fondamentalmente positiva rappresenta una fonte di speranza incredibile [la quale]... Se ci impegnassimo profondamente sotto questo punto di vista, riuscirebbe a cambiare il mondo in meglio".

Motherboard -  letters@motherboard.tv.

Discorso sulle origini: l'alchimia


“Se tu considerassi con giudizio maturo in che modo opera a Natura, non avresti bisogno dei volumi di tanti Filosofi, perché, a mio giudizio, è meglio imparare proprio dalla Natura maestra piuttosto che dai discepoli” [Da: Il nuovo Lume chimico, di Il Cosmopolita.]
La definizione di Alchimia nella Piccola Enciclopedia Mondatori del 1951 è la seguente: “Pseudo scienza che aveva per scopo la ricerca di una sostanza capace di trasmutare in oro i metalli vili e di dare ali uomini l’ eterna giovinezza. Giustamente disprezzata dagli spiriti migliori, (Dante, Petrarca), diede però origine alla chimica moderna”.
Questa definizione è quanto mai significativa per due ordini di ragioni. La prima riguarda il livello culturale. Negli anni cinquanta, invero, malgrado la presenza di studi anche molto accurati sulla materia, che avevano percorso la fine dell’ottocento (con l’esplodere della teosofia e lo sviluppo degli studi sulle scienze esoteriche ed iniziatiche) e tutta la prima parte del novecento, con gli approfondimenti sulla materia di Guénon, Jung, Burkhardt, Eliade, Evola, Servadio e tanti altri, la cultura razionalista dominante non sapeva vedere oltre li aspetti puramente meccanicistici del fenomeno.
Oggi, dopo solo mezzo secolo di diffusione di conoscenze avanzate, e malgrado il predominio di un “pensiero unico” molto guardingo e sospettoso, nessuna persona di una certa cultura potrebbe accettare sull’ Alchimia una definizione tanto rozza e superficiale. Alternativamente, da parte clericale, l’Alchimia è a tutt’oggi collegata con l’astrologia, la magia e l’occultismo in una condanna che individua nell’attuale ritorno d’interesse per queste vie della conoscenza ( che in realtà mai hanno abbandonato il pensiero umano), l’invasione della “cosiddetta cultura dell’irrazionale”.
Si legge infatti, nell’editoriale della Civiltà Cattolica n.3223 del 6 ottobre 1984 che con cultura dell’irrazionale…”…Si designa un insieme di dottrine e di pratiche abbastanza diverse tra loro quali sono l’astrologia, la chiromanzia, la numerologia, la magia, lo spiritismo, l’esoterismo, l’occultismo, ma accomunate dal carattere dell’irrazionalità. Vogliamo qui studiare l’estensione ed i tratti più notevoli di questo fenomeno, chiedendoci quali sono i motivi della sua esplosione, le esigenze ed i bisogni cui risponde, ed i problemi che pone alla fede cristiana. E’ noto, del resto, che il cristianesimo ha sempre dovuto lottare fin dall’inizio contro le dottrine e le pratiche divinatorie, magiche e spiritiche”.
Premesso che proprio quest’ultima frase è ampiamente contestabile, trattandosi di pratiche presenti a tutt’oggi nell’armamentario religioso corrente, anche se presentate con altri nomi, è doveroso comunque sottolineare quanto le pratiche arbitrariamente chiamate irrazionali costituiscano una modalità di conoscenza e penetrazione del reale che urta contro il sistema di amministrazione del sacro proprio delle forme clericali. Queste forme di conoscenza sono tornate prepotentemente alla ribalta attraverso le nuove conoscenze prodotte da mezzo secolo di intensa attività di ricerca in tutti i campi dello scibile. Dalla antropologia culturale, alla psicologia del profondo, alla geoarcheologia,  alle scienze matematiche, all’astronomia, all’esplorazione nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente grande, alle decifrazioni dei linguaggi della Natura, compresa l’interpretazione delle interpretazioni dei suoni, alla scoperta/invenzione del DNA con tutti i suoi risvolti impliciti. E’ evidente che tutte queste nuove acquisizioni costituiscono le basi di un movimento rivoluzionario di dimensioni globali e totalitarie, patrocinato anche dalla fisica quantistica e dalla sua prima conseguenza, la Sincronicità di Jung, Chopra e Pauli ( sintesi perfetta dell’incontro fra la chimico-fisica, la medicina e la psicologia del profondo, già preannunciato negli anni trenta nel campo medico, ma nell’ottica di una medicina olistica, da Alexis Carrell e da Nicola Pende, assieme loro allievi in una concezione biocostituzionale denominata NeoIppocratismo ) capace di scardinare il tacito accordo instaurato all’epoca del processo a Galileo, fra i propugnatori di una scienza sperimentale che rinuncia aprioristicamente alla metafisica ed i sostenitori di una concezione dualistica della realtà, secondo la quale la vita immateriale è di competenza esclusiva del Clero. Ad ulteriore chiarimento della questione, è necessario ricordare che questo tacito accordo fra gli inquisitori e l’inventore del metodo scientifico era stato preceduto per pochi anni dal rogo di Giordano Bruno, sostenitore, a ragione, dell’Unicità ed organicità dell’Universo.
Natura reale dell’Alchimia.  L’Alchimia non è protochimica. La segretezza apparente dei suoi simboli e dei suoi codici non è conseguenza di una repressione, come da sempre si crede. Infatti si tratta di un sistema comunicativo che non può arrivare a chiunque. D’altronde, anche oggi, i simboli della chimica profana possono essere compresi esclusivamente da coloro che l’hanno studiata per lunghissimi anni.
Il simbolismo è fine a se stesso. Il disegno alchemico è facilmente riconoscibile perché costituisce una forma artistica del tutto autonoma, come dimostra il MUTUS LIBER. Non è solo scienza occulta o solo ermetismo. E’ un pensiero autonomo che si tramanda dalla più profonda antichità, come è dimostrato da una storia filosofica del tutto parallela a quella della filosofia ufficiale.
Scrivono Jollivet e Castellot [ Storia della scienza alchimica]: <All’alba del XIX secolo, il materialismo trionfante, smarritosi per lì amore smodato dell’analisi, negò quest’alchimia alla quale torna questo stesso secolo, avido, nella sua decadenza, di misticismo e di sintesi. Le ricette chimiche fecero respingere l’equazioni ermetiche, si volle la Luce per tutti e si ottenne l’oscurità universale, giacché, sebbene il sole brilli per tutti, non può penetrare negli occhi dei ciechi. >
Scrive Maurice Aniane [ Note sull’Alchimia ]: “L’Alchimia, contrariamente a ciò che riferiscono gli storici delle scienze, non è mai stata, se non nei suoi aspetti decaduti, una chimica balbettante. Era una scienza sacramentale per la quale le apparenze materiali non avevano alcuna autonomia, ma rappresentavano solamente la condensazione di realtà psichiche e spirituali”.
L’Universo è Uno e lo spirito permea la materia.
A questo è giunto il moderno pensiero scientifico, confermando la Tradizione Alchemica. Lo Spirito che permea la materia si manifesta all’uomo in tutte le forme possibili. Infatti, se la Natura può essere dipinta, fotografata, scolpita o cantata in prosa ed in poesia, i numeri della Natura si possono trasformare in una cosa sola: in Musica. Basta compiere la semplice operazione di mettere in relazione ogni cifra, ogni proporzione, con i parametri numerici del Suono: l’altezza, la durata, l’intensità, il timbro, l’Armonia.  
Giorgio Vitali

Civiltà del malessere - Le malattie "morali" del genere umano...



I crimini più efferati ed  i delitti di cui si è macchiato e si macchia  l’essere umano sono estranei al mondo animale: eccidi, stragi indiscriminate, stupri, rapine, sequestri di persone, schiavitù… Il criminale, che viola la legge della natura e della vita, non ha la luce e la saggezza per vivere secondo le leggi naturali e nutrirsi in modo confacente al suo organismo,  per questo ne paga le conseguenze e si ammala: ciò che succede alla mente e alla coscienza succede anche al corpo.

     Nonostante il dissennato modo di esistere dell’uomo, è convinzione abbastanza diffusa che la vita media degli umani si sia allungata grazie al benessere raggiunto nel dopoguerra e al progresso della medicina. In realtà se la vita media si è allungata dipende principalmente dalla maggiore igiene personale, dall’abolizione del lavoro massacrante nei campi, dalla scarsa mortalità infantile, dalla mancanza di conflitti armati. Nell’attuale contesto non si è allungata la qualità della vita ma solo il periodo di vecchiaia, di decadenza e di sofferenza dell’individuo.

      La realtà è che nessuna generazione è stata più malaticcia, cagionevole e fragile dell’attuale; nessuna generazione che ci ha preceduto è stata flagellata da tante malattie come l’attuale. I medici ne hanno individuato ben 40.000, sintomi curabili con 250.000 diversi tipi di farmaci: allergie, cefalee, ipertensione, ictus, infarti, osteoporosi, diabete, esofagiti, fobie, nevrosi, panico, depressione, insufficienza renale, insonnia, anoressia, bulimia, malattie neurovegetative, disturbi del sistema endocrino, malformazioni, sterilità, anemia; artrite reumatoide, asma, autismo, cancro cataratta, colite ulcerosa, malattia di crohn, sclerosi multipla, stitichezza, stanchezza cronica, incontinenza urinaria, intolleranza al lattosio, linfomi, carenze di calcio, cancro allo stomaco, all’intestino, al colon, al retto, al pancreas, alle vie urinarie, appendicite, vene varicose, trombi, emboli, calcoli biliari, fibromi uterini, ipertrofia prostatica, senilità precoce, candidosi, diverticolosi, emorroidi, pubertà precoce, enteriti, epatiti, orticaria, crisi febbrili, convulsioni, insonnia, costipazione, stipsi ecc. ecc. ecc…            

L’elenco potrebbe formare un intero volume. Quante di queste malattie colpivano le generazioni che ci hanno preceduto? A quante di questa malattie sono soggetti gli animali in natura? Praticamente quasi a nessuna. Basta osservare una mandria di buoi in libertà, un branco di zebre, un gregge di pecore, uno stuolo di uccelli e metterli a confronto con una massa di umani per rendersi conto della differenza sostanziale del loro diverso stato di salute: nell’ambito animale è impossibile differenziare i giovani dagli adulti: tutti si muovono con la stessa agilità, vitalità ed energia, mentre se si osserva la massa degli umani soltanto i giovani presentano esuberanza fisica, mentre gli anziani sono claudicanti, incerti, bisognosi di sostegno. A differenza degli animali, che fino all’ultimo giorno della loro vita sono in grado di correre e difendersi dai predatori e che nel momento in cui sentono avvicinarsi la fine si appartano per andare a spegnersi serenamente, l’essere umano trascina il suo ultimo periodo di esistenza in modo spesso penoso e drammatico: un vero e proprio calvario tra ricoveri in ospedale, visite ambulatoriali, terapie mediche e fisioterapiche.  

     Qual’è la causa di tale sostanziale differenza di vitalità e di energia, tra gli animali che non conoscono medici e medicine, che non hanno ospedali, chirurghi, istituti di ricerca e nutrizionisti, e gli esseri umani che sono supportati dalla scienza medica, dalle imponenti strutture sanitarie, dalle immani risorse umane e finanziarie a disposizione,  dalla  tecnologia, dalla chimica e dalla farmaceutica? 


La risposta è semplice: è lo stile di vita degli umani, la loro alimentazione, gli inquinanti chimici, la causa delle tante malattie cui essi sono soggetti. Ci sarà pure un motivo se nonostante la sua scienza e la sua tecnologia la specie umana è più inferma, malandata, bisognosa di medici, medicine, ospedali, cliniche e case di cura; basta andare in un qualunque ospedale, in qualunque istituto per rendersi conto di quanto precaria sia la salute degli umani. Ci sarà pure un motivo se la specie umana passa gli ultimi decenni della sua esistenza a curarsi, a fare analisi, radiografie, per cercare di tamponare i tanti malanni patologici che insorgono e che rendono questa schiera di umani un esercito sconfinato di gente inferma, debole, claudicante.

      Ora, considerato che il 75% della malattie che colpiscono l’uomo, dipendono dal cattivo stile di vita (poiché l’inquinamento incide solo per il  2%, come le droghe, il 3% per l’alcol, il 5% per l’obesità, come per le infezioni, il 15% da fattori ereditari e il 30% dall’uso di tabacco) è facile dedurre che ciò che incide in modo determinate a generare le malattie umane è soprattutto la cattiva alimentazione. Ebbene, se l’alimentazione salutare, benefica che protegge dalle malattie, è quella costituita da frutta, verdura, radici e semi oleaginosi, ciò che resta sono i prodotti animali e derivati, gli unici e soli responsabili della stragrande maggioranza della malattie e non gli inquinati chimici o l’inquinamento a cui molti cercano di attribuire le malattie.

      Queste malattie assorbono risorse umane ed economiche inimmaginabili. La spesa mondiale per la salute nel 1992 era di 163,2 miliardi di euro, nel 2002 era già passata all’incredibile cifra di 234,2 miliardi di euro. Tra il 1996 e il 2001 le vendite di farmaci negli USA sono aumentate del 110%, passando da 42.000 a 88.000 prodotti in libera vendita. E altrettanto esorbitanti sono i danni causati dagli stessi farmaci. Ogni anno solo nel Nord America muoiono 800.000 persone a causa delle medicine allopatiche. L’ONU afferma che, di tutti i medicinali in commercio, solo 26 sono necessari e che di questi soltanto 9 dovrebbero essere considerati indispensabili. Illuminanti risultano le dichiarazioni fatte dal Dottor Oliver Wendell Holmes (1809-1894), celebre professore di anatomia e fisiologia ad Harvard, nonché fondatore della Supreme Court of Justice Americana, che tra l’altro scrisse: “Credo fermamente che, se tutta la medicina potesse venire affogata e depositata sul fondo del mare, ciò sarebbe la salvezza per l’umanità  e la grande rovina per i pesci”. 


Franco  Libero  Manco