“Chi fa la parte di quello che fa la parte?” – Cronistoria di una intervista radiofonica “ad personam” di un vivo-morto… (prima parte)



Essere degli attori in questa vita, in cui noi tutti siamo personaggi più o meno consapevoli  in una commedia, è già una bella prova. Ma chi non ha avuto la curiosità di sentire o vedere come la nostra recitazione è stata percepita dagli altri attori protagonisti? Quante volte ci siamo soffermati nel pensiero “vorrei vedere dopo che son morto come questo o quello si comporta…” o “come  è stato giudicato il mio operato, chissà se quando quello o quella mi parlava  era sincero o no?”. Queste ed altre domande appaiono nella mente di ognuno, è chiaro che queste sono speculazioni in cui si presuppone che gli altri personaggi del sogno possano avere intendimenti “propri” diversi dal solo ed unico sognatore ma è indubbio che dal punto di vista dell’io individuale questa curiosità viene percepita,   magari  sperando di poter ottenere una risposta coerente    da un ipotetico aldilà… 


Questo interrogativo non è solo il racconto della trama di “Wang Tzi raggiunge il grande Tao” (di cui leggerete più sotto), è anche il resoconto di uno “scherzo” reale compiuto  martedì 14 ottobre 2008 a Radio Brussellando di  Bruxelles.


In quel giorno ci si aspettava da più parti la discesa degli extraterrestri, che vari medium e veggenti avevano pronosticato. Il destino ha voluto che un extraterrestre apparisse, almeno nell’etere radiofonico di Radio Brussellando,  e  -non volendo-  ha così confermato la “veggenza” di un’aliena apparizione su questa terra.  Negli “studios” radiofonici c’è stata quella reminescenza-intervista  virtuale che ha reso possibile l’impossibile.


Un vivo che interpreta un altro vivo (ma dato per morto) per interposta persona. Un poeta chiamato Max che fa la parte di un ipotetico altro Max. Ma non è lui né l’altro. Insomma per capirci… dovete sapere che in gioventù mi facevo chiamare Max e quel Max, che ora è diventato Paolo, era curioso di sapere chi  e come la sua presenza su questa terra fosse stata percepita. Così è stato organizzato un bello scherzo alla Orson Well in cui un  vero Max  ha interpretato la parte del finto Max, ovvero di Paolo, spacciandosi per lui in un’intervista radiofonica di un’ora. Raccontando la sua vita, esprimendo emozioni, raccogliendo commenti, diffondendo nell’etere il profumo di una verità finta, di una finzione vera.


La trasmissione è stata curata da Marilena D.,  su mia diabolica istigazione, ed è stata una ottima pensata per immaginare il morto che osserva il vivo, oppure per scoprire il vivo che rigurgita  il morto….  Forse non avete capito granché di quello che vi sto dicendo… allora vi consiglio di richiedermi in replay il CD che attendo da  Marilena,  ovvero la registrazione della trasmissione “Incontro radiofonico con Max Paolo D’Arpini” di cui leggerete qualcosa   nella corrispondenza intercorsa che segue.



Mail  del 15 ottobre 2008 da  Paolo a Marilena:

 “Cara Marilena, ti chiami come la più amata donna del mondo, Marylin, ed evidentemente meriti il nome.  Ho ascoltato la tua telefonata un po’ emozionata ed impacciata, però la tua voce mi è sembrata soddisfatta e orgogliosa dell’opera compiuta, sia pur nella modestia espressiva. Bene!

Sai,  nella  recita teatrale che stiamo per mettere in scena “Wang Tzi raggiunge il grande Tao” si narra la storia del saggio Wang discepolo di Lao Tzi, che avendo avuto una diatriba con la moglie sulla ipotetica fedeltà delle donne (in caso di vedovanza) e volendo mettere alla prova quanto da lei affermato “che non si sarebbe mai più sposata per tutta la vita”, con i suoi poteri psichici simulò una morte fisica, il suo cadavere –come era consuetudine in  Cina per i nobili ed i maestri- venne conservato nella casa in un feretro per parecchi giorni di veglia. Nel frattempo lo spirito di Wang, sempre con l’aiuto dei suoi poteri, prende la forma di un bellissimo giovane che si presenta con un vecchio servo (che era sempre lui stesso) nella casa dove la vedova piange il morto…

Dopo pochi giorni, anche per il mefistofelico approccio del servo che fa da mediatore tentatore, la vedova si innamora del giovane e malgrado  il cadavere di Wang sia ancora in casa decide di sposarlo… senza ulteriori indugi.  Mentre stanno per accoppiarsi, ecco che il giovane ha un colpo apoplettico, il servo dice alla vedova che l’unica cura è quella di fargli mangiare il cervello di un uomo morto da pochi giorni (con del vino caldo), la vedova ormai presa dalla passione per il giovane che sembra in procinto di morire non esita a cercare di scervellare il defunto marito con un ascia   ma proprio mentre si accinge a farlo.. ecco che Wang Tzi si risveglia,   svergognando così la donna infedele…  Insomma ti ho raccontato tutta questa storia per farti capire la sensazione di sentirmi  “interpretato” da vivo-morto, attraverso la recitazione di Max. Ringrazialo da parte mia e bacialo in fronte, già che ci sei dai un bacio sulla guancia anche a Danielita per te invece è riservato un bacio dal “vivo” all’occasione favorevole… Ciao carina, Paolo  

 

Lettera  del 15 ottobre da Marilena a Paolo

Caro Paolo, sì ero molto emozionata… perché la puntata è stata emozionante… erano le 22h04 e avevamo appena terminato… Ho cercato di trasmetterti al telefono le mie sensazioni più immediate piuttosto che riportartele più tardi (oggi) magari dal vivo. Al massimo entro sabato ti invio il Cd. Saluti anche da Max… che conosce Calcata molto bene. Magari riuscirete anche ad incontrarvi… Restiamo comunque in contatto… O.K? Un caro saluto. Mari. D.


 Ma a queste punto vi chiederete: perché svelare questa parte dell’arcano dopo il  mistero iniziale, cos’è sta manfrina?Beh non potevo mica mandare inosservata  questa notizia così giornalisticamente divertente, ognuno è fatto a modo suo e voi mi conoscete bene…

Ciao, Paolo D’Arpini



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