Khalil Gibran... sentimenti e pensieri di un mistico moderno



Khalil Gibran (Bsharri, Libano, 6 dicembre 1883 – New York, 10 aprile 1931) è stato un poeta,  pittore e filosofo libanese.
Di religione cristiano-maronita emigrò negli Stati Uniti; le sue opere si  diffusero ben oltre il suo paese d'origine. La sua poesia venne tradotta  in oltre 20 lingue, e divenne un mito per i giovani che considerarono i suoi scritti come breviari mistici. Gibran ha cercato di unire nelle sue opere il pensiero della civiltà occidentale e di quella orientale.


Fra le opere più note Il Profeta, di cui espongo alcuni brani tratti dai  relativi Capitoli, densi di spunti di riflessione e pervasi da pensieri  impregnati di misticismo yogico.

Mario Piatesi (Le Nuvole)








La Conoscenza
Il vostro cuore conosce nel silenzio i segreti dei giorni e delle notti.
Ma il vostro orecchio è assetato dal rumore di quanto il cuore conosce. 
Non dite: "Ho trovato il sentiero dell'anima", ma piuttosto, 
"Ho incontrato l'anima in cammino sul mio sentiero".
Poiché l'anima cammina su tutti i sentieri.
L'anima non procede in linea retta, e neppure cresce come una canna.
L'anima si schiude, come un fiore di loto dagli innumerevoli petali.



Il Tempo
Vorreste misurare il tempo, l'incommensurabile e l'immenso.
Ma l'eterno che è in voi sa che la vita è senza tempo.
E sa che l'oggi non è che il ricordo di ieri, e il domani il sogno di oggi.
Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre,
E che il presente abbracci il passato con il ricordo, e il futuro con l'attesa.


La Preghiera
Voi pregate nell'angoscia e nel bisogno, ma dovreste pregare anche nella pienezza della gioia e nei giorni dell'abbondanza.
Perché non è forse la preghiera l'espansione di voi stessi nell'etere vivente?
Dio non ascolta le vostre parole, se non le pronuncia Egli stesso attraverso le vostre labbra.


La Bellezza
La bellezza non è un bisogno, ma un'estasi.
Non è una bocca assetata, né una mano vuota protesa,
Ma piuttosto un cuore bruciante e un'anima incantata.
La bellezza è la vita, quando la vita disvela il suo volto sacro.
La bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio.5



La Religione
Chi può separare la sua fede dalle sue azioni e il suo credo dal suo lavoro?
Chi può disporre davanti a sé le proprie ore dicendo,
"Questa è per Dio e questa è per me stesso, questa è per la mia anima e questa per il mio corpo?".
La vita quotidiana è il vostro tempio e la vostra religione.
Se volete conoscere Dio, non siate dunque solutori di enigmi.
Piuttosto guardatevi intorno e vedrete Dio giocare con i vostri bambini.
Guardate nello spazio, e vedrete Dio camminare sulla nube, aprire le braccia nel lampo e scendere nella pioggia.
Vedrete Dio sorridere nei fiori e nelle cime degli alberi vedrete il fremito delle sue mani.




La Morte
Che cos'è morire, se non stare nudi nel vento e disciogliersi al sole?
E che cos'è emettere l'estremo respiro se non liberarlo dal suo incessante fluire, così che possa risorgere e spaziare libero alla ricerca di Dio?
Solo se berrete al fiume del silenzio, potrete davvero cantare.
E quando avrete raggiunto la vetta del monte, allora incomincerete a salire.
E quando la terra esigerà il vostro corpo, allora danzerete realmente.



La Reincarnazione
L'infinito è in voi. L'uomo immenso del quale non siete altro che cellule e nervi.
Nel cui cantico ogni vostra voce non è che un muto singhiozzo.
Voi non siete rinchiusi nel vostro corpo, né confinati nelle case o nei campi.
Ciò che voi siete ha la sua dimora tra le montagne ed erra nel vento.
E non è qualcosa che striscia al sole per scaldarsi o scava buche nel buio per  trovare rifugio.
Ma qualcosa di libero, uno spirito che avvolge la terra e muove nell'etere.
Se queste sono parole vaghe, non cercate di chiarirle.
Vago e nebuloso è l'inizio di ogni cosa, ma non la sua fine.
Ma voi non vedete né udite, e questo è bene.
Il velo che offusca i vostri occhi sarà sollevato dalla mano che lo ha tessuto.
E la creta che ostruisce le vostre orecchie sarà rimossa dalle dita che l'hanno  impastata.
E voi vedrete.
E voi udirete.
Ma non rimpiangerete di aver conosciuto la cecità, né di essere stati sordi.
Poiché in quel giorno conoscerete il fine nascosto.
E benedirete l'oscurità come avreste benedetto la luce.
Io vado col vento, ma non verso il nulla.
Sappiate dunque che io tornerò dal silenzio più grande.
La nebbia che all'alba si dissolve e lascia sui campi solo rugiada, si alzerà per raccogliersi in nube e ricadere sotto forma di pioggia.
E io fui come nebbia.
Sarà tra breve, un attimo di calma nel vento, e un'altra donna mi partorirà.






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