Fiume Panaro
....anche quest'anno compiamo
il rito dedicato alla memoria di Bhagawan Nityananda, il mio venerato nonno
spirituale, che lasciò il corpo l'8 agosto del 1961. Per ricordarlo
faremo un'escursione, con la luna quasi piena, sul Panaro, a
Spilamberto. Partenza alle 19.30, dell'8 agosto 2014, da Via
Gibellini, ingresso del percorso Natura, con ognuno un po’ di cibo
vegetariano da condividere. Arriveremo in un punto non molto lontano
(20 minuti circa di cammino) dove si può scendere al greto del
fiume. Aspetteremo la notte godendoci la natura, mangiando e parlando
o stando in silenzio ascoltando il rumore dell’acqua che scorre.
Info. circolo.vegetariano@libero.it
Bhagawan Nityananda
Caterina spesso mi chiede
come mai io sia così dedito alle ricorrenze e perché mi muovo ed
agisco in corrispondenza di una qualche particolare posizione
astronomica, perché programmo le cose con grande anticipo e
perché non faccio quel che voglio fare senza predisporne
l'occasione. In sostanza, perché non mi limito a vivere senza
programmi incontrando quelli che incontro e compiendo le azioni del
momento senza pensarci?
Beh, in verità, così è anche se ho
imparato a seguire un calendario. Tutto cominciò da quando incontrai
i miei maestri ed iniziai un percorso spirituale. In qualsiasi ashram
mi trovassi c'erano sempre delle ricorrenze, degli eventi da
celebrare. E lo scopo qual'era? Quello di portare la sacralità
nella vita di ogni giorno. Capire che ogni momento rappresenta una
buona occasione per ricordare lo spirito, l'amore, l'ardore per la
ricerca di Dio....
Strano vero? Non si potrebbe riconoscere Dio
nelle cose comuni senza doverlo riconoscere attraverso una "memoria"?
C'è da dire che di fatto è esattamente così, anche se si cercano le
"coincidenze" nelle "contingenze", la
spontaneità della celebrazione è sempre fresca, è sempre
nuova.... E soprattutto c’è una considerazione da fare, entrambi
gli atteggiamenti, sia quello spontaneista che quello della
programmazione, rispondono a diversi requisiti e necessità. In se
stessi sono entrambi utili e infatti nella disciplina zen si cerca di
compiere una integrazione fra l'empirico ed il metafisico.
La
saggezza dipende dall’atteggiamento interiore. Se noi crediamo di
aver scelto il compimento di una determinata azione (o corso di
azioni) oppure se noi semplicemente rispondiamo allo stimolo degli
eventi in corso. Se ci sentiamo responsabili ed abbiamo precise
aspettative verso i risultati del nostro agire o se sappiamo che la
nostra energia si muove in sintonia con le condizioni in cui ci
troviamo e non calcoliamo di dover adempiere ad un preciso fine.
E’ evidente che addossandoci il senso di compiere l'azione, qualsiasi essa sia, sperimentiamo un senso di costrizione, delusione o speranza, mentre se agiamo liberamente il nostro comportamento molto somiglia ad un gioco infantile. Sappiamo bene che il distacco e la quiete interiore sono un fattore importante per la riuscita, tant’è che al momento di superare un esame facciamo di tutto per sentirci rilassati, anche se –in verità- lo sforzo stesso di rilassarci non produce l’effetto desiderato. Eppure, nel mondo si parla di "riuscita" in ben altri termini e si cerca sempre di porre l’accento sullo "sforzo personale" del nostro agire, come nostra specifica "libera scelta". Allo stesso tempo così facendo seguiamo pedissequamente regole auto-imposte o subite. Quindi occorre portare la discriminazione e la capacità di visione nella "spontaneità", coscienti che in qualsiasi condizione ci troviamo non possiamo fare a meno di vivere il momento per quel che è, nelle sue proprie stabilite condizioni: giovinezza o vecchiaia, estate od inverno... E questo non per "nostra decisione".
E’ evidente che addossandoci il senso di compiere l'azione, qualsiasi essa sia, sperimentiamo un senso di costrizione, delusione o speranza, mentre se agiamo liberamente il nostro comportamento molto somiglia ad un gioco infantile. Sappiamo bene che il distacco e la quiete interiore sono un fattore importante per la riuscita, tant’è che al momento di superare un esame facciamo di tutto per sentirci rilassati, anche se –in verità- lo sforzo stesso di rilassarci non produce l’effetto desiderato. Eppure, nel mondo si parla di "riuscita" in ben altri termini e si cerca sempre di porre l’accento sullo "sforzo personale" del nostro agire, come nostra specifica "libera scelta". Allo stesso tempo così facendo seguiamo pedissequamente regole auto-imposte o subite. Quindi occorre portare la discriminazione e la capacità di visione nella "spontaneità", coscienti che in qualsiasi condizione ci troviamo non possiamo fare a meno di vivere il momento per quel che è, nelle sue proprie stabilite condizioni: giovinezza o vecchiaia, estate od inverno... E questo non per "nostra decisione".
Magari in tal modo diveniamo consapevoli che anche nel caso di
una "calendarizzazione" possiamo facilmente galleggiare -o
nuotare- seguendo la corrente, in modo che il corso degli eventi e
la volontà corrispondano naturalmente alla nostra disposizione
innata. Così, navigando a vista, in un fiume conosciuto ma variabile,
ogni risultato è una scoperta, ogni approdo un arricchimento.
In
fondo mi sono sempre considerato un "mezzo sderenato" (nel
senso di mezzo fricchettone), con il vezzo di seguire Giustizia e
Libertà.
Paolo D'Arpini
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