Oltre il visibile - Prima e dopo l'esistere, io sono?


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Parlando  con Paolo  spesso viene  fuori un argomento: se della coscienza DI UNA PERSONA, alla sua morte, rimane qualcosa.
Sono cresciuta in una famiglia in parte religiosa, in parte atea: mia nonna era la bigotta (in senso buono), che mi parlava del peccato e mi sgridava se portavo i pantaloncini troppo corti e guardavo i ragazzini o se mi toccavo lì…. mia madre che non era né particolarmente credente né praticante, diciamo che era una “credente di comodo”, cioè quando ne sentiva il bisogno, si rivolgeva a Dio per un aiutino o per un sollievo, mio padre è sempre stato ateo e non voleva neanche sentir parlare di Dio, anima o cose simili. A volte l’ateismo è un’ideologia, una fede peggiore delle fedi in qualche religione, ora lo capisco.
Caratterialmente assomiglio a mio padre e da lui ho assorbito questa visione, un po’ mitigata dal resto del contesto; sono stata anche a scuola dalle suore per tanti anni ma con quel che raccontavano loro ci sarebbe stato da diventare atei anche non volendolo: peccato, peccato e ancora peccato! 

Ma la mia religiosità anche da ragazzina ancora incanalata nella chiesa, aveva un anelito di libertà: ogni tanto entravo senza nessuna ragione apparente, in chiesa, specialmente a Treia e lì cercavo me stessa. Difficile trovarsi però quando si ha un carattere come il mio, debole, insicuro, che per amarsi deve sentire l’amore da parte dell’altro e quando questo amore altrui è carente si fa di tutto per attirarlo, pena una scarsa considerazione di sé, una auto-svalutazione. Ma questo meccanismo da origine ad un circolo vizioso: addirittura durante una seduta di psicoterapia, 30 anni dopo, la mia terapeuta mi disse: “lei non ama chi la ama, perché secondo il suo intimo, se qualcuno la ama quel qualcuno non ha valore”.

Poi ho incontrato Paolo che il primo giorno anzi nella prima ora mi disse: “ognuno è perfetto già così com’è, sei già perfetta come sei, basta solo scoprirlo (come sei)”. E così da allora mi auto-osservo, quando non sono distratta ed in altre faccende affaccendata (e quindi spesso), imparo a non giudicarmi, imparo a togliere gli orpelli che mi sono portata dietro per una vita, cercando di piacere a me stessa ed agli altri. Perché, pensavo, “se gli altri non ti amano, non ti cercano, ti rifiutano, ti abbandonano vuol dire che c’è qualcosa in te che non va”, senza considerare che sono già questi pensieri, pur se inconsci, che ti portano ad avere un atteggiamento anche falso che invece di attrarre, respinge, fa “repulsione”. Allora, gratto, levo, raschio, tolgo, elimino… il corpo resta, quello si, ma di non concreto, togliendo togliendo… cosa resta? 

Ricordo di aver provato anche paura all’inizio. Pensavo (la mente che sempre ci da un “aiutino” in negativo): “Se tolgo tolgo, alla fine cosa resta? Non è che resterò VUOTA? Non è che non avrò più una personalità un carattere delle idee delle passioni dei gusti…. e come mi passerò il tempo se non avrò più da pre-occuparmi di questo e di quello? e cosa racconterò agli altri di ME? (Sempre questa preoccupazione di non piacere…). 


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Ed infatti è vero, magari non ho più tante cose da dire da fare agli altri o con gli altri ed ho (di nuovo) anche nuovamente sofferto per una sorta di abbandono, di allontanamento da parte di alcune persone per le quali forse non avevo più l’appeal di prima quando mi prestavo a “piacere” senza pensare se quel che di me piaceva ero la vera ME.

Comunque a forza di togliere non è vero che non resti nulla….. scopro ancora una persona, un essere, capace di sentire, di percepire più vividamente colori, odori, sentimenti, sensazioni, gioie e dolori lasciando arrivare il tutto e lasciandolo andare, così come è arrivato, senza attaccarmici per sentirmi meno vuota, più ricca. Non sento il bisogno di nessuna ricchezza, potrei essere quella santa che girava nuda...  che emozione! 

Oppure quell’anima che abita un corpo che le è stato dato o che lei si è scelto, che a volte prova piacere, a volte stanchezza, a volte dolore e a volte queste sensazioni durano a lungo a volte solo un istante e chi lo sa quanto a lungo ancora le potrò provare. 

Ma l’anima esiste? O è quella cosa che sempre Paolo nomina (e che a me a volte fa arrabbiare perché non riesco a capire, ma cosa c’è da capire?) ovvero  la PURA CONSAPEVOLEZZA!… che non è la stessa cosa dei PENSIERI.  Ma  se i pensieri sono energia e se la materia è energia e se nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, allora anche quell’energia che è nei nostri pensieri, che è nella nostra coscienza, neanche lei si distrugge, ma si trasforma. 

E quando moriamo? dove va a finire questa energia che è la coscienza, i pensieri? Il corpo si decompone o viene bruciato (e sviluppa energia), i pensieri dove vanno a finire? C’è un contenitore anche per questa energia? C’è una trasmissione da coscienza a coscienza, forse anche da mente a mente? La specie umana ma non solo a cosa deve la sua evoluzione se non a questa trasmissione, che sarà pure in parte “culturale”, conoscenza acquisita e tramandata grazie all’uso della scrittura e dei mezzi di comunicazione, ma cos’è che spinge l’uomo a fare questo se non l’anelito a scoprire cosa c’è OLTRE IL VISIBILE?

Caterina Regazzi

2 commenti:

  1. e lo "Spirito" degli "Animali" che ci siamo mangiati dove va? Non è Anima, è Spirito quello che anima gli Esseri Viventi...E' come "è nato prima l'uovo o la Gallina?"...Risposta, secondo me: la Gallina, altrimenti chi lo facevo l'Uovo? La Gallina è migliore della Femmina Umana...più pratica...l'uovo lo fa al di fuori di Sé e se vuole il Pulcino, se lo cova!

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  2. "Se continuo a svuotarmi, poi cosa resta?" ti domandi. E poi dici, "Comunque a forza di togliere, non è vero che non resta nulla, ... Che emozione!"
    E così è. Più togli (di te) e più acquisti di verità, perché quello che togli del tuo altro non è che qualcosa che appartiene all'ego. E si sa che l'ego non è fatto per soddisfare chi dovrebbe essere il suo padrone, ma se stesso. In poche parole, più togli del tuo (ego) più lasci spazio da riempire per il divino, per la vera Caterina. Ed è questa la vera felicità, essere ricolmi (e quindi guidati) dal divino.
    Poi ti chiedi "cos'è l'anima?" Ti consiglio di leggere ORRORE ASTRALE. Lo puoi ordinare direttamente qui http://www.libri-vita-universale.com/index-e-estratto-dal-libro/indice---orrore-astrale.php o anche qui http://www.macrolibrarsi.it/libri/__orrore-astrale-libro.php.

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