Socrate secondo Nietzsche...

 


Nietzsche vede Socrate il nemico dell'istinto, del dionisiaco, colui che si oppone alla natura stessa dell'uomo greco.

Un odio così profondo, violento e programmatico da non ammettere riserva alcuna. Ma cosa può nascondere il giudizio lapidario di Nietzsche all'indirizzo di Socrate? Insiste nel chiamarlo genio della decadenza e nell'attribuirgli la responsabilità di gran parte dei mali dell'occidente, in primo luogo l'elaborazione di quella metafisica che porta alla distinzione di due mondi - l'uno sensibile e l'altro trascendente - e, quindi, alla perdita dell'originaria unità dello spirito dionisiaco. 

Lo accusa di "pessimismo", di negatività, addirittura punta il dito sulla sua bruttezza fisica, che considera - alla maniera lombrosiana - indice di una abnormità intellettuale: draconi quì est in mente, et draconi quì est in frontibus suis, letteralmente: mostro in fronte e mostro in animo. 

Tuttavia Nietzsche ha avuto con Socrate un rapporto conflittuale problematico e contraddittorio, per esempio, il filosofo tedesco afferma: "Socrate mi è così vicino, che quasi sempre sono in lotta con lui". A mio parere questa strana empatia va rintracciata in un "aspetto segreto", cioè una sorta di premeditazione della morte (Socrate volle la morte; egli in verità volle bere il veleno), e va anche messo in relazione col senso tragico, teorizzato nella "Nascita della tragedia" e nell'ottica del quale il pensatore ateniese diventa artefice di un "rovesciamento della verità cui si era vicini nel mondo", afferma Nietzsche. 

Socrate è descritto come il tipo dell'uomo teoretico, ma non con un valore auspicabile, come si potrebbe aspettare. 
L'abilità discorsiva, la vocazione alla dialettica e la tendenza al dialogo tradiscono una natura antimusicale, "una influenza nefasta sull'arte e gli istinti fondamentali dell'esistenza", dice ancora di lui Nietzsche. 

Lo accusa di uno sviluppo eccessivo della logica che ha invertito i ruoli dell'istinto e della coscienza, facendo morire la felice intuizione della "unità degli opposti", propria della sensibilità presocratica. 

"Vincitore di Dionisio", secondo Nietzsche è la grande colpa di Socrate. Socrate non si limiterebbe ad un'opera di degenerazione, perfezionata in seguito dall'allievo Platone, ma utilizzerebbe il metodo ironico per sorreggere, alla fine, un nuovo ideale etico (ed ascetico), nonché religioso. 

Sempre a mio parere, la chiave di volta per la comprensione del "caso Socrate", come lo chiama Nietzsche, risiede nella visione del Socrate prossimo alla fine, mentre si accinge ad ingerire la letale dose di cicuta, cui è costretto dal verdetto dei giudici ateniesi. Quì il filosofo testimonia di non essere soggetto alla legge della "Physis", della "natura" - cioè la realtà prima e fondamentale, principio e causa di tutte le cose -, ma che la sua anima appartiene ad un'altra natura ed è già pronta a trasferirsi in un altro luogo. Le sue frasi sono rivelatrici: "solo la morte è il "medico" che può liberarci dalla terribile malattia di vivere". In questo snodo massimo e paradossale Socrate e Nietzsche tornano a tenersi per mano: entrambi accusati di empietà. 

Educatori tacciati di essere corruttori e nichilisti; mi viene da dire, parafrasando Nietzsche: per non far trasparire un profondo attaccamento ad alcuni valori.

Giovanni Provvidenti



Amma Anasuya Devi di Jillellamudi – “La madre di tutti…”

 


Durante il periodo della crescita spirituale, a causa della mia particolare natura, sentii il bisogno di essere nutrito, curato e seguito  e ciò avvenne allorché  incontrai la più nobile, la più bella e sapiente e dolce delle madri, la mia adorata madre spirituale Anasuya Devi. L’incontro avvenne in modo periglioso ed emozionante nell'autunno del  1975,   da allora continuai  a frequentarla assiduamente per alcuni anni, stando alla sua presenza, in un continuo andirivieni fra Calcata e  Jillellamudi, sino alla sua “dipartita” che avvenne il 12 giugno del 1985.

Fino a pochi giorni prima del suo "addio alla forma" ero stato lì con lei a Jillellamudi, dove si erano svolti dei grandi festeggiamenti  per l'anniversario della sua nascita (avvenuta il 28 marzo 1923) durati parecchi giorni con performaces religiose teatrali, pujas, bandharas, musiche, darshan pubblici e  recitazione  continue di mantra, giorno e notte. Quello fu un periodo magico in cui ci sentivamo tutti  trasportati in un'altra dimensione,  immersi in un  fuori tempo,  tra centinaia e centinaia di devoti, alloggiati alla bene meglio in ripari improvvisati come ad una  riunione di una grande famiglia che si ritrova dopo tanti anni di lontananza. 

Quella celebrazione, quasi un anticipo-premonizione del suo Maha Samadhi, durò un intero mese. Quelli furono momenti veramente pieni di Grazia. Ricordo che mi trovavo a galleggiare senza nemmeno avere più la cognizione del giorno o della notte. Forse sognavo, non so… Tutte le sere con Upahar, James, Terry, Susan ed altri compagni cantavamo per ore, alcuni suonavano l’harmonium o la chitarra, io i tamburelli od i cembali. Certe notti stavamo a cantare senza accorgercene per ore… Poi improvvisamente tutto finì. Mi resi conto che qualcosa stava per succedere ma non ebbi il coraggio di assistere all’atto finale. Mi congedai da Amma e tornai in Italia. Dopo pochi giorni ricevetti un telegramma di James, un inglese residente stabilmente a Jillellamudi, in cui mi diceva che….

Con l’uscita  dal mondo fisico della mia amatissima Amma, rimasi  completamente orfano… ma no… scoprii in verità la sua  costante presenza dentro di me… Come avviene per la madre fisica, che è presente in noi come patrimonio genetico, Anasuya è presente in me come Spirito e Consapevolezza. Il sublime miracolo del suo insistere  in me è  qualcosa che non si può narrare né descrivere...  posso solo piangere di gioia  nel percepirne la costante ed amorevole presenza. In tal modo la  sua promessa è stata mantenuta e la continuità stabilita.

Ed in verità chiunque di noi potrebbe dire la stessa identica cosa, poiché noi siamo tutte forme del divino, siamo la beata Esistenza Coscienza Beatitudine e null’altro.



A più riprese cercai di mantenere una memoria della mia frequentazione con Amma,  narrando di situazioni e momenti con lei vissuti. Provai anche  a trascrivere alcune alcune sue frasi significative. Non che le parole in se stesse  siano state  importanti… ma le indicazioni  implicite, il modo in cui vennero trasmesse,   la sensazione vissuta nell’ascoltarle, la meraviglia e il riconoscimento della verità in esse manifesta, sì! 

Consentitemi di  riportare  qui  alcuni dialoghi di Anasuya Devi, su temi che molto spesso lasciano perplesse le menti dei cercatori,  toccando corde segrete del loro cuore.

Domanda: “Cosa pensi della rinascita delle anime, la catena di vite  in successione..?”

Amma: “Beh.. se pensi ci possa essere una catena di vite successive per la stessa anima, in tal caso devi ammettere che la prima esistenza di questa catena deve avere una specifica causa. Può essere solo la causa della prima vita quella che ha causato tutte le successive… Quindi di chi è la causa originaria e da dove sorge? Non voglio dire con ciò che la rinascita è impossibile dico solo che non è una cosa  da noi creata. In fondo, pensandoci bene,   colui che non crede nella rinascita vede la morte attraverso la vita, chi invece crede nella rinascita vede la vita attraverso la morte… (risate..)” 

Domanda: “Qualcuno dei tuoi discepoli è andato in paesi stranieri come missionario, come fece Vivekananda (il famoso discepolo di Ramakrishna di Calcutta)?”

Amma: “Io non ho discepoli (sishya) ho solo figli (sishu). Ciò che  essi compiono è determinato dalla stessa Shakti (Energia Divina) che porta avanti l’intera creazione. Questa Shakti fa scrivere ad uno una storia  o  fa fare altre cose ad un altro…. Una sola è la forza che  abilita ogni agente a compiere le azioni. Non esiste altro potere che quello.”

Domanda. “Perché esistono piacere e dolore e tutte le altre qualità incompatibili fra loro?”

Amma: “Giorno e notte sono ovviamente entrambi necessari. In assenza della relatività non potrebbe affatto esserci  creazione. Tutte le qualità che noi incarniamo sono già lì.. tutte derivano da quel  Potere Originario. Non potrebbero esistere in noi se non esistessero già in Quello.  Come succede per un commediografo che crea diversi personaggi dotando ognuno delle  caratteristiche necessarie .. (risate..)”

Ecco, miei fratelli di recitazione, ognuno di noi incarna quelle caratteristiche necessarie a svolgere la specifica parte che  gli è stata concessa… ma è lo stesso commediografo che recita, che dirige, che passa le luci, che assiste come pubblico, che applaude e piange e ride… 

Paolo  D’Arpini


P.S. - Ieri, 3 febbraio 2021,  ho ricevuto un bel dono dall'amico  Sergio De Prophetis di Udine, che stette a Jillelamudi per qualche tempo nel 1983, una foto che ci ritrae assieme seduti all'ingresso del cottage in cui risiedevamo.  Avevo allora 39 anni  e questa foto è la seconda testimonianza della mia permanenza a Jillelamudi, dove  mi recavo anno dopo anno dal 1975  sino al 1995, anche assieme al mio figlio Felix. Poi  il corso della mia vita cambiò e interruppi ogni viaggio, non solo in India ma in qualsiasi altro luogo e perlopiù mi limitai a restare a "casa",  prima a Calcata e poi a Treia.    


Alcune mie brevi poesie dedicate ad Anasuya Devi

 

Madre, tu sei femmina ed io son maschio

Come mai quel seme d’amore,

Che tu hai posto nel mio cuore,

Sta germogliando?

Mi hai reso fecondo

Ed io ho perso la mascolinità..

…..

Madre, volevo tradirti

Ed ho cercato un’altra.

Ma ovunque guardassi tu eri lì.

Chiunque avvicinassi tu eri quella.

Com’è  intensa la tua seduzione

che non posso più trovare chi tu non sia!

………

Madre, mi dicono infedele

Poiché ti amo in tutte le tue forme.

Come potrebbe essere altrimenti?

Ti vedo e ti riconosco, sorniona,

dietro ogni sorriso tentatore.

Eppure tu non sei quelle forme,

tu sei quella che sta dietro le forme,

ed io  ti amo..  e ti adoro 

…………..

Madre, cosa posseggo io

Che possa chiamare mio?

Il mio corpo sei tu.

La mia mente sei tu.

La mia anima sei tu.

Perché dunque ti prendi gioco di me

Illudendomi che siamo separati?




Ricerca su alcuni miei scritti su Anasuya Devi: https://www.google.com/search?q=Amma+Anasuya+Devi+di+Jillellamudi+paolo+d%27arpini&source=lmns&bih=657&biw=1366&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwivsNCv6s_uAhVGgaQKHeNkA1YQ_AUoAHoECAEQAA

Pandemia dei subalterni? Giorgio Gaber l'aveva già detto...



C’è un rosario di evidenze che unisce le perle della crisi del 2008 a quella della gestione della presunta* pandemia? C’è in atto un’azione per conformare società idonee a essere gestite dai fuochisti del vapore del mondo? L’eventualità di un epilogo cruento con reazioni di tipo rivoluzionario, ha un’alternativa di tipo diverso?

Per una volta mi sarebbe piaciuto essere un economista. Avrei compiutamente citato bond e subprime, banche, persone, percentuali e istituti. Non lo sono. Ed è meglio. Mi evito che qualcuno si attacchi ai particolari. Ma non come fanno gli sfortunati inetti all’astrazione, con i quali è difficile andare oltre le forme, oltre le apparenti differenze. Piuttosto come fanno quelli lucidi nel leggere chi gli parla. Nel comprendere la logica di base dell’interlocutore. Sono quelli che hanno le doti per deviare il discorso quando non torna comodo seguirlo. Piazzano un diversivo degno di Sun Tzu e il gioco, con buona probabilità, è fatto. Un buon diversivo è tale quando rapisce e sposta l’attenzione per il tempo necessario a compiere la missione dei nostri interessi.

La crisi del mercato immobiliare americano scoppiata nel 2008, 12 anni fa, si è propagata in tutto il mondo capitalista occidentale. Nel giro di pochi anni, la Grecia è fallita, altri stati hanno traballato, tutti i mercati europei sono stati terremotati. Quelli asiatici ne hanno risentito riducendo la crescita del Pil, il Giappone in particolare. Solo Cina e India sono rimaste escluse dalla crisi. In questo collasso finanziario qualcuno ha osservato il culmine del capitalismo stesso, il termine della sua egemonia sulle menti.

È stato scavato un baratro tra la vita a misura d’uomo e quella virtuale. Per nasconderlo, lo si è riempito di avidità camuffata in tutti i modi possibili, con tutti i diversivi necessari, fossero guerre, leggi popolari sull’assistenza sanitaria. E molti seguitavano a credere che opportuni correttivi dei regolamenti avrebbero mantenuto il capitalismo in testa alla classifica dei migliori mondi possibili.

Ma il fondo del baratro non ha retto il peso di tanta avidità. Il vuoto che ne restava era il segno, sia di un sistema che aveva saputo fare promesse e che aveva saputo venderle, che di una consapevolezza diffusa e crescente su come realmente veniva e viene concepito il cittadino medio da parte di chi possedeva e possiede i mezzi per guidarne i comportamenti. Su un crescente senso di ingiustizia, vessazione, alienazione. Ma anche – ed è il punto – che i mezzi e le strategie che lo avevano fino a quel momento sorretto non sarebbero più bastate. Era necessaria un’idea guida di nuova generazione, che non mandasse il banco definitivamente all’aria. Le rivolte di carattere rivoluzionario, temute da molti osservatori, dovevano essere scongiurate. Conflitti locali avrebbero sovvertito l’ordine e sostituito i vassalli e i valvassori dei sovrani della terra. Serviva dunque qualcosa che permettesse loro di mantenere lo scettro al cospetto di un’opinione pubblica non più ingenua, quantomeno, come prima. Una nuova strategia per seguitare a godere del servizio dei subalterni del mondo.

[A dire il vero, sui subalterni ci sarebbe molto da discutere. E forse, più se ne discute – a meno di essere intellettualmente disonesti – più si devono riconoscere le responsabilità loro e dei loro esponenti politici. A meno che non si voglia mandare al macero Foucault, Pasolini, Chomsky, Morin e compagnia. Ma sarebbe bastato Giorgio Gaber].

Se fino al 2008 distribuire briciole era bastante a tenerci a bada, dopo quella data e la corrispondente diffusione della consapevolezza di come siamo considerati – carne da mercato –, è emersa la necessità di mettere in campo diversivi di maggior spessore.

Ma nonostante la caduta rovinosa, le élite e il loro occulto vertice, alla faccia di tante nefaste previsioni, non stanno per essere sopraffatte. Hanno tutto sotto relativo controllo. E non per buona sorte, per intelligenza strategica e mezzi economici. In più, con la potenza di fuoco della comunicazione – nonché di censura – di cui dispongono, hanno relativamente poco o nulla da temere. Al massimo sparirà qualcuno di loro – qualche Theodore Kaczynski c’è stato e ci sarà ancora –, ma non il corpo grasso e ben protetto della cricca. Non si può nemmeno dire che abbiano saputo reagire. Sembra infatti preferibile pensare che fossero da tempo in attesa di mettere in atto un piano all’altezza dei tempi. Chiamali stupidi!

Indipendentemente da quanto si sarebbe potuto fare prima – “Se me lo dicevi prima”: Jannacci l’ha spiegato meglio di chiunque – oggi la consapevolezza di essere ingannati è considerata perfino nella comunicazione delle banche. Non più tecnici competenti e professionali, con grande esperienza e specializzazione, ma amici che si prendono cura di te. Non come prima, pare di leggere tra le righe dei testi, nelle scelte di foto, grafica e colori. Una versione bancaria del mulino bianco, che ha avuto così tanto successo.

Il forte timore e/o la consapevolezza di essere presi in giro, legalmente derubati, si estende da anni a macchia d’olio. Chi tirava il carro – e lo tira ancora – è sul chi vive. La sfiducia nei confronti delle istituzioni e della politica è da tempo ai massimi storici e la salita non accenna a rallentare. Se la domanda è: Ma dove hai preso questo dato? Per strada, è la risposta. E se per strada circola di tutto, esci dall’ufficio con gli arazzi e gli stucchi e scendi giù, dove potrai misurare la distanza dell’uomo comune dalla politica e dalle istituzioni.

A dire il vero è stato fatto. La loro intelligence lavora alacremente per capire quanto manchi alla scintilla che sarà meglio evitare dia fuoco alla miccia del tritolo sociale. Sono per strada eccome, a maggior ragione in questa fase che nessuno è disposto a definire in altro modo che difficile.

Ma mentre per tutti la fase è impegnativa, nel senso che si continuano ad aggiungere buchi alla cintura, per qualcuno lo è – o lo è stata – per escogitare quella accennata nuova idea, il diversivo utile allo scopo del controllo sociale e del mantenimento del potere.

È forse in questo quadro che va interpretata la presunta* pandemia da SARS-CoV-2 – sempre non sia essa stessa un diversivo scelto – la quale ha dato loro il terreno per avviare una campagna mediatica, che oltre ad essere terrorizzante, contiene le indicazioni utili per vivere nel nuovo mondo. Tra cui flessibilità, proprietà privata impossibile perché troppo costosa, precarietà, accondiscendenza felice del reddito politico, responsabilità di come vanno le cose, riduzione degli spostamenti, eventuale passaporto sanitario, guerre tra poveri. Mescola tutto con il controllo sanitario, i vaccini a tappeto “per il bene di tutti” e il 5G – presentato come un passo avanti del progresso – e viene fuori la miscela utile per intendere le modalità di una riduzione demografica, diciamo, incruenta. E chi resterà loderà le élite, perché loro e solo loro si saranno occupate dell’ambiente. Loro e solo loro avranno migliorato il mondo. 

Accadrà non diversamente da come lo fanno ora, assumendo Greta, estraendo dal cappello economie circolari, verdi, ed economie sostenibili. Se le persone credono ora a queste miserie, loro hanno la certezza che crederanno alle prossime. Già conosciamo gli effetti della comunicazione ridondante: il cibo spazzatura è ammaliante e irresistibile; i produttori di latte vaccino ora tacciono, ma al tempo tacciono, tempo perché non hanno denaro per una campagna che sarebbe simile a quella di Hollywood, che in tutti i film faceva casualmente comparire su tutte le tavole, in mano a tutti i bambini. Altrettanto aveva fatto con le Marlboro e la Budweiser. E così via per la generazione di bisogni, per ogni scelta che non faremmo se non già presente in noi attraverso la ridondante comunicazione di commercianti e venditori.

Strutturalmente, nulla di differente, ma proprio nulla – salvo per quelli inetti all’astrazione – rispetto a quanto messo in campo a suo tempo negli Stati Uniti con la politica a tassi bassissimi dei mutui immobiliari. La sirena per la casa di proprietà incantò molti in attesa di compiere un passo verso il sogno americano. Più persone firmavano un mutuo e più persone erano controllabili: mai si sarebbero comportate in modo da comprometterne l’estinzione; mai avrebbero reagito a politiche impopolari, al crescente liberismo ammazza cristiani.

I debiti dei Paesi non saranno mai saldati, la disoccupazione non potrà calare, anzi, la flessibilità sostituirà la garanzia del posto fisso. Servono persone docili, che siano disponibili al reddito politico, che si spostino poco, che possano lasciarsi controllare contente di scaricare giga in un secondo. La riduzione della disponibilità economica incrementerà la disponibilità a non generare, a non mettere su famiglia. Incrementerà il mercato del condiviso, dello share, le proprietà private saranno tassate in modo crescente, favorendone le vendite agli stessi che ci dicono che così non avremo più spese di manutenzione, e così via; gli affitti diventeranno crescentemente strozzanti (da strozzini). 

Nel contempo, non potremo rinunciare al digitale, non potremo sottrarci all’obsolescenza sempre più cinica. Il cibo decente avrà prezzi più selettivi di quanto non sia già. L’assuefazione alla comunicazione indurrà crescente dipendenza e alienazione connessa. Si cercherà – più patologicamente di quanto già non sia – il nuovo messaggio, la nuova mail, la nuova notizia pur di avvertire il pulsare del succedaneo della vita, il solo disponibile alla maggioranza. Il bene del pianeta sarà a cura di multinazionali, nessuna amministrazione avrà il denaro per prendersene cura anche nel proprio piccolo. Attraverso quella vetrina, le nuove generazioni celebreranno il bosco risparmiato e contemporaneamente applaudiranno i benefattori dell’ambiente.

Il nuovo standard si sta attestando nelle persone. È uno sfregio a tutto ciò che abbiamo creduto: così come l’edonismo e l’opulenza avevano fatto a meno degli uomini che con una stretta di mano non avevano altro da aggiungere, ora la dimensione umana si ritrova con uno spazio ulteriormente ridotto nelle interazioni. Sarà materia da specialisti. Psicologi a loro volta in lotta per gestire l’alienazione, dovranno gestire quella dei loro pazienti. Insegnanti con sempre meno peso educativo diverranno tecnici che spiegano qualche on e off.

L’eros, l’infinito spirito della vita, è così rinchiuso in nuove categorie. Chi nascerà domani le scambierà come verità e su quelle fonderà la propria biografia e i propri valori. L’ultima generazione che ha toccato il mondo a misura d’uomo è in estinzione. Il diversivo ha funzionato per il tempo necessario allo scopo.

E il bello è che la fascia media sarà l’esercito di quella che le sta sopra. Saranno i collusi delle élite a difenderle, a fare il lavoro sporco. Neri e poveracci si prenderanno tutta la colpa e tutto l’odio. Farne a meno non sarà cruento, sarà normale.

Lorenzo Merlo  - force@victoryproject.net








* Secondo la definizione dell’Oms, una pandemia è la diffusione in tutto il mondo di una nuova malattia e generalmente indica il coinvolgimento di almeno due continenti, con una sostenuta trasmissione da uomo a uomo. La gravità di una malattia non è il parametro decisivo perché venga dichiarata una pandemia, che riguarda invece l’efficacia con la quale una malattia si diffonde.

*Presunta in quanto l’attuale tasso di mortalità – rapporto tra decessi e popolazione – mondiale del Covid-19 varia tra lo 0,3 e l’1%. Fino ad oggi la giornata più mortale è stata lo scorso 24 gennaio 2021, che ha segnato 14.045 deceduti nel mondo. Dividendo il dato per 7 miliardi e 700 milioni corrispondente alla popolazione mondiale all’ottobre 2019, risulta 0,5%. Se la mortalità per incidenti d’auto supera il 5% e se gli automobilisti sono presenti in tutti i continenti, forse si tratta di presunta pandemia.

La storia de "Il Giornaletto di Saul" (presentato ai non credenti)



Nel 2006 mi lasciai convincere dal caro amico Peter Boom di farmi regalare un computer e di collegarmi su internet. La cosa mi costrinse anche a fare l’allaccio all’Enel poiché in quel periodo stavo facendo un esperimento di sopravvivenza bruta, andavo a candele.

Precedentemente, dagli anni ‘90 al 2000, mi ero occupato moltissimo di comunicazione ed informazione, avendo collaborato con numerosi giornali e radiotelevisioni, infatti per circa un ventennio fui sulla cresta dell’onda ed ogni fax inviato alle agenzie di stampa ed ai quotidiani ed alle emittenti tv veniva prontamente accolto e utilizzato per trarne articoli e servizi.

Tra l’altro io stesso mi ero fatto “imprenditore” avendo diretto alcuni giornali locali (fra cui: Etruria, supplemento di Mondo Sabino, ed il Provinciale, supplemento di Notizie Verdi). Ovviamente il giornale che ritenevo più “importante” era il notiziario emesso dal nostro Circolo Vegetariano: “Bullettin”. Si trattava di un trimestrale cartaceo di cui l’ultima edizione risale al 2003, fu anche pubblicata su internet a cura dell’amico Gondrano:   http://www.gondrano.it/agric/lab/bioreg.htm.

Dicevo che sino al 2006 non utilizzavo internet ma non è propriamente vero, infatti mio fratello Alessandro aveva aperto un sito a metà degli anni ‘90 del secolo scorso denominato “Calcata.net” in cui comparivano le notizie relative al Circolo. A quel tempo era cosa rara, la Rete appena appena muoveva i primi passi. Ricordo che facemmo anche una presentazione ufficiale del sito, nell’Atelier di Cinzia Modiano, a Roma, con la partecipazione di diversi giornalisti ed amici importanti, la cosa fu riportata anche a livello nazionale. Il fatto è che nel 2004, esattamente allo scadere dei vent’anni dalla fondazione del Circolo, presi la palla al balzo, pensando che più di un ventennio non si potesse stare in cima… e così mi ritirai in una piccola stamberga a fare l’eremita, abbandonando ogni aspetto di vita mondana e sociale…

Solo per l’insistenza di alcuni amici affezionati, come il suddetto compianto Peter Boom, o l’allora vicepresidente del Circolo Roberto Caivano ed altri, mi decisi infine di riprendere ad occuparmi delle “cose del mondo”. Cominciai un po’ impacciato a inviare le prime email e ben presto, dietro la spinta di Cristina De Simone, aprii un nuovo sito:    http://www.circolovegetarianocalcata.it/ – questo avvenne nell’anno 2007. A quel tempo già avevo iniziato ad inviare una “lettera collettiva” ai soci e simpatizzanti, prima a firma di Sauro Arpino (da dino-sauro) e quasi subito dopo con lo pseudonimo “migliorato” di Saul Arpino (Saul è il nome ebreo per Paolo). Queste informative, che chiamai il Giornaletto di Saul, furono pubblicate per un breve periodo nella lista di Ecologia Peacelink (http://lists.peacelink.it/ecologia/2009/10/msg00019.html) e subito dopo nel nuovo blog (appositamente aperto): http://saul-arpino.blogspot.it/.

Così dal 2009 -si può dire- che il Giornaletto di Saul, è diventato una News Letter “ufficiale”, per dare informazione politica, sociale, economica, culturale, spirituale, ecologista, bioregionale… etc. a tutti i simpatizzanti del Circolo Vegetariano VV.TT. e della Rete Bioregionale Italiana.

Da poco, oltre alla pubblicazione sullo specifico blog menzionato ed all’invio come email all’indirizzario raccolto, pubblico il Giornaletto anche nel sito del Circolo Vegetariano, ed ora con Caterina Regazzi, la mia adorata compagna e preziosa collaboratrice, abbiamo deciso di aprire anche uno specifico gruppo su facebook per la divulgazione “urbi et orbi” del Giornaletto di Saul… 

E l’avventura continua….

Paolo D’Arpini / Saul Arpino




Per leggere il Giornaletto di Saul su Facebook cliccare qui:
https://www.facebook.com/groups/171694546355215/permalink/171702389687764

Malattie analogiche e la conoscenza degli strumenti di difesa...



In relazione all’articolo: “Conoscenza, strumento di difesa, Stefan Lanka e i virus:  https://www.ingannati.it/2021/01/26/conoscenza-strumento-di-difesa-stefan-lanka-e-i-virus/ 

Stefan Lanka, nell’intervista rilasciata a Mark Pfister  https://magazine.5lb.eu/2017/03/stefan-lanka-virus-morbillo-esiste-5205.html  – a 9,22’ -  afferma: “questo modello funziona per tutti i fenomeni che definiamo malattie virali, per quasi tutte tranne che per avvelenamento, carenze e disturbi meccanici…..”

In questo post del 2013  scrissi  che  i medici, come d’abitudine, attribuirono ad un fantomatico virus  l’avvelenamento da larvicidi  subito  da numerosi bambini biellesi   https://www.ingannati.it/2013/10/06/pandemie-perche-non-siamo-disposti-a-credere-a-tutto/

La Johns  Hopkins University  prevede che nel 2025 ci sarà una nuova pandemia che denomina SPARS  http://accademiadellaliberta.blogspot.com/2021/01/la-pandemia-spars-2025-2028.html

Stefan Lanka  nel 1997  era stato assolto dall’accusa di aver affermato che nessuno aveva mai isolato il retrovirus dell’HIV perché  in Tribunale non si è presentato nessuno  per giurare di averlo isolato.


Scrisse  Bernardino del Boca riguardo all’Aids:

“Non erano colpevoli i topi se la società di allora viveva nella sporcizia fisica e morale. La peste era un castigo. L’Aids è un castigo e i colpevoli sono gli egoisti che producono cibo inscatolato privo di prana, che producono medicinali che arricchiscono le ditte farmaceutiche ma tolgono le difese naturali del corpo umano, che producono quella pubblicità che induce a ricorrere al sesso, alla violenza, alla guerra, come se queste cose negative fossero le più necessarie all’uomo.”  (BdB – Rivista L’Età dell’Acquario n. 40/1985 pagg.9-10)

“Coloro  che sono sensibili alla “realtà parallela” e  che praticano la E-Therapy, sono ossessionati dal senso di colpa di Giovanni Battista Morgagni (1682-1771), il grande medico fondatore dell’anatomia patologica, che  ora sa che la sua scienza è basata su errori per aver conosciuto solo la parte materiale del corpo umano, ignorando la realtà eterica ed astrale.” http://www.teosofia-bernardino-del-boca.it/categorie/aids-hiv/

 

Bernardino del Boca quindi riteneva  che   le pesti non erano causate da topi (o pulci)   e  che non fossero i virus  la causa dell’Aids.

Le  epidemie del passato   si sono  riscontrate  prevalentemente   durante o dopo guerre, invasioni, ecc.. 

Certamente l’influenza spagnola, verso la fine della prima guerra mondiale, non fu causata dai virus degli uccelli come sostiene l’attuale virologia. Perché  i virus degli uccelli avrebbero fatto il salto di specie in quel periodo e non nei periodi precedenti o successivi?

 L’influenza aviaria  era causata dai virus dei polli o piuttosto era frutto di un progetto creato in laboratorio come lasciano chiaramente intendere le dichiarazioni del giornalista Beppe Severgnini in questo suo intervento ?   https://www.youtube.com/watch?v=KTtdtFXh14Q - a  17,20  ca: “gli scienziati si sono dimostrati molto più responsabili dei finanzieri”.

L’influenza suina era causata dai virus dei maiali? E l’attuale Covid-19 è causata dai virus dei pipistrelli o è anch’essa frutto di prodotti di laboratorio facilmente assimilabili ad armi biologiche come  affermano sempre più ricercatori?

Lo scienziato-spiritualista Grigori Grabovoi nel 2002, anno dell’accordo per il controllo climatico   https://laviadiuscita.net/scie-chimiche-laccordo-segreto-dei-criminali-bush-berlusconi-svelati-tutti-misteri-e-le-menzogne-tra-stati-alleati/?print=print, scrisse una lettera a tutti i governi mondiali per invitarli a chiudere i laboratori di bio-sicurezza https://www.grabovoifoundation.org/wp-content/uploads/2020/03/VIRUS-IN-EURASIA-2002-Grigori-Grabovoi.pdf “G. Grabovoi afferma che dovrebbero concentrarsi sull'Eurasia, poiché sul suo territorio iniziano a sorgere problemi generali legati alle conseguenze della possibilità di utilizzare armi batteriologiche e chimiche. “

 

Un caro saluto.  Paola  Botta  Beltramo