L'altro nome sacro e nascosto di Roma


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Come molti sanno nel lontano passato ogni città aveva un doppio nome, uno ufficiale ed uno nascosto che solo i sommi sacerdoti conoscevano. Questo perché si pensava che il secondo nome fosse l’anima della città e se veniva scoperto e gridato al vento, la città avrebbe perso la sua energia. Chiunque avesse rivelato il nome segreto sarebbe stato giustiziato all’istante. 

Anche Roma aveva il suo nome sacro e nascosto; nascosto fino ai giorni nostri. Ora, però, alcuni studiosi, Arduino Mauri e Felice Vinci, pare abbiano trovato il nome nascosto. Il tutto grazie lo studio rigoroso su alcune opere di Ovidio come i “Fasti”. Quest’ultima opera, i Fasti, costituita da 12 libri, pare abbia determinato nell’8 secolo d.C. l’esilio da Roma del poeta. Nel quinto libro dei “Fasti” la musa Calliope parla degli antefatti della fondazione di Roma citando chiaramente le stelle Pleiadi della costellazione del Toro, tra cui la più luminosa: Maia. 

E sarebbe questo, per i due ricercatori, il nome segreto dell’antica Roma. Ovidio non né fa cenni diretti, ma dalla sua opera si evince che è proprio Maia la stella che diede il nome segreto a Roma. I sacerdoti di allora se ne accorsero e chiesero ad Augusto di giustiziarlo, ma l’imperatore preferì mandarlo in esilio sul Mar Nero ed esattamente in una città di frontiera che era Tomis. 

In effetti se si pongono le sette stelle delle Pleiadi su una mappa che corrisponde ai 7 colli di Roma ci si accorge che si possono sovrapporre tranquillamente. Nel lontano passato molte città venivano erette in onore di una costellazione o di un singolo astro, i Maia in questo erano maestri. 

Anche le grandi piramidi della piana di Giza in Egitto sono sovrapponibili alle tre principali stelle della costellazione di Orione. Insomma nel passato le stelle erano le ispiratrici di chi doveva costruire insediamenti umani o avviare imprese di conquiste o di esplorazione del mondo. Un esagerato attaccamento alla volta celeste, perché? Ma se prendiamo gli antichi testi Sumeri, i Veda e le leggende degli Hopi, forse nel lontano passato è successo qualcosa che ci viene nascosto o che scopriremo in seguito. Ad esempio gli indiani d’America, gli Hopi, ma anche i Dogon del Mali ci dicono “che gli dei scesero dalle stelle per formare ed istruire l’uomo…” C’è da crederci? Chissà! 

Però ad oggi sono stati scoperti in altri sistemi solari , grazie ai telescopi orbitanti, circa 400 pianeti rocciosi dotati di acqua e atmosfera e allora forse... chissà.. un giorno sapremo…

Filippo Mariani
(Accademia Kronos)

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