“Nella teoria iniziale della metempsicosi si ritiene l’anima moralmente neutra, senza rapporti con la vicenda della colpa, della purificazione e della salvezza…” (Saul Arpino)
Nel nome della “morale” i massacri sulle genti sempre sono atroci, specie quando enunciata da allucinati sacerdos ingannevoli interpreti d’un dio muto.
In un tempo non lontano, fin verso la fine degli anni ’70 del secolo scorso, in psichiatria era in vigore una comune prassi antecedente la promulgazione della legge Basaglia, anche nota come Legge n. 180 inerente la chiusura delle case manicomiali. Attraverso la sua applicazione si prevedeva che un qualsiasi medico, anche generico, potesse stilare un referto in cui fosse espressamente dichiarata la “pericolosità per sé e per gli altri” di qualsivoglia soggetto, e, in tal caso, carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili urbani e finanche vigili del fuoco, insomma chiunque ricevesse il certificato medico spesso compiacente con i richiedenti, doveva intervenire per prelevare il “disgraziato” anche con la forza conducendolo presso il più vicino ospedale psichiatrico. Poi, però, in onore al fatto che in colonya ytalya le cose si fanno male, o non si fanno, con l’avvento della 180 avvenne che un soggetto bisognoso di cure psichiatriche, perché già dichiarato incapace d’intendere e di volere, e pericoloso per sé e per gli altri, non può essere ricoverato d’ufficio in ambiente ospedaliero se lui stesso non avalla con la sua firma la cartella di ricovero!!
Potenza della deficienza dei legislatori, sempre purtroppo solo avvocati che sono gli unici italici cui è permesso di disconoscere le leggi e di disattenderle!
Quando giungeva il malcapitato in “Osservazione Uomini o Donne”, osservato con scarso interesse verso il caso umano dallo stanco psichiatra di reparto, in un brevissimo periodo di giorni 15 più 15, come per prassi di legge, era dichiarato “detenuto a vita e morto civilmente”, o, cosa che assai raramente avveniva perché avrebbe posto sotto accusa il sistema socio/legale tacciandolo di amoralità, se non anche di abuso di posizione di preminenza… lo rilasciava.
E la morale? Chi se ne importava di tal strana cosa, tanto nessuno mai, se ricco e potente, era stato punito dalla legge se anche la piegava ai suoi piacimenti!
Con discreta statistica incidenza i malcapitati condotti in manicomio erano persone detentrici di cospicui ereditari averi, a cui moralmente degenerati parenti volevano sottrarli; o anche avveniva che, in prossimità della tarda età, per proprio piacere attempati signori consumavano loro insindacabili beni con donnine compiacenti, cosa che creava le ire più feroci in altri interessati gelosi congiunti che non sopportavano quegli sperperi con le estranee, valutandosi i soli legittimi successori e possessori delle sostanze ereditarie.
Dunque, come già affermato, in buona percentuale di casi parenti serpenti ricorrevano al ben nascostamente pagato mediconzolo del paesello, anche non di residenza, per ottenere con molta leggerezza il sospirato certificato di pericolosità del familiare da interdire da ogni attività propria del consorzio umano, così che ne fossero creati curatori e poi ereditieri dei beni.
Ma con quel sistema anche avveniva che mariti si liberassero di ormai disdegnate mogli, pratica non diversa dal fatidico “ti ripudio” mussulmano, o che mogli si togliessero di torno mariti ingombranti e non amati.
E la morale? Chi se ne importava di tal strana cosa, tanto nessuno mai, se ricco e potente, era stato punito dalla legge se anche la piegava ai suoi piacimenti!
In assenza di psichiatri, in tempi ancora antecedenti, il figlio cadetto di notabili era costretto a divenire cavaliere di ventura, ossia errante barbone senza mezzi che doveva procacciarsi, a suo rischio e pericolo, un posticino da armigero in qualche estranea corte se non moriva in duelli spesso affrontati per mantenere od ottenere le grazie del “signore” di turno.
Invece, le ragazze, ahimè, ebbero sorte forse ancora più ingrata perché erano sacrificate sull’altare di eros con il vecchio bavoso di turno però ricco e potente, o erano inviate in convento ad amare Gesù in una casa chiusa che, come si sa: “Chi vi entrava non usciva più”! Quante povere Maria Teresa de Leyva, ragionata secondo la manzoniana storia, saranno esistite in questo immorale mondo!
E la morale? Chi se ne importava di tal strana cosa, tanto nessuno mai, se ricco e potente, era stato punito dalla legge se anche la piegava ai suoi piacimenti!
Se poi della civiltà occidentale leggessimo il libro sacro per eccellenza, la tanto decantata bibbia che tutti possiedono, sapremmo che la società umana nacque da uno sputo sul fango che condusse ad un peccato di superbia che si continuò tra omicidi, inganni di donne verso uomini, di fratelli verso fratelli, di eccidi di massa con mozzamento di teste, mani e falli dei vinti poi ordinatamente ammucchiati ed arsi in onore del “signore dio… suo” che era vendicativo, cattivo, perverso e… consolatore di donne anche momentaneamente sole. Donne cui il perverso prima mandava l’angelo per scrutare le possibilità per trarre il suo piacimento, e dove non appena possibile si fiondava ad occuparne il letto anche se la femmina fosse ormai un’attempata zitella. Ovviamente tutto questo avveniva quando il dio non andava in giro, di giorno e di notte, per cercare con chi battersi con il bastone! Cfr bibbia C.E.I. Genesi 32,24-34
E la morale? Chi se ne importava di tal strana cosa, tanto nessuno mai, se ricco e potente, era stato punito dalla legge se anche la piegava ai suoi piacimenti!
(Stralcio di una nota di Kiriosomega del 25 gennaio 2011)
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