Gli extraterrestri ci sono... in "un'altra storia" di Syusy Blady


Nel documentario indago quella che mi piace definire “Un’altra storia”. A partire dagli studi di Zecharia Sitchin, che teorizza l’ipotesi che il nostro pianeta sia stato visitato in periodi lontanissimi da antichi astronauti che non solo hanno dato all'uomo la civiltà ma lo hanno anche creato come lavoratore primitivo al loro servizio. Una storia fra la fantascienza e la mitologia, che offre una spiegazione plausibile a tanti fatti storico e archeologici che non riusciamo a spiegare diversamente.

La prima e più importante rivelazione che vado a verificare in questo documentario è quella che riguarda la nostra origine: la Genesi o meglio l’altra Genesi. Che l’homo sapiens sia apparso in Africa e più precisamente in Sudafrica si sa, ma che proprio lì ci siano le miniere d’oro più antiche del mondo con la presenza di attività umana, costituisce un mistero. Mistero che s’infittisce con la scoperta attraverso Google Earth di migliaia di costruzioni di cerchi di pietra che ci fanno pensare a una presenza quanto meno intelligente, se non proprio tecnologica. 


Così sono andata in Sudafrica, per incontrare Michael Tellinger, studioso di queste strutture che, viste dall'alto, fanno pensare al mito sumero chiamato Absu, il luogo della ricerca dell’oro e della creazione dell’uomo. Si tratta di un territorio finora praticamente non indagato, dove invece Michael Tellinger ha cercato le tracce di un passato molto remoto. Mito, archeologia e storia dell’uomo s’incrociano qui e ci svelano qualcosa che può cambiare la storia così come la conosciamo in tutta un’altra storia!

Il viaggio prosegue a Baalbek, il luogo in cui Gilgameš, nella sua epica, va a cercare l’immortalità e poi in Ecuador dove trovo l’Agua de Oro, elisir di lunga vita. Oltre ai contributi di Tellinger e di Zecharia Sitichin (con stralci della prima intervista che gli feci vent'anni fa a New York), ci sono interviste inedite a Mauro Biglino, che reinterpreta la Genesi Biblica, ad Alessandro Demontis, che interpreta i miti sumeri e babilonesi di creazione, a Pietro Buffa, che analizza le diverse fasi dell’evoluzione umana dal punto di vista della genetica, e agli amici del gruppo Tesla.

Fatemi sapere cosa ne pensate,

Syusy Blady - 
redazione@nomadizziamoci.it

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P.S. Il documentario "Tutta un’altra storia" prodotto anche con la vostra partecipazione tramite Eppela è pronto, disponibile in streaming a noleggio su Vimeo on Demand!

Sheik Nasruddin, erede musulmano dello zen...?


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Sheik Nasruddin (o Nasreddin Hodja)  era  un selgiucide (ma altre etnie se ne disputano l'appartenenza), nato nel villaggio di  Hortu  in Sivrihisar, provincia di  Eskisehir,  che si trova nell'odierna Turchia, egli morì nel 13 ° secolo in Akşehir , nei pressi di Konya , una capitale del Sultanato Seljuk di Rum.  Un festival internazionale sul Mullah viene celebrato ogni anno tra il 5 e il 10 luglio nella sua città natale.   

Nasruddin  è considerato un filosofo populista e un uomo saggio, appartenente alla congrega dei sufi,  ricordato per le sue storie  e aneddoti  a volte spiritose, a volte sagge, ma spesso anche un po' pazze o  prese per il  culo. Comunque ogni storia di Nasruddin  cela  un sottile umorismo ed ha una funzione pedagogica nascosta. 

Ma parlare dell'esistenza fisica e delle avventure  del Mullah  Nasruddin,  personaggio mitico, è un po' come ipotizzare la permanenza  di Gesù in India. A volte la leggenda  assume forme quasi comprovabili, con riferimenti e testimonianze. In Kashmir, ad esempio,  esiste una tomba in cui si afferma sia stato sepolto Gesù dopo la finta morte della crocifissione e la sua seconda e definitiva fuga in India (la prima avvenne negli anni della sua giovinezza  dopo la  presentazione al Tempio sino alla sua ricomparsa in Palestina all'età di trent'anni in cui iniziò la sua predicazione). 

Al personaggio Nasruddin invece si da un luogo di nascita e di permanenza stabile, anche se diversi gruppi e  luoghi se ne disputano l'ascendenza.  In un villaggio della  Khirghisia, ad esempio,  c'è tanto di statua commemorativa di lui sul suo famoso asino. Anche questa similitudine di Gesù e di Nasruddin sull'asino   fa un po' riflettere, che ci sia un significato recondito?

Il fatto è che Nasruddin, nei detti a lui ascritti e tramandati per secoli in tutto l'oriente, lascia trapelare  una filosofia del "buon senso" che però in certi casi appare illogica e priva di significato concreto. A dire il vero la stessa cosa avviene negli insegnamenti zen, in cui l'assurdo prende il posto del ragionamento, questo per spingere la mente a superare i suoi  limiti e confini. Lo stesso tipo di approccio lo ritroviamo anche in Georges Ivanovič Gurdjieff, un maestro vicino anche geograficamente a Nasruddin, che  sovente  ne ha menzionato i detti, quasi in forma di barzellette. 

La pazzia sufi a cui Nasruddin  attinge la ritroviamo anche nelle poesie di Hafiz e di Rumi, una pazzia controllata quanto basta per non fare la fine di Mansur Mastana, altro sufi che per l'eccesso delle sue dichiarazioni nondualistiche fu giustiziato per blasfemia dalla gerarchia sunnita.  Insomma Nasruddin  si pone  quasi come  un giullare che può permettersi di esprimere delle verità passandole per scherzi o giochi di parole. 

Su Mullah Nasruddin esiste una nutrita bibliografia e chi volesse conoscerne meglio le avventure e i detti troverà ampio materiale pubblicato in vari libri, anche in italiano.

Paolo D'Arpini


Reincarnazione e processo evolutivo - Alcuni pareri



“Argomentone complicato quello della reincarnazione e del processo evolutivo.  A dire la verità mi pare che le pulsioni psichiche migrino anche durante questa nostra esistenza. Il che è alla base anche delle teorie psicanalitiche. Alla fine tutto ci attraversa e migra . Eppure c’è qualcosa che è attraversato da questo continuo flusso. Pure il nostro corpo è in continuo divenire. Dove e come collocare una propria identità anche solo terrena allora diventa davvero difficile. Eppure c’è un indefinibile qualcosa che è attraversato dalle molte manifestazioni dell’esistenza con cui io mi identifico. Che sia il famigerato e tanto demonizzato ego? Non so. Certo che a me l’indistinto tutto con annullamento di ogni singolarità mi pare contenga il rischio di renderci anche più manipolabili socialmente e politicamente. Pure il concetto che tutto sta già avvenendo adesso può indurre in una rassegnata passività.” (M.L.B.)

Mia rispostina: “…occorre agire secondo natura, in chiave evolutiva, nella consapevolezza del bene comune, poiché noi siamo in ogni forma! Anche l’io individuale ha la sua importanza nel processo evolutivo globale della coscienza. Insomma dobbiamo partire da noi stessi. La specie umana è in continua evoluzione e così dovremmo poter prendere coscienza che il nostro vivere si svolge in un contesto inscindibile. Di fatto è così… solo che dobbiamo capirlo e viverlo consapevolmente, prima a livello personale e poi a livello di comunità…”

Altro commento di G.B.: “…molto interessante, solo che io ho ricordi precisi delle passate esistenze, come si spiega?”

Mia rispostina:  “L’agglomerato psichico che manifesta una nuova forma chiaramente parte da una “memoria”, l’appropriazione da parte dell’io individuale di quella memoria fa parte del meccanismo identificativo con il nome-forma”

Altro commento di M.F.: “C’è molta confusione intorno alla parola ego… quello per così dire, demonizzato, non è certo il sentiero univoco assoluto originale che è frutto del segmento che ci definisce nella vita…ma quello che ci separa dal resto delle cose a cui apparteniamo, giudicando il mondo esclusivamente dai nostri parametri che dominati dalla paura la risolvono (in realtà amplificano) facendo assurgere l’ IOS a vela dominante e unica stella polare della nostra navigazione. Ovvio che poi la morte spaventi e si necessitano paradisi o reincarnazioni per calmierarne la paura… “

Mia rispostina: “A proposito della funzione e natura dell’io individuale… 
http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2013/08/libero-arbitrio-o-destino-nella.html …”

Altro commento di S.P. : “Concordo sul fatto che la Coscienza sia una e le sue manifestazioni innumerevoli ma vivono percorsi separati, pur condividendo la medesima natura. E ognuna è dotata di una propria individualità e “libertà”, che rispettano reciprocamente, da cui deriverebbe il diverso grado di evoluzione che le singole Anime hanno. Questo perlomeno quello che raccontano sotto ipnosi”

Mia rispostina: “l’ipnosi, come la psicoanalisi, si ferma al livello del subconscio (sogno), ma anche se arrivasse all’inconscio (sonno profondo) resterebbe ancora al livello della manifestazione esteriore. Infatti nello yoga si parla di quarto stato (turya) come la dimensione del testimone e di Turyatita come l’assoluta presenza del Sé, tra l’essere ed il non essere. Di solito si intende che la coscienza individuale si forma karmicamente nel “causale” (equivalente al sonno profondo) ma a quel livello prevale già la “nescienza”, ovvero l’inconsapevolezza del Sé.”

Paolo D’Arpini


Articolo collegato: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2015/11/incarnazione-e-altra-cosa-di.html