Ospitaletto 2010 - Memoria del primo Incontro Collettivo Ecologista ed alcune frasi di Nisargadatta Maharaj


Tra pochi giorni, siamo ai primi di giugno 2014, Caterina verrà giù a Treia a prelevarmi per andare assieme a Montesilvano, in Abruzzo, dove ci aspetta Michele Meomartino per la quinta edizione dell'Incontro Collettivo Ecologista. Questi incontri iniziarono come prosecuzione dei precedenti Incontri della Rete Bioregionale Italiana, quando ad un certo punto, avendo la Rete subito una scissione con l'abbandono di Giuseppe, Etain ed altri, decidemmo che in qualche modo l'azione bioregionale ed ecologista di noi restanti nel gruppo si qualificasse un po' più apertamente su temi ampliati alla spiritualità della natura, all'alimentazione naturale, al convivere solidale, etc. Perciò iniziammo una nuova serie di appuntamenti collettivi che venne poi denominata: "Incontro Collettivo Ecologista".  
Questo resoconto che segue, di Caterina Regazzi, è relativo al primo di questi nuovi "incontri", si svolse ad Ospitaletto in Emilia.. (Paolo D'Arpini)

Il 19 giugno 2010, a casa di Marco e Valeria ad Ospitaletto sono state pronunciate spesso, molto spesso, due parole: comunità e condivisione.  A me queste due parole ne fanno venire in mente altre due: famiglia e vita. Dopo alcune ore di tensione, nella giornata precedente, mi sono goduta la mia presenza in quel luogo, con quelle persone, in quel tempo, cronologico e metereologico, e non c’era niente che non fosse perfetto così com’era, niente di più e niente di meno era desiderabile. Anzi, niente, in assoluto, di diverso, era desiderabile. Era perché c’eri tu? Era perché non è piovuto? Era perché le due dolcissime bambine sono state tranquille e non hanno pianto? Era perché il cibo era sufficiente e buono? O era semplicemente perché la vita è perfetta sempre e comunque, comunque si manifesti?

Intervento letto pubblicamente all’incontro:

CONFESSIONI DI UNA DONNA CHE SI SENTE BAMBINA IN VISTA DI UN INCONTRO TRA AMICI VECCHI E NUOVI

Qualche giorno fa, una domenica mattina (il 13 giugno) mi domandavo e lo domandavo anche con Valeria il giorno precedente se avessi dovuto, in questa occasione, dire qualcosa. Parlo poco in privato, a meno che non abbia proprio qualcosa di preciso da dire, e ancora meno in pubblico, dove per pubblico intendo un gruppo di più di 4-5 persone.

Faccio fatica a “fare un discorso”, riesco solo a dire dei pensieri “puntiformi”, forse è una specie di dislessia la mia, ma io devo prima fare nascere il pensiero e poi dirlo, poi un altro e dirlo, ecc. sapete quando per ridere si dice che gli uomini hanno un neurone solo e non riescono a fare due cose contemporaneamente, mentre le donne riescono a farne tante tutte insieme? Forse sotto sotto sono un uomo, allora, perché io non riesco a fare due cose insieme. Per esempio, mentre  guido non mi piace parlare. Qualcuno mi dice: fai quel viaggio avanti e indietro da e per Calcata da sola, ma non è stancante? Quei viaggi per me (e forse fra un po’ mi mancheranno) non mi stancano affatto, anzi, sono dei viaggi col corpo, con la mente e con lo spirito , durante i quali, mentre sono TUTTA SOLA, la mente vaga altro che a 360 gradi, a 3600! E vorrei solo avere un registratore mentale, come in “Strange days” che registri quello che sto vedendo, pensando, immaginando, sognando.. E’ una specie di lettino dell’analista, in cui vengono alla superficie tante cose sommerse, tanto che , a volte, parto tutta felice e arrivo incazzata (vero Paolo?), altre volte partivo preoccupata e arrivavo tutta felice e serena, ecc.

Tutto questo cappello per dire, che, se volevo anch’io “dare il mio contributo” a questa giornata, forse era meglio che mi scrivessi qualcosa, a costo di apparire ridicola (e qui ci sta il discorso di come io mi giudico e per meglio dire che ora non mi giudico più – di tanto).

Perché siamo qui, oggi (per me)?

La storia, dal punto di vista della meccanica dell’idea dell’evento è semplice, ma non tanto. Mesi fa, dopo qualche tempo della mia frequentazione con Paolo e visto che lui non si decideva a “fare il salto” del viaggio incontro a me e io già mi vedevo fare la pendolare a vita o almeno fino a quando non mi fossi semplicemente stancata, Paolo stesso escogitò  questo escamotage di creare un motivo di giustificazione ulteriore, credo più nei confronti di se stesso che degli altri, o una spinta motivazionale aggiuntiva oltre alla mia semplice presenza qui. Devo dire che la cosa all’inizio mi seccò e non poco (ma viene per me o viene per fare, anche qui, un po’ la “scimmia”?, non è abbastanza la voglia di stare un po’ con me e di contraccambiare le visite che io gli faccio?). Poi le cose sono cambiate ad una velocità che  stento a mantenere (lui corre, dico io, da buon cavallo, scimmia e capra, anzi, galoppa e io, da buona cinghiala, arranco, sotto il mio stesso peso) e non ho più avuto questi “pensieri negativi”, ma il percorso non finisce mai ed il bello è proprio quello, altrimenti, che gusto c’è?

Quindi l’idea è stata sua, ma io l’ho fatta mia senza fatica, poi magari io ci vedo delle cose che possono anche non coincidere perfettamente con le sue e con le vostre, ma meglio così, no? E’ passato per me il tempo in cui guardavo con fastidio e sospetto quelli che non la pensavano esattamente come me ed infatti non andavo d’accordo o meglio non mi piacevano molte persone…… adesso mi piacciono quasi tutti, anche le  persone con cui sento di non poter condividere la vita.

Ecco, ho detto , anzi, l’ho scritta la parolina magica: “condividere”….. la vita...

Trascrivo anche quel pezzo di Nisargadatta Maharaj che ho letto:

Parlando di guerre ed altri orrori e di dolore:

V.: c’è un modo di porre fine a questi orrori?

M.: quando sempre più persone riusciranno a riconoscere la loro vera natura, la loro influenza, per quanto sottile, prevarrà e l’atmosfera emotiva del mondo si addolcirà. La gente segue i suoi capi, e quando tra questi ne appariranno alcuni con un grande cuore ed una grande mente, assolutamente indifferenti al loro tornaconto, il loro esempio sarà sufficiente ad impedire le brutalità ed i crimini dell’epoca attuale. Verrà una nuova età dell’ora che durerà il tempo che dovrà e poi soccomberà alla sua stessa perfezione…

………

Sii libero da predilezioni e preferenze e non ci sarà più la mente con il suo fardello di dolore.

V.: ma io non sono il solo a soffrire, ci sono gli altri.

M.: Quando vai da loro con i tuoi desideri e le tue paure, non fai che accrescere il loro dolore. Innanzitutto liberati tu dalla sofferenza e solo in seguito potrai sperare di aiutare gli altri. Non hai neppure bisogno di sperare: la tua stessa esistenza sarà il più grande aiuto che un essere umano può dare ai suoi simili.

.........................................

E qui tanto per concludere con qualcosa che rientra nell'attualità ecco il programma  per il 21 e 22 giugno 2014:
Montesilvano - La sede di Olis che ospita  il Collettivo Ecologista



Schema per l’incontro collettivo ecologista del 21 e 22 Giugno 2014.  Olis – Montesilvano



CIBO E SOSTENIBILITA’  Analisi, riflessioni, proposte tra
natura, cultura, società ed economia


 

Sabato 21 Giugno 2014

Dalle ore 11.00 in poi

Accoglienza e sistemazione

 

Ore 16.00

Raccolta dei fiori

 

17.00 – 18.50

Testimonianze ed Esperienze dai territori  

Esempi di buone prassi e comportamenti virtuosi

 

18.50 – 19.10

Pausa

 

19.10 – 20.50

Tavola rotonda

 

21.00 – 22.00

Cena

 

22.00 – 23.00

Musica e Falò

 

 

Domenica 22 Giugno 2014

 

Ore 9.30

Seduta di Yoga

 

Ore 10.15 - 13.00 (Pausa 11.30 – 11.50)

Testimonianze ed Esperienze dai territori:

Esempi di buone prassi e comportamenti virtuosi

 

Prima di Pranzo

Battesimo Laico con l’acqua benedetta

A cura Adriana Gandolfi

 

Ore 13.00 – 14.00

Pranzo

 

14.30 – 16.00

Spazio Benessere olistico

 

16.00 – 17.30

Prospettive e progetti comuni

 

Ore 18.00

Saluti finali




Informazioni:

Associazione OLIS – Tel. 393.2362091 / michelemeomartino@tiscali.it

Rete Bioregionale Italiana – Tel. 333.6023090 / bioregionalismo.treia@gmail.com

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