“Di tutte le gemme che ci dona la terra il sale è la più preziosa” (Justus v. Liebig)
“C’era una volta un re. Il nostro re aveva tre figlie in giusta età da maritare e tutte erano, ovviamente, bellissime. Nella ricerca di mariti degni dei suoi tre gioielli rimasero nella scelta finale soltanto tre principi, nobili di aspetto e di origini. Così arrivò il grande giorno dove i tre candidati fecero le loro proposte di matrimonio. Il primo candidato aveva preso d’occhio la figlia maggiore: “Oh, grande re, tua figlia grande mi piace più dell’oro e dell’argento.” E con questa frase i suoi servi donarono al re un enorme vassoio pieno di oro e argenti magistralmente lavorati. Il re era molto soddisfatto e acconsentì. Poi si fece avanti il secondo principe, sorridendo alla secondogenita: “Grande re, la tua seconda figlia mi piace più di tutte le gemme del mondo!” E come prova delle sue parole fece portare dai suoi servi un vassoio colmo di gemme provenienti da ogni parte del mondo finemente incastonate. E il re era visibilmente soddisfatto. Allora si fece avanti il più giovane dei principi, che era di una bellezza misteriosa: “Grande re, tua figlia è bella come l’acqua che sgorga dalle alte montagne. Prometto che la amerò per sempre. Per me vale più del sale!”
E con queste parole porse lui stesso al re un vassoio pieno di splendido sale marino cristallino. Alla vista del “povero sale” il re si infuriò moltissimo. Si sentì personalmente offeso e cacciò via il principe. Ma fu interrotto da una voce terribile e tuonante che proveniva da un altro mondo: “Vi maledico per la vostra ignoranza verso un dono così prezioso come il sale! Da oggi non lo vedrete mai più nel vostro regno. E tu, figlio mio, sarai punito per la tua scelta di aver voluto sposare una fanciulla, un essere umano!“ E in un istante il bel principe si trasformò in una statua di sale. Aveva appena parlato il Sovrano dei Mondi Sotterranei, cioè il Re dei Minerali. Vedendo il bel principe trasformato in sale, la giovane principessa s’innamorò perdutamente di lui.
Ma nella generale confusione la statua sparì così come era comparsa e del giovane non vi era più nessuna traccia. La nostra giovane principessa cadde in una profonda tristezza d’amore. Suo padre era rimasto bloccato nella sua rabbiosa offesa e non comprese il dolore della figlia. Così la giovane donna decise di fuggire la notte stessa dal castello per cercare il suo amato principe. Non vi racconto tutte le avventure che dovette affrontare. Accadde comunque che finì nel mondo sotterraneo degli gnomi, fedeli servi del sovrano della terra e dei minerali. La accolsero e le diedero tanti lavori utili da svolgere.
Sotto quelle terre ritrovò anche la statua immutata del principe. Intanto nel castello la terribile maledizione del Re dei Minerali aveva trasformato tutto il sale del regno in oro, argento e preziosi. Inizialmente potete immaginare la gioia di tutti perché anche i poveri erano diventati ricchi. Ma ben presto nella cucina del re e di tutti i sudditi regnò una tristezza terribile: infatti non si può vivere senza cibo salato e consumare solo pietanze fatte con lo zucchero e spezie. I tentativi di acquistare sale nei regni vicini fallirono perché l’oro si ritrasformava in sale fuori dal regno e tutto il sale che si cercò di portare verso il regno si trasformava prontamente in oro e preziosi. Presto si ammalarono tutti, poveri e ricchi. Non venne più nessuno nel regno ormai maledetto perché il cibo non era saporito. Una grande depressione regnò su tutti e il re si mise a letto in attesa della fine dei suoi giorni.
La nostra giovane principessa invece nella sua nuova abitazione continuava a sperare di liberare la statua di sale dalla maledizione… Un primo tentativo con una pianta rara e miracolosa, fallì. Ma, infine, versando milioni di lacrime sincere ai piedi della statua, il cuore del Re dei Minerali si ravvide e finalmente liberò suo figlio dalla prigionia alla vista dell’amore puro e sincero che la fanciulla nutriva per suo figlio. I due si recarono con la benedizione del sovrano alla corte del re. E così il re venne salvato dal più prezioso dono che potevano portargli: un sacchetto di sale marino! E finalmente la terribile maledizione cessò. Il re aveva avuto la più dura delle lezioni di vita. La giovane coppia innamorata si sposò con una grande festa e un grande banchetto. Subito dopo il re mise i due sul trono affinché regnassero con la loro saggezza il suo regno. Iniziò un lungo periodo di grandi sviluppi e cultura. Per questo motivo il sale viene a volte anche chiamato ORO BIANCO.”
La bella storia è finita. Vi ho raccontato la versione della favola che personalmente amo di più (questa ha origini slovacche), ma ci sono tantissime favole sul sale in tutto il mondo; anche in Italia ne esistono molteplici versioni. E come si può immaginare, tutte arrivano alla medesima conclusione: senza sale la nostra vita è triste. Credo sia una specie di “favola universale”. La consapevolezza dell’importanza del valore del sale per tutti noi è stata manifestata in infiniti rituali antichi. In molti Paesi il sale veniva benedetto una volta all’anno con solenne ritualità.
A questo punto mi viene in mente anche una frase che troviamo nel Vangelo dove Gesù ci invita ad essere il Sale della Terra (Matteo 5.13).
Questa piccola grande storia cercate di ricordarla. Raccontatela ai vostri figli, magari con in pugno alcuni cristalli di sale naturale, e alla fine leccatene tutti un po’. Così non andrà mai perduta……
Sabine Eck
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