La necessità del caso di Jean-François Vèzina - Recensione


 


Ancora il tema della sincronicità, però affrontato in maniera piuttosto originale, cioè dal punto di vista degli strani “incontri” che costellano la nostra vita e ci mettono a confronto con situazioni che spesso non riusciamo a catalogare, per la loro evidente appartenenza a un livello di strutturazione estranea a quelli che sono i parametri abituali della ragione, del buonsenso, della premeditazione; in una parola, del determinismo di cui siamo – per abitudine tramandata dall’ufficialità culturale – adepti (o forse la parola è: “assuefatti”?) senza riserve, come unica fonte riconoscibile da cui scaturisce la realtà.

L’autore, psicologo canadese, ci dimostra che, elevandosi un tantino da questa prospettiva frustrante, è possibile riconoscere nel cosiddetto “caso”  l’impronta dell’incontro fra la nostra psiche, i nostri sconosciuti e latenti “poteri” di attrazione di una determinata realtà in un determinato momento, e quelle forze che vanno al di là, semplicemente, di qualsiasi comprensione e che si possono attribuire a una misteriosa quanto misericordiosa propensione cosmica ad assisterci nel raggiungimento dell’obiettivo dell’individuazione del sé.

L’interazione fra queste due polarità (noi e l’universo) partorisce, in alcuni momenti topici della nostra vita, questi incontri che mai si potrebbero verificare secondo una lettura della vita impostata sulla logica, sulla linearità, sulla consequenzialità.

“Noi prendiamo coscienza di evolvere in un sistema più grande di noi quando si verifica una coincidenza sbalorditiva che sembra far eco a un ordine di senso che ci trascende e che tenta di riorganizzare la nostra vita seguendo corridoi misteriosi”.  

 Simone Sutra

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