Tracce di memoria - Calcata
Un mio caro amico dei bei tempi andati mi ha chiesto di metter giù una lettera testimonianza dei miei ricordi su Calcata e sul Circolo Vegetariano VV.TT. Lo faccio con un po’ di difficoltà, non tanto perché di ricordi non ne abbia – che anzi, ne ho molti e molto importanti – quanto perché, oggi come oggi, sono assai restio a tirar fuori dalla memoria ricordi e cose che riguardano ciò che è stato il mio passato. Però, un ricordo su tutti è stampato bene nella mia memoria, e cioè quello della prima volta che capitai a Calcata.
Fu verso la fine degli anni settanta, credo nel '77 o '78. A quel tempo vivevo la mia vita con Mara, una deliziosa ragazza bionda di 20 anni (io ne avevo circa 36 o 37), con cui avevo una relazione alquanto passionale, ma anche ‘burrascosa’, dato che lei aveva lasciato la sua famiglia e gli studi, per venire a stare con me.Ovviamente, questa relazione non durò a lungo, a causa di ripensamenti e varie problematiche che occorsero tra noi; infatti passati quattro anni, dopo che i suoi genitori la convinsero che non era il caso di convivere con un divorziato (che tale io ero) lei tornò dai suoi, ed io proseguii nella mia ricerca esistenziale, incontrando così altre compagne con cui, anche con loro, ebbi modo di venire ancora a Calcata.
Allora, quella prima volta… Mi sembra di ricordare che fosse un sabato mattina di una splendida giornata primaverile. Dopo esser stati in un luogo chiamato ‘monte gelato’, in cui vi sono delle magnifiche cascatelle formate dal fiume Treja, decidemmo di andare a visitare Calcata, che a quei tempi era nota per esser il rifugio di artisti anticonformisti e pittori, scrittori e scultori un po’ beat ed esistenzialisti, tipici di quegli anni. Giunti nella piazzetta iniziale, vedemmo l’insegna del Circolo VV.TT. che mi incuriosì, perché su AAM – Terra Nuova avevo letto della sua filosofia laico-spirituale d’avanguardia.
E così, mi infilai nella porticina che dava su alcuni scalini con ai lati delle bacheche sotto vetro, contenenti strane boccettine e alcuni libri e riviste di macrobiotica, di spiritualità orientale e di cultura vegetariana. Sempre più incuriosito, mi lasciai tentare e comperai una piccola bottiglietta di ‘propoli’ liquido e, siccome dall’interno di questa casa (che ora non è più la sede del Circolo) proveniva un buonissimo odore di sana cucina macrobiotica e vegetariana, decidemmo di rimanere a pranzo.
Da quella volta, la mia amicizia con Paolo D'Arpini si rafforzò, e negli anni successivi, grazie agli interessi e visioni comuni, si fecero diverse cose insieme. Mi ricordo di parecchie serate passate, insieme a tanti altri amici, a progettare azioni e attività socio-culturali, sempre con una visione rivolta al benessere ed alla emancipazione spirituale delle persone,con il punto centrale rivolto verso la salute psico-fisica e la sana alimentazione. In una di quelle serate, mi ricordo che si dette vita al “progetto” della Spiritualità laica, con l’intervento di altre personalità, come noi interessate a quegli importanti argomenti.
Mi ricordo alcune notti di fine-d’anno passate nella sala da pranzo e poi, fuori, giù nelle grotte, con la partecipazione di numerose persone con cui facemmo delle sante meditazioni di buon auspicio per il nuovo anno che doveva venire…
Mi ricordo anche di bellissime passeggiate lungo i sentieri del Parco Valle del Treja, in mezzo alla lussureggiante vegetazione, immersi nell’autentica spiritualità della natura, felici di esistere, e di essere tutti insieme in quello splendido e meraviglioso ambiente, non ancora contaminato, come invece già erano le città da cui provenivamo…
In seguito, però, le cose andarono in un modo un po’ diverso. Per quanto mi riguarda, con l’avanzare dell’età e con l’imbarbarimento di questa nostra società che, da qualche decina d’anni, si sta terribilmente trasformando in una civiltà desolata e decadente, non ho più sentito lo stimolo a ‘relazionarmi’ con gli altri esseri umani…
La mia visione del mondo, grazie alla ininterrotta e profonda pratica spirituale del Chan, è cambiata, e quello che una volta mi sembrava essere un premio al nostro esistere in questo mondo (ovvero, situazioni e ambienti piacevoli che sempre andavamo cercando con ostinata volontà) all’improvviso mi è apparso in tutta la sua brutale e sconcertante verità, cioè la constatazione che le cose sono in continuo mutamento, e tutto quello che si insegue diventa, alla fine, solo un doloroso ricordo.
Le persone invecchiano, e poi muoiono (e quindi, anche noi stessi), i panorami cambiano a seconda della velocità di distruzione dell’ambiente, e la pace tra gli esseri viventi sembra sempre più difficile da mantenere.
Perciò, alla luce di questa disillusa comprensione di come la vita è veramente per tutti noi (ciò che nel gergo buddista è chiamato legge del karma), ho deciso di ritirarmi a vita privata e di dedicarmi esclusivamente alla preparazione del mio processo finale, cioè quel momento in cui la nostra mente dovrà passare, dal suo stato di esistenza all’interno di un corpo materiale, allo stato vuoto del nulla metafisico, volgarmente chiamato ‘estinzione’. Ecco perché non sento più il desiderio di relazionarmi con gli altri morti viventi i quali forse sono completamente inconsapevoli di questa loro condizione, né mi sento più di voler rinvangare ricordi ed episodi passati di una vita che non può più ritornare ad essere quella che è stata.
Non si pensi che questa sia solo una visione pessimistica dell’esistenza. Basterebbe soltanto fare una profonda analisi interiore di ciò che siamo ora, di quanta acqua è passata sotto ai ponti della vita, e di come le cose alla fine portano solo una terribile delusione, dopo che ci hanno ingannevolmente illusi sulle loro irreali qualità di ‘permanenza’, per poter capire quanto è ‘vera’ la Via che ci invita ad abbandonare le illusioni ed a meditare in profondità sulla ‘vacuità’ di questo mondo materiale.
Eppure permangono nel mio ricordo quei bei momenti che ci sono stati, le amicizie che abbiamo sviluppato e le buone azioni… Quest’ultime, in fondo, saranno la nostra speranza futura di una buona e favorevole ‘reincarnazione’, così da poter ancora sperimentare una esistenza in questo mondo ma, stavolta, forse, con quella più evoluta capacità di coscienza che ci permetterà di capire fin dall’inizio la vera realtà dell’essere, e quindi di non venir più ingannati dalla ruota del tempo, testimone di un passato che non può più ritornare.
Concludo con un sincero augurio a tutti voi di entrare nella comprensione che il mondo non è ‘realmente’ come ci appare, ma ha un misterioso segreto che deve essere ’svelato’. L’approccio ad una via spirituale autentica, che ci tolga le bende dagli occhi e ci mostri la vera faccia della realtà, è per tutti il miglior modo di arrivare a questa comprensione.
Ma ora ho ancora un ringraziamento da fare. Vada il mio *grazie* al Circolo Vegetariano VV.TT., per aver fatto parte del mio sentiero spirituale, che alla fine mi ha permesso in seguito di raggiungere questa comprensione.
SHANTI!
Alberto Mengoni
Caro amico, anche io come te ho vissuto (per alcuni mesi) a Calcata, un pò più tardi rispetto a te ma, come certamente saprai a Calcata per certi versi sembra che il tempo non passi mai... e non posso che ricordare con piacere le cascate di monte gelato e i vari sentieri che attraversano la valle del Treja, in particolare quello che da calcata porta a Castel Sant'Elia perchè fu una piccola escursione che facemmo insieme all'amico Paolo ed altri amici proprio per provare a vedere,se c'era, diciamo, la nostra familiarità con quei luoghi, le nostre "origini" così come quel posto suggeriva in quanto a paesaggio. Era una Giornata d'inverno molto fredda e ventosa,avemmo modo ognuno di constatare che tutta la vallata, se si guarda con certi occhi, raccontava davvero la nostra storia e non solo ma anche quella di moltissima gente che vi aveva vissuto e, con mia sorpresa, ad un certo punto del cammino ebbi anche la sensazione che il futuro fosse già passato di là...
RispondiEliminaUn altro ricordo particolare sono le grotte di Calcata dove ognuno di noi chi più chi meno vi abbiamo vissuto dentro. Adesso che ci penso vedo che anche quello è stato un viaggio come quello a Castel Sant'Elia perchè anche li entravo in contatto con una parte di me... per la verità abbastanza spiacevole ma molto intensa e vera.
Quel che porto dentro della gente di Calcata, in particolare della gente del circolo Vegetariano, è che loro già sapevano come mi sentissi e dove sarei passato e per questo vi ringrazio tutti. OM Shanti.
leggendo queste lettere mi sono tornati in mente i momenti al sole con la valle,simbolo per me di profondità,con il fiume dentro...e la vita selvatica in occidente.
RispondiEliminaperò credo che quello che ci accompagna è il momento presente e lo sforzo e il piacere che mi accompagna e mi riempie.per questo non ricordo mai tanto,la mia memoria va a fiuto ormai e non vorrei farmi ingannare ma credo che la vita sia un lusso e non una routin,calcata e gli uomini che vivono mangiandola e strusciandosi sulle sue mura,come me che quante volte non mi sono letteralmente sfamata con le erbacce' ,e trovata in qualche grotta accogliente scoperta per caso..? le covate al sole su qualche dirupo..quanta poca fatica per guardarsi in faccia quando vivi senza pretese,come sentirsi libero e perchè non, vegetariano?
i miei ricordi più intensi sono sempre accompagnati da quell odore di calcata,di sempre vissuto.