Si dice che il Buddismo Zen sia la religione della nostra vita
quotidiana. Le attività quotidiane sono regolate dalle regole per la
vita monastica Zen. Un praticante crede che il compiere le attività
quotidiane della vita monastica Zen sia la stessa Via del Buddha e si
dedica completamente alle sue attività. Tramite questo tipo di
concentrazione, e agendo egli stesso come soggetto, si unisce
all’azione come oggetto e poi una coscienza di sé scompare e resta
soltanto l’azione. Concentrandosi sulla sua azione, il suo modo di
sperimentare può cambiare inconsciamente un po’ alla volta.
L'accumularsi di questi cambiamenti lo porterà ad una vera
consapevolezza religiosa.
Fare la meditazione camminata, o seduta a gambe incrociate, cucinare,
far colazione, recitare i sutra, prostrarsi davanti ai Buddha, farsi
il bagno, andare alla toletta, ecc. sono tutte cose fatte secondo
regole estremamente dettagliate. Inoltre, benché non regolati in
dettaglio, i lavori di fatica in un tempio, come spazzare per terra o
radunare legna da ardere, sono pure importanti pratiche. Queste
attività sono tutte incluse nello Zen Attivo. Elencate sotto con brevi
spiegazioni vi sono alcune pratiche di Zen Attivo, progettate per
effettuare i cambiamenti psicologici:
(1) Ripetizione di azioni: molte azioni possono essere divise in due
tipi. Cioè, azioni semplici e monotone come stare in piedi, sedere,
camminare, sdraiarsi, ed azioni ritmiche come recitare i sutra e
prostrarsi tre o nove volte. Dedicarsi a queste semplici azioni,
monotone e ritmiche, può provocare Stati Alterati di Coscienza (ASC)
in cui essere portati, e fa diventare un praticante consapevole di un
nuovo modo di sperimentare.
(2) Meditazione camminata: Questo è un addestramento fondamentale per
imparare come respirare in modo addominale mentre si compiono tutte le
azioni. In questo esercizio, si compie l'azione di camminare facendo
un respiro addominale ogni mezzo passo. La corretta respirazio-ne
addominale comporta un bilanciamento del sistema autonomo.
(3) Farsi il bagno, andare alla toletta e fare lavori di fatica nel
tempio: Tutte le nostre attività quotidiane sono compiute
automaticamente ed inconsciamente. Ma in un monastero Zen, le attività
di un praticante non sono automatiche né inconsce. Egli concentra la
sua attenzione su questi futili ma immediati lavori quotidiani e
compie questi lavori efficacemente uno alla volta. Ciò potrebbe
cambiare il suo modo di sperimentare o sentire queste attività e
potrebbe renderlo consapevole di un nuovo significato per questi.
(4) Fare colazione: Le regole di fare colazione sono piuttosto
complicate. Modi di usare ciotole, bastoncini e piccoli piatti, o
mangiare crema di farina e latte di riso, sono regolati in dettaglio.
Qui considererò il processo di cambiamenti provocato concentrando la
vostra attenzione sulla vostra azione ed i loro significati
psicologici. Acquisire la padronanza di queste regole è assai simile
ad acquisire qualunque tecnica in generale, e richiede la seguente
procedura. Il primo stadio è spezzare le regole in componenti più
piccoli e dominarli uno alla volta. Questo è fatto allo scopo di
imparare la co-ordinazione di relazione tra l'apprendimento e
l’abitudine. Lo stadio successivo è di riunire i componenti che erano
stati separati. Allorché questo processo avanza, il praticante può
giungere al punto in cui tutte le azioni possono essere compiute in
modo automatico senza prestar loro una attenzione consapevole. Nel
terzo stadio, l'intenzione del praticante di completare le regole, e
l’effettivo compimento di esse, li rende completamente uniti come una
cosa sola.
Questo stadio è spesso chiamato SHUKYAKU-GOITSU (unificazione del
soggetto e dell'oggetto), MUGA (assenza del sé, o auto-rinuncia) o
ZAMMAI (questa parola denota un stato nel quale la mente è libera da
distrazione, ed è assorbita in intensa e decisa concentrazione). Detto
in poche parole, in questo terzo stadio l'intenzione di uno scompare
ed esiste solo il compimento delle regole. Come si può vedere negli
esempi succitati, la caratteristica principale dello Zen attivo è di
far sorgere una nuova consapevolezza verso le attività quotidiane,
concentrando l’attenzione su tale e tal’altra azione ed unificando la
soggettività e l'oggettività con intenso assorbimento.
Shoji Nakamura
(Stralcio di un discorso pubblicato su Centro Nirvana)
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