Sun Bin (316 a.C.) fu considerato da molti studiosi uno dei più importanti strateghi militari dopo Sunzi (conosciuto anche come Sun Tzu), nonostante è ancora in dubbio il fatto che sia o meno un diretto discendente di Sunzi. Il suo nome Bin, associato ad una crudele punizione, riflette le sue sofferenze di uomo di talento nel periodo degli Stati combattenti.
Nei primi tempi di studio, il talento di Sun fu invidiato da un suo compagno, Pang Juan, che sognava di diventare il miglior stratega militare, ma era conscio dello speciale dono di Sun.
Per assicurarsi che nessuno potesse rivaleggiare con lui, anni dopo, dopo esser diventato un generale nello Stato di Wei, Pang ingannò Sun chiedendogli di venire in suo aiuto, per poi accusarlo di tradimento. Per punizione Sun Bin avrebbe dovuto subire l'amputazione dei piedi; ciò lo avrebbe privato di ogni possibilità di essere un generale.
Sun non si rese subito conto dell'inganno di Pang, ma quando scoprì la verità, scappò verso Stato di Qi e fu ben accolto dal generale Tianji.
La redenzione di Sun Bin si realizzò in due battaglie immortali che hanno inciso il suo nome nella storia militare cinese.
La prima battaglia iniziò quando il suo vecchio generale rivale Pang guidò una grande armata per assediare lo Stato di Zhao. Per aiutare lo Stato di Zhao con il piccolo esercito di Qi, Sun Bin consigliò al generale Tianji di assediare la capitale di Wei per salvare Zhao dal momento che tutte le truppe scelte di Wei erano lontane. Sun raffinò ulteriormente il suo piano mandando prima un piccolo numero di truppe leggere per attaccare una importante base militare di Wei perdendo, in modo da rafforzare l'arroganza del generale Pang; poi utilizzò le truppe scelte per attaccare la capitale di Wei.
Pang si affrettò a ritirare il suo esercito per difendere la sua capitale quando realizzò cosa stava accadendo. Il suo esercito subì l'imboscata dei soldati di Sun a mezza strada e subì pesanti perdite a causa dello sfinimento e dell'effetto sorpresa.
«Assedia Wei per salvare Zhao», la strategia di liberare l'assediato assediando la base degli assediatori, fu inserito come il secondo dei 36 stratagemmi nei classici militari cinesi.
La seconda battaglia, quella finale tra Sun e Pang, ebbe luogo 13 anni dopo. Quando il re di Wei comandò a Pang di assediare un altro Stato, quello di Han, con il suo grande esercito, Sun attaccò ancora una volta la sua base con un piccolo esercito. Avendo imparato dall'ultima volta, Pang tornò indietro verso la capitale ma ben preparato, mentre l'esercito di Sun tornò indietro verso lo Stato di Qi. Per vendicarsi della sua ultima sconfitta, l'esercito di Pang diede la caccia a quello di Sun. Questa volta Sun escogitò un nuovo trucco, chiamato «ridurre i forni»: ogni giorno all'esercito di Sun fu chiesto di diminuire i loro fuochi dell'accampamento in grande numero. Quando il generale Pang lo notò, pensò che il morale dell'esercito di Sun si stesse abbassando e che molti soldati stessero disertando. Sapendo che Sun era disabilitato e si muoveva lentamente, Pang fu così impaziente di attaccare Sun che portò con sé solo poche truppe scelte per inseguirlo.
Sun pensò che le truppe personali di Pang sarebbero arrivate in una stretta valle al calare della notte, un posto perfetto per un'imboscata. Ordinò ai suoi soldati di iscrivere in un grande tronco d'albero vicino alla strada le parole «Pang Juan muore qui», dopo aver rimosso la corteccia, e fece abbattere gli altri alberi disponendoli per la strada; poi ordinò a tutti gli arcieri di nascondersi nelle vicinanze pronti a lanciare ogni freccia a loro disposizione appena avessero visto del fuoco vicino al tronco d'albero.
Quando il generale Pang raggiunse il luogo e accese una torcia per leggere il messaggio sull'albero, centinaia di frecce lo raggiunsero. Sapendo che il suo destino era segnato, essendo stato gravemente ferito, Pang si suicidò con la propria spada vicino all'albero.
Più tardi Sun lasciò l'esercito e iniziò a scrivere il suo libro Strategia militare di Sun Bin e ad insegnare ai suoi discepoli scelti in un posto solitario. Il suo libro fu riconosciuto come una valida elaborazione e come un importante supplemento al testo di Sunzi L'arte della guerra.
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