I simboli nelle razze umane: gli Atlantidei
Simbolo, dal latino symbolum e dal greco sumbolon, significa "mettere insieme" delle cose distinte.
Il Simbolo è lo strumento visivo più adatto per la comunicazione e l'espressione delle Verità Spirituali. La sua
funzione è quella di mettere in relazione il mondo umano con il Divino.
Il Maestro Tibetano ci ricorda che non dovrebbe esistere una certa predilezione o antipatia verso una razza o un'altra, in quanto nell'evoluzione dell'uomo è prevista l'incarnazione in ogni razza e: "Ogni Anima elabora il proprio destino in tutte le razze. Tutti noi sperimentiamo l'incarnazione in ognuna di
esse" (p 316, Trattato dei Sette Raggi,vol I°).
Nella Quarta Razza radice, l'Atlantidea, abbiamo sviluppato il Secondo Raggio di Amore e Saggezza, il Quarto Raggio di Armonia tramite conflitto ed il Sesto di Devozione che il Maestro chiama "La devozione dei Signori dell'Amore" (Ibd p 263, p 357). In questa Quarta Razza abbiamo sviluppato il plesso solare, la sensibilità psichica e mistica.
Nel periodo atlantideo i simboli religiosi sono la Linea Verticale o Colonna, lo Djed o Zed, la Falce o Mezzaluna, il Tau, la Piramide, la Stella a sei punte.
Gli antichi miti di Atlantide si basano su una religione semplice in cui i fiori e la frutta sono offerti in sacrificio agli dei, agli Uomini d'Oro cioè uomini dell'Età dell'Oro, chiamati "demoni" o daimones ovvero i Sapienti, i Saggi.
Questa regione degli dei, l'Atlantide, percorre l'Età dell'Oro, dell'Argento, lunghi periodi di pace in cui si vive nell'abbondanza e nell'innocenza, fonti di felicità: "Una terra di semi e frutta. Il periodo era cantato dai poeti come un’epoca felice, quando i dolori erano sconosciuti, quando l’innocenza, la libertà e la gioia regnavano in tutta la terra a un punto tale da meritare il titolo di Secolo d’Oro" (Murray, “Mythology", p. 32).
In seguito trascorre l'Età del Bronzo e del Ferro, periodi di insoddisfazione, litigiosità, brama, e infine di guerre fratricide che portano all'affondamento di Atlantide. Platone nel "Crizia" colloca la storia di Atlantide 9000 anni prima. Afferma che il suo potere si estende sino alla Tirrenia, che il suo popolo è civile, agricolo e commerciale e la civiltà della nostra penisola italica quindi deriva dalla civiltà di Atlantide.
Nei "Dialoghi" descrive i costumi religiosi di questa Quarta Razza, in cui "gli uomini disprezzavano tutto tranne la virtù; tutti di buon grado erano soddisfatti, tutti erano felici". La virtù e la sobrietà dei Re Atlantidei dura per molti secoli finché la cattiveria degli uomini non prevale sulla loro natura divina.
(Tratto da Gazzetta delle Nuvole di Adele Caprio)
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