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L’avevo messa da parte, poi momentaneamente smarrita, poi ritrovata.
E’ una lettera scritta a “Il Giornale”.
Che dice che l’Islàm “attrae” perché valorizza, molto di più di ogni altra religione o ideologia, l’importanza della solidarietà e della coesione sociale. Ed è una ulteriore dimostrazione che quando una realtà è evidente, è visibile indipendentemente dalla religione che si professa. Basta essere intellettualmente onesti.
Ecco il testo integrale:
“Spesso mi son posto criticamente verso alcune posizioni assunte nei paesi islamici, che non tengono conto dei diritti delle donne e della libertà individuale. Ma forse lì la condizione femminile gode di maggior rispetto umano, sia pur nelle ristrettezze dell’espressione formale; altrettanto dicasi per le dignità personali godute nella vita sociale, ove è più sentita la regola del rispetto reciproco e dei valori condivisi. Insomma nell’islam la società è poco “libertaria” ma l’uomo comune vive in un ambito comunitario più rispettoso dei rapporti umani. La gente si converte all’islam perché si sente socialmente più protetta e sviluppa una maggiore solidarietà interna, un po’ come succedeva ai cristiani della prima ora. Questo dovrebbe far meditare i preti cattolici ed i nostri sociologi e politici che ormai si interessano solo agli aspetti “economici” del benessere…”
Paolo D’Arpini, Treia (Macerata)
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