Questa
è la parte prima di un articolo doppio dalle finalità meramente
divulgative che riporta le evidenze sperimentali emerse dalle
ricerche dell’autore a riguardo della genesi dei protozoi e delle
cellule tumorali. In corsivo sono riportati le citazioni tratte dalle
pubblicazioni dell’autore.
Breve
nota biografica1
Wilhelm
Reich (1897-1957), nasce a Dobrzcynica (attualmente in Romania), ai
limiti orientali dell'impero Austro-Ungarico, appena laureato in
medicina a Vienna nel ’22 si occupa di psicanalisi e diventa
assistente nella Clinica Psicoanalitica di S. Freud, il quale
inizialmente tiene Reich in alta considerazione, ma nel tempo, le
divergenti vedute in campo psicanalitico emerse già con la
pubblicazione di: ”La funzione dell’orgasmo”(1927) e la
militanza politica, gli procurano l’allontanamento dal gruppo
viennese. Nel 1930 si stabilisce nella Germania nazista, dove per le
sue frequentazioni dei circoli socialisti motivate dalle proprie
ricerche sulle masse (più che per attivismo politico), si vede
costretto a riparare in Norvegia nel 1933. Ma, nel 1938, dopo la
pubblicazione degli esperimenti sull’origine della vita2,
subisce una pesante campagna diffamatoria e considerata l’avanzata
tedesca è costretto a salpare per l’America.
Qui
fonda, a New York l’Orgone Institute e in seguito l’Orgonon a
Rangeley nel Maine. In entrambe queste sedi svolgerà attività di
ricerca in fisica, biologia, medicina e psicanalisi. I risultati, che
costituiscono il suo vero lascito scientifico sperimentale, saranno
resi pubblici tra il 1942 ed il 1956 dall’Orgone Institute Press
attraverso: l’International
Journal of Sex-Economy and Orgone Research,
gli
Annals of the Orgone Institute,
l’Orgone
Energy Bulletin, la
rivista Core
ed infine l’Orgonomic
Medicine.
Reich risulta un
ricercatore prolifico ed instancabile, scopre l’energia orgonica,
l’energia vitale eterica cosmica che tutto pervade e che permette
il pulsare nella vita; inventa l’accumulatore orgonico; costruisce
il famoso cloud-buster, per mezzo del quale sfruttando la polarità
dell’acqua, farà piovere nel deserto dell’Arizona, salvo
procurarsi guai con la giustizia, fino all’arresto; singolari se
non inquietanti sono i resoconti dei sorvoli di UFO in seguito alle
operazioni di bonifica dell’atmosfera tramite il cloud-buster;
Reich non arresterà la sua azione d’indagine spingendosi negli
ambiti del sociale e del politico, libero pensatore per eccellenza,
saggista, vide le sue opere messe al rogo dal regime nazista, mentre
in America una corte federale ne decretò fuori legge il possesso e
ne ordinò la distruzione, entrambe con l’identico intento di
nascondere al mondo le sue conoscenze. Screditato e diffamato anche
negli USA, morrà avvelenato in un carcere federale. Viene da
chiedersi del perché di tanta persecuzione, va considerato infatti
che qualora le sue teorie fossero state infondate, non avrebbero
dovuto suscitare tanta opposizione.
Bioni
Già
negli anni viennesi, grazie agli esperimenti con le correnti sui
protozoi, si ingenera la scoperta ‘involontaria’ dei bioni,
iniziano così le prime ricerche sulla biogenesi: la generazione
spontanea. Le ricerche sulla trasformazione di materia
inanimata/inorganica in organismi unicellulari continueranno poi nel
periodo scandinavo (1933-39) ed americano.
Per
meglio intendere cosa sia questa generazione spontanea, seguiamo cosa
viene osservato al microscopio. In una soluzione non sterile viene
posto a macerare del fieno, dopo due giorni, ove il margine fogliare
si disgrega, si formano delle vescicolette (bioni) che o si
distaccano singolarmente dalla foglia o formano dei gruppi. Dopo
poche ore, un margine (membrana!) racchiude questi bioni che si
disfano in un’unica formazione plasmatica (vescicole), questa
formazione mostra una lieve motilità e una forte affinità con le
amebe. Un’altra sequenza mostra la stessa disgregazione fogliare
che approda a saccule sferiche e ovoidali contenenti vescicole che
distaccatesi energicamente dal margine fogliare si spostano aprendo a
scatti un orifizio nella membrana. Reich si chiede: “Questa
struttura è un animale o è ancora un pezzo di vegetale? Si tratta
di una forma in transizione!”
Rimettiamo l’occhio sul microscopio, dopo due giorni infatti, le
stesse “creature” nuotano liberamente nel liquido, simili a
parameci, diffusissimi protozoi (infusori di Leeuwenhoek), alcune
inglobano contraendosi bioni attraverso la “bocca” che dopo pochi
secondi si richiude. Reich meravigliato pone da subito l’attenzione
sulla causa elettrica delle contrazioni, mentre riscontra
obiettivamente che questo
tipo di protozoi nasce dalla trasformazione di un vegetale dopo aver
attraversato una serie di fasi di sviluppo,
ma non si cura di individuare di quale protozoo si tratti, tuttavia
sostituendo nella macerazione al fieno il muschio, riscontra con
certezza la generazione spontanea di amebe.
“L’osservazione
diretta ha provato che le amebe si formano (anche) da fibre muscose
gonfiate per macerazione.”
Ecco dunque la scoperta dei bioni, già del 1936, forme di
transizione tra la materia non vivente e quella vivente, che Reich
definisce come: "l'unità
funzionale elementare di tutta la materia vivente."
Perfezionata
l’osservazione con una cinepresa ad alta velocità, per cogliere i
‘fuggevoli
passaggi vitali,’
non resta che cambiare la ricetta, ossia gli ‘ingredienti’ messi
a macerare. Un preparato a base di terra mostra alveoli motili e
altre particelle in movimento, l’aggiunta di cloruro di potassio
amplifica i fenomeni, l’immissione di gelatina porta alla
formazione di gruppi di vescicole, pseudo amebe. Nel dubbio estremo
che i protozoi possano essere presenti per contaminazione postuma, si
procede alla bollitura dei preparati, ma i preparati bolliti
presentano ‘forme di vita’ più ricche e vivaci dei preparati non
bolliti! Anzi, più il processo è iterato, maggiore e la vitalità
dei bioni e vescicole all’interno, ossia i preparati bolliti
contengano ‘forme di vita’ più attive.
Quanto osservato
stimola delle considerazioni a riguardo della sterilizzazione e della
cottura dei cibi, Reich lascia un appunto per una ricerca futura e
scrive: “Se
ogni sostanza, sottoposta a processi di gonfiamento e di
disgregazione, si trasforma in vescicole motili, è logico supporre
che le sostanze nutrienti che ingeriamo bollite, durante la
digestione vengono sottoposte ad un processo ancora sconosciuto che è
strettamente connesso ai bioni.”
A tal proposito esiste uno studio3
di Kieichi Morishita, tanto stupefacente quanto sconosciuto, condotto
su materiale organico vivo che mostra la formazione di globuli
bianchi, globuli rossi e cellule cancerose.
Ma
torniamo a guardare nel microscopio, forme viventi intermedie si
formano dalla materia, e diventano protozoi, manca solo che si
riproducano per divisione cellulare; alla terra, al cloruro di
potassio (KCl) e lecitina, Reich aggiunge il bianco d’uovo e “dopo
pochi minuti … si formano cellule rotonde provviste di nuclei scuri
soggette ad una divisione frequente e rapida.”
Come se le sostanze chimiche presenti negli ingredienti, materia e
coltura, supportino informazioni che si traducono nei differenti
protozoi che man mano si generano.
Se
bianco d’uovo, lecitina, cloruro di potassio (KCl), e colesterina
danno vita
a delle cellule che si contraggono/espandono si dividono, resta il
problema del metabolismo, della colturabilità (poi verificato
possibile) e della natura batteriologica da individuare. Intanto
emerge esserci un
principio che si autogoverna
che crea la
vita da materia senza vita.
Dal
gennaio del ‘37 il prof. Roger du Teil del Centro Universitario
Mediterraneo di Nizza collabora a verificare gli esperimenti secondo
i protocolli che Reich gli fornisce. Ma non appena Reich pubblica i
suoi studi nel 1938, si ritrova il mondo “accademico” contro e
persino l’incolpevole prof. du Teil viene licenziato. Reich
prosegue con gli esperimenti, utilizza polvere di carbone portata a
circa 1500°C, miscelata a brodo di carne e KCl, in questo caso il
carbone gonfia
non marcisce
e
dopo la consueta sterilizzazione della miscela si assiste, tempo due
tre giorni, al prosperare di forme di vita molto vigorose, si tratta
di spore: dunque
anche le spore devono avere origine dalla materia come risultato di
un processo di gonfiamento;
più in generale si è verificato che: tutta
la materia non organizzata possiede la capacità di produrre vita, a
seconda della sua composizione e dell’ambiente (terreno
di coltura)
in cui si trova.
I
bioni erano stati già individuati in precedenza4
da
vari scienziati e descritti come la più piccola unità di vita e
presentati come un ponte fra il sistema non vivente e quello vivente;
chiamati microzimi o “minuscoli fermenti” nel 1870 da Antoine
Béchamp; protiti, simbionti, o endobionti nel 1925 da Günther
Enderlein; somatidi nel 1940 da Gaston Naessens.
In
particolare il francese Naessens,
grazie ad un microscopio di sua invenzione, rintraccia e filma nel
sangue umano VIVO,
una ultra microscopica sub cellula vivente autoriproducente che
chiama somatìde (corpo piccolo e sottile) e che ha caratteristiche
polimorfiche5.
Scrive Reich: “È
stato dimostrato che i Bioni sono presenti praticamente dappertutto,
nell’aria, nell’oceano, nel sangue, nell’urina, e sono in grado
di svilupparsi dalla integrazione di sostanze molto cariche che
presentano un intenso colore blu.”
Ricapitolando: i
bioni sono la più piccola particella di materia vivente, sono
presenti in tutte le sostanze organiche perché ne sono la matrice;
possono evolversi in qualsiasi forma vivente unicellulare, sono
autosufficienti, non possono
essere distrutti con nessun mezzo fisico o chimico; trasformandosi in
batteri concorrono alla decomposizione degli organismi pluricellulari
nelle
loro componenti di base: ossigeno, idrogeno, carbonio ed una volta
compiuta l’opera, ritornano ad essere elementi primari.
Esperimento
XX (1944-45)
L’esperimento n°20
resta quello più esemplificativo sulla generazione spontanea.
Nell’intento di misurare il grado di fluorescenza delle colonie di
bioni, vengono approntate delle colture con la cosiddetta acqua
bionica sterile, ossia acqua con terra bollita e accuratamente
filtrata, alla quale vengono aggiunti dei bioni di terra ed infine
preparate alcune ampolle sigillate poste in luoghi diversi, anche
all’aperto. Queste ultime soggette al gelo stagionale risultano
contenere dei fiocchi (orgonofiocchi), che all’ingrandimento
(3000x) si rivelarono essere colonie di bioni; il contenuto se
filtrato e ricongelato ripresenta sempre la formazione dei fiocchi.
Reich commenta: “eravamo
di fronte ad un processo, attraverso il quale l’energia dell’orgone
… riusciva ad organizzarsi in massa plasmatica vivente con tutti i
criteri della vita.”
– e aggiunge: “Il
progresso del XX esperimento consiste nel fatto che ora le
vescichette orgono-energetiche con tutte le caratteristiche di ciò
che è vivente possono essere tratte, non dalla materia già
organizzata
[muschio, ecc], bensì
dall’energia dell’orgone esente
da massa.”
A
questa poderosa evidenza, ossia che l’orgone ha natura vivente, va
affiancata la scoperta d’ambito biogenetico, che mostra due tipi di
bioni: quelli secondari, visti sinora, che si formano dalla materia
già organizzata (sostanze ed elementi chimici) e i bioni primari che
si formano direttamente dall’energia orgonica, ossia scaturiscono
dall’orgone esente da massa, orgone da considerare quale energia
cosmica primordiale dalla quale ha origine la materia, materia
plasmatica inclusa. Da ciò scaturisce una importante considerazione
di Reich: “… lo
sviluppo del plasma vivente sul nostro pianeta ha preceduto
l’organizzazione … degli idrati di carbonio. Le molecole
biochimiche non esistevano prima che si sviluppasse la materia
plasmatica sono invece comparse come una delle componenti meccaniche
nel processo organizzativo del plasma.”
Orgone
quale energia biologica
Come si è
accennato, Reich pone la sua attenzione sulle cause sulla complessa
motilità dei bioni. Egli si convince che questa non sia
identificabile con i moti browniani, che ascrivibili a forze
molecolari producono solo uno spostamento. E’evidente invece
un’azione energetica interna che genera: la pulsazione, ossia
contrazione e dilatazione causa di uno spostamento multi direzionale;
il rotolamento, ossia l’azione di avvicinamento e allontanamento di
più bioni singoli; l’aggregazione di più bioni in una vescicola
bionica; la rotazione dei bioni all’interno di una vescicola
bionica racchiusa in una membrana.
La
scoperta di un’energia connessa ai fenomeni vitali risale al 1936,
Reich individua la causa della carica/tensione e distensione, nella
forza cosmica eterica a cui dà il nome di orgone, da organismo e da
orgastico, riconoscendola identica a quella corporea. La sequenza
tensione/carica e scarica/distensione, corrisponde, secondo Reich,
alla pulsazione biologica che si osserva in tutte le funzioni vitali,
un’energia biologica o vitale, non è semplicemente una carica
magnetica o elettrica come nella visione meccanicista.
I
bioni sono composti da una membrana che racchiude un liquido
plasmatico di colore azzurrognolo carico di orgone; in definitiva i
bioni sono fatti di orgone ed è l’orgone stesso che muove i bioni.
Bioni
SAPA e orgone atmosferico
Durante i
movimentati anni scandinavi, nel gennaio 1939 ad Oslo, Reich perviene
all’individuazione dei bioni SAPA (Sand-Packet), generati da sabbia
di mare resa incandescente e posta a rigonfiarsi e decomporsi in un
preparato composto di brodo e KCl. In questi la radiazione orgonica
si mostra intensa, di un blu carico, al punto da velare le lastre
fotografiche e caricare elettrostaticamente l’attrezzatura in
laboratorio e mostrare dei chiari vapori azzurrognoli in un ambiente
buio.
Nell’intento di
studiare la radiazione dei bioni SAPA, Reich, prepara una scatola di
metallo che riflette la radiazione verso l’interno, ma per evitarne
la dispersione all’esterno, la ricopre di materiale organico,
avendo appurato che quest’ultimo invece assorbe la radiazione. Su
una parete dell’apparecchio opportunamente forata viene posto un
oculare per osservare le radiazioni azzurre e multiformi. Reich
scrive6:
“Ma
accadde un fatto assolutamente incomprensibile: l’apparecchio, dopo
una buona areazione e senza colture, non doveva produrre alcun
fenomeno luminoso. Fui non poco sorpreso nel vedere gli stessi raggi
… anche nel contenitore vuoto. Da dove proveniva la radiazione?”
Dopo vari analisi e prove Reich si convince che. “La
radiazione rivelata nel contenitore senza colture proveniva
semplicemente dall’atmosfera”,
ed è l’orgone atmosferico, l’energia
che governa ciò che è vivente.
Accumulatore
orgonico
Così
grazie alle radiazioni emesse dai bioni SAPA nasce il ‘famoso’
l’accumulatore orgonico. La
parte esterna dell’apparecchio è quindi fatta di materia organica,
quella interna di metallo. La prima assorbe l’energia, la seconda
la riflette: l’energia viene perciò accumulata. Il movimento
dell’energia è libero verso l’interno e ostacolato verso
l’esterno.
L’accumulatore
mostra la radiazione orgonica anche da vuoto e in misura superiore a
quella dell’ambiente circostante; quella radiazione che si rileva
essere l’orgone atmosferico è sempre presente, scrive Reich: che
ci fosse il sole la nebbia o piovesse,
prescindendo dall’umidità dell’aria, di
giorno o di notte.
La radiazione non è legata al sole ma “veniva
da ogni parte” perciò
onnipervadente, presente in tutta la materia vivente e inorganica.
Inoltre la differenza di 0,2°-0,5°C nell’accumulatore in più
rispetto all’esterno, è un fenomeno che disattende e confuta la
seconda legge della termodinamica, che non può essere più accettata
come legge generale, ossia l’entropia vale solo per i sistemi
chiusi, ma nel caso dell’universo l’energia non si degrada bensì
aumenta. Questa evidenza constatata di persona “imbarazzerà” lo
stesso Einstein, poi lesto a defilarsi.
Considerazioni
finali
E’
dimostrato così che le scienze naturali sono incorse nell’errata
concezione che le cellule debbano provenire solo dalle cellule, più
avanti Reich chiarirà come non esista un germe nell’aria per ogni
forma vivente unicellulare, tuttavia grazie a questa ‘teoria’ si
è potuta spiegare la causa della trasmissione di molte malattie.
Prima di queste osservazioni, non era conosciuta la generazione di
batteri e protozoi dalla trasformazione bionica della materia
organica e inorganica, la generazione spontanea non era immaginata né
tanto meno ammissibile. Ancor più il concetto di infezione autogena
resta per i biologi un assurdo, malgrado lo sviluppo di batteri e
protozoi dall’erba o muschio in decomposizione sia un’evidenza.
A
coloro che restano abbarbicati alla logica meccanicistica Reich
rivolge alcune osservazioni: “la
vita può essersi originata come generazione spontanea,..., in un
punto
[qualsiasi] dell’universo.
La teoria di sostanze venute dall’universo sulla terra … è
improbabile,
[ciò a discredito della panspermia come unico agente che porta la
vita sul pianeta, laddove resta più facile far viaggiare
informazioni che materia vivente! (n.d.r)]. L’osservazione
diretta dei processi vitali,…,ci porta a supporre che la vita si
sia sviluppata dalla materia inorganica in condizioni estremamente
semplici e naturali. (..) La vita può generarsi in ogni tempo ed
ogni luogo, purché esistano le condizioni e le sostanze necessarie.
(..) Inoltre ci deve essere un principio che determini la scelta
delle qualità e quantità necessarie … il principio
dell’autoregolazione nella creazione della vita. Dunque, nuova vita
si genera di continuo in qualsiasi luogo. Dobbiamo distinguere tra le
forme di vita che si sviluppano da organismi in decomposizione e le
forme che sviluppano dalla decomposizione della materia inorganica. …
esiste un ciclo tra la materia inorganica e la materia vivente ….
L’organismo pluricellulare, quando muore, si disgrega in organismi
unicellulari e in materia organica. Da entrambe queste fonti si
riforma l’organismo unicellulare”.
Quest’articolo è
un omaggio alla memoria di Wilhelm Reich, uomo e ricercatore
straordinario, che ha pagato con la vita e l’oblio l’aver speso
l’esistenza per regalare al “piccolo uomo” ciò che
quest’ultimo, spaventato dalla libertà del proprio spirito, non
mostra di meritare.
(Fine
Parte Prima)
Giuseppe Moscatello - pep65@tiscali.it
Nota
Bibliografia:
1.
– Per una biografia più estesa si rimanda a:
http://www.orgonomia.org/
2.
- Wilhelm Reich, Esperimenti Bionici sull’Origine della Vita, 1938,
1981 Milano.
3.
– Kieichi Morishita, Hidden-Truth-of-Cancer 1976 Ed. G.
Ohsawa Macrobiotic Foundation, si
trova
su:
https://www.scribd.com/doc/15045616/Hidden-Truth-of-Cancer-Revised-Kieichi-
Morishita-M-D; per
la traduzione in italiano a cura di Luca Chiesi,
luca.chiesi@gmail.com
4.
- Un interessante articolo sui bioni del dott Nader Butto:
http://www.arnoldehret.it/old/downloads/La-natura-dei-Bioni-Dr-Nader-Butto.pdf
5.
- Un accenno alle importantissime scoperte di Gaston Naessens in:
http://www.mednat.org/cure_natur/somatidi.htm
6.
– Wilhelm Reich, La Biopatia del Cancro, 1948 New York, 1986 Milano
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.