L’angolazione del giudizio sui fatti esaminati nella storia e nella nostra vita dipende solo dalla propensione emozionale a vedere le cose per come le sentiamo vere. Come accade ad esempio per le diverse verità narrate nel film Rashomon…
Sappiamo però che la storia non è mai quella raccontata e nemmeno quella percepita con le budella.
La storia, anche nella migliore delle ipotesi, è un mosaico di piccoli particolari ed eventi disgiunti che solo all’analisi successiva appaiono consequenziali e collegati gli uni agli altri, Come i fotogrammi scelti dal regista per raccontare la trama del suo film.
Nella nostra vita percepiamo lo stimolo di rispondere "adeguatamente" nelle evenienze più diverse che ci capitano ma non possiamo dire che il filo conduttore sia la nostra volontà di ottenere i risultati che ci siamo prefissati. Succede quel che succede e poi noi esprimiamo il nostro parere: "ho compiuto questa azione e mi piace", oppure: "ho compiuto quell'azione e non mi piace…", e con ciò riteniamo che quanto avvenuto sia il risultato del nostro agire (buono o cattivo che sia).
In realtà nessuno fa nulla c’è solo un’intersecazione e commistione di forze diverse che agiscono attraverso di noi. Quel che resta sono i semplici fatti, non le ragioni o le intenzioni. Comunque tendiamo ad esaminare quei fatti con la nostra visione personale ed il nostro senso del giudizio.
La vita è tutta una meravigliosa sorpresa e voler stabilire il suo significato è semplice arroganza! Questa la mia opinione…
Paolo D’Arpini
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