"Chi sei tu? - I Ching, zodiaco cinese e sistema elementale indiano" di Paolo D'Arpini - Presentazione

 


La realtà della vita è una per tutti ma l'esperienza è diversa in ognuno di noi. Le differenze individuali sono tante quanti sono gli esseri viventi ma qualsiasi possano essere le esperienze lo sperimentatore è sempre lo stesso: la coscienza. 

Attraverso un riconoscimento delle propensioni da noi incarnate saremo in grado di trovare la vera identità. Sia quella dell'apparato esteriore che quella del noumeno. Questo libro è il risultato di uno studio, compiuto dall'autore nell'arco di oltre 40 anni, fondato sulla sua intuizione e sulla sua ricerca sulle correlazioni esistenti tra il metodo di auto-conoscenza cinese, basato sull'I Ching, e quello indiano, basato sui diversi aspetti elementali e yoga. 

Il testo è inoltre corroborato da una analisi comparata su vari sistemi archetipali e su varie filosofie, come il taoismo, il buddismo, il non-dualismo, ecc.

Essenzialmente l'argomento trattato parte da un metodo analogico di ricerca, incentrato sull'individuazione delle caratteristiche relative alla persona. Ognuno, con l'aiuto delle indicazioni qui contenute, potrà comporre il proprio autoritratto archetipale ed elementale. 

Una volta preso possesso della chiave sarà possibile penetrare nella stanza segreta del proprio “io”, scoprendo allo stesso tempo la vera identità che vi si cela. Seguendo passo passo questa mappa il lettore attento e discriminante potrà riconoscere il luogo ed il momento in cui si trova, non in forma ipotetica ma in “presenza”...



Paolo D'Arpini, nasce a Roma il 23 giugno del 1944. Nel 1970/71 fonda a Verona il Circolo culturale "Ex" e si dedica alla poesia concettuale. Nel 1972 parte per un epico viaggio che lo porta ad attraversare tutta l'Africa equatoriale con mezzi di fortuna. Nel 1973 raggiunge l'India dove risiede nell'Ashram del suo Guru Baba Muktananda, dal quale riceve l'iniziazione Shaktipat (risveglio della Kundalini). Nel 1975 incontra a Jillellamudi la sua Madre spirituale Anasuya Devi che continuerà a frequentare anno dopo anno sino alla sua dipartita. Conoscerà inoltre diversi altri saggi che lo guideranno sul percorso dell'auto-conoscenza. Dal 1976, nel suo eremitaggio di Calcata, riprende anche lo studio dell'I Ching, degli archetipi cinesi e delle correlazioni con il sistema elementale indiano e con altri sistemi analoghi. Come un san Tommaso si dedica alla ricerca di prove concrete sulla validità del suo sistema integrato, redigendo centinaia e centinaia di analisi zodiacali, tutte corroborate dai fatti. Negli anni seguenti tiene diversi corsi in vari luoghi d'Italia. Dal 2010 si trasferisce a Treia, in provincia di Macerata, ospite della sua compagna Caterina Regazzi, ed è a Treia che nel 2022, finalmente, dopo tante insistenze, riesce a realizzare questo compendio, edito dall'amico Antonello Andreani di Ephemeria (edizioni@ephemeria.it)



Per consigli: spiritolaico@gmail.com


"Muori tu che muoio io"... - Considerazioni buddiste su morte e rinascita



Nella tradizione buddhista la morte è l’atto fondamentale della vita, si attende con serenità in quanto presuppone l’inizio di una esistenza successiva, che viene fortemente condizionata dal momento del trapasso.
La serenità nella morte predispone ad una rinascita positiva. Solo chi ha conseguito il Risveglio, al momento della morte si estinguerà e non darà origine ad altre forme di esistenza. La morte nel buddhismo è vissuta come un evento naturale e non si hanno manifestazioni drammatiche, quasi incomprensibili per persone di altre religioni; non c’è l’idea di un giudizio divino dopo la morte e della retribuzione dei meriti o della dannazione eterna.

Per i buddhisti non esiste un resoconto con la morte: ogni azione compiuta volontariamente (Karma) ha una conseguenza positiva o negativa, a seconda dei casi, in questa vita o successivamente; si tratta di una legge prestabilita a cui non si può sfuggire ma che non implica un giudice esterno alla fine della vita.
L’unica possibilità di cambiamento è data da un buon comportamento. Il morente, consapevole di un Karma stabilito dal suo comportamento, viene invitato a prepararsi alla morte per favorire una buona rinascita e permettere a colui o colei che seguiranno di poter nascere in condizioni favorevoli alla liberazione.
Per il buddhismo non esiste un’anima personale che trasmighi di corpo in corpo. L’ultima coscienza di un uomo perde infatti ogni individualità ma lascia un’eredità o impronta che dà lo slancio per un’altra forma di vita, che non è né la stessa ma neanche è completamente differente dalla precedente.
Ne è l’erede ed è con questa eredità che deve operare per lasciare, alla fine del suo corso, un’eredità migliore per chi verrà dopo.

(Ele Val)



Le cause delle malattie sono molteplici...



Scrive Enrico Manicardi nella recensione del suo libro * “Liberi dalla civiltà”“I peggiori killer dell’umanità nella  nostra storia recente (vaiolo, influenza, tubercolosi, malaria, peste, morbillo e colera) sono 7 malattie evolutesi a partire da infezioni degli animali e furono trasmesse alle popolazioni umane dai branchi di quadrupedi domestici”

 

I grafici ufficiali ci dimostrano che quando sono stati introdotti i vaccini le epidemie erano già scemate per le migliori condizioni di vita.


Per la virologia tutte le malattie epidemiche-pandemiche sono dovute a zoonosi, come scrive l’autore: da quelle esantematiche a quelle respiratorie, attribuite ai virus degli uccelli –  che si contaminerebbero  anche   dai  polli – aviaria – o dai maiali – suina –  ed anche per l’attuale Covid che arriverebbe dal  mammifero pipistrello e pertanto più pericolosa delle precedenti.

E’ stata la zoonosi del virus H1N1 degli uccelli  a causare,    alla fine della prima guerra mondiale, 50 milioni di morti per influenza spagnola?  

Perché gli uccelli sono diventati così pericolosi in quel periodo?  Perché non lo erano nei periodi precedenti e successivi?

Le pesti antiche o quelle di Milano,  sempre secondo la virologia, furono causate da cimici e topi.

Anche l’aids, secondo virologi  quale ad esempio il prof. Ernesto Burgio, sarebbe causato dalla zoonosi.


Scrisse invece l’antropologo-teosofo Bernardino del Boca: “Il vuoto dei sentimenti ha portato la gioventù ed i deboli a drogarsi. Non sono gli omosessuali e i drogati a diffondere l’Aids, bensì la vita contro Natura, il cibo troppo raffinato, la sofisticazione e l’ignoranza vestita di sicurezza che crea i ghetti, le ingiustizie, le confusioni, tutte le negatività. Gli omosessuali e i drogati sono le prime vittime di questa società egoistica e ignorante. Queste vittime sono come i topi che, nei tempi passati portavano la peste. Non erano colpevoli i topi se la società di allora viveva nella sporcizia fisica e morale. La peste era un castigo. L’Aids è un castigo e i colpevoli sono gli egoisti che producono cibo inscatolato privo di prana, che producono medicinali che arricchiscono le ditte farmaceutiche ma tolgono le difese naturali del corpo umano, che producono quella pubblicità che induce a ricorrere al sesso, alla violenza, alla guerra, come se queste cose negative fossero le più necessarie all’uomo.”  (BdB – Rivista L’Età dell’Acquario n. 40/1985 pagg.9-10)


E poi altro ancora qui  http://www.teosofia-bernardino-del-boca.it/categorie/aids-hiv/  e qui  -  http://www.teosofia-bernardino-del-boca.it/categorie/vaccinazioni/

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Quanto scritto sulla donna: concordo  ma va detto  che per gli antichi Elohim motivo di eccitazione sessuale non era il trucco ma  i  lunghi capelli femminili. Da lì il velo per coprirli.

 

Paola Botta Beltramo









* Articolo menzionato: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2014/12/liberi-dalla-civilta-di-enrico.html