Sufismo - La visione non-duale dell'Islam


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Il sufismo è la corrente islamica che più si avvicina alle forme trascendenti di spiritualità laica non duale. Si può giungere al Non-dualismo attraverso varie vie, la vetta è uguale per tutti. Dipende dalle simpatie personali e dalle propensioni. Fra gli islamici chi segue questa via ha evidentemente una tendenza all'ascetismo mistico. Pur che anche nel sufismo sono stati espressi concetti "gnostici" e non-dualistici molto avanzati (vedi i detti di  Rabia) e -tra l'altro- la lettura dei poemi di Rumi ce ne fornisce un valido esempio.  

Il fatto che si possa giungere all'Uno seguendo una qualsiasi religione pone però la necessità di abbandonare il credo religioso il momento che si vuole penetrare ed essere compenetrati dall'Uno, sostituendo il "credere" con la diretta esperienza  La strada è utile per giungere al Tempio ma bisogna lasciarla per entrarci.

Dal punto di vista della "spiritualità sociale" (religiosa), al fine di una convivenza pacifica,  -comunque-  il sincretismo è vantaggioso come pure lo è l'abbandono di ogni dogmatismo. Ciò non esclude la continuità di partecipazione alla "forma esteriore" (spirituale) più consona ad ognuno di noi. E ciò vale anche per i seguaci delle religioni monoteiste, che hanno visto sorgere al loro interno "santi" e "saggi"  totalmente liberi da senso separativo. 

Per cui anche l'approccio del sufismo è sicuramente valido, per chi lo sente affine alle proprie tendenze o tradizioni, mantenendosi integri nella fiducia e nella sincerità e nella onestà di "percorso".

In altro contesto qualcuno ha affermato: "ognuno per sé.. e dio per tutti". Ove per Dio si intende il Tutto che in tutti è presente.

Paolo D'Arpini


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Integrazione di Enrico Galoppini:

Se ci si dà la pena - anche da esterni - di leggere i testi dei più famosi maestri del Sufismo ci renderà conto di quanto allo stesso tempo essi fossero e "musulmani" e, per la massa più o meno attaccata alla "lettera", apparentemente "non musulmani". Il Sufismo è ancora una realtà attiva ed operante che  implica  un rispetto ed un amore profondo per la "natura": tant'è vero che anche gli odierni maestri incitano i loro seguaci a... curarsi solo con metodi naturali, a vivere stabilmente nella natura e, addirittura, col minimo possibile di "tecnologia".
Dio, comunque, o come lo volete chiamare, l'Origine del tutto, è uno solo; e su questo punto hanno trovato un punto d'incontro sia tutti gli "illuminati" di ogni tradizione che le popolazioni che, prima dell'irrompere della "modernità", sapevano convivere, rispettarsi e, addirittura, venerare gli stessi "santi" e riunirsi insieme per pregare...

1 commento:

  1. Integrazione e commento:

    Personalmente non sono seguace di alcuna religione per cui l'idea di favorire l'islam mi è completamente estranea. Non posso per altro ignorare l'aspetto specifico dell'influenza islamica che sta aumentando qui in Italia dovuta a vari fattori e sono consapevole dell'ottusità insita anche nell'islam... Ma il sufismo merita tutto il nostro rispetto prova ne sia che è considerato "eretico" all'interno dell'islamismo sunnita e sopportato a malapena in quello sciita. La tradizione sufista ha collegato Ermete a Enoch, che è presente nel Corano sotto i tratti del profeta esoterico Idrîs. Idrîs, con l' appellativo di Khidr (il Verde) è l'iniziatore segreto dei grandi maestri sufi. Altro iniziatore alchemico è nel Corano il profeta Salomone. Da Pitagora invece i sufi trassero la scienza dei numeri (abjad) e la "sezione aurea" che applicarono egregiamente nelle loro costruzioni (ne sono esempio in Turchia le costruzioni selciukidi dall' XI° al XIII° secolo). Dirò per inciso che i testi greci di scienza e di esoterismo furono conosciuti in Europa non dagli originali greci ma dalle traduzioni in arabo che ne fecero i sufi. Il Sufismo è costituito in Ordini, o Confraternite. Confraternite ben organizzate sin dal X secolo. Un Maestro venerabile, due luci, un copritore esterno, e gli adepti, che si distinguono in apprendisti (murid), compagni (arîf: iniziato) e maestri (shaykh). Si riuniscono in una tekké, o zawiyya, o dergah: una Loggia, insomma; per solito il lunedì sera per le discussioni in comune e l'insegnamento evolutivo, spesso sulla lettura di tavole lasciate da grande Maestri del passato; il giovedì sera per il rituale del dhikr: la Rammemorazione di Dio.

    Il sacrificio mistico: la morte che ci fa Essere

    Sono morto come minerale per divenire pianta.
    Sono morto come pianta per divenire animale.
    Sono morto come animale ed eccomi ora son uomo.

    Perché temere la morte che non mi ha mai diminuito?

    Una volta ancora morirò per salire fra gli angeli,
    ma anche in quello stato debbo andare oltre,
    tutti, eccetto Dio, periscono.

    Quando avrò sacrificato la mia anima angelica,
    sarò quel che mai la mente concepì.

    Oh lasciami non esistere, poiché l’inesistenza
    canta in toni solenni: "In Lui siamo!"

    Jalalud-Din Rumi

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