…il 2 febbraio di ogni anno si festeggia la “Candelora” che trae origine da un’antica festa pagana denominata “Lupercalia”, connessa al culto antico della Madre Terra, tesa a rappresentare i riti della sessualità e della fertilità.
“Candelora candelora dell’inverno semo fora. Ma se piove e tira vento nell’inverno semo dentro” – Così recita il detto popolare, dal che dovremmo dedurne che siamo ancora nel pieno dell’inverno, visto il maltempo che imperversa… Ciò non toglie che dal punto di vista astrologico a partire dai primi di febbraio si avverte, almeno nello spirito, l’inizio della primavera. Certo non è la primavera astronomica… è un’avvisaglia di primavera. Questo è un periodo di freddo intenso ma riprende a crescere la durata del giorno ed anche l’aria a volte si addolcisce ed invita i piccoli germogli, che stentano a uscir dal suolo, ad avventurarsi fuori alla luce del sole. In questi giorni sentiremo un’aggiunta di energia, chiamiamola una scorta psico-energetica, che consente di affrontare condizioni straordinarie e crisi acute -come avviene talvolta alle piantine che si avventurano al sole e ricevono invece la gelata- è una questione di vita o di morte! Il significato recondito della Candelora sta a rappresentare l’incontro-scontro degli opposti: Yang (il caldo), Yin (il freddo).
Un momento questo che presuppone un cambiamento ineluttabile. E la spinta viene da quella ‘terza parte’ (la continua mutazione) che conduce al rinnovamento della vita. L’organismo vivente è in stretta correlazione con tutto ciò che lo circonda. Ad alcune cose è affine ad altre è in antagonismo. Saper far fronte a situazioni estreme mantenendo un equilibrio di mente e di corpo, deriva dalla capacità dell’organismo di integrare e aggiustare al suo funzionamento le diverse energie vitali. L’acqua, il cibo, il freddo, il caldo, il moto, la quiete, il sonno la veglia, la pulizia e l’influenza spirituale…. la somma di tutti questi fattori, vissuti correttamente, è salute. Perciò accettiamo il freddo dei “giorni della merla” e le avvisaglie di primavera della “benedizione delle candele”, simbolo quest’ultimo della luce che avanza...
Paolo D’Arpini
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La tradizione celtica
Il fuoco con il suo mutamento è perfettamente ascrivibile al simbolismo della Grande Madre . Che viene prima, ma molto prima della divisione "maschile=attivo e femminile=passivo". La Grande Madre prima di esser separata, divisa, sminuita conteneva ogni polarità nel suo ventre gravido. Non è la fertilità la sua caratteristica principale bensì proprio il movimento, il mutamento, il continuo dispiegarsi della creazione.
In questo universo simbolico non c'è spazio al dualismo oppositivo. Il fuoco sacro è appannaggio dell'universo intero. Compreso il femminile.
In questo universo simbolico non c'è spazio al dualismo oppositivo. Il fuoco sacro è appannaggio dell'universo intero. Compreso il femminile.
Perché ogni creatura partecipa del suo dono di contribuire alla creazione.
Le prove sopravvissute di questo fuoco anche femminile le abbiamo nelle numerose Dee del Fuoco e Dee del Sole presenti in tutti i miti del mondo. Così come esistono Dee uccello e Dee dell'aria. E così come esistono Dei Luna (uno proprio qui nelle leggende dolomitiche), Dei Terra e Dei dell'acqua/del mare.
È tempo di superare le rigide categorizzazioni fondate sull'esclusione, e tornare a sentirci complete e completi. Per allargare le possibilità dell'essere.
(Tratto dal "Lunario della Dea")
"In sintonia con questo messaggio, il 2 febbraio 2017, nella "Cave" di Caterina a Spilamberto, alle ore 13.30, canteremo un antico inno dedicato all’offerta di luci (Arati)..."
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