Il Clima ha sempre
condizionato la vita su questo pianeta incidendo profondamente
sull’evoluzione degli esseri viventi, dalle forme più elementari a
quelle più complesse, come i mammiferi.
Gli uomini, attraverso la fase di ominazione che
da ominidi li ha portati all'homo sapiens, si sono evoluti da gruppo
occasionale, a tribù, fino a comunità organizzata, fino a giungere
alla scoperta dell’agricoltura, dove sono nati i primi insediamenti
urbani in luoghi dove esistevano condizioni di vita ottimali. Tutte
le grandi civiltà dell’Uomo infatti sono nate e si sono sviluppate
lungo i corsi d’acqua, le famose civiltà dei fiumi. Ricordiamo: La
valle dell’Indo, Il fiume Giallo, il Tigri e l’Eufrate, il Nilo e
il Tevere.
Il clima ostile con le
sue avversità atmosferiche ha avuto un importante ruolo nella storia
della civiltà umana. Vediamo insieme qualche esempio:
Nel 2400 a.C., a causa
di una grande siccità e seguente crisi ecologica, intere popolazioni
residenti nell’attuale Pakistan e India nord occidentale migrarono
verso la Mesopotamia e verso l’Europa Centrale. Molti studiosi
attribuiscono la presenza degli Achei, dei Celti e degli Etruschi e
di altri popoli nelle terre che conosciamo proprio a causa di questo
grande esodo causato da un clima avverso alla vita.
L’esplosione dell’isola vulcanica di Thera,
attuale Santorino, avvenuta intorno al 1600 a.C., provocò su tutto
il Mediterraneo un grande sconvolgimento climatico che si protrasse
per oltre un decennio, ciò causò siccità e in altri casi
alluvioni, obbligando popoli interi a fuggire dalle loro terre.
Questa gente può essere identificata con il famoso popolo del mare
di cui ne parlano storici greci e latini che tra il XIII° e XII°
secolo a.C. causò il crollo del grande impero Hittita. Questo
popolo disperato quanto feroce fu alla fine fermato e sconfitto
dall’esercito egiziano guidato da Ramsette III.
Nel 9 d.C. tre legioni romane di Varo furono
annientate dai barbari germani di Arminio perché intrappolate in una
fitta foresta mentre una violenta tempesta disorientava i soldati
romani.
Nel 1281 un tifone regalò ai giapponesi 700 anni
di indipendenza. Alla metà di agosto del 1281 il famoso “Kamikaze”,
ossia vento divino, bloccò l’invasione di Kublay Khan a poche
miglia dalle coste giapponesi. Un violento tifone affondò tutta la
flotta di Kubilay Khan: 3900 navi, la flotta più grande del Mondo
fino ad allora, finì in fondo al mare.
Ancora
una improvvisa e violenta tempesta salvò l'Inghilterra
dall'invasione di un corpo d'armata francese imbarcato su una potente
flotta. Nel 1744, il generale francese Maurizio di Sassonia tentò di
attraversare il canale della Manica, con Carlo Edoardo Stuart pronto
ad essere installato come re in Inghilterra, ma una violenta tempesta
affondò gran parte dei vascelli della flotta. La Francia così
abbandonò i suoi piani d'invasione e la Gran Bretagna restò libera.
Un
clima inusuale, umido e caldo, sviluppò un fungo micidiale che
devastò le coltivazioni di patata in Irlanda. Tra il 1845 e il 1849
questo paese conobbe la più terribile carestia della sua storia, con
migliaia di morti per denutrimento e con emigrazioni di massa verso
le Americhe.
Cosa dire poi delle
vicissitudini degli eserciti napoleonici e italo-tedeschi alle prese
con l’inverno russo?
Siamo arrivati ai tempi nostri e i capricci del
clima che possono seriamente danneggiare le coltivazioni oggi si
possono tamponare, esistono infatti meccanismi di controllo e di
distribuzione delle derrate alimentari che possono evitare, ma questo
solo nei paesi del nord del Mondo, situazioni come nell’Irlanda del
1845. L’aumento della popolazione del pianeta però gioca un ruolo
destabilizzante in questo meccanismo, soprattutto se si somma con il
fenomeno del Global Change e del Global Warming. Infatti la dove la
popolazione del Sud del Mondo tende ad aumentare in maniera
esponenziale, anche siccità e carestie aumentano inesorabilmente.
Può accadere pertanto quello che avveniva migliaia di anni fa: esodi
di gente disperata verso luoghi più ospitali e ricchi. Una
situazione che oggi ancora non è esplosa del tutto, ma se le
condizioni di sopravvivenza nei PVS dovesse ancora peggiorare, allora
avverrà con una dirompenza epocale che travolgerà soprattutto paesi
di frontiera come l’Italia. In tutto questo oltre a far saltare le
economie occidentali già in crisi, inevitabile sarà il dilagare del
fondamentalismo religioso islamico, con tutti i problemi che già
conosciamo.
Ma l’aspetto che più preoccupa l’OMS è il ritorno
di malattie dimenticate come la malaria, il vaiolo, la peste ed altre
pandemie che le cronache del passato ci hanno sempre fornito con
dovizie di particolari.
Questi sono i rischi
alla salute per un mescolamento di popoli e di comportamenti che
prevediamo per il futuro, ma già adesso dobbiamo segnalare che per
il fenomeno della tropicalizzazione del Mediterraneo, molte malattie
sconosciute e dimenticate sono giunte da noi. Le prime vittime sono
gli animali, tutti ricorderanno la strage di ovini sardi colpiti
circa dal morbo della lingua blu, una malattia endemica africana che
noi abbiamo conosciuto da poco e che i nostri animali, non avendo le
difese immunitarie dei cugini africani, ne sono diventati facile
vittime.
La lingua Blu, Blu Tongue per i
tecnici, è una malattia virale veicolata da ditteri come zanzare e
flebotomi (pappataci) che in passato per motivi di clima non si
spingevano oltre la Tunisia. Sono poi i flebotomi che dal sud
dell’Italia, grazie al riscaldamento dell’atmosfera, sono giunti
fin sotto le Alpi trasmettendo soprattutto ai cani malattie letali
come la lesmaniosi.
Un fastidio, legato al riscaldamento globale che
tutti noi stiamo subendo da qualche anno è la zanzara tigre. Questo
è un insetto di origine asiatico giunto da noi sulle navi che
trasportavano pneumatici dalla Corea e dal Vietnam. Più piccola
delle zanzare nostrane, ma molto più aggressiva punge anche di
giorno. E’ nera con striature bianche su zampe e addome. Si
riproduce nell’acqua stagnante che si forma nei sottovasi, in
piccoli invasi e nei chiusini. Rispetto alle punture delle nostre
zanzare, quelle di questo dittero infernale danno bruciore e prurito
che può durare fino a quattro o cinque giorni. Al momento queste
zanzare non trasmettono, per fortuna, le malattie endemiche
dell’Asia, ma con la tropicalizzazione del Mediterraneo la stessa
OMS teme per il futuro situazioni a forte rischio salute anche da
noi.
Questi sono i rischi
sanitari dovuti ai cambiamenti climatici, ma anche alla
globalizzazione. Malattie dovute all’inquinamento dell’aria già
esistono da tempo nei Paesi occidentali, Italia compresa, quasi tutte
sono patologie del progresso tecnologico, tra queste: le allergie, le
affezioni broncopolmonari, i tumori in particolare quelli dei
polmoni, senza parlare poi delle malattie della psiche, tra le quali
primeggia ed è in forte ascesa la depressione.
Dermatiti e patologie più gravi della pelle,
come i melanomi, sono invece dovuti in gran parte alla diminuzione
dello strato di ozono nell’atmosfera che non ci protegge più come
una volta dai raggi ultravioletti, in particolare quelli UVB,
provenienti dal Sole.
Questo è il quadro
attuale, ma per il futuro?
Purtroppo la situazione si evolverà in
peggio. Stando alle ultime proiezioni presentate dagli scienziati si
prevede una estremizzazione dei fenomeni meteorologici, con
conseguente degrado dell’ambiente e,quindi: lunghe siccità,
incendi di foreste sempre più estesi, alluvioni catastrofiche e
frane, il tutto a danno dell’incolumità delle persone e
dell’economia nazionale e mondiale. Gli interventi urgenti contro i
danni dovuti alle tempeste e alluvioni in questi ultimi anni sono
aumentati quasi in proporzione geometrica.
Si è passati da un evento
catastrofico ogni due o tre anni causato da fenomeni meteorologici
estremi, vedi l’alluvione di Firenze del 1966, a quattro o cinque
eventi ogni anno. Tutto questo ha dei costi, non solo in vite umane,
ma in soldi. Buona parte delle risorse di un Paese come l’Italia,
dall’economia già disastrosa, finiscono per pagare i danni a cose,
animali e persone causati da questi eventi calamitosi.
Vengono così
sottratte ogni anno risorse destinate al sociale e alla qualità
della vita. E' questa ormai una situazione concretizzatasi sul
nostro pianeta e i grandi economisti e politici che ci gestiscono
dovrebbero valutarla attentamente ..... altrimenti saranno guai seri
nel prossimo futuro.
Ennio La Malfa
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