Baul. Canti e danze come meditazione




I metodi dei Baul sono molto semplici. I Baul sostengono che se riesci a ballare, molti blocchi spariranno dal tuo essere, perché quando una persona balla e si addentra davvero nella danza e diventa movimento, diventa… liquida. 
Non l’hai mai notato? Se hai visto qualcuno perso nella danza, non ti sei accorto che non è più solido? Fluisce. La solidità è sparita, è diventato liquido. Questa liquidità scioglie i blocchi. 
Danzare è lo Yoga dei Baul. Un Baul danza per ore. Quando la Luna è in cielo, di notte, i Baul ballano tutta la notte, perché per loro la Luna è un simbolo del loro Amato, Krishna. Chiamano Krishna “la Luna”. Quando c’è la Luna danzano follemente. E questa danza non è una performance. Non è da esibire davanti a qualcuno. Se qualcuno la guarda è un’altra cosa. Il Baul danza per se stesso, per il suo piacere personale.
Il canto è un altro dei loro metodi: hanno scelto metodi molto estetici, non metodi duri, ma molto morbidi, femminili, taoisti. Cantano e si perdono completamente nel loro canto, il canto è come un mantra per loro, il canto è preghiera. Cantano del loro Amato, del loro Signore, del loro Dio. 
Se ti perdi nel canto, sei perso in nadabrahma, sei perso nel “suono senza suono”. 
Ma il loro canto e la loro danza non sono ritualizzati. Non c’è rituale. Ogni Baul è individuale. Non troverai due Baul che cantano la stessa canzone o che cantano allo stesso modo, e non troverai due Baul che ballano la stessa danza o ballano allo stesso modo. Non seguono alcun rituale.
Questo deve essere compreso, perché è molto, molto fondamentale per loro, e vorrei che tu ricordassi che se qualcosa diventa un rituale, lasciala perdere, ora è inutile, perché rituale significa ripetizione.
I Baul cantano le loro canzoni in modo spontaneo, sono spontanei, si rilassano nel momento: lasciano che la danza avvenga, lasciano che il canto accada.

 Osho   

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