Evoluzionismo, alcune evidenze contrarie...




Ogni volta che a un adulto occidentale venga chiesto di illustrare le prove dell'attendibilità della teoria dell'evoluzione, la domanda cade nel vuoto. La maggior parte delle persone farfuglia qualcosa sul fatto che 'la maggior parte degli scienziati la supportino', e questo fatto basta e avanza. Tale forma di anti-intellettualismo dilaga ancora oggi nelle università. Se ne dubitate, provate a recarvi in un campus universitario e chiedete agli studenti le motivazioni per cui credono alla teoria dell'evoluzione. In pochissimi saranno effettivamente in grado di fornire risposte. La maggior parte di essi manifesterà solo una cieca fede nella classe sacerdotale nella nostra società ('gli scienziati').

Quindi è necessario domandarsi se le affermazioni della nostra classe sacerdotale siano veritiere. Quando Charles Darwin propose la teoria dell'evoluzione, in realtà non aveva alcuna prova che fosse fondata. E da allora la famosa prova non è mica stata prodotta. La maggior parte degli americani resterebbe scioccata nell'apprendere che la gran parte di ciò che viene loro insegnato come 'verità' sull'evoluzione è solo il prodotto della creatività iperattiva dei membri della comunità scientifica. Vogliono crederci in maniera così violenta che dicono di tutto per difendere la loro favola. Insistono sul fatto che la teoria dell'evoluzione sarebbe stata 'provata' e che quindi l'argomento sia fuori discussione. Nel frattempo le persone comuni preferiscono accettare la 'verità' dell'evoluzione per il timore di essere additate dal branco come 'stupide.'

Di questi tempi è imprescindibile che tutti noi impariamo a pensare con la nostra testa. Non lasciate che chicchessia vi dica che cosa pensare, compreso il sottoscritto. Fate le vostre ricerche e giungete alle vostre personali conclusioni. Da parte mia, di seguito vado ad illustrare 44 ragioni per cui l'evoluzione è solo una favola per adulti.

#1 - Se la teoria dell'evoluzione fosse vera, dovremmo avere già rinvenuto milioni e milioni di fossili di transizione che avrebbero mostrato i vari gradi di sviluppo da una specie all'altra. E invece non ne sono stati rinvenuti.

#2 - Quando Darwin illustrò la propria teoria, ammise che fino a quel momento non fosse stato rinvenuto alcun reperto fossile a riprova della transizione, ma affermò che certamente in futuro se ne sarebbero rinvenuti:
"Infine, se la mia teoria è veritiera, innumerevoli varietà intermedie, anelli di congiunzione tra le specie dello stesso gruppo devono certamente essere esistite. Allora, perché non le troviamo incastonate in misura considerevole nella crosta della terra?"
#3 - Anche alcuni dei più famosi evoluzionisti del mondo riconoscono la completa assenza di fossili di transizione nella documentazione fossile. Ad esempio il dottor Colin Patterson, ex paleontologo del British Museum di Storia Naturale e autore del trattato Evolution ha scritto quanto segue:
"Concordo pienamente con i commenti al libro in cui si sottolinea l'assenza di prove dirette di transizioni evolutive. Se mi fosse stata nota l'esistenza di un fossile di questo tipo, lo avrei certamente incluso tra le argomentazioni ... Ma non ne esistono."
#4 - Stephen Jay Gould, professore di Geologia e Paleontologia dell'Università di Harvard, ha scritto quanto segue in merito all'assenza di forme di transizione:
"L'assenza di prove fossili che dimostrino le fasi intermedie tra le grandi transizioni nella progettazione organica, anzi la nostra incapacità, anche nella nostra immaginazione, di mappare transizioni funzionali in molti casi, è un problema persistente e fastidioso per i conti dell'evoluzione gradualistica."
#5 - L'evoluzionista Stephen M. Stanley della Johns Hopkins University ha commentatola incredibile assenza di forme di transizione nella documentazione fossile:
"In effetti, non esiste un solo reperto fossile che sia in grado di documentare in modo convincente la transizione da una specie all'altra."
#6 - Se la teoria dell'evoluzione fosse vera, anche oggi, in questo momento, esisterebbero milioni di creature là fuori con caratteristiche e organi in via di sviluppo. E invece non ce ne sono.

#7 - Se la teoria dell'evoluzione fosse vera, nella documentazione fossile non esisterebbe la prova dell'improvvisa apparizione contemporanea, ex nihilo, di innumerevoli forme di vita complesse (Esplosione Cambriana - n.d.t.). Invece, è proprio ciò che la documentazione fossile attesta.

#8 - Il paleontologo Mark Czarnecki, evoluzionista, ha commentato nel modo seguente il fatto che la vita complessa appaia improvvisamente nella documentazione fossile:
"Un grave problema nel provare la teoria proviene dalla documentazione fossile, cioè le impronte delle specie scomparse preservate nelle formazioni geologiche. Questo ambito non ha mai rivelato tracce delle ipotetiche varianti intermedie di Darwin - mentre prova che le specie appaiono e scompaiono bruscamente, e tale anomalia ha alimentato la tesi creazionista secondo cui ogni specie sia stata creata da Dio."
#9 - L'improvvisa apparizione della vita complessa nei reperti fossili è talmente innegabile che anche Richard Dawkins si è trovato costretto ad ammettere la 'anomalia':
"E' come se i fossili siano stati piantati senza alcuna storia evolutiva. Inutile dire che l'elemento dell'improvvisa semina delizia i creazionisti. Entrambe le scuole di pensiero (puntazionisti e gradualisti) disprezzano i creazionisti, ma concordano sul fatto che le lacune siano reali, che rappresentino vere e proprie imperfezioni nella documentazione fossile. L'unica spiegazione della improvvisa comparsa di tanti tipi di animali complessi nell'era cambriana sarebbe la creazione divina, ed entrambe le scuole rigettano tale possibilità."
#10 - Nessuno ha mai registrato una macro-evoluzione che abbia avuto luogo in natura o in laboratorio. In altre parole, nessuno ha mai osservato la trasformazione di una creatura in un'altra creatura. L'intera teoria dell'evoluzione si basa su tale dogma.

#11 - L'evoluzionista Jeffrey Schwartz, professore di antropologia presso l'Università di Pittsburgh, ammette che "la formazione di una nuova specie tramite qualsiasi meccanismo biologico, non è mai stata osservata."

#12 - Anche l'evoluzionista Stephen J. Gould dell'Università di Harvard ha ammessoche i dati affermano che le specie non mutino. Ecco cosa ha dichiarato in una conferenza presso lo Hobart e William Smith College:
"Ogni paleontologo sa che la maggior parte delle specie non mutano. Ciò è fastidioso ... mette addosso una terribile angoscia. Possono diventare un po' più grandi o irregolari, ma restano comunque le stesse specie. Eppure le prove di questa notevole stasi sono state ignorate. Se le specie non mutano, non è possibile parlare di evoluzione."
#13 - Chiunque creda che la teoria dell'evoluzione abbia 'fondamenti scientifici' si inganna. In realtà si tratta di una filosofia religiosa pagana che può essere fatta risalire a migliaia di anni fa.

#14 - Ogni reperto fossile rinvenuto a cui sia attribuita una datazione superiore a 250.000 anni non dovrebbe contenere tracce di radiocarbonio. Ed invece il radiocarbonio è presente in ogni reperto rinvenuto, comprese le ossa di dinosauro. Questa è la prova evidente che la teoria dei 'milioni di anni' è solo un cumulo di sciocchezze.
E' infatti provato che il radiocarbonio (che dovrebbe decadere in poche decine di migliaia di anni al massimo) è presente in elementi fossili (come il carbone, petrolio, gas, etc.) ai quali è stata attribuita un'età di 'milioni di anni.' (...) In realtà il C-14 è stato rinvenuto in tutti i reperti nei quali 'non avrebbe dovuto essere presente'. (...) Questo fatto limita l'età di tutti i reperti fossili biologici ad un massimo di 250.000 anni.

#15 - Le probabilità che la vita si sia 'assemblata autonomamente per caso' sono così ridotte che non vale nemmeno la pena di prenderle in considerazione. Di seguito, un estratto dal libro di Jonathan Gray The Forbidden Secret:
"La cellula più semplice concepibile richiederebbe non meno di 100.000 paia di basi di DNA e un minimo di circa 10.000 aminoacidi per formare la catena proteica essenziale. Per non parlare delle innumerevoli altre 'coincidenze' necessarie per formare la prima cellula.
Tenete presente che ogni coppia di singole basi nella catena del DNA deve presentare lo stesso orientamento molecolare ('sinistra' o 'destra')? E tenete presente che praticamente tutti gli amminoacidi devono avere orientamento opposto. E ognuno non deve contenere il benché minimo errore.
"Dunque, proviamo a calcolare le probabilità che gli orientamenti corretti si formino in modo casuale. Sarebbe 1 probabilità su 2.110.000, o 1 probabilità su 1.033.113!
"In altri termini, componendo un trilione, trilione, trilione di combinazioni ogni secondo per 15 miliardi anni, le probabilità di raggiungere tutti gli orientamenti corretti sarebbero ancora di una probabilità su un trilione, trilione, trilione, trilione ... ed i trilioni continuerebbero 2755 volte!
"Sarebbe come vincere oltre 4.700 lotterie nazionali di fila comprando un solo biglietto per ciascuna di esse. In altre parole ... impossibile."
#16 - La vita come avrebbe imparato a riprodursi? Questa è una domanda a cui gli evoluzionisti non hanno trovato risposta.

#17 - Nel 2007 alcuni pescatori hanno trovato una creatura molto rara conosciuta come Coelacanth. Gli evoluzionisti sino ad allora affermavano che tale creatura si fosse estinta circa 70 milioni di anni fa. Dunque avevano sbagliato i loro computi di appena 70 milioni di anni.

#18 - Secondo gli evoluzionisti, la Greenling Damselfly (Mirabilis Hemiphlebia, specie di libellula - n.d.t.) è stata rinvenuta in documentazione fossile datata ufficialmente a 300 milioni di anni fa. Ma esiste ancora oggi. Allora perché in tutto questo tempo non si è evoluta?

#19 - I darwinisti ritengono che il cervello umano si sia sviluppato senza l'opera di un progettista. Questa credenza è talmente risibile che si fa fatica ad accettare l'idea che là fuori ci sia gente che ancora ci crede. La verità è che il cervello umano è incredibilmente complesso. Un documentario PBS ha descritto la complessità del cervello umano nel modo seguente: «Contiene più di 100 miliardi di cellule, ciascuna di esse avente oltre 50.000 connessioni neuronali ad altre cellule del cervello."

#20 - Ecco come un evoluzionista ha pessimisticamente valutato l'assenza di prove in merito alla evoluzione dell'umanità:
"Anche oggi che siamo in possesso dei dati della sequenza del DNA, non siamo in grado di accedere direttamente ai processi di evoluzione, per cui la ricostruzione obiettiva del passato scomparso può compiersi solo mediante l'immaginazione creativa."
#21 - Il più famoso fossile su cui si basa la teoria dell'evoluzione, l'Uomo di Piltdown, si è rivelato essere una bufala colossale.

#22 - Se il neutrone non fosse equivalso esattamente a circa 1.001 volte la massa del protone, tutti i protoni sarebbero decaduti in neutroni o tutti i neutroni sarebbero decaduti in protoni, e quindi la vita non sarebbe stata possibile. Come lo spieghiamo?

#23 - Se la gravità fosse stata solo lievemente più forte o appena più debole di quanto sia in realtà, la vita sostenuta da stelle come il sole non avrebbe mai potuto svilupparsi.  Come lo spieghiamo?

#24 - Perché l'evoluzionista dr. Lyall Watson ha rilasciato la seguente dichiarazione
"Il numero di fossili a sostegno del nostro albero genealogico di specie è così limitato che ci sono in giro più scienziati che reperti. La cosa notevole è che tutte le prove materiali a sostegno della teoria dell'evoluzione umana starebbero in una singola bara. E all'interno resterebbe anche spazio!"
#25 - Scimmie ed umani sono molto diversi geneticamente. Il sitoDarwinConspiracy.com, spiega che "il cromosoma Y umano ha il doppio dei geni rispetto al cromosoma Y dello scimpanzé. Inoltre le strutture cromosomiche non sono affatto simili."

#26 - Come si spiega la creazione di nuove informazioni necessaria affinché un animale si trasformi in un altro animale? Non è mai stato dimostrato alcun processo evolutivo che sia in grado di creare nuove informazioni biologiche. Ultimamente uno scienziato ha descritto l'incredibile quantità di nuove informazioni che sarebbe necessaria per giungere da un semplice microbo ad un essere umano, nel modo seguente:
"La questione chiave è che il tipo di cambiamento necessario per giungere dai microbi agli esseri umani necessita di modifiche che incrementano il contenuto di informazioni genetiche da oltre mezzo milione di 'lettere' del DNA del più 'semplice' organismo, fino a tre miliardi di lettere (memorizzate in ogni nucleo cellulare umano)."
#27 - Gli evoluzionisti vorrebbero farci credere alla stratificazione razionale dei fossili, sulla base della profondità terrestre entro cui sono rinvenuti, per cui i fossili più antichi sarebbero presenti negli strati più profondi e quelli più recenti negli strati meno profondi. Tutto ciò è semplicemente falso.
"Gli strati fossili non sono rinvenuti nell'ordine logico che gli evoluzionisti illustrano nei loro libri di testo. Non esiste un singolo luogo sulla superficie terrestre in cui scavando in perpendicolare si rinvengano strati fossili nell'ordine indicato nei libri di testo. L'ordine di uno strato sull'altro non esiste in natura. Gli strati fossili in realtà sono stati effettivamente rinvenuti in un certo ordine, ma quest'ordine è l'esatto opposto di quanto affermato dagli evoluzionisti, o al limite è interlacciato (strati recenti e antichi rinvenuti gli uni sugli altri in sequenze ripetitive). I fossili "out of place" sono la regola e non l'eccezione, in tutta la documentazione fossile."
#28 - Gli evoluzionisti credono che gli antenati degli uccelli abbiano sviluppato ossa cave nel corso di migliaia di generazioni, in modo tale che alla fine siano diventati abbastanza leggeri per volare. Questa idea non ha assolutamente senso e va oltre il ridicolo.

#29 - Se i dinosauri risalgono realmente a decine di milioni di anni fa perché gli scienziati hanno rinvenuto ossa di dinosauro contenenti residui di tessuti molli? Di seguito, un brano estratto da un rapporto della NBC News in merito ad una di queste scoperte:
"Per oltre un secolo lo studio dei dinosauri ha esaminato ossa fossilizzate. Ora, i ricercatori hanno recuperato dei tessuti molli, composti cioè da cellule e vasi sanguigni, dal fossile di un Tyrannosaurus Rex."
#30 - Cosa si sarebbe evoluto per primo? Il sangue, il cuore, oppure i vasi sanguigni necessari per la sua circolazione?

#31 - Cosa si è evoluto per primo? La bocca, lo stomaco, i fluidi digestivi o la capacità di espellere gli escrementi?

#32 - Cosa si è evoluto per primo? La trachea, i polmoni, o la capacità dell'organismo di utilizzare l'ossigeno?

#33 - Cosa si è evoluto per primo? Le ossa, i legamenti, i tendini, l'apporto di sangue o i muscoli per muovere le ossa? (E' nato prima l'uovo o la gallina?)

#34 - Affinché il sangue possa coagularsi è necessario che siano completati con successo oltre 20 complessi passaggi. Come ha fatto questo processo ad evolversi nel mondo?

#35 - Il DNA è così incredibilmente complesso che è assolutamente assurdo credere che un simile sistema di linguaggio abbia potuto 'evolversi' autonomamente, per puro caso:
"Nulla si avvicina all'efficienza del DNA nella memorizzazione di grandi moli di dati. Un filamento di DNA è migliaia di volte più sottile di un capello. Una capocchia di spillo di DNA può contenere informazioni sufficienti a riempire una pila di libri che si estende dalla terra alla luna per 500 volte.
Benché il DNA sia avvolto in strette spire, le cellule possono rapidamente accedere, copiare, e tradurre le informazioni memorizzate nel DNA. Il DNA ha anche un correttore di bozze incorporato che assicura che si verifichi una copia precisa. Stiamo parlando di circa un errore ogni 10 miliardi di nucleotidi copiati."
#36 - Come risolvere il seguente enigma formulato da Perry Marshall?

1) Il DNA non è solo una molecola con un modello; si tratta di un codice, un linguaggio, e un meccanismo di memorizzazione di informazioni.

2) Tutti i codici sono creati da una mente cosciente; non vi è processo naturale noto alla scienza che crei informazioni codificate.

3) Pertanto il DNA è stato progettato da una mente.

Chiunque mi fornisca un esempio empirico di un codice o linguaggio che prenda forma naturalmente, rovescerà la mia prova. Ne basta solo uno.

#37 - Gli evoluzionisti semplicemente non riescono a spiegarsi il motivo per cui il nostro pianeta sia così perfettamente adatto a sostenere la vita.

#38 - I gusci delle lumache viventi, sottoposti al test della datazione al carbonio,risultano avere 27 mila anni di età.

#39 - Se la specie umana è antica quanto affermano i libri di storia, che fine hanno fatto tutte le ossa e le tombe? Quanto segue è un estratto da un articolo di Don Batten:
"Gli evoluzionisti sostengono che vi sia stata un'Età della Pietra risalente a circa 100.000 anni fa, in cui la Terra era popolata da un numero variabile tra un milione e dieci milioni di individui. Reperti fossili dimostrano che anche allora le persone seppellissero i loro morti, spesso insieme a manufatti; la cremazione non fu praticata fino a tempi relativamente recenti (nel pensiero evoluzionistico). Seppure vi fosse stato solo un milione di persone vive in quel periodo, con un tempo medio di generazione di 25 anni, avrebbero dovuto seppellire circa 4 miliardi di corpi, e molti reperti. Se invece le persone fossero state 10 milioni, allora i corpi sepolti dovrebbero ammontare a circa 40 miliardi. Se i tempi codificati dall'evoluzionismo fossero corretti, vorrebbe dire che gli scheletri dei corpi sepolti dovrebbero essere in larga parte ancora presenti dopo 100.000 anni, dato che sono state rinvenute ossa risalenti a periodi estremamente più antichi. Ed anche ipotizzando che gli scheletri si siano volatilizzati, logica vorrebbe che avremmo dovuto rinvenire una miriade di manufatti."
#40 - Gli evoluzionisti sostengono che - benché esistano innumerevoli indizi che siamo stati progettati - la cosa non voglia dire che siamo stati realmente progettati. Parlano di "illusione della progettazione", il che è come voler sostenere che un Boing 747 o un iPhone non siano stati necessariamente progettati. E, naturalmente, il corpo umano è estremamente più complesso di un 747 o un iPhone.

#41 - Chi intenda entrare a far parte della comunità scientifica, oggi, è obbligato ad accettare la teoria dell'evoluzione per quanto assurda gli possa sembrare. Richard Lewontin di Harvard ha commentato nel modo seguente tale dura realtà:
"Accettiamo integralmente i paradigmi della scienza nonostante l'assurdità di alcuni suoi costrutti, malgrado la tolleranza della comunità scientifica verso l'infondatezza del materialismo. Siamo costretti ad aderire aprioristicamente alla causa del materialismo, per creare un apparato di ricerca e una serie di concetti che producano spiegazioni materiali, non importa quanto contro-intuitive e mistificanti esse siano per i non iniziati. La natura assolutistica del materialismo ci impedisce di prendere in considerazione l'ipotesi divina."
#42 - Time Magazine ha pubblicato la seguente dichiarazione sull'assenza di elementi di prova circa la teoria dell'evoluzione:
"Eppure, nonostante più di un secolo di scavi, i reperti fossili restano nella confusione più esasperante. Con così pochi indizi, anche un solo osso che non rientri nel quadro può sconvolgere tutto il quadro. Praticamente ogni grande scoperta ha aperto profonde crepe nella teoria convenzionale, e ha costretto gli scienziati a inventare nuove teorie, mentre infuria il dibattito."
#43 - Malcolm Muggeridge, filosofo e giornalista di fama mondiale, ha dichiaratoquanto segue circa l'assurdità della teoria dell'evoluzione:
"Io stesso sono convinto che la teoria dell'evoluzione, in particolare nella misura in cui è stata applicata, sarà una delle grandi barzellette riportate nei libri di storia del futuro. La posterità si meraviglierà che un'ipotesi dalla così dubbia consistenza sia stata accettata con una simile assurda credulità."
#44 - Per credere alla teoria dell'evoluzione bisogna avere abbastanza fede da credere che la vita possa essersi sviluppata dalla non-vita, e che tale vita abbia avuto la capacità di nutrirsi di ciò di cui aveva bisogno, espellere i rifiuti, e riprodursi per tutto il tempo, trovando nell'ambiente esattamente ciò che le serviva per sopravvivere. La vostra fede arriva fino a questo livello di cecità?

Per anni ho cercato qualcuno che mi presentasse delle prove sistematiche della teoria dell'evoluzione. Qualcuno che potesse "dimostrare" che l'evoluzione è una cosa vera.

Se credete di essere all'altezza della sfida, iniziate a spiegare. Sono tutto orecchi. Lasciate pure un commento qui sotto illustrando le vostre migliori argomentazioni. O nel caso voleste aggiungere altri elementi che sconfessino l'evoluzionismo, non esitate a farlo.

Articolo in lingua inglese, pubblicato sul sito The Truth Wins
Link diretto: http://thetruthwins.com/archives/44-reasons-why-evolution-is-just-a-fairy-tale-for-adults

Traduzione:   Anticorpi.info

Matriarcato, patriarcato e psiche collettiva - Evoluzione intellettiva nei due generi



L'evoluzione mentale della nostra specie, come diceva lo stesso Ramana Maharshi, non ha mai fine.. Attenzione si parla di "mente" non di " pura consapevolezza". La mente individuale ed anche quella   collettiva sono  costantemente in un processo di conoscenza -in divenire-, quindi il  percorso è illimitato e perfettibile, mentre la "pura consapevolezza" (il Sé) è al di là dello spazio tempo e non può essere misurata in alcun modo.  In Cina viene definita Tao, in India la chiamano Atman, noi  spiritualisti laici la conosciamo come  Spirito. 

Tornando alla mente, diciamo  che ad un certo punto della nostra storia  il processo di maturazione intellettiva aveva consentito alla donna (in primis) di assumere l'auto-consapevolezza psicofisica e quindi di prendere coscienza dell'io, uno stadio che tutti gli zoologi conoscono bene quando analizzano i comportamenti degli animali, per vedere se essi sono in grado di riconoscersi allo specchio, ad esempio.  

Ovviamente non si tratta dell'auto-consapevolezza del Sé (nel senso superiore ed universale) ma della coscienza di rappresentare uno specifico nome forma, ovvero la mente ed il corpo... insomma si tratta dell'ego. Ma l'ego è una pietra miliare importante per lo sviluppo della coscienza. In ogni caso la crescita intellettuale deve partire dall'ego. 

Quindi allorché questo stadio venne raggiunto da un'ipotetica "prima donna" (quella Eva che gli scienziati definiscono la madre di tutte le madri, sulla base del  messaggio DNA mitocondriale contenuto nel midollo spinale femminile), sorse il problema di come elevare nell'uomo (s'intende il maschio) lo stato di autocoscienza e giudizio.

Per far ciò era possibile la sola via genetica, quella della trasmissione di certe caratteristiche ritenute evolute. Però nelle società matriarcali antiche l'uomo non poteva esercitare (perché non in grado) ruoli di responsabilità sociale, o poteva farlo molto limitatamente, per cui si rese necessario nel gioco dell'evoluzione della specie che l'uomo assumesse su di sé la conduzione della società umana. Da qui la nascita del patriarcato, con il bene ed il male che ne consegue. Il bene è la ragione portata alle sue vette, il pensiero astratto, la filosofia, etc. il male è la dominanza e lo sfruttamento "utilitaristico" non solo delle donne ma anche delle altre specie e delle risorse naturali.

Oggi siamo arrivati al punto in cui l'uomo (il maschio) ha compiuto i passi necessari per pareggiare il suo livello di autocoscienza ed intelligenza a quello della donna. Pertanto non è più necessario il mantenimento del patriarcato, che è stato comunque utile nel  piano di sviluppo globale della specie umana -come lo fu il matriarcato precedentemente.  

Ora il maschile ed il femminile  possono camminare fianco a fianco utilizzando entrambe le  capacità mentali all'unisono. La capacità analogica (femminile) e quella logica (maschile). L'integrazione di queste due forme d'intelligenza consentirà -come anche afferma lo psicologo Michele Trimarchi- alla specie umana di compiere il successivo passo evolutivo.. verso una più matura coscienza "spirituale" (laica).

Paolo D'Arpini


Advaita e Maya - La creazione del mondo nella visione non-dualistica


I saggi advaitins, non dualisti, che non considerano separati o diversi l’osservatore, l’osservato e l’osservazione,  od in altre parole l’io individuale, Dio ed il mondo, difficilmente perdono tempo a descrivere il  dispiegamento della creazione nello spazio tempo. Per tali saggi tutto è nell’eterno  “presente”,   nel qui ed ora, e l’illusione di una evolversi dal passato verso il futuro è considerata una semplice allucinazione, un’immagine mentale che non merita particolare spiegazione.  “Conoscenza aggiunta” è definita la conoscenza del processo manifestativo, una sorta di favola aneddotica che non ha alcun valore dal punto di vista della Verità ultima.
Eppure, per effetto di un parlato dialogativo, in cui vengono esaminati anche  aspetti “banali” della conoscenza, talvolta è accaduto che persino saggi della mole di Ramana Maharshi o Nisargadatta Maharaj “perdessero tempo” a descrivere il processo formativo dell’esistenza e del mondo manifesto.  Nel tempo più vicino a noi, quando era  ancora in vita Nisargadatta, cioè sino al 1981, esistevano già i magnetofoni a nastro e perciò la descrizione dei dialoghi informali o formali in cui il saggio, rispondendo  alle domande di alcuni ricercatori, spiegava i modi manifestativi della coscienza  come suoi aspetti  dispiegatisi  nelle varie forme,  era di facile raccolta e riepilogo… Le sue parole venivano registrate in nastri e poi traslitterate, un lavoro paziente ma con una base solida di riferimento. Al tempo di Ramana Maharshi, che lasciò il corpo nel 1950, invece non era possibile usare attrezzature tecniche, tutti i suoi detti erano trascritti da devoti che assistevano ai suoi discorsi, comunque tali trascrizioni sono affidabili poiché veniva sempre chiesta conferma al saggio  prima della stampa definitiva. In questo contesto dobbiamo essere particolarmente riconoscenti al devoto Telgu di nascita (originario dell’Andra Pradesh), Sri Munagala S. Venkataramiah, che nell’arco di 5 anni (1935-1939) raccolse parecchi detti  di Ramana Maharshi  pronunciati durante vari incontri tenuti nell’Ashram di Tiruvannamalai.    
In particolare, ai fini di una comprensione empirica del processo manifestativo,  ho rilevato una spiegazione tenuta il 7 gennaio del 1937 (Talks) che è particolarmente significativa, essa è riferita alla strofa n. 6 dell’Arunachala Ashtaka.
In questa strofa  si analizza il piccolo punto = ego; il piccolo punto composto da tenebre = l’ego che consiste di tendenze latenti; l’osservatore o soggetto o ego che sorge espande se stesso nella forma di ciò che è visto,  l’oggetto e  l’organo interno di percezione. La luce riflessa operante nella mente deve essere soffusa affinché tale ego possa sorgere. In pieno giorno una corda non può essere scambiata per un serpente. La corda stessa non può nemmeno essere vista se c’è tenebra fitta così ché  non c’è possibilità di scambiarla per un serpente. Solo in una luce  debole o soffusa può  accadere l’errore di scambiare una corda per un serpente.  La stessa cosa avviene per il Puro e Radiante Essere che emerge come ego, ciò è possibile solo in una luce circonfusa da tenebra. Questa tenebra è altrimenti conosciuta come  l’Ignoranza Primitiva (o Peccato Originale).  La luce che traspare attraverso questa ignoranza è chiamata “Luce Riflessa”. Tale  Luce Riflessa è conosciuta come Ishwara o Dio. Infatti è noto che la manifestazione di Ishwara avviene attraverso Maya (il suo potere di Illusione).  L’altro nome in cui tale Potere è chiamato è “Pura Mente”,  o qualità Satva, ciò implica che ci sia anche una “mente impura” e questa è rappresentata dall’ego, che  è  un passo successivo nella riflessione della Luce della Consapevolezza Suprema attraverso la qualità Rajas, od attiva,  della mente.
Infine sorge l’aspetto esteriore o materiale della manifestazione, attraverso la qualità Tamas, o inerzia, che  si manifesta in forma degli organi interni di percezione e dei loro oggetti esterni.
Dal punto di vista fisiologico può dirsi che questo processo di esternalizzazione procede attraverso il cervello. I diversi stati di veglia, sogno e sonno profondo hanno quindi origine da quella ignoranza originale, con la mente che si rivolge all’esterno (attraverso il processo proiettivo dell’apparato interiore) sperimentando la condizione di veglia e sogno e ritirandosi nel sonno profondo in  stato di latenza. Tutti questi ovviamente sono solo “fenomeni” che  appaiono attraverso la Luce Riflessa sul Substrato dell’Esistenza e Consapevolezza  Assoluta dell’auto-luminoso Sé.
Quindi il mondo non può essere “indipendente” dalla sua Sorgente, ed è così che l’Unico Essere diventa molti. Il Potere che manifesta questo Gioco dell’Esistenza è davvero grande! E la realizzazione della propria originale Natura è lo scopo gioioso della vita.
Paolo D’Arpini


“Les démons du bien” di Alain de Benoist e Nicolas Gauthier - Intervista



Alain de Benoist ha pubblicato, presso le edizioni Pierre-Guillaume de Roux, “Les démons du bien”. La prima parte del saggio consiste in una critica radicale della tirannia dei buoni sentimenti. 

A cosa attribuisce l’emergere di questo neo-clericalismo?

“Allo spirito del tempo. Ma lo spirito del tempo è sempre il risultato di una tendenza di fondo. A partire dal Diciottesimo secolo, l’ascesa sociale della classe borghese ha simultaneamente marginalizzato i valori aristocratici e i valori popolari, rimpiazzandoli con ciò che Tocqueville chiamava le passioni ‘debilitanti’: utilitarismo, narcisismo e trionfo dello spirito calcolatore. Il successo dell’ideologia dei diritti dell’uomo ha, da parte sua, permesso all’egoismo di avvolgersi in un discorso ‘umanitario’ la cui idiozia è il tratto dominante. L’accelerazione sociale e la crescita di ciò che è insignificante hanno fatto il resto.

Uno dei tratti caratteristici dell’Impero del bene è l’invasione del campo politico da parte del lacrimevole e del compassionevole. Ciò fa si che, alla minima catastrofe di forte impatto mediatico, i ministri si precipitino per esprimere le loro ‘emozioni’. Allo stesso tempo, questo dimostra quanto la sfera pubblica sia stata sommersa da quella privata. La vita politica bascula sul lato di una ‘società civile’ chiamata a partecipare al ‘governo’ attraverso le ‘richieste della cittadinanza’ che non hanno più il minimo rapporto con l’esercizio politico della cittadinanza stessa. Ormai è visto con maggiore favore (ed è sicuramente più redditizio) essere una vittima piuttosto che un eroe.

Parallelamente, la commercializzazione della salute va di pari passo con la medicalizzazione dell’esistenza, ovvero con un igienismo dogmatico che si traduce in una sorveglianza sempre più grande sugli stili di vita. Essa prescrive socialmente delle condotte normalizzate, cercando così di addomesticare tutti i modi d’essere che si sottraggono agli imperativi della sorveglianza, della trasparenza e della razionalità. Si assiste alla strumentalizzazione della vita umana attraverso una logica igienista imposta da uno stato materno e terapeutico.

L’evoluzione del linguaggio è altresì significativa. Ormai si preferisce parlare di ‘fratture sociali’ – tanto accidentali quanto quelle della tibia – piuttosto che di veri conflitti sociali. Non ci sono più gli sfruttati, la cui alienazione rinvia direttamente al sistema capitalista, bensì dei ‘diseredati’, degli ‘esclusi’, degli ‘svantaggiati’, dei ‘più poveri’, tutti ugualmente vittime di ‘handicap’ o di ‘discriminazione’. La nozione di ‘lotta contro tutte le discriminazioni’ ha d’altronde rimpiazzato quella di ‘lotta contro le ineguaglianze’, che evocava ancora la lotta di classe. In 1984, George Orwell spiegava perfettamente che l’obiettivo della ‘neolingua’ era ‘di restringere i limiti del pensiero’: ‘Alla fine, renderemo impossibile il crimine grazie al pensiero, perché non ci saranno più parole per esprimerlo’. Il politicamente corretto funziona come la ‘neolingua’ orwelliana. L’uso di parole capovolte nel loro senso, di termini traviati, di neologismi verosimili scaturisce dalla più classica delle tecniche di sbalordimento. Per disarmare il pensiero critico, è necessario sbalordire le coscienze e rendere attoniti gli spiriti”.

I media continuano a denunciare la minaccia dell’ordine morale, ma al tempo stesso ci fanno continuamente la morale. E’ un paradosso?
“Accade, molto semplicemente, che una morale abbia rimpiazzato un’altra. La vecchia morale prescriveva delle regole individuali di comportamento: si presumeva che la società funzionasse meglio se gli individui che la componevano agivano correttamente. La nuova morale vuole moralizzare la società stessa. La vecchia morale diceva alle persone ciò che dovevano fare, la nuova morale descrive ciò che la società deve diventare. Non sono più gli individui a doversi comportare rettamente, ma è la società che deve essere resa più ‘giusta’. La vecchia morale era ordinata al bene, mentre quella nuova è ordinata al giusto. Malgrado entrambe pretendano di restare ‘neutre’ rispetto alla scelta dei valori, è a questa nuova morale, fondata sul dover-essere (il mondo deve divenire un’altra cosa rispetto a ciò che è stato fin qui), che aderiscono le società moderne. Nietzsche l’avrebbe chiamata ‘moralina’”.

Il cuore del suo libro è la teoria del genere, in questo momento tutto il mondo ne parla. Lei è stato uno dei primi intellettuali a farne una critica argomentata. Ancora una volta, a cosa ricondurre tale fenomeno venuto dagli Stati Uniti? E, in primo luogo, di cosa si tratta esattamente?
“Quella del genere è una teoria che pretende di disconnettere radicalmente l’identità del sesso biologico. Il sesso, rimpiazzato dal ‘genere’ (gender), sarebbe, in questo caso, una pura costruzione sociale. Tale teoria si fonda su un postulato di ‘neutralità’ dell’appartenenza sessuale di nascita: basterebbe crescere un ragazzo come una ragazza per farne una donna, o educare una ragazza come un ragazzo per farne un uomo. Coloro che sono di un avviso differente sono accusati di diffondere degli ‘stereotipi’ (si dimentica che uno stereotipo non è altro che una verità empirica generalizzata abusivamente). Questa teoria ha per effetto di confondere i due sessi e di rendere più difficile a entrambi di assumere la propria identità.

La teoria del genere è in effetti insostenibile. Non solo il suo postulato di una ‘neutralità sessuale’ originaria non corrisponde alla realtà, ma noi constatiamo anche che l’appartenenza sessuale produce sin dall’infanzia, prima di qualsiasi condizionamento, alcuni comportamenti specifici per ogni sesso. Ciò non significa che le costruzioni sociali non giochino alcun ruolo nella definizione dell’identità sessuale, ma che queste costruzioni sociali si sviluppano sempre partendo da una base anatomica e fisiologica. La teoria del genere confonde peraltro il sesso biologico, il genere (maschile e femminile), l’orientamento sessuale e ciò che si potrebbe chiamare il sesso fisiologico (il fatto che un certo numero di donne abbiano dei tratti del carattere maschile, e un certo numero di uomini dei tratti del carattere femminile). Poggiando sull’idea che si possa creare se stessi partendo dal nulla, la teoria del genere origina in fin dei conti dal fantasma di una autogenerazione. E’ quindi necessario prenderla molto seriamente. Negli anni che verranno, sarà in riferimento a questa teoria che si vedranno moltiplicare all’infinito le accuse di sessismo”.

di Alain de Benoist e Nicolas Gauthier

Fonte: http://www.lintellettualedissidente.it/author/rassegna-stampa/

(L’intervista originale è stata pubblicata in lingua francese sul sito http://www.bvoltaire.fr)

Sinergia d'intenti e collaborazione per la riuscita



Sono le sette di sera e all'abbassarsi dell'ultima serranda il borgo,
praticamente, chiude. La gente si rintana nei propri mono o bi-locali, a
seconda della posizione sociale occupata. Si mangia in fretta cibo di
plastica avvolto in contenitori sempre più colorati e ingombranti. Si
gettano le scarpe sotto al letto, o fuori dal balcone, il divano aspetta le
sue prede che inermi si abbandonano alle prediche dell'imbonitore catodico.
La comunità chiude, tra recinti di diffidenza, egoismi incrociati,
antipolitica e disillusione. Ognuno pensa per sé e la società, tutta, muore
inesorabilmente prosciugata.

La crescita infinita porta a questo, in fondo. Perché in gioco non c'è
"soltanto" la distruzione del territorio e la sottrazione dei beni comuni,
l'inquinamento e la perdita della biodiversità. In crisi entra un modello di
comunità, di gente, persone, che non si parlano più. Che hanno smesso da
tempo di condividere, occupare i luoghi e gli spazi pubblici.

I paesi muoiono per questo. Perché si spopolano, si snaturano, perdono quel
legame invisibile ma solidissimo che per decenni ha garantito il sentirsi
parte di qualcosa, un pezzo del tutto. Fino a non molti anni fa questo
disagio sociale, collettivo, era diffuso nelle grandi città, soprattutto al
Nord. Oggi, paradossalmente, la mancanza di comunità si consuma nei medi e
piccoli centri, dove i luoghi comuni (il comune sentire, gli stereotipi
culturali, ndr.) vedono invece paradisi in terra in cui tutti si conoscono e
sostengono reciprocamente. Non è così, non più. Alle piazze piene di gente
abbiamo sostituito telecamere e recinti, ai momenti conviviali regolamenti e
ordinanze per garantire silenzio e disciplina. Ci lamentiamo del degrado
urbano, senza accorgerci che lo stiamo alimentando con il nostro stile di
vita e le nostre scelte che nel tempo si sono trasformare in non scelte.
L'inerzia e l'ignavia sono le dame alla corte di questo sfacelo sociale.

Ecco perché suonano come rivoluzionarie le parole di un sindaco di un
piccolo borgo di 2.300 abitanti tra Lecce e Otranto, nella Grecia salentina,
Melpignano. Perché fermano il tempo, anzi, lo fanno girare al
contrario. "Una comunità che esprime gioia è una comunità che ha il senso
del futuro". I suoi interventi in giro per l'Italia a raccontare il
progetto, il sindaco Ivan Stomeo li conclude quasi sempre così. E in fondo
la storia di questo borgo si riassume perfettamente in quello che non è solo
uno slogan, ma un'allucinazione emotiva e uno scatto di ribellione pacifica
nei confronti di un modello di società che esclude, toglie il fiato,
impantana in un presente senza fine.




Melpignano è nota in Italia per il Festival popolare della "Notte della
Taranta", partorito nel 1998 dalla mente geniale dell'allora sindaco Sergio
Blasi. Qui, ogni anno, da sedici anni, 300.000 mila persone arrivano da
tutte le parti d'Italia per ballare e sudare la pizzica. Qui la raccolta
differenziata viaggia a percentuali pazzesche, con uno strepitoso 72 per
cento. Qui gli amministratori hanno rifatto tutta la pubblica illuminazione
con sistemi a basso consumo energetico. Qui si sperimenta per la prima volta
in Italia il voto elettronico, prove concrete di democrazia diretta.

"Le parole intorno alle quali ruota tutta l'azione dell'amministrazione sono
tre: cultura, ambiente e solidarietà. Solo per fare un esempio,
semplicemente rinunciando alle luminarie natalizie per qualche anno siamo
riusciti a metter da parte risorse per la costruzione di un pozzo, di una
scuola e di una chiesetta in un paese nella Repubblica democratica del
Congo". Muovere l'economia non sarà un'impresa, non per questa gente che
pensa in grande: creare posti di lavoro, distribuire ricchezza, tagliare la
bolletta energetica della comunità, inventandosi uno strumento mai
realizzato prima. La cooperativa di comunità.

L'idea è quella di contrastare il degrado e l'abbandono partecipando e
facendo partecipare i cittadini attivamente allo sviluppo della propria
comunità. Il progetto nasce dall'incontro casuale tra Ivan e Giuliano
Poletti (già presidente di Legacoop e attuale ministro) a Cefalù, in
occasione di un convegno sul turismo responsabile tenuto nel luglio 2010, in
cui Stomeo rappresentava Borghi autentici d'Italia (associazione di comuni
che hanno a cuore il proprio territorio e praticano politiche di
partecipazione e salvaguardia dell'ambiente). Da quell'incontro scocca una
scintilla, che si propaga in fretta tra folate di idee contagiose.

A guardare il progetto, in fondo, vien da dire che è semplicissimo. Il
Comune affida ad una piccola cooperativa locale e al Dipartimento di
ingegneria dell'innovazione dell'Università il compito di effettuare uno
studio di fattibilità dell'idea iniziale: installare impianti fotovoltaici
da 3 Kw sulle case dei residenti disposti ad affittare il proprio tetto in
cambio di energia gratis. Partono successivamente gli incontri pubblici e le
assemblee per coinvolgere attivamente i cittadini. Il gioco è fatto. Il 18
luglio 2011, esattamente un anno dopo l'incontro tra il sindaco e il
presidente di Legacoop, in piazza San Giorgio, 71 soci fondatori
sottoscrivono l'atto costitutivo e lo statuto della prima Cooperativa di
Comunità italiana.

Oggi la Cooperativa conta 127 soci e a fronte di un investimento di circa
400.000 euro ha realizzato i primi 33 impianti, per un totale di 179,67 kW
installati, che producono energia pulita. Si è creata un'economia virtuosa
con l'utilizzato di risorse umane e professionali della piccola comunità del
sud: 5 ingegneri per i progetti e la direzione dei lavori, 2 fabbri per la
realizzazione dei telai, 7 elettricisti per il montaggio degli impianti.

Il cittadino avrà l'energia gratis per 20 anni e inoltre il riconoscimento
del surplus da parte di GSE. L'incentivo, sempre da parte del GSE, che serve
in parte a coprire l'esposizione del prestito concesso da Banca Etica,
attraverso una cessione del credito, va all'intestatario del contatore, il
socio che ospita l'impianto alla Cooperativa di Comunità.

E poi arriva il bello di questa storia, come se anche tutto il resto non
fosse già abbastanza. L'utile della cooperativa viene speso per quel che
serve in paese: sistemare una piazza, le strade e i marciapiedi, gli arredi
di un parco, o creando nuove opportunità di lavoro (gestione di mense
scolastiche, manutenzione del verde...). A decidere non è più la giunta o il
consiglio comunale, ma i cittadini che diventano così attori protagonisti
della loro stessa comunità. Gli utili delle rinnovabili si trasformano così
da bottino privato come spesso è accaduto in questi anni in giro per
l'Italia in risorsa pubblica, ritornando alla comunità sotto varie forme.

"Riunirsi insieme significa iniziare; rimanere insieme significa progredire;
lavorare insieme significa avere successo" (Henry Ford).

Marco Boschini  *



* assessore all'Ambiente, Patrimonio ed Urbanistica del Comune di Colorno
(Parma), è coordinatore dell'Associazione dei Comuni Virtuosi e autore di
diverse pubblicazioni - l'ultimo libro, scritto con Ezio Orzes, è "I rifiuti
non esistono. Due o tre cose da sapere sulla loro gestione", Emi  - e di
alcuni blog (tra cui marcoboschini.it).


Articolo segnalato da   Cav. Dott. Claudio S. Martinotti Doria - claudio@gc-colibri.com