“Lo spirito non può essere scisso dalla materia, sono espressione l'una dell'altro. Il naturale afflato che si manifesta di fronte alla meraviglia di sé del mondo...” (Saul Arpino)
La festività del Dies Natalis Solis Invicti ("Giorno di nascita del Sole Invitto") veniva celebrata nel momento dell'anno in cui la durata del giorno iniziava ad aumentare dopo il solstizio invernale.
La "rinascita" del sole. Il termine solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente "sole fermo" (da sol, "sole", e sistere, "stare fermo").
Infatti nell'emisfero nord a partire dalla metà del mese sino agli ultimi giorni dicembre il sole sembra fermarsi in cielo (fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all'equatore). In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della "declinazione", cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell'anno.
Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d?state, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell'anno e la notte più corta. Il giorno del solstizio cade generalmente il 21 dicembre, ma per l'inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo.
Il sole, quindi, nel solstizio d'inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell'oscurità ma poi ritorna vitale e "invincibile" sulle stesse tenebre... Tutto parte da una osservazione attenta del comportamento dei pianeti e del sole, e gli antichi, per quanto possa apparire sorprendente, conoscevano bene gli strumenti che permettevano loro di osservare e descrivere movimenti e comportamenti degli astri.
Nel contempo il significato esoterico è anche quello della vittoria del reale che smaschera il fittizio, cioè quel che è vero, la crescita luminosa, diviene evidente mostrando così la finzione dell'apparire.
Paolo D'Arpini
La "rinascita" del sole. Il termine solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente "sole fermo" (da sol, "sole", e sistere, "stare fermo").
Infatti nell'emisfero nord a partire dalla metà del mese sino agli ultimi giorni dicembre il sole sembra fermarsi in cielo (fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all'equatore). In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della "declinazione", cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell'anno.
Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d?state, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell'anno e la notte più corta. Il giorno del solstizio cade generalmente il 21 dicembre, ma per l'inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo.
Il sole, quindi, nel solstizio d'inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell'oscurità ma poi ritorna vitale e "invincibile" sulle stesse tenebre... Tutto parte da una osservazione attenta del comportamento dei pianeti e del sole, e gli antichi, per quanto possa apparire sorprendente, conoscevano bene gli strumenti che permettevano loro di osservare e descrivere movimenti e comportamenti degli astri.
Nel contempo il significato esoterico è anche quello della vittoria del reale che smaschera il fittizio, cioè quel che è vero, la crescita luminosa, diviene evidente mostrando così la finzione dell'apparire.
Paolo D'Arpini
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