Sono nata il 24 settembre. Mia madre,
Gina, diceva che sono nata alle 7 e mezza di mattina, ma, come
giustamente mi faceva notare Paolo, il parto non avviene in un
attimo, ma dura un certo numero di ore, di più o di meno, e la stessa
nascita dura diversi minuti.
Sempre mia madre raccontava che il suo
era stato un travaglio lungo e laborioso, tanto che chi l'assisteva
ad un certo punto paventò l'ipotesi di ricorrere al forcipe e lei,
fiera e battagliera, avendo assistito, durante il suo lavoro di
infermiera, occasionalmente in sala parto, all'uso di questo
strumento si ribellò, gridando: "Nooooo!!!! Il forcipe, no!
Piuttosto fatemi il cesareo!".
Chissà, forse aveva visto quei
bambini, estratti a forza dal canale del parto, con la loro testolina
un po' schiacciata e non voleva che mi succedesse altrettanto.
Mia madre era una che all'estetica ci
guardava molto e non so come avrebbe sopportato una figlia neonata
con la testa a pera (commento mio acido, in realtà la mia povera,
cara mamma era preoccupata delle possibili conseguenze
neurologiche).
Comunque, anche senza forcipe, visto
che alla fine, grazie anche alle incitazioni dell'ostetrica è
riuscita a farmi uscire per la via naturale, avevo la faccia
cianotica e la testa allungata.
Non ero certo una bellezza, ma ero una
femmina, e di questo credo proprio che fosse felice: le femmine si
prendono cura dei genitori anziani e lei così aveva intenzione di
fare e così ha fatto con sua madre (ma in cambio ed in anticipo, mia
nonna ha fatto per lei per 10 anni, fino a che non se ne è andata, e
lo ha fatto in fretta - un mese appena con un'influenza che ne portò
via tanti quell'anno - la cuoca e la baby sitter ed anche di più).
Come tanti neonati forse per qualche
secondo non ho pianto e non ho neanche respirato. Devi sentire prima
l'ossigeno che cala nel sangue, quell'ossigeno che fino a un minuto
prima ti arrivava attraverso il cordone ombelicale che ora è stato
tagliato (che bello che deve essere ora nascere, non te lo tagliano
subito ma ti mettono sulla pancia di tua madre con ancora il cordone
attaccato, siete due, ma siete UNO, neanche tu Viola quella fortuna
lì, ma io ci ho provato).
Quindi è arrivata la sculacciata a
testa in giù, di prassi allora in questi casi. Capivi subito che la
vita poteva anche essere dura......... e allora si che ho pianto.
Mio padre, Fausto, appena mi ha vista
ha esclamato: "Che brutta!".
Mio padre e mia madre dopo avermi
raccontato diverse volte questo momento non proprio entusiasmante
della mia vita, mi rassicuravano dicendo che dopo mezz'ora - un'ora,
ero già "bellina".
Tutta questa premessa per dire che, se
sono uscita nel mondo alle 7 e 30 di mattina, la discesa deve essere
iniziata almeno nella serata del giorno precedente, quindi il 23
settembre. Quindi è giusto che la festa di compleanno duri due giorni.
Come la nascita è un processo
che dura per un certo periodo di tempo (ore), così, anzi, a maggior
ragione, lo è la gravidanza (mesi) e dato che la gravidanza dura
circa 9 mesi e siccome io sono nata a termine, mi piace pensare che,
essendo nata il 24 settembre, sia stata concepita il 24 dicembre,
notte della vigilia di Natale.
Mia madre all'epoca era infermiera in
ospedale e doveva fare turni di notte e festivi. Quella notte,
essendo sposata da poco più di un anno, sarà forse stata dispensata
almeno dal turno prefestivo notturno. L'amore l'avranno fatto di
notte (c'era quel cerbero di mia nonna Annetta in casa con loro) ben
chiusi dentro la loro camera sul letto che ancora oggi esiste ed è a
Treia.
Lei raccontava che dopo un anno e mezzo
di coito interrotto le venne il dubbio che potessero anche essere una
coppia non fertile e quindi propose a mio padre di "fare la
prova" dicendo "magari stiamo tanto attenti per niente!"
Ma a me, oggi, piace pensare che, per
festeggiare il Natale, mia madre abbia pensato che quel giorno era
buono per cercare un figlio anche lei, maschio o femmina che fosse.
Caterina Regazzi
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