Credere nella religione o vivere zen…?




Lo scontento nella Chiesa è palpabile. Gli integralisti tentano di negare l’evidenza, ma il vaso di Pandora è stato aperto e stanno uscendo tutte le storture di un potere temporale che ha abusato per duemila anni di un’ispirazione divina.

Anche nella cattolica Italia del nord, un ex sacerdote ha fondato un centro di spiritualità che fa capo ad un movimento religioso americano, pur rimanendo nell’ambito della cristianità; è una chiesa che accoglie e non esclude, vissuta nella libertà di parola e di azione individuale, ma nel costante rispetto dell’insegnamento del Vangelo.

Questa frammentazione delle correnti religiose all’interno del cristianesimo è in continuo aumento e, mentre un tempo non si conosceva nulla di ciò che avveniva a qualche decina di chilometri di distanza, ora in pochi secondi siamo catapultati all’altro capo del mondo e sappiamo quello che sta succedendo là. Queste notizie corrono e la gente è disorientata. Facciamo ancora fatica a non guardare chi è diversamente religioso senza diffidenza, siamo troppo impastati nei nostri dogmi e nelle certezze che ci hanno imposto, ma in questi ultimi tempi stiamo andando alla deriva e subentra una sensazione di fallimento, di tempo sprecato tra precetti e intercessioni.

Il Papa, lui solo, sta conducendo una crociata pacifica proprio all’interno del suo stesso credo, lasciando lo spazio di redenzione per chi si sente coinvolto, contando sul buon senso e la Fede nell’Unico Dio che ci protegge, neri, rossi, gialli, bianchi.

Ma proprio nel vocabolo “D-i-o” si giocano le sorti del mondo, senza riflettere sul fatto che è una parola e che altri la leggono e la traducono in modo diverso, senza pensare che Dio è anche l’Universo conosciuto, è ovvio che pregare per l’Universo sia proprio come pregare Dio stesso. Credere questo o quello, non accettare un rito, ma un altro, ripetere certe parole e non altre, mi ricorda che se vivessimo tutti un po’ “Zen” forse potremmo capirci di più.

Impossibile spiegare a parole  cosa sia lo Zen, che non è una filosofia od un credo ma una semplice intuizione spirituale profonda; un pioniere nei cammini orientali fu Alan Watts (1915-1973), in un suo scritto spiega che vivere zen è vivere nel rispetto di quello che siamo: attori consapevoli. “Nell’Universo c’è una sola grande energia, per la quale, in verità, non c’è un nome, ma che tuttavia è stata definita con molti nomi, come Dio, Brahman, Tao, ecc… (…) la parola ‘Dio’ è abusata, urlata, tarlata e quando sentiamo ripetere nelle preghiere ‘Dio Padre Onnipotente…’, una sorta di sbadiglio sale inarrestabile dall’intimo (…)”. C’è un grande bisogno di cambiamento, ma un cambiamento vero! Quando si fa pulizia si deve spostare tutto, buono e cattivo, e fare una scelta, “separare la zizzania dal grano”!

Cosa rimane nella Chiesa del nostro vecchio cattolicesimo?

Se anche non rimanesse nulla, proviamo a pensare che tutto nell’Universo è luce e ombra e noi stessi un po’ vivi e un po’ morti. Ma la morte non è altro che energia e che è in continua trasformazione.

Ogni sonno è una piccola morte, ogni tramonto è un giorno che muore. Forse il nostro cattolicesimo sta raggiungendo un limite della fase ON/OFF.

Viviamo costantemente nell’illusione di essere e distruggiamo il potenziale della nostra vita per avere qualcosa che non farà parte di noi nell’evoluzione dell’Universo.

Capire che siamo parte di quell’unico, universale respiro aiuterebbe questa società malata ad essere più comprensiva, compassionevole e tollerante.

Se si penetra il pensiero universale, ci si rende conto di vivere in una commedia.

Ettore Petrolini disse: “Una tragedia da ridere questo nostro soffrire: si nasce per vivere e si vive per morire!”

Quale altra certezza ci offre la vita?

Vale la pena allora di rivedere i nostri stili di vita, ridimensionare le pretese e condividere le opportunità.
Non c’è arma migliore, contro l’oscurità delle persone, che essere disarmati e sorridere.
Imparare a “vivere Zen” non è facile, ma si può cominciare; per esempio si può partire dal chiacchiericcio interno, dal continuo pensiero, dalla creazione di immagini sbagliate, simboli dettati dalle paure, da visualizzazioni distorte, dai giudizi.

Fare spazio alla realtà del momento, ai movimenti del vivere quotidiano, alla preghiera costante e continua che sale dal cuore, alla gratitudine.

Lo “za-Zen” è la meditazione seduta contemplativa, è fare spazio al nulla; è la pulizia della mente suggerita da San Giovanni della Croce che, qualche secolo fa, proponeva di svuotare prima la mente da tutta la zavorra, per far posto a Dio.I cammini stanno cominciando a dare spazio proprio a questa filosofia; il cammino è importante finché è cammino, non conta la meta. E’ nel cammino che si cambia, la meta è solo la conclusione di “quel” cammino, poi, subito dopo, ne inizia un altro.

Saper guardare oltre i cinque sensi è un’altra meta da raggiungere per “Vivere Zen”.

Lao-zi, un saggio taoista,  diceva che “i 5 colori accecano l’occhio, i 5 toni assordano l’orecchio e i 5 sapori ottundono il palato”, se ci limitiamo a guardare sempre i 5 colori e a sentire i 5 toni, saremo sempre ciechi e sordi, perché l’Universo va ben al di là di questi sensi e “sentire e vedere” le sfumature aprirà la mente e ridarà pace alla nostra vita, lasciando spazio al cambiamento e al variare delle stagioni, senza opporre resistenza, senza farci rodere dal giudizio, dall’invidia e dall’egoismo.

La vera liberazione e la vera Fede sono nel sentirsi parte attiva dell’Universo, svolgendo il proprio compito ed allo stesso tempo sapendo che non “ci appartiene”. Ogni tassello del mosaico prenderà il posto assegnato, e così sia.

Franca Oberti


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(Fonte: http://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Credere-in-una-religione-o-vivere-zenhttp://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Credere-in-una-religione-o-vivere-zen)

Varna ed Ashrama - Ordinamento della società vedica


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La società vedica era divisa in Varna ed Ashrama. I Varna sono classi sociali: Brahamana, Kshatriya, Vaisya, Sudra.

Siamo portati a pensare che questa organizzazione sociale sia una artificiosa costrizione, un confinamento forzoso delle persone, un modo per meglio tiranneggiare il popolo. In realtà, non è così.

I Varna sono semplicemente la naturale organizzazione sociale. Tutte le società civilizzate sono naturalmente strutturate in Varna.

I Sudra erano gli artigiani, gli artisti, i musicisti, gli attori, gli operai. Raffigurati come i piedi della società, erano impegnati al servizio delle altre categorie di persone, degli appartenenti agli altri Varna. Non ricevevano una retribuzione perché Vaisya, Kshatriya e Brahamana, si preoccupavano del loro benessere.

I Vaisya, rappresentati dall'addome e dalle gambe, si occupavano dell'agricoltura, allevamento e commercio. La loro funzione era la produzione di ricchezza per la società intera. Ricchezza che non era come quella che intendiamo oggi. Il denaro infatti era utilizzato da pochissimi. La ricchezza si misurava in cereali, vegetali, frutta, latte, acqua pulita, terra fertile etc. Noi oggi siamo stati indotti a considerare ricchezza il conto in banca, il PIL (Prodotto Interno Lordo), le proprietà immobiliari etc. e l'accumulo come conseguenza della crescita economica.

Gli Kshatriya, rappresentati dal petto, erano i Re, i politici ed i guerrieri. Quando c'era una guerra, andavano a combatterla senza coinvolgere gli appartenenti agli altri Varna. Loro compito era la protezione della popolazione, in accordo alle Leggi di Natura. Proteggevano tutti da possibili attacchi, si occupavano di amministrare la Legge etc.

I Brahamana, rappresentati dalla bocca, erano la classe intellettuale. Si occupavano dello studio, delle funzioni religiose, dell'insegnamento, di astronomia, medicina, insomma di tutto ciò che implica l'uso dell'intelletto.

La raffigurazione dei quattro Varna come bocca, petto, addome e piedi, ci fa notare come la società sia un corpo unico. Le varie parti, non potrebbero esistere indipendentemente. Senza i piedi, non possiamo camminare e stare ritti, senza addome non potremmo mangiare e nutrirci, senza petto non potremmo sostenere la testa e senza testa l'intero corpo morirebbe.

I nemici che mirano a guadagnarne il controllo di una società, si preoccupano di colpire (a seconda del tipo di controllo desiderato), una delle quattro divisioni sopra indicate.

Ad esempio, in India i Musulmani (l'ISLAM è principalmente una religione politica), cercarono di indebolire il Varna degli Kshatriya perché il loro interesse era l'affermazione della Legge coranica mentre gli inglesi cercarono di indebolire maggiormente il Varna dei Brahamana perché volevano un controllo totale sulla società, e porre le tradizioni e la cultura indiana sotto il loro controllo.

Altri esempi di attacco ad una società sono quelli di spingere agricoltori ed operai alla rivolta contro le altre classi sociali. Il Comunismo ottenne quello che desiderava proprio innescando rivolte di contadini ed operai.

Per cortesia, interessatevi ed approfondite l'argomento. Ponetevi delle domande.

Alessandro D'Arpini


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Miti e bugie storiche nel giudaismo e nelle sue successive estensioni (cristianesimo ed islam)



Nulla dei FONDAMENTI della narrazione ebraica, ovvero di quelli relativi alle vicende del Pentateuco, ha ricevuto una qualche comprova archeologico-storica. A cominciare dalle figure dei "Patriarchi" e in primis di "Abramo", per arrivare allo stesso "Mosè", all'"esodo dall'Egitto", alla "traversata del Mar Rosso", a "Giosuè" e alla "conquista di Canaan", alla "monarchia di Salomone"... L'intera triade delle religioni monoteiste mediorientali poggia su basi essenzialmente mitiche, scelte e stabilite dai prominenti di Giuda (in particolare da Ezra intorno al 458 a. C. (1)) con lo scopo di dare un cemento ideologico unitario alle loro sparse tribù seminomadi, che in realtà avevano avuto, sino all'esilio in Babilonia, una storia oscura e  mediocre ed erano state politeiste(2). Idem dicasi per "la Verità Rivelata che si fa carne". 

Ciò che ai "cristiani" sembra auto-evidente ad altri può appare come delirio. Il quale ultimo in altri tempi sarebbe stato imposto con la tortura e il rogo. Oggi, perlomeno, questa mostruosità non è più possibile. Rispetto ad ogni questione di verità ce n'è una - mentre molte possono essere le menzogne. Si tratta, appunto, di vedere con coraggio e mente libera cosa sia vero e cosa sia falso.

La Torah comprende, nella sua definizione propria, i libri di "Mosè", ovvero il Pentateuco: Genesi(3), Esodo(4), Levitico(5), Numeri(6) e Deuteronomio(7). E' evidente perché questo complesso di scritti costituisca il fondamento del giudaismo. La figura del capo-legislatore e la sua fantasaga nazionale centrata sul "Patto" che per suo tramite Yahweh avrebbe stipulato con gli Ebrei sul "Monte Sinai" (divenendo da quel giorno loro monodio razziale)(8) è la base identitaria stessa di tale religione. Il Talmud (palestinese e babilonese) non rappresenta altro che l'infinita successiva interpretazione rabbinico-sofistica di quei cinque Libri, a fini giudicativi-prescrittivi-normativi dell'intera vita quotidiana degli "eletti". 

Anche se, effettivamente, nel corso dei secoli esso ha assunto un'importanza perfino maggiore dei testi biblici. Pure il Talmud è oggi disponibile in internet(9). Ognuno può farsene un'idea. Certo di speculazioni "esoteriche" ad usum Delphini ne sono state prodotte a iosa e altre se ne aggiungeranno (per chi scrive già bastano e avanzano quelle chassidico-cabalistiche). E' un classico meccanismo della falsa coscienza: l'ermeneutica può intervenire sino alla deformazione più fantastica, più chimerica. L'unico aspetto, se si vuole, "positivo" in tutto ciò è che si conferma la potenza inventiva e creativa dello spirito umano.

La figura, d'origine zarathustriana, del Monos imperscrutabile il cristianesimo cattolico apostolico romano la ereditò  (ancorché "maternalizzandola", orientalizzandola(10)) dal "mosaismo" giudaico(11) - le virgolette sono d’obbligo, non essendo per nulla certo sia mai esistito neppure Mosè(12).

Per poterla imporre a tutto il mondo ci si dovette sbarazzare delle sette cristiane di origine gnostica, e ciò nel corso di secoli di lotte e persecuzioni sempre più terribili, dagli editti contro Marcione fino allo sterminio dei Catari(13).

Che cosa sostenevano la maggior parte di questi eretici? Che era IMPOSSIBILE il Dio universale di bontà, perdono e misericordia testimoniato dall'angelo-messaggero Gesù coincidesse con lo spietato arconte del Vecchio Testamento, di "proprietà" degli ebrei. Anzi, che quest'ultimo regnava sulla materia e sul male, il primo sullo spirito e il miglior destino - il vero telos - dell'uomo. 

E' chiaro che le visioni teologiche dualistiche (nonché, ovviamente, quelle politeistiche) possono dar conto in maniera più sensata del dolore e del male nel mondo. Si tratta di due principi, tenebra e luce, indipendenti e opposti ma complementari, presenti anche nel cuore umano, che si bilanciano e combattono da sempre. Con esito incerto. Compito dell'uomo è di fare in modo che questo conflitto si estingua nella vittoria della luce. La tirannica idea del Monos giudaico ha invece prevalso, come sappiamo, e in tutti i sensi e ambiti. E ora, infatti, viviamo immersi nel "pensiero unico": una sola tenebra avvolge tutto il mondo.

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Il "Testamento" appare sempre più, allo sguardo della ragione, come un insieme di libri d'autonarrazione mitologizzante di alcune tribù, scopiazzato in buona parte (dai mesopotamici, dai cananei, dai persiani, dagli egizi) e messo insieme nell'arco di un centinaio d’anni dopo il ritorno in Palestina dall'esilio babilonese. 

Le sue basi storiche sono fragili come sabbia del deserto(14). La pretesa dei rabbi e dei loro seguaci-concorrenti del cristianesimo ufficiale che Yahweh, lo specifico demiurgo giudaico, sia il Monos all'origine e padrone del mondo è qualcosa che appartiene più alla psicopatologia (per quanto di massa) che alla "fede". D'altro canto, come dimenticare che sono esistite - e ancora vivono - religioni, estranee al monoteismo mediorientale (il buddhismo, il giainismo...), che non sono mai state all'origine di nessuna persecuzione intraspecifica e concepiscono il rapporto dell'uomo con la natura e gli animali non umani in modo anti-tirannico? Il "peccato dell'uomo" è peccato di un essere che il sinistro arconte ha modellato "a sua immagine e somiglianza", come "compimento", anzi, della "creazione" stessa. 

A CHE PRO fornirlo di "libero arbitrio" per poi doverlo spazzare via o, bontà sua, sopportare? Gli indiani, quei grandi, parlano di lila, di gioco originario divino. Ma qui siamo di fronte a un pazzo sadico che meglio avrebbe fatto, anche prima del sabato, a riposarsi e dormire in eterno.
Quanto alla "storicità" della figura di Gesù imposta dalla Chiesa, è vero che l'ambito anticlericale e ateo vede una forte, profonda presenza giudaica - in funzione essenzialmente anti-cattolica. Ma bisogna essere equanimi e badare alla verità (alla ricerca senza paraocchi della medesima). La favola di "Cristo" cui siamo abituati sin dall'infanzia fa davvero acqua da tutte le parti. E non ha praticamente riscontro che non sia autoreferenziale, tautologico, cioè "neotestamentario". In Italia esistono studiosi seri che se ne sono occupati criticamente e ai cui scritti e interviste o conferenze si può accedere online. 

Mi riferisco, soprattutto, a Emilio Salsi(15) e a Giancarlo Tranfo(16). Può darsi che anche l'ipotesi di "Giovanni di Gamala" si riveli inattendibile - nessuno sa ancora con esattezza come e da chi venne elaborato il mito di "Gesù". Ma è senz'altro più razionale di quella che ci viene spacciata come verità storica e teologica - oltre a tutto con il corredo dei vari dogmi che la completano (relativi, persino, alla nascita "immacolata" di Maria!...). In ogni caso è sicuro che in nome di "Gesù", per almeno mille anni, dai "cristiani" al potere sono stati commessi delitti tremendi (nessun'altra religione si è macchiata di atrocità simili e così prolungate(17)). Già solo questo dovrebbe far pensare in modo decisamente critico riguardo a tutto l'edificio e alla sua stessa fondazione. Si diventa sempre ciò che si è.

E' lo stesso cristianesimo, in tutte le sue varianti, ad essere composto, intessuto di nebbie e chimere e apposite menzogne-furti-assemblaggi-manipolazioni. La scelta filologica e la lettura dei testi operata da Marcione aveva la medesima legittimità/arbitrarietà di quella cristallizzata in seguito dai suoi avversari a loro uso e consumo(18). D'altronde non è neppure sicuro che "Paolo di Tarso", il principale organizzatore del cristianesimo, sia un personaggio storico e non, invece, un'apposita invenzione (tesi niente affatto peregrina sostenuta da Emilio Salsi(19)).

Quel che proponeva la corrente cristiana dualista che dai marcioniti, passando attraverso i pauliciani, i tondrachiani, i bogomili, arrivò sino al martirio e al vero e proprio olocausto dei boni homini, MAI  avrebbe condotto agli orrori che si realizzarono sulla base della sua eradicazione. E' sufficiente, ai miei occhi, per guardare a quelle comunità cristiane con rispetto e sincera ammirazione. Fra le due, meglio senz'altro la favola che non si trasforma in incubo.

Joe Fallisi


NOTE 
(8) "Si legga la spiegazione fornita dal Talmud riguardo alla differenza ontologica fra eletto e gentile: 'Perché sono immondi i goyim? Perché essi non erano presenti sul Monte Sinai. Infatti, quando il serpente entrò in Eva, egli le infuse l'immondizia. Ma gli ebrei furono purificati da ciò sul Monte Sinai; i goyim, comunque, che non erano sul Monte Sinai, non furono purificati.' (Abhodah Zarah, 22b) E, in effetti: 'Dio li creò in forma d'uomini per la gloria di Israele. Ma gli Akum furono creati per il solo scopo di servirli [gli ebrei] giorno e notte. Né essi potranno mai essere sollevati da tale servizio. E' conveniente che il figlio di un re [un israelita] sia servito da animali nella loro forma naturale e da animali sotto forma di esseri umani.' (Midrasch Talpioth, 225d)" (http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/99664)
(10) Il personaggio misterico della Madonna (che dà alla luce Gesù come vergine, è essa stessa nata da "immacolata concezione" - aggiunta, quest'ultima, tardiva: dogma cattolico proclamato da Pio IX nel 1854 con la Bolla Ineffabilis Deus - e viene assunta in cielo al momento della morte) ha un'importanza inconcepibile nell'ambito rigidamente patriarcale veterotestamentario. Essendo la Trinità cristiana un unicum, Maria, in quanto madre del Figlio, risulta progenitrice pure del Padre, nonché dello Spirito Santo, che però magicamente la ingravida, rendendola "sposa di Dio". Ora, la pretesa discendenza del Nazareno dalla Casa di Davide si giustifica solo per via di Giuseppe. Ma se costui non intervenne col suo seme, questa medesima discendenza non esiste. Motivo in più per vedere, con gli occhi di Marcione, uno iato radicale tra Vecchio e Nuovo Testamento. Si aggiunga, a proposito della "Santissima Trinità", che trattasi di idea particolarmente arbitraria, e foriera infatti di ogni possibile impazzimento ermeneutico (particolarmente arduo, per esempio, dimostrare appunto come la Madonna sia insieme madre e sposa - nonché figlia, in quanto creatura umana - e di Gesù e del Padre e dello Spirito Santo). Altra cosa è la Trimurti indiana, che indica le tre forme, i tre aspetti della divinità: Brahma il Creatore, Vishnu il Conservatore, Shiva il Distruttore. Sono i principi all'origine della manifestazione, che si rinnova in eterno. Una visione niente affatto irrazionale (cfr.http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/60136).
(11) Yahweh, parola che definisce il (tardivo) Dio unico d'Israele senza volto e senza nome (meglio: Shem HaMeforash, di "nome ineffabile"), sembra derivi dalla radice ebraica hawah (hawa in arabo), donde i sostantivi howah (Ezechiele, Isaia II, xlvii) e hawwah (Salmi, Proverbi, Giobbe), "disastro, calamità, rovina". Dio del fulmine e della tempesta, d'origine edomita, fu adottato da "Mosè" dopo la "rivelazione" sul "Monte Sinai" e imposto alle tribù ebraiche sino ad allora politeiste (Yahweh, cui vien tolta la compagna Asherah, soppianta gli originari Elohim, ovvero le divinità in tutte le lingue semitiche) come loro proprio dio nazionale, "Guerriero Divino" degli "eletti". A partire dal deutero-Isaia si riscontra l'affermazione della sola esistenza di Geova e dell'inesistenza degli altri dei, i cui seguaci vanno combattuti. L'"originalità" del monoteismo giudaico consiste nella fantasia dell'"elezione". Per il resto, concettualmente, esso deriva dall'influenza esercitata dal primo zoroastrismo, secondo il quale all'azione creativa di Ahura Mazdâh nulla viene escluso, neppure le tenebre. 
(16) Cfr. http://www.yeshua.it/index.htm (tre altri siti in italiano pieni di informazioni e argomentazioni con cui non ci si può non confrontare sono quello di Luigi Cascioli, da poco scomparso, http://www.luigicascioli.eu/index.php, quello di Davide Donnini, http://www.nostraterra.it/cristianesimo.html, e http://www.jesusneverexisted.com/scholars-italian.html) e Alessio De Angelis, Alessandro De Angelis, La fine del cristianesimo. Gesù e gli Apostoli non sono esistiti: le prove, Uno Editori, 2012 (cfr.http://www.youtube.com/watch?v=kciSzpCW85A,http://www.youtube.com/watch?v=uzJA4ywrdQs,http://www.youtube.com/watch?v=iHL3r3-agec,http://www.youtube.com/watch?v=pQQ_tFjraLY).