La tradizione indù dei Veda e delle Upanishad è antichissima, si tratta di una filosofia che si è sviluppata a partire da migliaia di anni fa. Nel corso dei secoli la sua visione dell'esistenza ha attraversato delle mutazioni.
In origine l'universo era descritto come retto e governato da una enorme molteplicità di dèi, uno diverso dall'altro, ognuno caratterizzato dalle proprie specifiche funzioni. Di ciò rimane traccia nel pantheon delle divinità raffigurate in numerosi templi.
Tuttavia il pensiero della tradizione cominciò a rifiutare che tale politeismo fosse reale, ed a formare l'idea di un dio unico che sovrintendeva a tutto l'universo, dio del quale le immagini dell'antico pantheon erano da considerarsi solo come manifestazioni parziali.
Successivamente però subentrò un'altro cambiamento: il dio pensato come essere personale si trasformò in un essere stratto impersonale, un principio presente in ogni essere ed ente dell'universo.
Uno dei motivi principali di questo cambiamento fu il fatto che "persona" è un concetto dualistico, che separerebbe dio da ciò che non è dio, rendendolo un dio minore, mentre l'impersonale permea tutto, anzi, è tutto.
Tat Tvam Asi, tu sei quello, poichè ogni cosa è manifestazione del dio impersonale, dal quale non è in alcun modo separata ("Io sono nel cuore dell'atomo", recita la Bhagavad Gita).
Si vede dunque l'azione di un lungo percorso di pensiero che va dalla descrizione di una molteplicità a quella di una totale unitarietà.
E' interessante osservare che esiste almeno un percorso nella cultura occidentale che ha seguito la stessa logica nel corso del tempo.
La fisica ha mosso i suoi primi passi studiando separatamente l'azione di molte forze diverse. Col tempo queste forze sono state riunite in quattro gruppi fondamentali, ciascuno dei quali ha una unica origine (gravità, elettromagnetismo, nucleari forti e deboli).
Ma alla fine del secolo XX è iniziata una grande opera di studio per la unificazione delle quattro forze fondamentali, ed anche se questa opera non è conclusa rimane solo da risolvere il problema di unificare alle altre la gravità, che espressa relativisticamente non è quantizzata.Dunque il processo di unificazione non è del tutto completo, ma è a buon punto.
Le forze, agendo, compiono lavoro, cioè trasferiscono energia.
Fino a poco più di un secolo fa materia ed energia erano considerati due enti distinti, ma con la relatività speciale questa distinzione è caduta tramite la formula di equivalenza E = mc^2.
Dunque vediamo che anche lo studio dei fenomeni materiali osservabili, apparentemente così lontano dalla metafisica, ha compiuto un percorso simile a quello della filosofia indù: dalla variegata molteplicità alla unitarietà della fonte di tutto ciò che esiste.
La tendenza del pensiero umano a cercare e scorgere l'unità dietro e alla base della molteplicità è evidentemente molto forte, e risponde ad un nostro profondo impulso, capace di impegnare a fondo gli intelletti.
Quanto più si riesce a scorgere l'unità dal reale dietro la apparente molteplicità delle sue manifestazioni fenomeniche, tanto più si è felici.
Vincenzo Zamboni
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