La resistenza necessaria.... di Joe Fallisi


Joe Fallisi, uomo libero

Sessant’anni fa c'era ancora un tipo umano per il quale valeva nei fatti (nella sua propria vita individuale) "il mio onore è la mia fedeltà". Ma è avvenuta un'autentica catastrofe antropologica. 
Dobbiamo capirlo sino in fondo, sino a tutte le sue conseguenze. Con l'Anglogiudamerica ha vinto il modello che poi si è imposto, e oggi impera, universalmente: l'omuncolo egoista, avaro, opportunista, calcolatore, approfittatore, consumatore-distruttore demente, sozzone, ballista, lamentoso, vigliacco, microbiotico, scansafatiche, passivo, guardone, traditore... spezzato e, insieme, esibizionista e senza vergogna... LAIDO. 
Quando l'uomo è concepito e trattato come una cosa - parificato a una macchina, a un miserabile ingranaggio - e il suo "ideale di vita" è quel che sappiamo (conforme ai canoni della videospettraglia)... e in maniera radicale, a 360°, 24 ore al giorno, per decenni e decenni... come si può immaginare che all'improvviso esprima, magari persino collettivamente, qualità e capacità opposte? Sperarlo è insensato. Ci si può solo cercare di sottrarre il più possibile, andando in altra direzione, come individui - oggi l'unica autentica "resistenza". In questo cammino non conforme si troveranno senz'altro compagni di strada. 
Si è talmente dentro la catastrofe, che risulta persino difficile coglierne la profondità. Comportamenti e concetti che per millenni hanno caratterizzato, in tutte le civiltà (così in Egitto, come in Persia, come in Grecia, come a Roma, come in India, come in Cina...), il vir (virtus ha la stessa radice: cfr. http://www.etimo.it/?term=virile&find=Cerca), l'uomo tradizionale, normale, l'uomo tout court, oggi sono visti con sospetto. Avere il senso dell'onore, per esempio... essere equi, retti, onesti, sinceri, tenere nel conto che merita la vile pecunia, amare il bello, quel che esprime cosmo e armonia... guardare verso l'alto, non verso il basso, tendere all'aria pura, non al lezzo di fogna... tutto ciò, quando (sempre più di rado) si manifesta, viene percepito e debitamente catalogato come "autoritario", pericoloso... "fascista".
"Credere, Obbedire, Combattere"…?
Quanto a "Credere", oggi, com'è noto, nessuno crede più a nulla, tutti sono squallidamente nichilisti e ridacchianti - il ghigno del cadavere che cammina... l'obbedienza, poi, è dovuta solo alla laida panza, a ogni reazione indotta, conforme, meccanica, da automi... infine, si "combatte" al videopoker o alla playstation... salvo chi è "operatore professionista", e allora schiaccia qualche bottone di sganciamento bombe. Quell'umanità ingenua che faceva - o cercava di fare - suoi, nella sua vita, i tre motti di cui sopra era composta per lo più da individui ancora integri.
Joe Fallisi

Fare buon uso del residuum dell'intelligenza umana

Collage di Vincenzo Toccaceli su vignetta di Staino


"Gli uomini vivono in uno stato di sonno e si svegliano solo quando muoiono. A quel punto, si accorgono degli errori commessi e delle occasioni perdute. Ma è ormai troppo tardi." 
(At-Tùstari)


La reificazione, la sofferenza e l'"uso totale" degli animali non umani (e umani) è alla base stessa della forma storica che il dominio dell'uomo sulla natura s'è dato e di cui il capitalismo (fino al suo inveramento spettacolare-spettrale) è solo l'ultima tappa. 

Un cammino insieme grandioso e tragico, che ormai può essere solo invertito da una rivoluzione radicale – cioè che davvero vada alla radice dell'alienazione. 

In sua assenza, tutti gli indicatori chiaramente disegnano un esito catastrofico di questo tragitto: l'Homo sapiens, alla sua conclusione, apparirà allora come una sorta di virus distruttivo e autodivorante, capace, nell'arco di un battito dell'evoluzione, di porre fine, definitivamente, alla stessa. 

Ma se un futuro diverso e superiore è ancora possibile, è già qui e ora che se ne devono porre le premesse, svegliandosi dallo stato sonnambolico, CONTRO il conformismo di morte.

L'antropocentrismo è inevitabile, dal momento che la visione del mondo e i giudizi che esprimiamo sono nostri, cioè ci appartengono specificamente. Tuttavia, proprio per questo motivo, a me pare del tutto ragionevole incominciare ad occuparci del dolore (animale-umano) che conosciamo, della cui esistenza non possiamo avere dubbi. 

E alla base di qualunque opinione al riguardo è la concezione stessa di rivoluzione che dovrebbe essere chiarita. 

Per esempio, si può intendere questa – si è inteso per due secoli – come rivalsa di una classe su altre, magari nella prospettiva di un al di là delle classi, ma sempre circoscritta all'uomo. Si può invece considerarla come una possibilità, finalmente, di liberazione e redenzione (attraverso il vertice della scala evolutiva) dell'uomo stesso, della natura e degli animali non umani. 

A me sembra che proprio oggi, con la catastrofe della biosfera alle porte e insieme con mezzi che consentirebbero la fuoriuscita dal regno della necessità, questa sia l'unica prospettiva sensata.

Non mettendo affatto in secondo piano le sofferenze intraspecifiche, la questione cosiddetta "animalista"-"antispecista" risulta ai miei occhi, oggi, sempre più, la cartina di tornasole che tutto riassume, il nodo gordiano, senza sciogliere il quale è IMPOSSIBILE accedere al "rovesciamento di prospettiva". 

Cominciare da subito, qui e ora, a rompere le catene ipnotiche, non rimandare, non divagare, non sonnecchiare in un eterno stato postprandiale... inventare, creare, sperimentare, come veri poeti, NUOVI gusti, nuove possibilità... 

Nessun extraterrestre ci porterà soluzioni, ogni "film" ci confermerà nella nostra impotenza, ogni Las Vegas rutilante di luci spettrali al mattino ci apparirà un misero rottame… 
La palingenesi della società e degli individui, potrebbe non arrivare mai, non è affatto inscritta "oggettivamente" nello "sviluppo delle forze produttive"… 

E tanto meno durante la nostra breve (residua) esistenza. Di QUESTA che vogliamo fare?

Joe Fallisi

Foto di Gustavo Piccinini

Culture tritate ...nel trogolo mondialista finale

Foto di Gustavo Piccinini


Da tempo immemorabile esistono collettività naturali nominate popoli e da solo qualche centinaio di anni altre più artificiali chiamate nazioni. Hanno, le prime, consistenza anche nell'ambito della psicologia di massa. 

Non è il bar che le forma, bensì la storia. 

Spesso, paradossalmente, risultano meno ipotetiche degli stessi individui che le compongono, tanto più oggi e nel primo mondo, dove questi ultimi sono sempre più atomi indistinguibili, vuoti a perdere catodici. 

Le diverse caratteristiche, peraltro, contribuiscono alla varietà e bellezza dell'universo, prima ancora che alle contrapposizioni, ai razzismi, alle guerre. Ed è sicuramente vero che scopo del capitalismo del crepuscolo, spettacolar-spettrale, compiutamente internazionalista, autenticamente trotskista, "globale", è di forgiare un tipo (post)"umano" standard, uniforme-conforme, astratto-concreto, quantum di capitale omologo a milioni di altri e al contempo fonte "personale" (essendo tutte le derive fantasmatiche e de-reali permesse e anzi sollecitate dall'alto) di energia infinita della magamacchina. 

E' il vecchio sogno-incubo totalitario della creazione dell'"uomo nuovo" a telecomando, che solo la "democrazia" all'ultimo stadio può portare a compimento. 

I "luoghi comuni" sulle differenti qualità dei popoli parlano spesso di qualcosa di ancora vero e palpitante - proprio perciò li si esorcizza con la loro stessa definizione. Caratteristiche collettive, frutto di millenni, e niente affatto solo negative o mediocri, che informano in diversa misura gli individui stessi. Gli altri, i cloni, dicono con scherno che tutto è  stato dissolto e "superato" nel trogolo mondialista finale. 

In un mondo illusorio cosa conta un'illusione in più?

Joe Fallisi

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"Ci sono solo due modi per evitare un mondo di dieci miliardi di persone. O i tassi di natalità adesso scendono velocemente, oppure debbono salire i tassi di mortalità. Non c’è altro modo. Ci sono, ovviamente, tanti modi per far salire i tassi di mortalità. Nell’epoca termonucleare si può fare in maniera molto veloce e decisiva." - Robert McNamara - Presidente della Banca Mondiale, 2 ottobre 1979

6 luglio 2013 - Festa dell'Anima Gemella e del libero dono - Corte Moranda - Cologna Veneta (VR) - Presentazione del libro "Il Riciclaggio della memoria" di Paolo D'Arpini

Festa dell'Anima Gemella 2013 (collage di Vincenzo Toccaceli)


Festa dell’incontro, fra l'ambiente e suoi abitanti, fra l’uomo e la natura, fra il femminile ed il maschile.  Un progetto semplice  per  vivere valori diversi ricreando un tessuto sociale sul territorio. L’iniziativa per contrastare ed allontanare lo spettro dell’indifferenza  viene presa  da alcune donne e uomini che si riconoscono nell’Umano. Semplici madri e padri, ragazze e giovinotti, sagge donne e uomini di mezz’età. L’idea  è quella del “mostrarsi”  attraverso cose concrete per promuovere e condividere proposte di sviluppo rurale, artigianale  e solidale.

Durante la manifestazione prenderà vita un interscambio di beni autoprodotti: libri e cestini con frutta selvatica, marmellate, utili oggetti in ceramica, riciclaggio e riuso di suppellettili, olio, vino, formaggio e verdure di stagione, capi tessuti al telaio e maglieria artigianale. Non mancheranno momenti giocosi, poesie d’amore e lo scambio di doni. Insomma,  andiamo alla ricerca dell’anima gemella… la quale non è altro che il riflesso di quel che accettiamo in noi stessi. Questo rito  si svolge il 6 luglio 2013, giorno in cui si commemora Maria Goretti,    una occasione per  “rispecchiarsi in movimento” per trovare sinergie e humus per una vivibilità sociale ed ecologica, durante la giornata si terrà una festa-esibizione con apporti culturali, quasi tutti al femminile, musica campestre e fuoco acceso nella notte. L’aprirsi all’altro  corrisponde veramente alla verità interna.  In questo processo ci sono gli elementi del bioregionalismo, della spiritualità laica e dell’ecologia profonda.

E quindi l'occasione sarà propizia per presentare il libro "Il Riciclaggio della memoria" (ediz. Tracce) sui temi suddetti, scritto da Paolo D'Arpini, referente P.R. della Rete Bioregionale Italiana e presidente del Circolo Vegetariano VV.TT.



Programma di Massima: Corte Moranda - Cologna Veneta (Vr)

Alle h. 11.30 - Passeggiata nei dintorni per conoscere il territorio e apprendere qualcosa sulle erbe che vi crescono spontaneamente.

Alle h. 13.30 - Pranzo conviviale (Pic-nic) con il cibo vegetariano da ognuno portato.

Alle h. 16.00 - Presentazione del libro Il Riciclaggio della Memoria alla presenza del'autore. Lettura di brani sparsi a cura di Caterina Regazzi ed altri dicitori. Segue 
 accensione di un fuoco sacrale e apertura del bazar del libero scambio artigianale ed agricolo, danze in cerchio e musica campestre. La serata si conclude con un piccolo rinfresco finale.

La manifestazione è gratuita ma una offerta volontaria per la struttura che ci ospita sarà gradita.






Informazioni per raggiungere il luogo dell'incontro:

La struttura si trova a Cologna Veneta, Via Casino, 2 x chi ha il satellitare... Se venite da Modena potete fare l'autostrada Modena Verona prendere x Venezia e uscire a Soave. Qui alla rotonda si trova l'indicazione x Cologna Veneta... quando siete qui giunti seguite l'indicazione x Noventa Vicentina, siamo fuori Cologna 2 km - Visitate il sito www.wigwam.it  dovreste trovare anche la cartina, se non erro... dove c'è il disegno dell'Italia cliccate sui Circoli di campagna Wigwam...
Marisa Saggiotto

Strega, siamo tutte le donne....


Foto di Andrea Carola

Nella Foto: WITCH  New York, 1968) fenomeno unico all'interno del Movimento di Liberazione delle Donne. La sua attività fu frenetica e scandalosa, ma molto prodigiosa...

Strega,  siamo tutte le donne. E' il teatro, la rivoluzione, la magia, la paura, la felicità, il fascino. E' la consapevolezza che le streghe sono state le prime combattenti e guerrigliere contro l'oppressione, in particolare, contro l'oppressione delle donne nel corso dei secoli.

Le streghe sono state donne che non avevano paura di esistere, di essere audaci, aggressive, intelligenti, trasgressive, curiose, indipendenti, sessualmente libere, rivoluzionarie (questo spiega perché nove milioni di esse sono state bruciate). 

Le streghe sono state le prime a praticare il controllo delle nascite, l'aborto, le prime alchimiste ...erano le sopravvissute della più antica cultura, prima che la repressione religiosa, economica, sessuale, ...distruggesse le società umane e la natura. 

La strega vive in ogni donna. E' la parte libera di ognuna di noi, ...sei una donna e ti basta guardare dentro di te, per sapere che sei STREGA. Costruisci le tue regole,sii libera e ribelle; forma il tuo cerchio di sorelle e costruisci le tue utopie...

Tutta la magnifica immaginazione senza limiti, perché il tuo potere è radicato nel fatto di essere donna e diventi forte insieme alle altre sorelle.


Una domenica come un'altra? Messaggio da lasciare ai posteri

Paolo e Caterina nel giardino di Spilamberto nella neve


Una domenica normale a Spilamberto

Domenica, 13 gennaio 2013, ho pensato che era tanto che non scrivevo più uno di quei miei raccontini, i resoconti delle mie giornate lavorative, o di qualche incontro con un allevatore o di un passaggio in macchina in un campo fiorito, ma perché, le domeniche che trascorro con il mio caro
Paolo, a casa, senza far nulla, sono forse meno ricche?


Per lo scorso fine settimana non avevamo preso nessun impegno anche perché ero reperibile per il lavoro per cui non volevo allontanarmi e comunque con Paolo non ci si annoia mai (ma veramente non mi annoio mai anche se sono da sola e questa è stata una bellissima scoperta abbastanza recente. Veramente, anche prima di questa scoperta non mi
annoiavo ma sentivo il bisogno di avere sempre qualcosa da fare, qualcuno da incontrare......).


Dopo la colazione a base di orzo e ciambella di mia produzione e la gita quotidiana al bar per l'attività sociale di colazione con sbirciatura dei giornali, a casa lui al Giornaletto ed io impegnata (poco) nelle pulizie di casa, rifacimento del letto assieme  (molto meglio che farlo da sola) e messa in funzione della lavatrice, con un pensiero sollevato nel ricordare i tempi in cui non c'era la lavatrice e magari neppure l'acqua corrente in casa. 

Paolo ricordava che a Calcata c'erano delle famiglie fortunate che nel loro orto potevano disporre di una sorgente di acqua sorgiva, bastava incanalarla ed ecco realizzato il lavatoio personale, chi non l'aveva doveva andare a quello pubblico (ma questo solo dopo il 1954) oppure al fiume Treja. 

Ormai siamo talmente abituati a certe comodità che non ce le godiamo neanche, cioè non le apprezziamo abbastanza per quello che valgono e l'idea che un domani più o meno
lontano potrebbe capitare di doverci rinunciare non ci sfiora. 


Ma l'acqua è sempre più inquinata, la corrente elettrica dipende, per ora ancora dalle fonti fossili, ormai in esaurimento.... chi vivrà vedrà.


Finalmente arriva l'ora del pranzo: pasta integrale e biologica al pomodoro, carota ed erbette, frittata di farina di ceci (una delle mie specialità), cavolfiore lessato e ripassato con olio, aglio e pepe, cachi, arance, mele.... da leccarsi i baffi!


Dopo pranzo non avevo voglia come Paolo del riposino, così mi sono messa sul letto a fianco a lui, seduta, con il lavoro a maglia che sta prendendo la forma di un gilet per lui (manca poco alla fine!) e un libro di Osho. Prima un po' di maglia, poi un po' di Osho (che parla del rapporto tra Maestro e discepolo) e il mio corpo scivolava sempre più giù, finchè ho chiuso ed appoggiato sul comodino il libro e mi sono addormentata. 

Dopo un po', non so quanto, mi sono svegliata, un altro po' di Osho e, dopo un po', un altro sonnellino.... Al risveglio ormai era quasi buio, il cielo plumbeo tanto che nel giro
di un'oretta hanno cominciato a scendere dal cielo bianchi e freddi fiocchi di neve. Siamo usciti in fretta per la passeggiata pomeridiana con due ombrelli, ma la neve veniva giù abbastanza fitta e bagnata ed io non riuscivo a tenere riparata la cagnetta Magò, che non dispone né
di cappottino, né di impermeabile e così, dato che lei si stava
bagnando tutta ed io per questo mi stavo innervosendo, ben presto, anzi, prestissimo siamo rientrati.


Alla sera a casa durante la cena frugale con pane, marmellata e frutta, Paolo mi ha incantato con i suoi discorsi sull'I Ching, la Kabbala, i 5 elementi  del sistema indiano, l'oroscopo cinese, mescolando il tutto e illustrandomi le sue intuizioni sulle combinazioni tra i vari sistemi... come sono fortunata!

Dopo cena ci siamo avventurati nella visione di un film (cosa che sarà avvenuta 4-5 volte da quando stiamo assieme), un film per niente facile ma molto suggestivo, sia nei paesaggi, nelle situazioni e nelle simbologie espresse: El Topo di Jodorowsky, a tratti difficile da digerire. Comunque lui è un grande personaggio ed un grande cercatore ed esperimentatore.


Per finire, la lettura del Giornaletto di Saul (del giorno dopo) con la correzione degli errori di battitura, poi si spegne la luce, si sta vicini a sentire la presenza dell'amato che, come nel pensiero di Isabelle Allende, non si sa dove comincia e dove finisce....


Caterina Regazzi


Paolo sul divano con Magò e Pulce 

Scrivere a penna, come terapia di verità.....



Strano gioco. 

Se decidi di giocarlo, questo di "postare" un tuo stato dell'animo in sede facebook, avrai persone che ti mettono un "mi piace" se ti va bene. 

Invece vi invito a praticare la "grafoterapia". Che cos'è? Prendete foglio e penna, niente computer né macchina per scrivere ed al riparo da tutti esaminatevi, redigete nei più piccoli dettagli ciò che non vi torna in una relazione, in un determinato contesto di lavoro o sociale. 

Abbiate il coraggio di scrivere a voi stessi la verità, vedrete che se vi abituate a farlo con regolarità, vi torneranno molte cose in chiaro. 

Io l'ho sperimentato a proposito di mie ansie troppo pervasive. Ho messo nero su bianco tutto, soppesato ogni elemento. Ora mi sento meglio. 

Coraggio, ritroviamo una dimensione intima. Saremo più veri, migliori con chi ci vuole davvero bene., poco fa ho messo giù un paio di paginette belle chiare su quello che mi va e quello che io potrò offrire di meglio in una certa relazione. Bisogna poi rileggersi, rileggersi per non mentirsi. 

Buttar giù e basta non serve. Tu lo sai se stai mentendo. 

Solamente dirsi la verità ci aiuta. Si sta meno male, non si hanno più né scusanti finte né si possono accampare altri pretesti. 

Bisogna migliorarsi, registrare, e l'ho fatto, anche i propri miglioramenti, è vitale. 

Non possiamo soltanto "spararci addosso". Anche un piccolo indizio di cambiamento nell'attitudine mentale ci porta fuori dallo stagno immobile.

Teodoro Margarita