Essere non è un pensiero...

 


"In assenza di tempo/spazio c’è assenza di pensiero. Ed in assenza di pensiero chi sono io?" (Saul Arpino)


Essere non è un pensiero. Il pensiero è contenuto nella coscienza, è un oggetto della coscienza e come tale ha bisogno di estendersi nel tempo e nello spazio. La coscienza esiste indipendentemente dalla presenza o meno di oggetti (pensieri), ciò è riscontrabile anche nella condizione di sonno profondo in cui gli oggetti scompaiono ma permane il senso di permanenza, infatti al risveglio siamo coscienti di aver dormito profondamente.

L’assenza dell’io durante il sonno profondo prova che l’esistenza e la coscienza non sono condizionati dal senso d’identificazione con uno specifico soggetto/oggetto (osservatore/osservato), ma questo avviene non consapevolmente.

Lo stato del Sé è coscienza ed esistenza senza identificazione in una  forma specifica,  tale consapevolezza non è di un qualcosa  e nemmeno dell’essere consapevole di essere consapevole (che è la condizione dell’io riflesso nella mente) è pura consapevolezza aldilà di ogni possibile differenziazione speculare e quindi non comparabile. Per questa ragione gli illuminati la definiscono come né consapevolezza né inconsapevolezza, ogni  descrizione non corrisponde  alla realtà del Sé, che è indescrivibile però concreto ed assolutamente reale.

L’attaccamento all'io (ego)? Non esiste, è solo una proiezione che prende vita dal senso di separazione e che cerca di ricongiungersi al Sé originale che si proietta nell’immagine osservata. Ma come può l’immagine avere qualsiasi possibilità di esistere e ricongiungersi esternamente al Sé che si sta riflettendo? Una volta compreso questo attaccamento, che è non esistente, esso scompare…

Paolo D'Arpini



Energia universale akashica e Coscienza…



La coscienza individuale è in costante movimento ed evoluzione, seguendo i diversi modi di sviluppo della società od i periodi storici nei quali si manifestano le vicende umane. Ogni transizione assomiglia al superamento di un livello d’apprendimento, un po’ come succede nella spirale del DNA. La coscienza, in questo caso meglio definirla mente, si muove dalle espressioni più semplici a quelle più complesse. Una sorta di testimonianza-memoria dei vari processi sofisticati della vita. 

Per crescere spiritualmente dalla persona dobbiamo partire, in quanto depositaria della prima scintilla di Coscienza dalla quale tutto deriva. Non voglio perciò sminuire il valore dell’io-persona, e come “questo” anche tutto gli altri “io” che pazientemente seguono e precedono.

Il pensiero, si dice, ha la forza di promuovere l’azione e quando molti pensieri vanno in una certa direzione forse la conseguenza inevitabile è proprio quella preconizzata. Oppure è  una sensazione/impulso che ha a che fare con l’inconscio, con il pescare nella “akasha”, o mente collettiva,  e così le cose immaginate accadono sincronicamente…?!

I cicli (e le pieghe) del karma.. sono misteriosi…

Il  Vuoto (Sunyata) non è vuoto. E' costituito da  una energia spirituale  conosciuta da millenni nelle antiche tradizioni spirituali come energia Akashica dell’universo. Questa energia non solo dà forma al mondo fisico, momento per momento, ma si relaziona costantemente  con la coscienza.

La scienza contemporanea rivela che concepire una  distinzione tra mondo materiale e spirituale è un errore. Non c’è dualità, l’universo è prodotto e composto  da una sostanza sola e sia il mondo fisico che spirituale prendono forma da questa singola sostanza, detta anche “etere”, che compenetra ogni essere in quanto “Coscienza”.

Attenzione, qui occorre precisare che la “Coscienza” non è ciò che appare nella coscienza, non è  -per intenderci- sensazione, pensiero, emozione, intuizione, visione, etc. (che sono il suo contenuto) ma è quella luce (lumen) che rende possibile ogni  percepire.  Ed infatti  neanche questa spiegazione fatta di parole  può qualificare o indicare la Coscienza. Anche questo mio è un futile tentativo di definire l’indefinibile "Consapevolezza"… 

Paolo D’Arpini



Fine del mondo o attesa del nuovo Messia...?



Parecchi anni fa aiutai l'amico Peter Boom a rendere in italiano “2020 - Il nuovo Messia” * di cui scrissi anche l'introduzione, si tratta di  un libricino di fanta-ecologia in cui si immagina la fine del mondo in seguito ad una serie di catastrofi ecologiche causate dall'uomo. A quel tempo, primi anni '90 del secolo scorso, già facevo parte del nascente filone bioregionale e della “deep ecology” (come allora si diceva), e trovai interessanti le tesi di Peter, che immaginava un goffo tentativo da parte dei potenti di salvarsi dalla distruzione planetaria per mezzo di “una nuova arca” (che accogliesse loro stessi e le loro donne) e finì miseramente in un boato atomico autodistruttivo. Insomma l'interrogativo era ed è se gli umani saranno  in grado di ereditare la terra..


I mondi dell'uomo sono molteplici ma tutti nel pensiero.. uno solo è
reale: questa Terra. Se non siamo in grado di conservare la nostra
vita onorevolmente sulla Terra come potremo sperare la salvezza
emigrando su altri pianeti? Come potremo sperare di essere accolti nel
consesso della vita universale extraterrestre se non siamo stati in
grado nemmeno di mantenere la vita sul nostro piccolo pianeta? Con ciò
ritengo che l'esperimento della nostra sopravvivenza deve potersi
avverare qui dove siamo...  Inutile sperare in colonie sulla Luna, su
Marte o su Venere... inutile cercare l'acqua su quei mondi desolati se
qui -dove ce ne è tanta- non siamo in grado di mantenerla pulita.


Eppure già ci furono diversi scienziati e spiritualisti illuminati che
sin dagli albori della società dei consumi avvertivano l'uomo del
rischio di uscir fuori dai binari dell'equilibrio scienza/vita. Oggi
il treno umano sta deragliando con scintillio di schegge impazzite:
OGM, avvelenamento chimico metodico della terra e dell'acqua, energia
atomica sporca, deperimento sociale e morale, urbanizzazione
selvaggia, distruzione delle risorse accumulate in millenni dalla
natura, etc.

L'uomo nel corso della sua breve storia ha enormemente trasformato la
faccia della Terra, perché egli può deliberatamente modificare quasi
tutto quel che costituisce il suo ambiente naturale e controllare quel
che cresce e vive in esso.

La trama della vita è però tanto delicata e tanto legati sono tra loro
il clima, il terreno, le piante e gli animali, che se una componente
di questo complesso viene violentemente modificato, se alcuni fili
vengono tagliati all'improvviso, l'intero complesso subisce una
modificazione. Questo è il significato intrinseco del Bioregionalismo
e dell'Ecologia Profonda.

Per centinaia di anni -e soprattutto nell'ultimo secolo- l'uomo è
stato la causa di deturpazioni, stermini ed alterazioni profonde... e
questo malgrado la sua contemporanea capacità di creare abbellimento
ed armonia. Il potere intellettivo che consente all'uomo di progettare
e costruire è lo stesso che gli consente di distruggere. Con l'aumento
smisurato della popolazione umana la capacità di procurare danni
materiali come pure l'affinamento del pensiero e della riflessione
sono cresciuti esponenzialmente.

Purtroppo questa nostra Terra non è un Paese di Bengodi od un corno
dell'eterna abbondanza... le risorse del pianeta, pazientemente
accumulate e risparmiate nel suo ventre, sono ora in fase di
esaurimento. La biodiversità e la purezza del genoma vitale sono
sempre più a rischio... molte specie animali resistono solo negli zoo
o nei giardini botanici. In tutto il mondo moderno ogni nuova impresa
economica e scientifica viene seguita da peste e malanni, lo sviluppo
continuo equivale al consumo accelerato dei beni, nella incapacità di
recupero ambientale e ripristino da parte della natura.

Occorre da subito e con la massima serietà e determinazione fermare la
caduta, preservando le risorse residue e quel che rimane della vita
selvatica, non solo per il mantenimento della bellezza naturalistica
ma soprattutto perché l'armonia complessiva, cioè la reale
sopravvivenza della comunità dei viventi (e dell'uomo stesso) dipende
da quelle componenti.

Il futuro dell'umanità, infatti, non sta nella sua colonizzazione di
altri pianeti del sistema solare bensì nella sua abilità di conservare
la vita sul pianeta Terra.

Per questa ragione la biologia, l'ecologia profonda, la spiritualità
della natura sono aspetti essenziali del nuovo paradigma coscienziale.
Uno dei più grandi misteri vitali, che abbiamo il dovere di affrontare
e risolvere, è quello relativo alla nostra vera natura. Ma le
religioni e la scienza non saranno mai in grado di darci una risposta
se non cominciamo a cercarla direttamente in noi ed attorno a noi.
Altrimenti non saremo in grado di uscire dal meccanismo ripetitivo
delle guerre, dello sfruttamento insensibile, dei conflitti razziali e
interspecisti.

Umanità non è solo simbolizzata da questi bipedi antropomorfi e non è
solo un agglomerato organico definito “corpo”. Possiamo dire che
Umanità è la capacità di riconoscersi con tutto ciò che vive e pulsa
energeticamente dentro e fuori di noi.

La Terra è la nostra casa, l'abbiamo avuta in eredità da un lento e
laborioso processo globale della vita, ma siamo sicuri di poterla
lasciare a nostra volta alle generazioni future nella stessa integrità
e opulenza nella quale noi l'abbiamo ricevuta? La dignità umana si
gioca anche in questo, accettiamo dunque la sfida posta alla nostra
intelligenza.

L'evoluzione ha una direzione univoca, la crescita della Coscienza,
restiamo in essa!


Paolo D'Arpini 









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