C'era una volta Pitagora...

Pitagora - 575/495 a. C. | universe-journal

Quel che sappiamo è che Pitagora arriva in Egitto attorno al VI secolo a.C.

Probabilmente legati da un sottile filo, che è Pitagora stesso, costruita quasi duemila anni dopo il tempio di Luxor e che, dopo quasi altri duemila anni di oblio e silenzio, casualmente, è tornata alla luce la basilica sotterranea di Porta Maggiore. Una basilica neo-pitagorica che si trova a roma, nel quartiere Prenestino-Labicano, vicino alla Porta Maggiore, di epoca Tiberiana o Claudia (tra il 14 ed il 54 d.c.). La sua scoperta avvenne casualmente il 23 aprile 1917, in seguito al cedimento di una volta della basilica, sulla quale si stava costruendo il viadotto ferroviario da e per la stazione Termini e, a livello stradale, la linea tramviaria che serve i quartieri situati lungo la via Prenestina. La Basilica di Porta Maggiore è considerata la più antica basilica pagana di tutto l'Occidente. 

Probabile opera di una setta mistico-esoterica, risulta ancora incerta la sua funzionalità: basilica funeraria, ninfeo o, più probabilmente, tempio neo-pitagorico. Uno dei monumenti più importanti e interessanti del mediterraneo antico, unica basilica neopitagorica esistente al mondo con i suoi simboli e i suoi segreti. L’unica per i culti misterici che sia sopravvissuta intatta fino a noi. Infatti l’insegnamento di Pitagora non essendo mai stato affidato a documenti scritti, è andato smarrito, con la scomparsa del filosofo. Come per altri culti misterici, durati per ben 1500 anni, nessuno ne svelo i segreti. Agli inizi del primo secolo, in questo luogo suggestivo ed emozionante, venivano celebrati i culti relativi alla reincarnazione, infatti i rilievi dell’abside, spazio riservato al sacerdote, mostrano immagini di purificazione e gli stucchi che ricoprono le volte delle navate ritraggono simboli misterici e mitologici. La basilica aveva un unica via di luce. un cerchio di luce scendeva dall’alto e illuminava le pareti dell’abside di azzurro lapislazzulo e bianco madreperla, con riflessi luminosi fluttuanti in una atmosfera eterea. La basilica è orientata da ovest verso est ed è stata costruita scavando direttamente nel tufo. Dagli affreschi e dai bellissimi stucchi, si desume che era adibita a un culto misterico, in cui si praticavano riti magici. Il luogo, quindi probabilmente, era un tempio neo-pitagorico, utilizzato dalla omonima setta, abbandonato pochi anni dopo la sua costruzione, come se le autorità imperiali avessero proibito il culto che vi si praticava. In realtà gli stucchi parlano di misteri pitagorici, di cui sono elementi chiari le nozze sacre e il banchetto sacro. L’esame della struttura la fanno datare entro i primi decenni del primo secolo d.c. importante documento nella conoscenza della tipologia basilicale a tre navate, già in quel periodo, stile che verrà adottato secoli dopo nelle basiliche cristiane. La basilica dimostra che se il culto che vi si celebrava era stato proibito, all’era del tempio, cinque secoli dopo la scomparsa di Pitagora, il pitagorismo era ancora demonizzato.  

Pitagora (VI a.c. circa). Del pitagorismo si conosce la fede nella trasmigrazione delle anime o metempsicosi, il silenzio degli iniziati che dovevano per tre anni ascoltare senza parlare e la reintegrazione dell’anima, mediante un procedimento che portasse l’anima alla riunificazione con l’assoluto. Nato nell’isola di Samo, Pitagora si trasferì nella Magna Grecia, a Crotone dove nel 530 a.c. fondò la sua scuola, riservata solo ai discepoli. Come già detto non lasciò nulla di scritto e si sa ciò che scrissero i suoi discepoli. Derivato in parte dall’Orfismo, nella dottrina di Pitagora vi è un aspetto religioso-esoterico, il quale sosteneva la trasmigrazione delle anime, che per una colpa originaria erano costrette, come espiazione a incarnarsi in corpi umani o bestiali, fino alla purificazione finale (catarsi). La novità del pensiero di Pitagora rispetto all’Orfismo, è rappresentata dalla considerazione della scienza come strumento di purificazione. L’ignoranza è una responsabilità da cui ci si libera con il sapere. La conoscenza matematica sembra servisse a una visione interiore di un macrocosmo coincidente col microcosmo uomo, dunque una matematica simbolica per una evoluzione interiore. Si sa che nella sua scuola vigeva una distinzione tra i discepoli: vi erano gli acusmatici, gli ascoltatori obbligati a seguire le lezioni in silenzio. Sembra vi fosse una gerarchia data dal tempo trascorso nel silenzio, chi dice tre anni, chi ben sette anni, o dai meriti, e i mathematici chepotevano interloquire con il maestro e ai quali era rivelata la scienza. 

L’insegnamento (mathema) pitagorico aveva un aspetto mistico- religioso con un insegnamento dogmatico-esoterico, secondo il noto motto della scuola ipse dixit, egli ha detto o lo ha detto lui, e un contenuto che riguardava i numeri, come simboli dell’universo, oltre che come scienza. Si deve a Pitagora l’aver indicato come sostanza primigenia (archè) l’armonia determinata dal rapporto tra i numeri e gli accordi musicali. Ed ecco l’importanza dei numerosi strumenti musicali rappresentati nella basilica. Si sa pure che usava il banchetto sacro, l’agape con i suoi discepoli, come Gesù nell’ultima cena, banchetto che è riprodotto negli stucchi.  

Scrive Giorgio de Santillana in fato antico fato moderno: cinque volte nel corso di otto anni avviene che la stella venere si levi al momento che precede il levar del sole (momento solenne in molte civiltà). Ora, i cinque punti cosi marcati, sull’arco delle costellazioni, secondo l’ordine del loro succedersi, si rivelano formare un pentagramma perfetto, cioè il disegno di una stella a cinque punte. Questo sembra proprio un dono degli dei agli uomini, un modo di rivelarsi. Onde i pitagorici dicevano: Afrodite si è rivelata nel segno del cinque. Il segno è diventato magico. E quale intensità di attenzione e di memoria ci volle per fermare in mente, nelle loro posizioni, i cinque lampeggiamenti, in otto anni, del pianeta che appare per poi perdersi subito nella luce del mattino, per ricostruire con l’intelletto il diagramma che essi suggerivano. Il coincidere col ritmo dell’universo era il segreto dell’armonia, “musica” pitagorica che ancora regola l’astronomia, come la poesia e l’etica. Silenzio, musica e matematica….  

Abbiamo dettagli sulla vita di Pitagora, che provengono da antiche biografie, le quali utilizzano fonti importanti e originali, che sono scritte da autori, i quali gli attribuiscono ancora poteri divini, e il cui scopo fu di presentarlo come un dio. In generale gli storici sono d'accordo sugli eventi principali della sua vita, molte date sono ancora oggetto di discussione tra studiosi. Alcuni storici ritengono queste informazioni semplicemente una leggenda, anche se essendo dei documenti talmente antichi, sono comunque di importanza storica. Due filosofi, che influenzarono Pitagora, e che lo introdussero nel mondo delle idee matematiche, furono Talete e il suo allievo Anassimandro, che vissero entrambi a Mileto. Si dice che Pitagora fece visita a Talete, a Mileto, quando aveva tra i diciotto e i venti anni. A quel tempo, Talete era un uomo già in età avanzata e, sebbene egli abbia suscitato un forte interesse in Pitagora, probabilmente non gli insegnò moltissimo. Comunque, egli contribuì ad aumentare l'interesse di Pitagora verso la matematica e l'astronomia, e gli consigliò di recarsi in Egitto, per imparare di più su queste discipline. L'allievo di Talete, Anassimandro, teneva delle lezioni a Mileto, e Pitagora frequentò queste lezioni. Anassimandro, sicuramente, era interessato alla geometria e alla cosmologia e molte delle sue idee potrebbero aver influenzato il punto di vista personale di Pitagora.

Circa nel 535 a.C., Pitagora andò in Egitto. Questo accadde alcuni anni dopo che il tiranno Policrate prese il controllo della città di Samo. Esistono alcune testimonianze che suggeriscono che Pitagora e Policrate diventarono amici e si dice che Pitagora andò in Egitto con una lettera di presentazione, scritta da Policrate stesso. Infatti, Policrate aveva stipulato un'alleanza con l'Egitto e c'erano perciò solidi collegamenti tra Samo e l'Egitto, a quel tempo. I racconti del periodo che Pitagora passò in Egitto suggeriscono che egli visitò molti templi e prese parte a molte discussioni con i sacerdoti. A Pitagora fu impedito di entrare in tutti i templi, eccetto quello a Diospolis, dove venne accettato nel clero, dopo aver completato i rituali necessari per l'inserimento.

Non è difficile menzionare molte delle credenze di Pitagora sui costumi che trovò in Egitto, credenze che egli avrebbe imposto successivamente nella scuola, che fondò in Italia. Per esempio, la discrezione dei preti egizi, il loro rifiuto di mangiare fave, il loro rifiuto di indossare addirittura vestiti, fatti con le pelli di animali, il loro sforzo di ottenere la purificazione, furono tutti modi di fare che Pitagora avrebbe adottato in seguito. Porfirio dice che Pitagora imparò la geometria dagli Egizi, è probabile che egli fosse stato già a conoscenza della geometria, sicuramente in seguito agli insegnamenti di Talete e Anassimandro.

La figura storica di Pitagora, menzionato da scrittori suoi contemporanei o di poco posteriori comesembra essere accertata anche se la sua fisionomia di filosofo risulta confusa, poiché si mescola alla leggenda narrata nelle numerose Vite di Pitagora, composte nel periodo del tardo neo-platonismo e del neo-pitagorismo, nelle quali il filosofo viene presentato come figlio del dio apollo. Secondo la leggenda, il nome risalirebbe etimologicamente ad una parola che significherebbe "annunciatore del Pizio", cioè del dio Apollo (Πυθαγόρας – Pythagòras), composto da Πύθιος ( Pýthios, un epiteto di Apollo) e agora (ἀγορά – "piazza"); altre fonti identificano il primo elemento con pèithō (πείθω – "persuadere"), quindi "colui che persuade la piazza", "colui che parla in piazza", "oratore della piazza". Si giunse a considerarlo profeta, guaritore, mago e ad attribuirgli veri e propri miracoli. Soprattutto in Giamblico e nei Neoplatonici viene costruita questa immagine soprannaturale del filosofo, quale mito della religiosità pagana, forse in opposizione al dilagante cristianesimo e alla figura del Cristo. È quasi impossibile distinguere, nell'insieme di dottrine e frammenti a noi pervenuti, non solo ciò che appartiene al pensiero di Pitagora e neppure, di separare il pensiero del primo pitagorismoda quello successivo. Anche Aristotele, che possiamo considerare il primo storico della filosofia, nella difficoltà evidente di identificare la dottrina del maestro, parla genericamente de «i cosiddetti pitagorici».

Essendo uno degli oggetti più luminosi nel cielo, il pianeta venere è conosciuto sin dall'antichità e ha avuto un significativo impatto sulla cultura. È descritto dai babilonesi in svariati documenti in scrittura cuneiforme. I Babilonesi chiamarono il pianeta Ishtar, la dea della mitologia babilonese, personificazione dell'amore e anche della battaglia. Gli egizi identificavano Venere con due pianeti diversi, e chiamavano la stella del mattino Tioumoutiri e la stella della sera Ouaiti. Allo stesso modo, i greci distinguevano tra la stella del mattino Φωσφόρος (Phosphoros) e la stella della sera Ἕσπερος ( Hesperos); tuttavia, nell'epoca Ellenistica si comprese che si trattava dello stesso pianeta. Hesperos fu tradotto in latino come vespero e Phosphoros come lucifero ("portatore di luce"), termine poetico in seguito utilizzato per l'angelo caduto allontanato dal cielo. Nell’astrologia occidentale, influenzata dalle connotazioni storiche legate alle divinità dell'amore, si ritiene che Venere influenzi questo aspetto della vita umana. Nell'astrologia indiana del veda, Venere è nota come Shukra, ovvero "chiara, pura" in lingua sanscrita.

La definizione del rapporto aureo viene fissata attorno al VI secolo a.C., per opera della scuola pitagorica (i discepoli e seguaci di Pitagora), nella Magna Grecia, dove secondo Giamblico fu scoperto da Ippaso di Metaponto, che associò a esso il concetto di incommensurabilità. La definizione di rapporto aureo viene ricondotta allo studio del pentagono regolare; il pentagono è un poligono a 5 lati nel cui numero i pitagorici scorsero l'unione del principio maschile e femminile (rispettivamente nella somma del 2 col 3), tanto da considerarlo il numero dell'amore e del matrimonio. L'aura magica che i pitagorici associavano al numero 5, e a tutto ciò che vi fosse legato, risultava legata anche a considerazioni di tipo astrologico, in particolare al pianeta venere, archetipo dell'amore e della vita, che nel suo percorso tra la Terra e il Sole disegna in effetti una stella a cinque punte. La sezione aurea risulta peraltro strettamente connessa con la geometria del pentagono: in particolare il rapporto aureo è pari al rapporto fra la diagonale, e in un'infinità di relazioni simili, se immaginiamo che nel pentagono centrale possiamo iscrivere una nuova stella a cinque punte (o pentagramma), la quale produrrà a sua volta un nuovo pentagono centrale, in cui ripetere l'iscrizione del pentagramma e così via, seguendo uno schema ricorsivo.  

Per concludere, dall’inizio: come l’antica conoscenza iniziatica egizia, abbia potuto rimanere in vita nei meandri del tempo, fino ad alcuni sacerdoti che vivevano alla corte di ramses II, accanto al giovane egiziano che sarebbe poi diventato mosè, questo non lo sappiamo. Quello che invece gli annali rivelano è che quando mosè assunse la missione chiara di condurre gli ebrei fuori dall’egitto, con il pieno consenso del faraone, alcuni sacerdoti egizi iniziati alle antiche terapie vibratorie partirono con lui. Gli annali della memoria akashica, dicono che anche lo stesso Mosè era impregnato del principio solare, unico ed unificante che aveva nutrito Akhenaton. Fu cosi che la tradizione terapeutica strutturatasi per volere di Akhenaton e di suo padre, venne trasmessa nascostamente al popolo ebreo o più precisamente ad alcuni suoi mistici. Quest’ultimi, nei secoli, si sarebbero raggruppati costituendo, a poco a poco, una società a parte, che avrebbe infine dato i natali alla confraternita Essena. Questa a sua volta subì una scissione, alcuni suoi membri optarono per una esistenza monastica, fortemente ascetica, il ramo di Qumran, gli altri per una vita piu libera, in piccole comunità, riunite in villaggi. Quanto al celebre monastero del Krmel, che era un antico tempio egizio costruito sotto Amenophis III, si situava a meta strada tra le due tendenze: le conoscenze mediche iniziatiche egizie, veicolate da Mosè, trovarono protezione fra le sue mura possenti e furono insegnate a giovani esseni scelti con cura. Jeshua, ancora bambino, per esempio studio al Krmel e quel soggiorno fu una prima preparazione al ruolo taumaturgico che avrebbe svolto in seguito, una volta compenetrato della coscienza del cristo: questa è un altra storia anche se introduce il tema del confronto delle similitudini e del sincretismo tra la figura di Pitagora e quella di cristo. Sicuramente dal quinto secolo a.c. fino al concilio di Nicea nel 325 d.c. la figura di Pitagora è stata preponderante nella cultura mediterranea, per essere soppiantata, in seguito, dalla figura del cristo, almeno fino a quella data, per quanto ci è dato sapere, del tutto sconosciuta. Da qui si potrebbe affrontare il tema delle influenze del neo pitagorismo o almeno parti del culto, riprese e canalizzate nel cristianesimo.  

Il pentagramma di Venere. La terra è posizionata al centro del diagramma e la curva rappresenta la posizione relativa di venere in funzione del tempo. il percorso effettuato da venere e osservato dalla terra ha una forma molto particolare dovuta alla risonanza orbitale che descrive una figura simile a un pentagramma in funzione di direzione e distanza pentagramma che si ripete ogni otto anni, ovvero 13 orbite complete di Venere.

Ferdinando Renzettiferdinandorenzetti@libero.it




Post Scriptum

Negli antichi insegnamenti di geometria sacra, la sacralità di tutte le cose nell’universo può essere descritta in termini di schemi geometrici provenienti dalla mano di dio. Sembra incredibile anche se si può illustrare con molti esempi come molte cose contengano inaspettatamente una geometria nascosta non ovvia a prima vista. Si crede ora che gli egiziani abbiano applicato la geometria sacra nella costruzione della grade piramide e di molti altri monumenti. 

Gli egiziani avevano due scuole misteriche: una era chiamata l’occhio sinistro di Horus, questa scuola insegnava i principi femminili della creazione, l’amore e la compassione. L’altra scuola era chiamata l’occhio destro di Horus e insegnava i principi maschili intelligenti della creazione, la geometria sacra era il soggetto principale. La geometria sacra ha anche lasciato tracce nell’architettura gotica delle chiese europee e nelle cattedrali, nel partendone di Atene, nei dipinti di Leonardo. Cosa c’è di cosi sacro nella geometria? Nelle scuole misteriche spirituali del passato, si insegnava che la geometria è stata usata da dio per creare l’universo. Ora sappiamo che la geometria sacra contiene molti elementi misteriosi che descrivono molti fenomeni, come la crescita delle piante, le proporzioni del corpo umano, l’orbita dei pianeti, la luce, la struttura dei cristalli, la musica. La scienza arcaica della geometria sacra risale fino alla civiltà egizia, e può essere una eredita della civiltà mitica di atlantide. Il pensiero classico ha voluto tramandarci dell’antico Egitto solo l’immagine di una civiltà superstiziosa, politeista, volta al culto di numerose divinità, dimenticandosi di uno dei periodi più affascinanti della storia, in particolare la XVIII dinastia dei faraoni Amenophis IIIe Amenophis IV, suo figlio, meglio conosciuto come Akhenaton. 

Amenophis III ordina di costruire il tempio di Luxor sulla riva orientale del Nilo, quel che la storia non rivela è la vera funzione di quel tempio, testimone del segreto distanziarsi di chi l’aveva progettato rispetto all antico culto di Ammon. Dietro le apparenze amenophis III aveva in realtà gettato le fondamenta della riforma religiosa mistica o per meglio dire iniziatica, che suo figlio Akhenaton si sarebbe affrettato ad attuare, appena ebbe accesso al trono. Il tempio di Luxor dall’architettura altamente simbolica, rappresentava il funzionamento energetico del corpo umano, conteneva oltre a molti altri edifici, un insieme di corridoi e sale sotterranee, oggi scomparsi o perche crollati o perche intenzionalmente ostruiti; questo insieme architettonico era all’epoca dedicato agli incontri e alle ricerche dei sacerdoti e i terapeuti che all’epoca avevano conseguito il massimo livello iniziatico. Il loro compito, per ordine del faraone, era raccogliere e strutturare nel modo più conciso e preciso, l’essenza della saggezza plurimillenaria del loro popolo. Creando cosi una solida base di informazioni, da trasmettere all’umanità. Ed è cosi che sono state raccolte informazioni sulle modalità operative principali delle terapie in quel tempo conosciute e che oggi sono dette energetiche. Si trattava di raccogliere e sintetizzare, in un insieme coerente, delle informazioni all’epoca sparse e poco chiare. Alla morte di Amenophis III, il compito non era ancora stato portato a compimento e venne concluso grazie al movimento della gigantesca riforma religiosa e filosofica, intrapresa dal figlio Akhenaton. Fu dunque nel centro della neonata città di Akhenaton che il giovane faraone, portando alla luce l’ideale solare, di cui suo padre aveva avuto l’intuizione, consenti che fossero raccolte e insegnate queste numerose informazioni sulle terapie. Il compito venne affidato a sacerdoti-terapeuti provenienti da tutto il mediterraneo, che all epoca era sotto il dominio egizio. 

Che cosa accadde al faraone Akhenaton ce lo racconta la storia, la sua riforma ebbe una breve fioritura e la sua città venne rasa al suolo. Le informazioni sulle terapie raccolte e organizzate da alcuni di questi sacerdoti, smisero allora di essere oggetto di insegnamento, se non in clandestinità e segretamente, giacche facevano costante riferimento all’unità di un principio, difficilmente compatibile con il culto riabilitato di Amon-Ra. I pochi trattati di medicina sottile consegnati ai rotoli di papiri, vennero dunque distrutti e la diffusione della conoscenza di natura solare che era stata propria dei terapeuti della cita di Akhenaton, si trasformo in una tradizione orale, tramandata unicamente da maestro discepolo. Come abbia potuto rimanere viva nel tempo non ha una risposta.


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