Lo Zen di Satsume, la saggia che sapeva piangere...




Quando Satsume compì sedici anni, disse a se stessa: “Anche se non sono molto bella, fortunatamente il mio corpo è sano. Senza dubbio mi sposerò presto; spero di trovare un bell’uomo”.

Quindi incominciò a pregare in un tempio e si mise a recitare un mantra (una speciale formula religiosa) giorno e notte. Anche quando cuciva o lavava, recitava di continuo le parole del mantra. Dopo molti giorni, accadde che ebbe all’improvviso un’esperienza di illuminazione.

In quell’occasione, il padre guardò nella sua stanza e vide che la figlia stava seduta su un testo buddhista. Si allarmò pensando che fosse ammattita e gentilmente le domandò: “Perché stai seduta su quel libro sacro? Sarai punita dalla Verità”.

Satsume rispose: “Forse questo meraviglioso libro è un qualcosa di diverso dal mio sedere?”.

Il padre, preoccupato, non sapeva cosa pensare e si recò a raccontare l’accaduto al maestro Hakuin. Questi gli disse: “Ho qualcosa che ti aiuterà”.
Scrisse una breve poesia e la diede all’uomo spiegandogli: “Appendila alla parete della tua casa, dove la ragazza lo possa vedere”. La poesia diceva:

Udendo il richiamo
Di un silenzioso corvo
Nel buio della notte,
si perde il proprio padre
prima di essere nati.

L’uomo prese la poesia e l’appese. Quando Satsume la vide, disse: “Padre, questa è la scrittura del maestro Hakuin. E solo lui può capirla del tutto!”
Il padre trovò tutto ciò molto strano e ritornò da Hakuin. Questi gli disse: “Porta Satsume da me, e io la metterò alla prova”.

Così la ragazza si recò col padre da Hakuin. Il maestro la interrogò a fondo e lei rispose a tono. Allora Hakuin le sottopose due koan. Satsume incominciò a pensarci sopra. Ma il maestro le disse: “Limitati a concentrare la mente su di essi”.

Nel giro di sette giorni, la ragazza arrivò ad affrontare vari livelli di koan. Hakuin cercò di farle vedere “ciò che è oltre”, ma Satsume oppose una certa resistenza.

Allora il maestro la cacciò dal colloquio varie volte.

Satsume ritentò parecchie volte. Infine, nel giro di sei mesi, vide “ciò che va oltre” e afferrò i koan più difficili degli antichi maestri. Benché fosse un’adolescente, era ormai un maestro zen.

A questo punto, il padre cominciò a cercarle marito. Dapprima lei rifiutò e disse che non voleva sposarsi. Ma Hakuin le disse: “Ora che hai visto la realtà dell’illuminazione, perché non vuoi vedere la realtà del mondo? Il matrimonio è un dovere importante per gli uomini e per le donne. Faresti meglio a obbedire a tuo padre”. Fu così che Satsume alla fine si sposò.

Nella sua vecchiaia, Satsume pianse molto per la perdita di una nipote. Un vecchio che viveva lì vicino la rimproverò: “Perché ti lamenti così tanto? Se qualcuno ti vedesse piangere, si meraviglierebbe che tu possa comportarti così dopo aver praticato lo Zen con il maestro Hakuin e aver penetrato l’essenza delle cose. Perciò, calmati”.

Satsume fissò severamente il vecchio e rispose: “Che ne sai tu? Il mio pianto e i miei lamenti per mia nipote sono più importanti dell’incenso, dei fiori e delle candele”.

Dopo la morte della donna, il successore di Hakuin, Suiwo, dichiarò ai propri discepoli: “Quando il nostro maestro era vivo c’erano molte donne laiche con una comprensione perfetta. Alcune di loro, come la signora Satsume, superavano anche i monaci più esperti”.

Gentili signore, perdonatemi ma devo dire la mia. Ovviamente questa mia precisazione è utile per coloro tra voi che sono neofite: Satsume piangeva e si lamentava, certo, ma aveva l’occhio dell’insorpassabile, assoluto Risveglio. Satsume non disse al vecchio: “Lasciami essere isterica, sai noi donne siamo così!” No! Satsume disse tutta un’altra cosa. Lei disse: “Il mio pianto ed i miei lamenti, in virtù proprio del risveglio che vivo, sono perfettamente sintonizzati con tutto l’universo, e quindi così sono di beneficio a mia nipote”.

Tuttavia, pur detta così, anche se per qualcuna di voi risulta più comprensibile, non ha il minimo sapore della verità che può essere promanata da una normale donna che ha realizzato e continua a realizzare la propria innata libertà… seppur fra le lacrime...


(Fonte: Centro Zen Nirvana - http://www.centronirvana.it/)

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