Lo scopo della pratica Zen non è solo realizzare la salute di
corpo e mente, ma anche puntare al livello spiritualmente più alto
della vita come esseri umani. I classici Zen descrivono spesso gli
stili di vita dei preti Zen che non sono legati a nulla, accettando
tutto così come è, ed inoltre vivendo ogni momento liberamente
nell’adempimento.
corpo e mente, ma anche puntare al livello spiritualmente più alto
della vita come esseri umani. I classici Zen descrivono spesso gli
stili di vita dei preti Zen che non sono legati a nulla, accettando
tutto così come è, ed inoltre vivendo ogni momento liberamente
nell’adempimento.
Questo modo di vivere epitomizza l'esistenza ideale
dell’Uomo con i precetti dello Zen. Le pratiche Zen consistono nella
sinergia di due funzioni: Funzioni fisiche come movimenti,
respirazione e postura; e funzioni psicologiche come concentrazione e
meditazione. In parole semplici, lo Zen è una pratica in cui il corpo
e la mente sono uniti indissolubilmente come una cosa sola. Come detto
prima, l’illuminazione raggiunta con lo Zen non è una comprensione
ottenuta tramite l'analisi intellettuale, ma è piuttosto una
"consapevolezza intuitiva" ottenuta attraverso l'esperienza diretta.
dell’Uomo con i precetti dello Zen. Le pratiche Zen consistono nella
sinergia di due funzioni: Funzioni fisiche come movimenti,
respirazione e postura; e funzioni psicologiche come concentrazione e
meditazione. In parole semplici, lo Zen è una pratica in cui il corpo
e la mente sono uniti indissolubilmente come una cosa sola. Come detto
prima, l’illuminazione raggiunta con lo Zen non è una comprensione
ottenuta tramite l'analisi intellettuale, ma è piuttosto una
"consapevolezza intuitiva" ottenuta attraverso l'esperienza diretta.
Questo tipo di consapevolezza intuitiva non esiste solo nello Zen. Può
essere trovata in molte altre dottrine asiatiche come pure può essere
considerata una caratteristica comune dell’austero modo di pensare che
è rappresentato in filosofie ed arti orientali. Lo 'scopo ultimo'
della pratica Zen è raggiungere lo stesso stato illuminato di mente,
il SATORI, come fece il Buddha, ed essere in grado di dare una
risposta chiara alla domanda "Cos’è il Sé?". La filosofia Buddista
sostiene che la sofferenza umana sorge dall'essersi incatenati ai
dodici anelli della catena della causalità. Il SATORI è raggiunto
tagliando questa catena imprigionante ed impedendo che possa avvenire
una successiva reincarnazione. Per compiere questo atto di valore ci
sono le Pratiche Buddiste fondamentali come "sila, samadhi e prajna"
(precetti, meditazione e saggezza). Queste pratiche sono state
progettate per impedire alla mente di cadere in dubbi e perplessità,
realizzare la saggezza e alla fine raggiungere il SATORI.
Oltre ai termini spiegati prima, l’illuminazione è riferita spesso
anche come SHOGYO-MUJYO (tutte le cose condizionate sono
impermanenti), SHOHO-MUGA (le cose fenomeniche esistono solamente in
modo condizionato; e quindi non hanno sostanza) o NEHAN-JAKUJO (Lo
stato che si raggiunge estinguendo tutte le illusioni e distruggendo
tutto il Karma, che sono le cause della reincarnazione). Anche se con
parole diverse, tutti questi concetti insegnano una fondamentale
lezione; che ci si dovrebbe lasciar alle spalle qualsiasi attaccamento
o sforzo verso le cose transitorie, ed invece vivere ogni momento in
un modo libero, naturale e completo. Il formarsi di questo tipo di
personalità è lo scopo della pratica Zen, ed il suo conseguimento può
essere ottenuto tramite tutte le attività quotidiane, incluso lo Zazen
compiuto in un monastero Zen.
essere trovata in molte altre dottrine asiatiche come pure può essere
considerata una caratteristica comune dell’austero modo di pensare che
è rappresentato in filosofie ed arti orientali. Lo 'scopo ultimo'
della pratica Zen è raggiungere lo stesso stato illuminato di mente,
il SATORI, come fece il Buddha, ed essere in grado di dare una
risposta chiara alla domanda "Cos’è il Sé?". La filosofia Buddista
sostiene che la sofferenza umana sorge dall'essersi incatenati ai
dodici anelli della catena della causalità. Il SATORI è raggiunto
tagliando questa catena imprigionante ed impedendo che possa avvenire
una successiva reincarnazione. Per compiere questo atto di valore ci
sono le Pratiche Buddiste fondamentali come "sila, samadhi e prajna"
(precetti, meditazione e saggezza). Queste pratiche sono state
progettate per impedire alla mente di cadere in dubbi e perplessità,
realizzare la saggezza e alla fine raggiungere il SATORI.
Oltre ai termini spiegati prima, l’illuminazione è riferita spesso
anche come SHOGYO-MUJYO (tutte le cose condizionate sono
impermanenti), SHOHO-MUGA (le cose fenomeniche esistono solamente in
modo condizionato; e quindi non hanno sostanza) o NEHAN-JAKUJO (Lo
stato che si raggiunge estinguendo tutte le illusioni e distruggendo
tutto il Karma, che sono le cause della reincarnazione). Anche se con
parole diverse, tutti questi concetti insegnano una fondamentale
lezione; che ci si dovrebbe lasciar alle spalle qualsiasi attaccamento
o sforzo verso le cose transitorie, ed invece vivere ogni momento in
un modo libero, naturale e completo. Il formarsi di questo tipo di
personalità è lo scopo della pratica Zen, ed il suo conseguimento può
essere ottenuto tramite tutte le attività quotidiane, incluso lo Zazen
compiuto in un monastero Zen.
Shoji Nakamura
(Stralcio di un discorso pubblicato su Centro Nirvana)
(Stralcio di un discorso pubblicato su Centro Nirvana)
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